Per chi brucia la Campania?
fonte:http://blog.libero.it/joiyce/5064268.html
Dopo essere stata per gli ultimi
vent'anni almeno la "pattumiera
dei rifiuti industriali di Italia"
ora, per chi dovrà bruciare la Campania?
Il dottore Marfella tossicologo oncologo
componente dell'Assise di Palazzo
Marigliano, fa alcuni calcoli e i
risultati sono inquietanti.
Considerato che:
1.
Il recente Decreto Legge emanato dal
Consiglio dei Ministri il 24 maggio 2008
prevede in Campania la installazione di
4 inceneritori per rifiuti indicando la
portata di uno solo dei 4
(Acerra = 600.000 tonnellate/anno)
.
Dati ufficiosi sulla portata degli altri
tre prevedono : a) Salerno
: 600.000 tonnellate/anno b)
S.Maria La Fossa : 400.000
tonnellate/anno c) Napoli (est o ovest)
: 400.000 tonnellate/anno Per un totale
quindi di 2 milioni di tonnellate/anno
di portata per rifiuti solidi urbani.
2.
il PIANO PASER 2007 (evidentemente non a
conoscenza del Governo......) di
sviluppo regionale della Regione
Campania prevede altresì lo sviluppo di
una serie di impianti di cosiddetto
incerimento di biomasse sulla base di
una stima di biomasse disponibili in
Campania pari ad oltre 3,4 milioni di
tonnellate/anno di biomasse disponibili,
elaborata nel marzo del 2007.
La disponibilità di biomasse stimata
dalla stessa regione Campania
nell'ottobre del 2006 si aggirava invece
su 1.5 milioni di tonnellate di
biomasse/anno rispetto ad una realtà
disponibile che, su stima della comunità
di agronomi della Provincia di
Benevento, non supera invece le 600.000
tonnellate/anno complessive reali.
Si ricorda infatti che la stima di 3.4
milioni di tonnellate/anno di biomasse
disponibili è pari a quanto stimato per
la Regione Baviera (la Regione piu'
boscosa di Europa) e all'incirca pari al
50% di quanto stimato disponibile in
Germania!
Sulla base di questa palese quanto falsa
sovrastima di biomasse quindi sono in
fase di avanzata
progettazione/costruzione una serie di
sovradimensionati impianti a biomasse
distribuiti per la intera Regione
Campania ma con maggiore concentrazione
sempre nelle Province di Napoli e
Caserta (Pignataro Maggiore, S.
Vitaliano, S. Salvatore Telesino, Reino,
Postiglione, Atena Lucana, ecc. ecc.)
con portate variabili da un minimo di
40.000 tonnellate/anno ad un massimo di
150.000 tonnellate/anno (Pignataro
Maggiore, Atena Lucana), per una
"potenza di fuoco" complessiva non
inferiore a 1.5 milioni di
tonnellate/anno complessive.
La somma totale a regime di tutta questa
serie di impiantistica
"inceneritoristica" porta quindi ad
una portata complessiva, in un Regione
come la Campania (che sinora non ha
visto la costruzione di un solo
inceneritore a norma), pari a non meno
di 3.5 milioni di tonnellate/anno di
materiale da incenerire tra rifiuti e
biomasse e si ricorda che in base a un
decreto legge anche le cosiddette "ecoballe" sono
potenzialmente in grado di essere
riconducibili a biomasse da incenerire
per termovalorizzazione.
3.
La Campania produce circa 2.800.000
tonnellate/anno di rifiuti urbani cui si
vanno ad aggiungere circa 6 milioni di
tonnellate di cosiddette "ecoballe"
attualmente depositate senza altra
precauzione in vari siti dispersi per il
territorio ( in particolare
Taverna del Re nel Casertano
definita dalla Magistratura "discarica a
cielo aperto non a norma") per un totale
quindi di circa 9 milioni di rifiuti da
smaltire ( non necessariamente tramite
incenerimento).
Una volta smaltita questa quantità di
rifiuti , sulla base delle vigenti norme
di legge europee ed italiane , la quota
da smaltire, escluso la frazione da
riciclare e compostare, non supera però
la quota di 600.000 tonnellate/anno come
confermato dall'assessore all'Ambiente
in carica
Walter Ganapini !
Ammessa quindi la necessità, non
obbligatoria per legge, di smaltire per
incenerimento anche i
6 milioni di ecoballe, ne consegue
che: la attuale portata degli impianti
previsti è ampiamente in grado di
raggiungere e completare lo smaltimento
per incenerimento entro due, massimo tre
anni dalla realizzazione di tali
impianti, (come infatti dichiarato in
piu' occasioni anche dal Presidente del
Consiglio) ma che quindi, per contratti
non inferiori ai venti anni di
esercizio, la Campania , in totale
contrasto con tutte le normative di
legge vigenti, sia italiane che europee,
e in piena e totale violazione di
qualunque trattato internazionale di
riduzione di CO2, si avvia a disporre di
una impiantistica di incenerimento
complessiva pari a pressoché il 100%
della sua reale disponibilità di
produzione annua di materiale da
incenerire ( 2.800.000 tonnellate di
rifiuti piu' circa 600.000 tonnellate
reali di biomasse = circa 3.4 milioni di
tonnellate/anno!) .
Ammettendo nel contempo la partenza e la
realizzazione di congruo numero di
impianti di compostaggio e di un minimo
di raccolta differenziata, stimabile al
35% l'una (900.000 tonnellate/anno) e
almeno al 20% l'altra (600.000
tonnellate/anno) ne consegue un evidente
sovradimensionamento di tutta la
impiantistica prevista di circa almeno
1.5 milioni di tonnellate/anno per non
meno di 17 - 18 anni di esercizio per
impianti che funzionano
ininterrottamente sulle 24 ore senza
possibilità di sospensioni di attività.
Appare quindi logica e matematica
deduzione che è in atto la realizzazione
di impianti di incenerimento
sovradimensionati nel complesso per non
meno di 1.5 milioni di tonnellate/anno
di materiale che non potrà essere in
nessun caso prodotto all'interno della
Regione Campania. La conferma della
sovrastima delle biomasse disponibili
proviene dalle stesse ditte che in vari
casi (Postiglione, S. Vitaliano) sinora
esplicitamente dichiarano che la
biomassa necessaria sarà comprata e
trasportata dall'estero (olio di
girasole dalla Romania, ecc).
Tale cifra complessiva è purtroppo
terribilmente e spaventosamente vicina a
quanto stimato dalle indagini della
Magistratura come movimento complessivo
di smaltimento di rifiuti industriali
provenienti da altre Regioni di Italia
(prevalentemente dal Nord industriale) e
sinora destinate a discariche illegali
ma anche legali
( vedi Pianura) cioè non inferiore
al milione di tonnellate/anno per gli
anni considerati dalle indagini.
Non esiste Nazione, Stato o Regione al
mondo che realizzi sul proprio
territorio impianti di incenerimento
sovradimensionati alle proprie esigenze,
sulla base del principio di legge
europeo di incentivare la riduzione e il
riciclo e non l'inverso, ed evitare
soprattutto di incenerire
indifferenziatamente anche rifiuti
tossici e/o pericolosi.
Si precisa altresì che, di sola acqua
necessaria per il raffreddamento e la
manutenzione di una impiantistica di
tale portata, sarà necessaria una
portata di acqua pari a non meno il 10%
del fabbisogno idrico di una città come
Napoli in una Regione che tende alla
desertificazione di una percentuale del
proprio territorio regionale non
inferiore al 7%. Come beffa finale, si
precisa ancora che l'unico impianto non
previsto di incenerimento sul territorio
campano è invece quello per rifiuti
speciali ospedalieri per una necessità
non superiore alle 20.000
tonnellate/anno, ciò che impone alle
vuote casse regionali ulteriori e
gravose spese per smaltimento
extraregionale di tali rifiuti
(all'incirca non meno di 250 milioni di
euro/anno).
In questi giorni, abbiamo visto presente
anche all'interno dei treni di rifiuti
urbani semplici inviati all'estero (caso
treni radioattivi ad Amburgo) tale
categoria di rifiuti alimentando
ulteriori e concreti dubbi sulle loro
modalità di smaltimento intraregionale
in presenza di impianti di incenerimento
indifferenziato cosi enormemente
sovradimensionati o di discariche non
strettamente controllate.
Tali considerazioni, in ogni caso
perfettamente logiche, lanciano una luce
sinistra quanto tragica sulle
motivazioni di questa palesemente
realizzata ad arte "emergenza rifiuti"
che vive anche oggi la Regione Campania.
In conclusione, questo palese, tossico,
gravissimo e fuorilegge impiantistico
della Regione Campania con una
previsione per la sola Napoli di
inceneritori per tremila
tonnellate/giorno rispetto alle 1.500 di
RSU prodotti ("GIGANTISMO" inceneritori
di Barcellona +
Vienna = 500mila tonnellate/anno per
due milioni di persone ciascuno; Acerra
+ Napoli est = 1 milione di
tonnellate/anno per 1 milione di persone
complessivo!), impone una ultima, atroce
e terribile, domanda: dopo essere stata
per gli ultimi vent'anni almeno la
"pattumiera dei rifiuti industriali di
Italia" (Magistrato Aldo De Chiara) ora,
per chi dovrà bruciare la Campania?
|