9 gennaio 2008
Campania e munnezza, parola chiave: "CAMORRA"
Fulvio Del Deo

 

 

La munnezza. Sembra un incubo. Ce n'è ovunque ti giri. Perfino in campagna, qua e là ci sono buste di plastica che svolazzano col vento.

Non parliamo poi di quelle strade in provincia di Napoli e di Caserta dove non si riesce nemmeno più a passare, tanta della munnezza...

Vorrei potermi svegliare e dire: «Ah, meno male, era solo un brutto sogno!»

Ma non è un sogno. Provo a pizzicarmi e sento dolore perché sono sveglio. Sono sveglio più che mai.

La munnezza è la prima notizia dei tiggì. Anche in quelli stranieri ormai se ne parla; che figura di merda mondiale! Personalmente, ho una vergogna da morire, a sentirmi parte di questa Italia.

Quella stessa Italia che ogni tanto si gonfia come un pallone e spara cazzate a raffica per bocca dei suoi politici (uno più tronfio e ignorante dell'altro), riguardo il nostro genio, la nostra creatività, la nostra superiorità... e chi più ne ha più ne metta, permettendosi perfino di bacchettare altri Paesi! Che scuorno!

E adesso? Che cosa dicono adesso quegli stessi figuri? Li ho sentiti in tivù e ho constatato come continuino imperterriti a sparare cazzate a raffica.

Mi fanno schifo e sono la dimostrazione vivente del degrado totale cui assistiamo, nella maggior parte dei casi senza far nulla, come fosse solo una soap opera. Ma quegli individui ricoprono quelle cariche importanti solo perché qualcuno li ha scelti e votati, seguendo una logica perversa e autolesionista che ha favorito i peggiori.

Il nostro Paese è governato dalle persone peggiori, è un dato di fatto.

Nessuno di loro in questi giorni, parlando di munnezza in tivù, ha pronunciato mai la parola "CAMORRA". E questa è l'ennesima dimostrazione di quanto siano meschini.

Eppure lo sanno anche i bambini quanto frutta alla Camorra il business dei rifiuti. Non c'era bisogno che lo scrivesse Saviano. O ce lo siamo sognato tutti quanti insieme, e quella di Saviano è solo fiction?

Le Brigate Rosse sono state sconfitte senza difficoltà quando cominciavano e essere scomode, ma la Camorra non si tocca: la Camorra fa girare l'economia e produce come nessun altro in Italia. Mette in moto un sacco di soldi e rende ricca un sacco di gente di merda. In più, la Camorra garantisce voti sicuri.

Ma questo lo sappiamo già tutti quanti, non c'era bisogno di scriverlo perfino qui...

E sappiamo pure che negli immensi cumuli di munnezza che ormai ricoprono enormi superfici della nostra regione ci sono anche rifiuti tossici e pericolosi che la Camorra ha smaltito in quel modo, mettendoli "sotto al tappeto" e facendosi pagare da chi dalle altre regioni glieli mandava, oltretutto, sapendo bene a chi li andava ad affidare!

Ecco perché a noi povericristi oggi non piace l'idea di farli bruciare, perché si tratterebbe di morte sicura.

Viviamo in un Paese in cui i politici rendono ogni giorno più difficile trovare un posto dove ci si possa accendere una sigaretta e, allo stesso tempo, dicono che siamo arretrati e trogloditi perché non ci vogliamo fare ammazzare dal fumo degli inceneritori che brucerebbero chissà che cacchio di robba ammiscata e totalmente "indifferenziata"!

Condivido pienamente quanto scrive in queste pagine Maria Pia: la munnezza non si deve bruciare, se ne deve produrre meno possibile (con uno sforzo minimo è facile produrne molta in meno!) e deve essere REALMENTE DIFFERENZIATA E RICICLATA.

Invece si lascia piena libertà di fare cose oscene, che danneggiano irrimediabilmente vastissime aree della nostra regione, in cui (guarda caso) si riscontrano tassi elevatissimi di patologie gravi fra gli tutti gli esseri viventi.

Mi fa una rabbia enorme vedere come a Pianura gli agenti delle Forze dell'Ordine abbiano riempito di botte donne e uomini che lottano senza peraltro avanzare grosse pretese, se non quella di garantire un minimo di vivibilità per i propri figli.

Quello stesso Stato che per bocca del suo Ministro degli Esteri ha più volte giustificato i terroristi di Hamas, oggi si mostra inflessibile nei confronti di una popolazione che chiede soltanto di non morire di munnezza.

Fulvio Del Deo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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