COMUNICATO STAMPA
LA SINISTRA E L’ARCOBALENO E’ DEFUNTA MA I METODI SUICIDI CONTINUANO
Italo Palumbo non è proprio abituato a fare autocritica e perciò continua a scantonare, come ha fatto durante l’ultima conferenza stampa e poi
con l’intervento successivo. Egli vuole a tutti i costi attribuire a Gabriele Corona la paternità della lista “La Sinistra per il Sannio” per non ammettere che quella esperienza è nata spontaneamente dal
senso di ribellione e di repulsione scaturito in diversi compagni di Sinistra Democratica, di Rifondazione Comunista e rappresentanti di movimenti e comitati civici, per il comportamento dei dirigenti della
Sinistra e l’Arcobaleno, i quali negli incontri con gli altri rappresentanti del centrosinistra non hanno mai posto alcuna eccezione programmatica preferendo accordi, anche con l’Udeur, tutti finalizzati ad
incarichi di potere. Ma le ambizioni di Palumbo e company non si trasformano in realtà perché la lista della
defunta Sinistra e l’Arcobaleno non ha eletto alcun consigliere con conseguente spargimento di insulti e veleni per i presunti responsabili di tale insuccesso, a cominciare da Tonino Conte, uno dei più
significativi punti di riferimento della sinistra sannita, reo di aver pensato con la propria testa non condividendo i metodi e le scelte dei capi del PDCI , del PRC dei Verdi.
Naturalmente Palumbo se la prende anche con Antonio Medici, tentando di dimostrare che anch’egli è stato colluso con la casta in quanto
assessore comunale per 18 mesi. Medici ha invece già chiarito, più volte, che egli è stato nominato assessore per contribuire a realizzare concretamente il “Programma di Mandato” , l’unico documento che
sanciva l’accordo politico tra i partiti del centrosinistra e che Palumbo neppure conosce, perchè abituato a sedersi al tavolo delle trattative solo per concordare posti ed incarichi. Ebbene, Antonio Medici
ha più volte lamentato nelle sedi competenti, che quel Programma rimane solo carta straccia ed è uscito dalla Giunta quando a seguito della inchiesta giudiziaria sull’Udeur e della generale solidarietà dei
partiti del centrosinistra, è risultato ancora più chiaro che gran parte degli amministratori del Comune di Benevento non pensa affatto che si debba moralizzare la politica. E comunque, per il periodo in cui
è rimasto in Giunta, Antonio Medici ha dimostrato di saper concepire la politica come attività di servizio, redigendo il Patto formativo finanziato dalla Regione Campania con tre milioni di euro che ora altri
gestiranno. Che cosa ha prodotto, invece, l’assessore Italo Palumbo che rimane saldamente al suo posto dopo aver scippato il posto a Salvatore De Toma ?
Cosa ha prodotto in questi anni da dirigente del PDCI di cui non si
ricorda una sola iniziativa messa in campo su un qualsiasi tema locale o nazionale nella nostra Provincia? Palumbo dovrebbe ricordare a proposito di numeri quali sono state le sue performance elettorali: 20
voti personali alle comunali del 2001. Il verticismo di cui Palumbo è professionista, ma di cui non
è unico interprete, è una delle principali cause della sconfitta della Sinistra Arcobaleno alle ultime politiche, con il 2,166 %, mentre alle provinciali quella lista ha preso 5.300 voti a fronte dei circa
8.400 che aveva alle scorse elezioni. E’chiaro l’insuccesso ed è altrettanto chiaro che la prospettiva di governo alla Provincia con l’Udeur e gli altri alleati tutti dediti alla politica della casta,
produrrà altri disastri per la sinistra e le popolazioni del Sannio. Quindi se i dirigenti del PRC e degli altri partiti della Sinistra e l’Arcobaleno hanno ancora un minimo di dignità e onestà intellettuale
devono mettersi in discussione come stanno facendo in parte i loro vertici nazionali!
Giuseppe Morone,
uno
degli Ispiratori, ideatori e candidato della lista civica
“La Sinistra per il Sannio”.
BENEVENTO,21/04/2008
Le allusioni e gli
insulti della Sinistra Arcobaleno non nascondono le responsabilità per la disfatta elettorale.
La disfatta della Sinistra Arcobaleno alle ultime elezioni politiche e la perdita netta di consensi alle elezioni provinciali di Benevento dovrebbe indurre i vertici
nazionali e locali di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, dei Verdi a prendere atto del fallimento e ritirarsi in buon ordine. Purtroppo così non è, come è apparso chiaro dalla conferenza stampa dei dirigenti
della Sinistra Arcobaleno beneventana che, incapace di qualunque sensata forma di autocritica, si sono lasciati andare ad insulti nei confronti dei candidati ed i sostenitori della lista Sinistra per il Sannio.
Significativo l’intervento di Eugenio Feleppa, presidente provinciale dei Verdi, il quale sostiene di non essere a caccia di poltrone ma ancora non
spiega cosa ha fatto per anni nel consiglio di amministrazione del Marsec e qual è il senso degli accordi con la Provincia di Bergamo per la centrale a biomasse di San Salvatore Telesino. Feleppa si limita,
per l’ennesima volta, a sostenere che Antonio Medici aveva “rubato” il posto nella Giunta Comunale perché non era candidato, dimenticando che anche Italo Palumbo, dirigente regionale –provinciale -cittadino
dei Comunisti Italiani, non era candidato alle elezioni comunali, ed è Assessore al Comune dopo aver scippato il posto a Salvatore De Toma.
Da parte sua Palumbo, per nulla imbarazzato, si lascia andare a qualche vecchia battuta sul partito monarchico “Stella e Corona”, che risale ad oltre 40 anni fa,
e che evidentemente è l’epoca alla quale egli resta culturalmente e politicamente fissato. Capisco che i dirigenti di Sinistra Arcobaleno siano un po’ inviperiti perché contavano di ottenere un consigliere,
un assessore e un componente di qualche consiglio di amministrazione, ed invece dopo l’insuccesso elettorale, dovranno accontentarsi di una sola “poltrona”, ma questo non giustifica in alcun modo gli insulti
ad Antonio Medici e agli altri candidati di Sinistra per il Sannio. Essi, autonomamente hanno deciso di presentarsi con coraggio alle elezioni contro la casta criticando anche le politiche delle giunte
Nardone. Ma Palumbo, che si mantiene ancorato alla tradizione stalinista delle allusioni e della criminalizzazione dei “dissidenti”, addirittura attacca Tonino Conte, un riferimento della sinistra sannita,
ora presidente provinciale di Sinistra Democratica, senza che ciò produca imbarazzo a Gino Razzano anch’egli comparsa in questa conferenza stampa come militante dello stesso partito di Conte. E neanche i
dirigenti di Rifondazione Comunista provano alcun imbarazzo ad insultare chi per coerenza ha lasciato l’incarico di Assessore o non ha voluto fare accordi con l’Udeur per qualche posto di potere. Non vanno
lontano quei dirigenti politici attaccati alle poltrone, incapaci di fare autocritica e di provare imbarazzo.
19/04/2008
Gabriele Corona |