Ai cittadini di San
Salvatore.
In risposta a Pierluigi.
Per chi come me, iscritto da
molti anni, avvertiva con orgoglio attraverso un
legame ideale e mai ideologico l’appartenenza ad
un partito che era stato di Gramsci e guidato da
uomini come Enrico Berlinguer, oggi non è stato
facile costatarne il declino.
E’ triste vedere scomparire
un Partito che ha scritto pagine di storia
nazionale di innegabile valore e che, anche nei
nostri paesi, con atti spesso semplici di “
piccoli-grandi ” uomini, molto ha contribuito
all’emancipazione sociale della nostra gente.
Un partito demolito, per
mancanza di un reale processo di trasformazione,
da una parte dei suoi dirigenti, piccola gente,
la cui aspirazione soprattutto in ambito locale,
alla fine, si è rivelata quella di diventare
padrini di interessi propri ed altrui.
Non è malanimo il mio, è
solo triste considerazione.
Inutile però inseguire un
sogno.
Considero la politica come
impegno nutrito di straordinaria forza e
intransigenza morale, tensione intellettuale e
passione culturale, una esperienza che ci
arricchisce sotto il profilo umano.
Perciò rimanere fuori dai
processi politici, per quanto locali, non è un
vantaggio, esserci in alcuni casi costituisce la
stessa ragione del vivere comune.
In
presenza di partiti deboli, scarsamente
rappresentativi di bisogni e di interessi
diffusi, partecipare attivamente alla vita
politica di un paese resta forse l’unico modo
per cercare di ancorare, quanto più possibile,
gli interessi locali ai principi della
solidarietà.
Queste
le considerazioni che mi hanno spinto,
pressato da più parti, ad accettare la
candidatura alle elezioni comunali del 2002,
sperando, tra l’altro, di evitare lo slittamento
delle classi politiche locali verso forme di
partito-azienda che tendono ad essere potenti ed
auto referenti.
Rinviando di qualche giorno passaggi che spero
possano dare un contributo di chiarezza in
merito al problema “termovalorizzatore”, mi
preme a questo punto trattare un aspetto in
particolare,
che
forse aiuterà a capire meglio le strategie poste
in essere da uomini e partiti. Molti i motivi
che mi hanno spinto a rimettere le deleghe di
assessore, tra questi anche il problema
“centrale a biomasse”, non per eludere l’impegno
dovuto per delega specifica ma per
l’indifferenza e la superficialità
dimostrate dagli amministratori tutti
rispetto a problematiche così complesse. Avevo
preannunciato le mie dimissioni alla Giunta e al
gruppo consiliare di maggioranza nel caso in cui
non fossero state abbandonate le politiche
dissennate che hanno prodotto tanti “ guasti “
portando infine la macchina amministrativa alla
paralisi.
Sul versante della
politica, nell’autunno del 2005 ho chiesto ed
ottenuto un incontro con i massimi esponenti
della direzione provinciale dei Democratici di
Sinistra.
Nell’occasione
esponevo tutte le mie preoccupazioni in merito
alla politica amministrativa sviluppata dalla
coalizione di maggioranza ed ai troppi
silenzi delle minoranze.
Avevo
anche preannunciato una deriva della maggioranza
verso altre aree politiche, che puntualmente si
è verificata,
attraverso una
intesa che portò alla sostituzione del
rappresentante delle minoranze alla Comunità
Montana,
a distanza di
pochi giorni dalle mie dimissioni.
Nel gennaio del 2006, in occasione di un altro incontro da me
sollecitato chiedevo alla direzione provinciale
dei DS,
una presa di posizione
netta rispetto ad un modo di amministrare che
allora ho definito spregiudicato ma che
alla luce dei fatti si è rivelato dissennato
e disastroso per il paese. In risposta mi
fu suggerito di non votare il Bilancio 2006!
Correttezza e coerenza vogliono che un
rappresentante dell’esecutivo non voti contro ma
si dimetta,
cosa che ho fatto
alla fine di gennaio. Mi preme sottolineare che
in ambito locale la mia azione
politico-amministrativa è stata troppo spesso
vanificata da un litigiosità comprensibile solo
se legata alla voglia di apparire di alcuni
personaggi o meno prosaicamente a qualche
intervento comunale,
personaggi
che erroneamente
e per troppi anni ho ritenuto i miei compagni di
percorso.
Per memoria, a distanza di
pochi mesi dalla mia elezione si verificarono
una serie di fatti apparentemente poco
comprensibili: un ex segretario usci dal partito
candidato dopo pochi giorni nelle liste del PDCI
(si aspettano ancora le motivazioni), dopo poco
il segretario DS in carica sbatteva le carte ed
abbandonava una riunione cercando di impedire le
elezioni del direttivo (altro che dialogo e
democrazia).
Anche le tue resistenze ad
un impegno più diretto hanno contribuito
negativamente.
Le mie dimissioni
probabilmente hanno prodotto un sospiro di
sollievo in molte persone, forse anche in te.
Basta considerare che in ambito amministrativo
sono state accettate dalla maggioranza e dalla
minoranza senza battere ciglio.
Ci si liberava
dell’azione di un rompiscatole, portatore di
rigore ed etica, che costringeva molti a
riflessioni critiche e che aveva impedito azioni
amministrative sconsiderate. Spero che il
silenzio (FRAGOROSO) da me voluto e da
altri tanto auspicato, sia servito a far
riflettere molta parte del paese, anche alla
luce dei fatti ultimi,
sia in ambito
politico che amministrativo.
Non
ho motivo di dubitare su quanto tu affermi,
questi
“piccoli-uomini” in occasione della riunione che
avrebbe decretato la mia scomparsa dalla scena
politica non hanno
fatto riferimento
agli incontri avuti con me e nè evidentemente
hanno
riferito a voi le
preoccupazioni che avevo espresso in merito ad
una probabile deriva della maggioranza. Ad ogni
buon conto, la gestione dell’ultima fase dei DS
fa grande torto a quei
“piccoli-grandi”
uomini di cui ho parlato prima, uomini che hanno
saputo con un’azione ferma e determinata, di
concerto con altre forze democratiche,
trasformare i problemi e le angosce di un popolo
in soluzioni politiche spesso vantaggiose per la
comunità.
Un cordiale saluto.
San Salvatore Telesino,
31/01/2009
Vincenzo Cicchiello
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