30 ottobre 2007
Melizzano, autovelox: strage di automobilisti
Rosario Lavorgna

 

 

Fondo Valle Isclero: "Il palo della vergogna".

Posizionato autovelox notturno nel territorio di Melizzano (BN) ed è strage di turisti e lavoratori.

Oramai lo strumento lecito o meno per fare cassa è stato concesso ai comuni italiani che ne fanno un uso proprio o improprio, a seconda dell'area geografica dello stivale.

Dopo i temuti autovelox diurni, quelli, per intenderci, nascosti un po' dappertutto alla faccia della Legge e della regolamentazione sull'utilizzo dello strumento stesso, arrivano le macchinette notturne, quelle in grado di fotografare le targhe di poveri sventurati lavoratori che per aver oltrepassato il limite di 80Kmh imposto su di una strada a scorrimento veloce (almeno questa era l'intenzione primaria quando fu costruita la Fondo Valle Isclero), si vedono "sparati in faccia il flash della fotocamera montata su di un palo, simili a tanti altri che sulla sua sommità ha come un semaforo dal quale l'ente locale installatore prosciuga le tasche di sventurati passanti.

Roba da matti, specie se si pensa che in molti (e lo scrivente è uno di quei molti) hanno avuto non poca difficoltà a mantenere l'equilibrio dell'autovettura dopo la flashata dritta negli occhi.

Nell'ultimo weekend la fondo valle isclero è stata praticamente invasa dai soliti weekendisti che lasciano le grandi città per respirare un po' d'aria pura e di conseguenza portano non poca economia nel Sannio, ma poi si trovano a dover fare i conti con le multe che giungeranno dal palo della vergogna, con grande ed unico giubilo delle casse del comune nel cui territorio insiste la struttura.

Il ribattezzato da noi "palo della vergogna" si trova all'altezza del distributore di carburante EWA nel territorio di Melizzano (BN). Per chi oramai lo conosce è possibile evitare il salasso rallentando al di sotto degli 80Kmh, una grande follia, specie per l'interminabile rettilineo e per la fattura della carreggiata, per chi ancora non ne fosse al corrente, diventerà anch'egli inconsapevole donatore di almeno 140euro in favore del Comune di Melizzano.

Il fatto, si badi bene, non è tanto la contrarietà al controllo elettronico della velocità, cosa sacrosanta e preventiva di tante tragedie dovute alla velocità, il cruccio è come questa venga utilizzata da molti enti locali soprattutto nel Sannio beneventano. Se la legge che regolamenta l'utilizzo di queste macchinette dice che le stesse devono essere ben esposte in modo tale che gli automobilisti possano vederle e che il personale di sorveglianza che sia: polizia, carabinieri o polizia municipale, devono essere nei pressi del sistema elettronico e ben visibili ai passanti e che debbano utilizzare solo ed esclusivamente auto di servizio per il trasporto del congegno e per la l'assistenza allo stesso su strada, perché tutto ciò in genere non avviene?

Assistiamo increduli molte volte a piazzole abusive per il controllo della velocità, sostanziate da auto private dietro le quali viene nascosto il congegno e con il personale in borghese nascosto altrove; in altre circostanze a sistemi per il rilevamento elettronico montate in auto non siglate da alcun ente e lasciate in parcheggio sul ciglio di una piazzola di sosta lungo le arterie più importanti della Campania come la Caianello-Benevento o la stessa Fondo Valle Isclero.

Adesso anche il "palo della vergogna", una specie di semaforo appoggiato su di un palo di un paio di metri e mezzo nelle prospicienze di un distributore di carburanti su di un rettilineo di almeno 2km. Ma che senso ha posizionare il rilevamento elettronico tarato a 80kmh su di un'arteria nazionale a scorrimento veloce e per di più in un tratto dritto di oltre 2km?

Quanto è legale "sparare" nel volto degli automobilisti un flash che potrebbe causare molte più vittime della stessa velocità che vuole controllare?

Queste e tante altre domande ci sentiremmo di far rimbalzare sia all'ente locale installatore come al Prefetto di Benevento e alla società Anas che gestisce il tratto in questione.

Il turismo non bastava a fare cassa?

Rosario Lavorgna

giornalista

 

 

 

     

 Valle Telesina


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