18 gennaio 2008
La grande balla delle ecoballe
segnalazione di Fulvio Del Deo

 

 

14 gennaio 2008
La grande balla delle ecoballe
di Giovanni Valentini

Editorialista di Repubblica   - Fonte : Repubblica
 


È già singolare che una forza politica rappresentata in Parlamento, nelle amministrazioni locali e perfino nel governo nazionale, decida di acquistare una pagina pubblicitaria su un giornale non per diffondere le sue idee o raccogliere voti, ma per difendersi dalle accuse che le vengono rivolte. Lo hanno fatto l´altro ieri i Verdi con un "avviso a pagamento" su Repubblica, per chiarire quali sono le loro "colpe" sull´emergenza rifiuti o meglio quelle che – come si legge nel testo – "in modo disonesto e strumentale, molti cercano di scaricare" su di loro.


È un´autodifesa che merita di essere presa in considerazione, almeno da parte di chi vuole capire – al di là delle strumentalizzazioni politiche e mediatiche – chi sono i veri colpevoli di questo disastro ambientale e civile, a cominciare dalle imprese appaltatrici guidate dall´Impregilo che l´hanno determinato.

Premesso che "da 14 anni la legge attribuisce al Commissario straordinario tutte le competenze e i poteri per l´emergenza rifiuti in Campania", i Verdi riassumono in otto punti quello che hanno fatto nel frattempo:

 
1) hanno chiesto più volte di sciogliere una "struttura commissariale inefficace e inadeguata" che fra l´altro ha sperperato due miliardi di euro dei contribuenti;
2) hanno contrastato il "fallimentare" Piano di smaltimento dei rifiuti che ha prodotto cinque milioni di ecoballe;
3) hanno denunciato costantemente il giro del malaffare camorristico e le infiltrazioni delle ecomafie nel traffico dei rifiuti;
4) hanno proposto un moderno modello di gestione dei rifiuti, in linea con le Direttive europee;
5) hanno contributo ad avviare la raccolta differenziata in oltre 150 Comuni della Campania;
6) hanno sostenuto la realizzazione dell´unica discarica controllata e funzionante nella regione, quella di Serre;
7) hanno ottenuto la possibilità di commissariare i Comuni che non effettueranno la raccolta differenziata;
8) e infine, hanno contribuito a fermare il meccanismo perverso del cosiddetto CIP6, oltre 30 miliardi di euro sottratti alle energie rinnovabili e destinati ad alcune potenti lobby industriali.

Le uniche "colpe" che i Verdi sono disposti ad ammettere, dunque, sono da una parte quella di aver detto "no ad affaristi, camorristi ed ecomafie" e, dall´altra, quella di aver detto "sì alla raccolta differenziata e alla salute dei cittadini". E chi è in buona fede, se proprio non vuole rendergliene merito, deve almeno prenderne atto. Il partito del Sole che ride farebbe bene, piuttosto, a riflettere sulla propria immagine, sulla propria credibilità e capacità di comunicazione, per verificare se in qualche caso non ha peccato di estremismo o di massimalismo, compromettendo l´efficacia delle sue iniziative.


Quali sono, allora, i nomi dei veri colpevoli? Lo stesso leader dei Verdi, il ministro dell´Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, nell´intervista rilasciata mercoledì scorso al nostro giornale, ne ha fatto esplicitamente uno: quello di Cesare Romiti. E ha richiamato il "disgraziato appalto alla Fibe del gruppo Impregilo", la società di costruzioni e ingegneria di cui Romiti ha mantenuto il controllo dopo l´uscita dalla Fiat fino al 2005 e la presidenza fino al 2006, che ha prodotto 5 milioni di tonnellate di ecoballe.


Il nome di Cesare Romiti non figura per la verità nella richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura di Napoli per il processo che avrebbe dovuto aprirsi proprio oggi e che è stato rinviato per lo sciopero degli avvocati. Ma in compenso ci sono quelli dei suoi due figli, Pier Giorgio e Paolo, rispettivamente nella qualità di amministratore delegato di Impregilo e di direttore commerciale di Fisia Italimpianti controllata dallo stesso gruppo. Insieme ad altre 26 persone, tra cui spicca l´ex governatore della Campania Antonio Bassolino, sono imputati "in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso" di vari reati come frode, truffa, inadempimento dei contratti d´appalto, stoccaggio illegale di rifiuti e abuso d´ufficio.


Nelle 45 pagine del provvedimento, emesso dopo un´indagine durata cinque anni, c´è la ricostruzione precisa – data per data, cifra per cifra – del "puzzle" che ha originato l´emergenza in Campania da dieci anni a questa parte. E sebbene molti reati rischino di cadere in prescrizione, questo sarà comunque il primo processo sui rifiuti contro le imprese e i rappresentanti della Pubblica amministrazione, nel quale anche il Wwf si costituirà parte civile. Paradossalmente, oltre alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Protezione civile, nel lungo elenco delle parti offese compaiono la stessa Regione, tutte le Province e i Comuni della Campania.


A dare il via al grande scandalo della spazzatura è un´ordinanza commissariale del 12 giugno 1998, con cui furono indette le gare d´appalto per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. A seguito dell´aggiudicazione all´Impregilo e alle aziende controllate, i contratti vengono stipulati il 7 giugno 2000 e il 5 settembre 2001. Prevedono l´obbligo di costruire sette impianti di produzione di cdr (combustibile derivato da rifiuti); di edificare due termovalorizzatori e di gestirli secondo le prescrizioni della normativa di settore.


Ebbene, in base all´accusa della Procura napoletana, gli imputati hanno presentato progetti difformi dagli atti di gara o hanno realizzato impianti difformi dai progetti approvati, in violazione degli obblighi contrattuali. L´Impregilo dei fratelli Romiti e le altre società del gruppo hanno prodotto cdr di qualità diversa da quella concordata, con un potere calorifico inferiore e un´umidità superiore al 25%, ma soprattutto con valori di piombo, cromo, arsenico e cloro ben oltre i limiti previsti. Il compost non risultava idoneo a essere utilizzato per recuperi ambientali. In numerose circostanze le ditte appaltatrici "hanno rifiutato o fortemente ritardato il conferimento dei rifiuti solidi urbani con i camion delle aziende di raccolta", costringendo così il Commissario straordinario e i sindaci a disporre l´imballaggio della spazzatura e il trasporto in altre regioni italiane o all´estero. Spesso sia i trasporti sia la gestione delle discariche sono stati subappaltati, con il rischio di alimentare le infiltrazioni camorristiche. E infine, la grande balla delle ecoballe: in attesa di realizzare i termovalorizzatori, non è stato effettuato il recupero energetico dalle balle di cdr.


Quanto al Commissario Antonio Bassolino, al vicecommissario Raffaele Vanoli e al subcommissario Giulio Facchi, la loro colpa in sostanza è quella di non aver impedito che tutto ciò accadesse nell´esercizio delle loro funzioni. Nel provvedimento della magistratura, si cita un fitto elenco di ordinanze con cui gli amministratori pubblici hanno consentito la violazione degli obblighi contrattuali e la pratica dei subappalti. O comunque, non le hanno contestate e denunciate.


È per tutte queste ragioni che Raffaele Raimondi, presidente emerito della Corte di Cassazione, in qualità di magistrato e di presidente del Comitato giuridico per la difesa dell´Ambiente, ha presentato recentemente un ricorso contro l´Impregilo alla Corte europea per disastro ambientale. L´accusa, com´è già accaduto nei casi di Marghera e di Severo, è di aver attentato alla salute dei cittadini. E il reato in questione è ancora più grave di quelli contestati dalla Procura di Napoli, tanto da superare anche i rischi di prescrizione e i termini di indulto."  
 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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