Comitati civici
di S.Salvatore T.
e di Guardia Sanframondi
contro il
termovalorizzatore/inceneritore a San Salvatore
Telesino
San Salvatore Telesino 17
novembre 2008
Dedicato a tutti coloro che
pensavano che l’Inceneritore fosse una questione
risolta e a coloro che hanno creduto a tutti
quei politici, locali e non, che hanno fatto o
avrebbero fatto tutto il possibile, anche
dimettendosi, per non permettere la
realizzazione di questo INCENERITORE.
Dedicato soprattutto a chi
ancora pensa che comunque gli INCENERITORI
servono o a quelli che lo pensano ma solo in
pubbliche assemblee dicono che, però, qua non lo
vogliamo.
Dedicato a chi per la
politica nazionale è d’accordo e vota un
programma politico o ne è egli stesso
rappresentante che progetta incenerimento,
discariche e nucleare ma poi nei piccoli paesi
si vuole far amico la gente comune e da la colpa
ad altri politici.
Dedicato infine a chi
invece di essere chiaro e lineare preferisce
sempre il “ni”, o i tavoli di concertazione, o
la finzione anche quando si parla di diritto di
partecipazione.
Il
documento che presentiamo è una chiara
descrizione di come questo inceneritore sia
stato progettato ed è vicino alla sua
realizzazione. Chiarissime le responsabilità
politiche di coloro che hanno portato il nostro
territorio ad ospitare questo progetto.
Chiarissimo anche il modo subdolo e derisorio
dell’architetto nel descrivere le” logiche
comitatiche” che sono mosse da paure
irrazionali, sindrome nimby, fondamentalismo.
Nessuna novità quindi.
L’esposizione dell’architetto Visalli è
disponibile in rete:
http://www.fondazionewillybrandt.it/detail.asp?c=1&p=0&id=392
Intervento dell’architetto
A.Visalli all’Università della Tuscia sul tema:
“ Analisi e
risoluzione dei conflitti ambientali in materia
di gestione dei rifiuti e impianti per la
produzione di energia.”
Settembre 2008
Sommario
Un caso Centrale a biomasse
da 10 Mwe a San Salvatore Telesino (BN);
Un impianto a biomasse della Vocem S.r.l.
L’antefatto:
La Provincia di Benevento
approva un Piano Energetico Provinciale che
prevede impianti a biomasse di taglia media. La
Provincia di Bergamo e quella di Benevento
stabiliscono di cooperare nel settore delle
energie rinnovabili e dello sviluppo
tecnologico. L’oggetto:Viene programmata da
parte della società multiservizi della Provincia
di Bergamo un investimento per realizzare una
centrale a biomasse da 10 MWe in Provincia di
Benevento.
Ricerca della
localizzazione
Il processo di ricerca
viene concordato con la politica locale in
funzione di alcuni criteri:
-
Vicinanza a linee di comunicazione primarie,
-
Disponibilità di suolo in aree industriali,
- Consenso
dell’amministrazione comunale,
Viene prima indicato un
sito e poi, quando si rivela non idoneo
tecnicamente, un altro;
La localizzazione
definitiva
Nel 2005 la scelta cade su
un suolo in area PIP nel comune di San Salvatore
Telesino (Bn) dove l’amministrazione comunale e
le principali componenti politiche sono
favorevoli e lo attestano con lettere a firma
del sindaco. Viene acquistato un suolo. Viene
presentata verso l’estate una prima bozza del
progetto e del SIA all’amministrazione.
La procedura
Nell’autunno si tengono
incontri con maggioranza ed opposizione e si
discute la convenzione. A luglio 2005 la società
presenta il progetto alla Regione per le
autorizzazioni e a Natale 2005 la società
presenta il SIA alla Regione. Il rinvio è
richiesto dall’amministrazione comunale per
“preparare il terreno”.
A luglio
2006 viene accordata la compatibilità ambientale
e decretata dalla Regione Campania. A gennaio
2007 si apre la Conferenza di Servizi
L’esito
Vengono ottenuti tra
febbraio e maggio i pareri favorevoli di:
- ARPA
Campania
- Sovrintendenza
-Assessorato Industria della Regione Campania
-Vigili del Fuoco
-Provincia di Benevento
Nella seconda seduta i
comuni si esprimono contro. Il territorio si
mobilita contro il progetto, in particolare ad
agosto 2007. La Conferenza di Servizi non si è
ancora chiusa.
Costanti
Un impianto ad alto budget
(ca. 50 ml €), proposto da un’azienda che è
partita da accordi con le istituzioni. Un
processo di localizzazione consensuale ma
limitato agli stakeholders ed agli
amministratori. Un processo amministrativo che
gradualmente rallenta man mano che si avvicina
il momento delle decisioni.
Cause delle
difficoltà
Principalmente la
difficoltà di decidere da parte delle
tecnostrutture pubbliche e dei funzionari. In
qualche misura una sorta di “gioco del
guastafeste”: che spinge alcune amministrazioni
specializzate ad assumere il ruolo del
dissidente tramite una estremizzazione della
tutela del bene pubblico a loro affidato (che
cessa di essere visto come uno tra altri per
essere letto come unico o preminente, vero “asso
pigliatutto”). Comunque una diffusa tendenza da
parte degli attori amministrativi a “ritrarsi
dietro le quinte”, lasciando ad altri la prima
parola. Purtroppo se lo fanno tutti nessuno
parla e la scena resta muta (di pareri).
La Nimby
Solo quale terzo fattore
l’opposizione locale dal basso, che muove dalla
paura e dalla sfiducia. Questa reazione, per
certi versi normale, per altri anche utile, è
distruttiva solo a causa della colonizzazione
che ne fa la politica del consenso a buon
mercato. La politica locale poi si incarica di
controprogrammare l’amministrazione e rallentare
ulteriormente i procedimenti.
Nel caso specifico
• Il conflitto è attivato
da difficoltà di comunicazione, esitazioni da
parte del proponente e dell’amministrazione,
riflessi condizionati locali (su cui gioca la
questione rifiuti generale, e la natura esterna
dell’attore economico);
• la vicenda viene
colonizzata da istanze esterne come:
- la lotta di successione
- il montaggio del PD
- la concorrenza politica
• le due dinamiche si
“montano” ed amplificano fino a far ritirare
tutti i sostenitori del progetto (a partire
dall’amministrazione comunale).
Quali lezioni
Occorre navigare tra la
scilla e cariddi dei due errori simmetrici che
spesso si fanno: Pensare che basti un accordo
forte (con un “deus ex machina”), quindi che sia
tutta questione di interessi semplici.
Immaginare che sia questione cognitiva e basti
convincere la “popolazione”.
È, invece, necessario
lavorare con un’immagine più ampia della
situazione e più evolutiva. Bisogna avere più
rispetto sia per gli argomenti sia per gli
interessi. Ovviamente cercare di anticipare gli
eventi.
Dieci consigli
1-Curare scrupolosamente la
procedura
2-Preparare buone
documentazioni
3-Puntare sulla credibilità
4-Farsi carico del punto di
vista locale
5-Assicurarsi di avere
ottimi argomenti ed alleati
6-Non farsi arruolare nelle
guerre locali
7-Negoziare sui “beni
privati”, mai sui “beni pubblici”: non proporre
scambi impropri
8-Curare l’opinione
pubblica
9-Far valere i propri
diritti
10-Avere pazienza e
comprendere la situazione
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