22 gennaio 2008
Rifiuti, il piano di De Gennaro è una carneficina
Maria Pia Cutillo

 

 

Comitati Civici di San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi

contro la costruzione di un Termovalorizzatore/Inceneritore

a San Salvatore Telesino

 

 

21.gennaio.2008

Il Piano Rifiuti di De Gennaro è una carneficina.

 

WWW:La Repubblica.it  21.01.2008

 

Il piano sarà presentato oggi alle istituzioni locali: entro 48 ore il via libera di Palazzo Chigi. Ma è già protesta.

 

20 discariche per salvare la Campania De Gennaro presenta la 'road map'

di CONCHITA SANNINO

NAPOLI - Il piano per uscire dall'emergenza c'è. Entro quarantotto ore a partire da stamane dovrebbe scattare il placet di Palazzo Chigi all'apertura di discariche e nuovi siti. Ma il difficile viene ora: costruire la più ampia condivisione e una compatta tenuta istituzionale sulle scelte adottate, come avvertono fonti del Commissariato ai rifiuti.

Eccola, sulla carta, la svolta del caso Campania. La soluzione al disastro ecologico da 350 mila tonnellate di immondizia inevasa - un tracollo che rischia di essere sanzionato dalla Commissione europea con multe che vanno dai 22mila ai 700mila euro al giorno - è tracciata in 20 mosse: quanti sono i luoghi citati dal supercommissario Gianni De Gennaro nella sua "road map" che disegna la via d'uscita attraverso le inquietanti montagne di immondizia che da settimane sfigurano il territorio, agitano la piazza e ipotecano la credibilità delle istituzioni. Oggi De Gennaro riunisce, nella sede della Regione, i presidenti delle 5 province campane, i prefetti, Bassolino e il sindaco Iervolino, proprio per illustrare la sua strategia.

In sintesi, la prima mossa è riaprire 5 vecchie discariche, decisione che già sta provocando proteste accese nei dintorni di Parapoti e di Ariano Irpino, le grandi discariche che ottennero assicurazioni solenni sulla chiusura definitiva. Secondo punto: approntare l'apertura delle 4 discariche già previste nella legge 87 del 5 luglio 2007. E infine: impiegare gli 11 gli nuovi siti già individuati ed in parte allestiti tra Napoli, Avellino e Caserta per far fronte al momento più buio della crisi.

Per Napoli e la Campania ormai da 14 anni in attesa di salvifiche mosse è già diventata l'"Operazione De Gennaro", assonanza col film vintage a lieto fine. Repubblica ne racconta i dettagli mentre si spengono le luci su un'altra densa domenica di lavoro a Palazzo Salerno, la sede del Comando Logistico sud dell'Esercito dove De Gennaro ha insediato il suo quartier generale, e si apre la settimana decisiva dell'offensiva anti-crisi.
 

Le vecchie discariche. Sono 5 le vecchie discariche che dovrebbero vedere la riapertura, in deroga alle precedenti norme. Si tratta di Cava Riconta a Villaricca (Napoli), di Difesa Grande (Avellino), Parapoti (Salerno), Tre Ponti di Montesarchio (Benevento) e - solo in parte - di Pianura, dove sembra ormai deciso il sequestro probatorio dell'invaso della vecchia discarica, ma l'invio di migliaia di balle di rifiuti nel cratere "nuovo", mai utilizzato.

I nuovi sversatoi. Poi ecco i 4 nuovi sversatoi da allestire, grazie anche al "know how" del Genio civile: a Terzigno (parco del Vesuvio, Napoli), area per la quale la Presidenza del Consiglio ha dovuto firmare pochi giorni fa una deroga speciale in base alla quale poter scaricare non solo frazione organica, ma anche rifiuti dalla strada; e poi a Savignano Irpino (Avellino), Sant'Arcangelo Trimonte (Benevento) e Serre (Salerno). In quest'ultimo comune, dove è già attiva la discarica di Macchia Soprana, che nella prossima primavera rischia la saturazione, si prevede inoltre un ampliamento della sua capacità di accoglienza.

I siti provvisori. Undici, invece, sono i siti di stoccaggio provvisori che negli ultimi 11 giorni il Commissariato, d'intesa con Consorzi e Comuni, hanno in parte attivato. A Napoli e in provincia stanno per aprire: i capannoni della Manifattura Tabacchi (un sito su cui si consuma ancora il braccio di ferro con i cittadini e con i no global di un vicino centro sociale); la Icm, rione Ponticelli; la Italimpianti di Acerra; l'area di Pomigliano Ambiente, comune di Pomigliano; lo stabilimento Saint Gobain, Caserta; la Geo-Eco di San Tammaro, casertano; l'impianto di compostaggio di Aversa; l'area Asi di Giugliano e il sito Campo Genova a Giugliano; il sito di Ercolano nell'ambito del Parco del Vesuvio, che però è costato un avviso di garanzia al sindaco Nino Daniele, e un nuovo sito nell'avellinese.

Un piano che comincia ad offrire un po' di respiro al sistema: in pochi giorni hanno ripreso lentamente a funzionare gli impianti di Cdr di Caivano, Giugliano, Casalduni, e Pianodardine. Sono 4 sui 7 che fino ad un mese fa apparivano tutti paralizzati. Ma è un piano che scatena anche nuove proteste. Come quella di Parapoti, dove è tornata in strada Rosetta Sproviero, la "pasionaria" del piccolo centro salernitano, oggi vicesindaco del comune di Montercorvino Pugliano.

"Non ci piegheremo a questa sopraffazione - avverte la Sproviero - . Riaprire la discarica di Parapoti significa mettere in discussione la parola del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Perché fu lui a parlare al telefono con noi e ad assicurarci che mai più questo posto avrebbe ingoiato altra immondizia".

 

 

 

     

 Valle Telesina


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