17 novembre 2008
Inceneritori, il vero affare non è smaltire i rifiuti
AA.VV.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Per chi brucia la Campania?

fonte:http://blog.libero.it/joiyce/5064268.html 

 

Dopo essere stata per gli ultimi vent'anni almeno la  "pattumiera dei rifiuti industriali di Italia" ora, per chi dovrà bruciare la Campania?

 

Il dottore Marfella tossicologo oncologo componente dell'Assise di Palazzo Marigliano, fa alcuni calcoli e i risultati sono inquietanti.

 

Considerato che:

 

1. Il recente Decreto Legge emanato dal Consiglio dei Ministri il 24 maggio 2008 prevede in Campania la installazione di 4 inceneritori per rifiuti indicando la portata di uno solo dei 4 (Acerra = 600.000 tonnellate/anno)  .

Dati ufficiosi sulla portata degli altri tre prevedono : a) Salerno : 600.000 tonnellate/anno  b) S.Maria La Fossa : 400.000 tonnellate/anno c) Napoli (est o ovest) : 400.000 tonnellate/anno Per un totale quindi di 2 milioni di tonnellate/anno di portata per rifiuti solidi urbani.

 

2. il PIANO PASER 2007 (evidentemente non a conoscenza del Governo......) di sviluppo regionale della Regione Campania prevede altresì lo sviluppo di una serie di impianti di cosiddetto incerimento di biomasse sulla base di una stima di biomasse disponibili in Campania pari ad oltre 3,4 milioni di tonnellate/anno di biomasse disponibili, elaborata nel marzo del 2007.

 

La disponibilità di biomasse stimata dalla stessa regione Campania nell'ottobre del 2006 si aggirava invece su 1.5 milioni di tonnellate di biomasse/anno rispetto ad una realtà disponibile che, su stima della comunità di agronomi della Provincia di Benevento, non supera invece le 600.000 tonnellate/anno complessive reali.

 

Si ricorda infatti che la stima di 3.4 milioni di tonnellate/anno di biomasse disponibili è pari a quanto stimato per la Regione Baviera (la Regione piu' boscosa di Europa) e all'incirca pari al 50% di quanto stimato disponibile in Germania!

 

Sulla base di questa palese quanto falsa sovrastima di biomasse quindi sono in fase di avanzata progettazione/costruzione una serie di sovradimensionati impianti a biomasse distribuiti per la intera Regione Campania ma con maggiore concentrazione sempre nelle Province di Napoli e Caserta (Pignataro Maggiore, S. Vitaliano, S. Salvatore Telesino, Reino, Postiglione, Atena Lucana, ecc. ecc.) con portate variabili da un minimo di 40.000 tonnellate/anno ad un massimo di 150.000 tonnellate/anno (Pignataro Maggiore, Atena Lucana), per una "potenza di fuoco" complessiva non inferiore a 1.5 milioni di tonnellate/anno complessive.

 

La somma totale a regime di tutta questa serie di impiantistica "inceneritoristica" porta quindi ad una portata complessiva, in un Regione come la Campania (che sinora non ha visto la costruzione di un solo inceneritore a norma), pari a non meno di 3.5 milioni di tonnellate/anno di materiale da incenerire tra rifiuti e biomasse e si ricorda che in base a un decreto legge anche le cosiddette  "ecoballe"  sono potenzialmente in grado di essere riconducibili a biomasse da incenerire per termovalorizzazione.

 

3. La Campania produce circa 2.800.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani cui si vanno ad aggiungere circa 6 milioni di tonnellate di cosiddette "ecoballe" attualmente depositate senza altra precauzione in vari siti dispersi per il territorio ( in particolare Taverna del Re nel Casertano definita dalla Magistratura "discarica a cielo aperto non a norma") per un totale quindi di circa 9 milioni di rifiuti da smaltire ( non necessariamente tramite incenerimento).

 

Una volta smaltita questa quantità di rifiuti , sulla base delle vigenti norme di legge europee ed italiane , la quota da smaltire, escluso la frazione da riciclare e compostare, non supera però la quota di 600.000 tonnellate/anno come confermato dall'assessore all'Ambiente in carica Walter Ganapini !

 

Ammessa quindi la necessità, non obbligatoria per legge, di smaltire per incenerimento anche i 6 milioni di ecoballe, ne consegue che: la attuale portata degli impianti previsti è ampiamente in grado di raggiungere e completare lo smaltimento per incenerimento entro due, massimo tre anni dalla realizzazione di tali impianti, (come infatti dichiarato in piu' occasioni anche dal Presidente del Consiglio) ma che quindi, per contratti non inferiori ai venti anni di esercizio, la Campania , in totale contrasto con tutte le normative di legge vigenti, sia italiane che europee, e in piena e totale violazione di qualunque trattato internazionale di riduzione di CO2, si avvia a disporre di una impiantistica di incenerimento complessiva pari a pressoché il 100% della sua reale disponibilità di produzione annua di materiale da incenerire ( 2.800.000 tonnellate di rifiuti piu' circa 600.000 tonnellate reali di biomasse = circa 3.4 milioni di tonnellate/anno!) .

 

Ammettendo nel contempo la partenza e la realizzazione di congruo numero di impianti di compostaggio e di un minimo di raccolta differenziata, stimabile al 35% l'una (900.000 tonnellate/anno) e almeno al 20% l'altra (600.000 tonnellate/anno) ne consegue un evidente sovradimensionamento di tutta la impiantistica prevista di circa almeno 1.5 milioni di tonnellate/anno per non meno di 17 - 18 anni di esercizio per impianti che funzionano ininterrottamente sulle 24 ore senza possibilità di sospensioni di attività.

 

Appare quindi logica e matematica deduzione che è in atto la realizzazione di impianti di incenerimento sovradimensionati nel complesso per non meno di 1.5 milioni di tonnellate/anno di materiale che non potrà essere in nessun caso prodotto all'interno della Regione Campania. La conferma della sovrastima delle biomasse disponibili proviene dalle stesse ditte che in vari casi (Postiglione, S. Vitaliano) sinora esplicitamente dichiarano che la biomassa necessaria sarà comprata e trasportata dall'estero (olio di girasole dalla Romania, ecc).

 

 Tale cifra complessiva è purtroppo terribilmente e spaventosamente vicina a quanto stimato dalle indagini della Magistratura come movimento complessivo di smaltimento di rifiuti industriali provenienti da altre Regioni di Italia (prevalentemente dal Nord industriale) e sinora destinate a discariche illegali ma anche legali ( vedi Pianura)  cioè non inferiore al milione di tonnellate/anno per gli anni considerati dalle indagini.

 

Non esiste Nazione, Stato o Regione al mondo che realizzi sul proprio territorio impianti di incenerimento sovradimensionati alle proprie esigenze, sulla base del principio di legge europeo di incentivare la riduzione e il riciclo e non l'inverso, ed evitare soprattutto di incenerire indifferenziatamente anche rifiuti tossici e/o pericolosi.

 

Si precisa altresì che, di sola acqua necessaria per il raffreddamento e la manutenzione di una impiantistica di tale portata, sarà necessaria una portata di acqua pari a non meno il 10% del fabbisogno idrico di una città come Napoli in una Regione che tende alla desertificazione di una percentuale del proprio territorio regionale non inferiore al 7%. Come beffa finale, si precisa ancora che l'unico impianto non previsto di incenerimento sul territorio campano è invece quello per rifiuti speciali ospedalieri per una necessità non superiore alle 20.000 tonnellate/anno, ciò che impone alle vuote casse regionali ulteriori e gravose spese per smaltimento extraregionale di tali rifiuti (all'incirca non meno di 250 milioni di euro/anno).

 

In questi giorni, abbiamo visto presente anche all'interno dei treni di rifiuti urbani semplici inviati all'estero (caso treni radioattivi ad Amburgo) tale categoria di rifiuti alimentando ulteriori e concreti dubbi sulle loro modalità di smaltimento intraregionale in presenza di impianti di incenerimento indifferenziato cosi enormemente sovradimensionati o di discariche non strettamente controllate.

 

Tali considerazioni, in ogni caso perfettamente logiche, lanciano una luce sinistra quanto tragica sulle motivazioni di questa palesemente realizzata ad arte "emergenza rifiuti" che vive anche oggi la Regione Campania.

 

In conclusione, questo palese, tossico, gravissimo e fuorilegge impiantistico della Regione Campania con una previsione per la sola Napoli di inceneritori per tremila tonnellate/giorno rispetto alle 1.500 di RSU prodotti ("GIGANTISMO" inceneritori di Barcellona + Vienna = 500mila tonnellate/anno per due milioni di persone ciascuno; Acerra + Napoli est = 1 milione di tonnellate/anno per 1 milione di persone complessivo!), impone una ultima, atroce e terribile, domanda: dopo essere stata per gli ultimi vent'anni almeno la "pattumiera dei rifiuti industriali di Italia" (Magistrato Aldo De Chiara) ora, per chi dovrà bruciare la Campania?

Dallo stesso sito: Inchiesta sugli inceneritori: http://blog.libero.it/joiyce/view.php?arg=349955

 


 

La verità sui termovalorizzatori.

http://blog.libero.it/joiyce/4940972.html

 

Innanzitutto i "termovalorizzatori" NON ESISTONO... Infatti esistono soltanto gli INCENERITORI DI RIFIUTI. Recentemente la Commissione Europea ha diffidato l'Italia dal perseverare nell'utilizzo di questo NEOLOGISMO TRUFFALDINO avente la subdola finalità di CONDIZIONARE L'IMPATTO EMOTIVO dei cittadini che, per un motivo o per un altro, non sanno nulla su queste VERE E PROPRIE FABBRICHE DI MORTE.

 

 

Per prima cosa occorre FARE CHIAREZZA sfatando dei FALSI MITI diffusi a mezzo stampa e via etere dalla LOBBY INCENERITORISTA che imperversa nel Paese:

 

1. NON ESISTONO INCENERITORI SICURI: anche quelli dotati dei più moderni e sofisticati sistemi di filtraggio e di abbattimento delle emissioni RIESCONO A TRATTENERE SOLTANTO UNA PARTE del particolato prodotto dalla combustione, ovvero il PM10 e PM5. NON ESISTONO FILTRI O SISTEMI IN GRADO DI CAPTARE LE PARTICELLE PIU' INSIDIOSE PER LA SALUTE UMANA, che vanno dal PM 2,5 fino al PM 0,01.

 

Queste micro- e nanoparticelle inorganiche composte da metalli pesanti eventualmente combinati con altri elementi (ossigeno etc.) riescono, attraverso gli alveoli polmonari, a passare direttamente nel sangue diffondendosi per tutto il corpo. L'organismo umano le riconosce come "corpi estranei" e le tiene sotto controllo fin quando il loro numero non diviene tale da mandare in tilt il sistema immunitario. Da qui possono scaturire malattie tumorali quali SARCOMI, LINFOMI, LEUCEMIE, MIELOMI ed altri tipi di cancro, senza contare le altre malattie del sistema respiratorio quali BRONCHITI CRONICHE e via dicendo.

 

Responsabili dell'emissione di queste "polveri killer" sono anche CENTRALI TERMOELETTRICHE, CEMENTIFICI e DISTILLERIE. Le AFFERMAZIONI DELIRANTI di VERONESI, sulla presunta innocuità di questi impianti, sono state AMPIAMENTE SBUGIARDATE DALLA COMUNITA' SCIENTIFICA INTERNAZIONALE che le ha definite "DEL TUTTO PRIVE DI FONDAMENTO SCIENTIFICO", al punto che proprio mentre questo "GRANDE SCIENZIATO" delirava da Fazio L'ORDINE DEI MEDICI FRANCESI CHIEDEVA L'ABOLIZIONE DELL'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI. Da notare che il VERONESI è titolare di una fondazione finanziata, fra gli altri, dalla VEOLIA ENVIRONMENT, il PIU' GRANDE COSTRUTTORE DI INCENERITORI DEL MONDO.

 

2. NON E' VERO CHE GLI INCENERITORI PRODUCONO ENERGIA: al contrario, il ciclo della cosiddetta "termovalorizzazione" dei rifiuti è a BILANCIO ENERGETICO NEGATIVO, vale a dire che l'energia impiegata per la raccolta, il trasporto, lo stoccaggio, il trattamento ed infine la combustione è INFERIORE A QUELLA PRODOTTA. Ciò e dovuto allo scarso potere calorifico dei rifiuti rispetto ai combustibili fossili tradizionali (petrolio e carbone). Sarebbe più corretto, quindi, parlare di INCENERITORI A RECUPERO ENERGETICO in quanto essi NON PRODUCONO ENERGIA ma NE RECUPERANO UNA PARTE.Con la RACCOLTA DIFFERENZIATA ed il RICICLAGGIO, invece, la quantità di ENERGIA RISPARMIATA è DECINE DI VOLTE SUPERIORE a quella RECUPERATA DAGLI INCENERITORI con COSTI ALTISSIMI in materia di GESTIONE e di IMPATTO SULLA SALUTE UMANA.

 

3. NON E' VERO CHE IL CICLO DEI RIFIUTI PUO' ESSERE COMPLETATO SOLTANTO CON IL LORO INCENERIMENTO: al contrario, l'incenerimento dei rifiuti non fa altro che DIMINUIRNE IL VOLUME in quanto dalla combustione risultano un 20-25% di SCORIE e un 5% di CENERI, entrambe ALTAMENTE TOSSICHE e per le quali è necessario lo smaltimento in DISCARICHE SPECIALI ubicate nelle MINIERE DI SALGEMMA ABBANDONATE della Germania. Quindi, non è sbagliato dire che TRE TONNELLATE DI RIFIUTI URBANI, se inceneriti, generano circa UNA TONNELLATA DI RIFIUTI TOSSICI che vanno smaltiti con dei COSTI ALTISSIMI.

 

Esistono però dei SISTEMI DI TRATTAMENTO A FREDDO che permettono di RICICLARE oltre il 95% dei rifiuti, separando la carta, la plastica, i metalli, la materia organica, e trasformando la rimanente frazione inerte non riciclabile in SABBIA SINTETICA utilizzata come alleggeritore per calcestruzzi nell'edilizia, come materiale di costruzione in parziale sostituzione del laterizio, oppure per la fabbricazione di oggetti di pubblica utilità come panchine, giochi per parchi pubblici, pallets etc. (Vedere il sito www.centroriciclo.com). Degno di particolare menzione è il fatto che, mentre UN INCENERITORE DA' LAVORO A POCHISSIME DECINE DI PERSONE, un ciclo dei rifiuti integrato fra RACCOLTA DIFFERENZIATA, TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO e RICICLAGGIO è in grado di dare lavoro a CENTINAIA DI PERSONE, DISTRIBUENDO LA RICCHEZZA FRA GLI STRATI PIU' BASSI DELLA SOCIETA'.

 

4. NON E' VERO CHE L'EMERGENZA RIFIUTI CAMPANA E' RISOLVIBILE SOLO MEDIANTE L'ACCOPPIATA DISCARICHE-INCENERITORI: semplicemente MANCA LA VOLONTA' POLITICA di far sapere alla gente che ESISTONO DELLE ALTERNATIVE. Le "ecoballe" di Napoli potrebbero essere lavorate in appositi impianti di TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO che sarebbe in grado di separare la frazione organica da quella inorganica per poi vagliare quest'ultima separando i materiali da riciclare fino ad ottenere uno stabilizzato inerte che è PER QUANTITA' INFERIORE AI RESIDUI TOSSICI DERIVANTI DALL'INCENERIMENTO, e - quanto a tossicità - ASSOLUTAMENTE INNOCUO.

 

Ma tanto il Governo di Roma quanto l'Amministrazione di Napoli SI SONO GUARADATI BENE DAL MENZIONARE UNA SIMILE PROSPETTIVA, dalla quale GLI AMICI DEGLI AMICI NON AVREBBERO ALCUNCHE' DA GUADAGNARE. 5. NON E' VERO CHE IN TUTTO IL MONDO FANNO INCENERITORI TRANNE CHE IN ITALIA: al contrario, negli STATI UNITI non ne viene costruito uno dal 1995, in Australia, in Nuova Zelanda, in Canada ed in altri PAESI CIVILI essi NON ESISTONO. Recentemente la Germania ha dichiarato che GLI INCENERITORI TEDESCHI VERRANNO GRADUALMENTE DISMESSI E RIMPIAZZATI DA 64 IMPIANTI DI TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO.

 

Del resto IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI ITALIANI è, per la Germania, già da anni un FIORENTE BUSINESS. La portavoce del ministero dell’Ambiente della Sassonia ha recentemente dichiarato: “I rifiuti italiani non sono stati bruciati negli inceneritori, sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno materie prime secondarie, una parte minore è stata trattata in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie”.

 

6. NON E' VERO CHE IL GOVERNO HA DECISO DI FARE GLI INCENERITORI E LI FARA': per fortuna in questo Paese esiste ancora una SOCIETA' CIVILE che NON PERMETTERA' ULTERIORI SCEMPI. VINCEREMO NOI.  


     

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Indice

Termovalorizzatore

centrale a biomasse

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Per intervenire: invia@vivitelese.it