Fondo Valle Isclero: "Il palo della vergogna".
Posizionato autovelox notturno nel territorio di
Melizzano (BN) ed è strage di turisti e
lavoratori.
Oramai lo strumento lecito o meno per fare cassa
è stato concesso ai comuni italiani che ne fanno
un uso proprio o improprio, a seconda dell'area
geografica dello stivale.
Dopo i temuti autovelox diurni, quelli, per
intenderci, nascosti un po' dappertutto alla
faccia della Legge e della regolamentazione
sull'utilizzo dello strumento stesso, arrivano
le macchinette notturne, quelle in grado di
fotografare le targhe di poveri sventurati
lavoratori che per aver oltrepassato il limite
di 80Kmh imposto su di una strada a scorrimento
veloce (almeno questa era l'intenzione primaria
quando fu costruita la Fondo Valle Isclero), si
vedono "sparati in faccia il flash della
fotocamera montata su di un palo, simili a tanti
altri che sulla sua sommità ha come un semaforo
dal quale l'ente locale installatore prosciuga
le tasche di sventurati passanti.
Roba da matti, specie se si pensa che in molti
(e lo scrivente è uno di quei molti) hanno avuto
non poca difficoltà a mantenere l'equilibrio
dell'autovettura dopo la flashata dritta negli
occhi.
Nell'ultimo weekend la fondo valle isclero è
stata praticamente invasa dai soliti weekendisti
che lasciano le grandi città per respirare un
po' d'aria pura e di conseguenza portano non
poca economia nel Sannio, ma poi si trovano a
dover fare i conti con le multe che giungeranno
dal palo della vergogna, con grande ed unico
giubilo delle casse del comune nel cui
territorio insiste la struttura.
Il
ribattezzato da noi "palo della vergogna" si
trova all'altezza del distributore di carburante
EWA nel territorio di Melizzano (BN). Per chi
oramai lo conosce è possibile evitare il salasso
rallentando al di sotto degli 80Kmh, una grande
follia, specie per l'interminabile rettilineo e
per la fattura della carreggiata, per chi ancora
non ne fosse al corrente, diventerà anch'egli
inconsapevole donatore di almeno 140euro in
favore del Comune di Melizzano.
Il
fatto, si badi bene, non è tanto la contrarietà
al controllo elettronico della velocità, cosa
sacrosanta e preventiva di tante tragedie dovute
alla velocità, il cruccio è come questa venga
utilizzata da molti enti locali soprattutto nel
Sannio beneventano. Se la legge che regolamenta
l'utilizzo di queste macchinette dice che le
stesse devono essere ben esposte in modo tale
che gli automobilisti possano vederle e che il
personale di sorveglianza che sia: polizia,
carabinieri o polizia municipale, devono essere
nei pressi del sistema elettronico e ben
visibili ai passanti e che debbano utilizzare
solo ed esclusivamente auto di servizio per il
trasporto del congegno e per la l'assistenza
allo stesso su strada, perché tutto ciò in
genere non avviene?
Assistiamo increduli molte volte a piazzole
abusive per il controllo della velocità,
sostanziate da auto private dietro le quali
viene nascosto il congegno e con il personale in
borghese nascosto altrove; in altre circostanze
a sistemi per il rilevamento elettronico montate
in auto non siglate da alcun ente e lasciate in
parcheggio sul ciglio di una piazzola di sosta
lungo le arterie più importanti della Campania
come la Caianello-Benevento o la stessa Fondo
Valle Isclero.
Adesso anche il "palo della vergogna", una
specie di semaforo appoggiato su di un palo di
un paio di metri e mezzo nelle prospicienze di
un distributore di carburanti su di un
rettilineo di almeno 2km. Ma che senso ha
posizionare il rilevamento elettronico tarato a
80kmh su di un'arteria nazionale a scorrimento
veloce e per di più in un tratto dritto di oltre
2km?
Quanto è legale "sparare" nel volto degli
automobilisti un flash che potrebbe causare
molte più vittime della stessa velocità che
vuole controllare?
Queste e tante altre domande ci sentiremmo di
far rimbalzare sia all'ente locale installatore
come al Prefetto di Benevento e alla società
Anas che gestisce il tratto in questione.
Il
turismo non bastava a fare cassa?
Rosario Lavorgna
giornalista
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