14 gennaio 2008
Coscienza ecologica e sviluppo del territorio
Silvio Pellicanò

 

 

Emergenza rifiuti, coscienza ecologica e sviluppo del territorio...

 

Nel mare di rifiuti e di commenti, più o meno sensati, che in questi giorni riempiono le pagine dei giornali virtuali e non, ho la presunzione di fare anch’io qualche riflessione che spero venga presa per quella che è, ovvero il vagheggiamento di una piovosa domenica pomeriggio.

Trovo che la nostra Cultura ci imponga di realizzare l’esistenza di un problema solo quando questo ha raggiunto oramai dimensioni elefantiache ed è pronto a fagocitare l’origine e la causa di se stesso.

A nulla quindi valgono i discorsi educativi, le campagne di informazione, il citare modelli di comportamento altrove consolidati....non c’è niente da fare...se non si affoga nel... problema, non ci si rende conto della sua reale esistenza.

A questo punto ritengo che sia proprio questo il momento di agire, non già per creare una utopica “coscienza ecologica” quanto di illustrare dei metodi se non risolutivi, quanto meno adatti alla riduzione del problema rifiuti. Solo adesso si può avere infatti la speranza che il cittadino capisca finalmente che il problema del rifiuto non è quello del suo smaltimento quanto quella della sua riduzione all’origine. Per questo motivo vorrei apportare il mio semplice contributo che mi deriva non dalla competenza nel settore, ma dalla mia esperienza di vita avuta in Germania.

La Germania è una delle nazioni all’avanguardia nel rispetto e nella tutela dell’ambiente; la coscienza ecologica fa parte della normale educazione di ogni cittadino al di là di ogni credo religioso o politico. I bambini non sono educati nel differenziare i rifiuti, ma li differenziano naturalmente, come se l’azione fosse un gesto innato, come il camminare o il parlare.

Ma di certo questa attitudine non gli proviene dal DNA...questo rievocherebbe battutacce fuori luogo sulla superiorità razziale di ben lugubre memoria...no, essi hanno seguito semplicemente l’esempio di chi li precede, degli adulti, di coloro che mai dovrebbero apostrofare il proprio figlio che, magari educato a gran fatica a scuola, sente dire dal proprio genitore...”ma che fai, tanto va a finire tutto nello stesso posto”. Se mai si creerà un meccanismo di fiducia e di automazione, a nulla serviranno gli sforzi educativi altrui.

In Germania non esistono i bicchieri, i piatti e le buste di plastica. Il problema è annullato all’origine. Non esiste necessità di smaltimento.

In Germania le bottiglie, tutte, sono “vuoto a rendere”. Su ogni bottiglia di plastica grava una maggiorazione di 20 o 25 centesimi a carico del consumatore che si impegna così economicamente per la restituzione o per i costi della raccolta e smaltimento

Pensiamo se queste due semplici soluzioni fossero prese in Campania con la legittimità dell’emergenza. Secondo me, come del resto ho visto fare, si organizzerebbero delle belle raccolte di bottiglie che diventerebbero più redditizie di quelle degli oramai introvabili funghi.

Già!...provate a fare una passeggiata nei boschi di cui tanto decantiamo la bellezza...discariche....ma non da adesso che l’emergenza impazza e qualunque luogo diventa appetibile per lo sversamento....ma da anni....dal tempo in cui proprio su queste pagine sottolineavo la poca attenzione che noi della valle telesina dedicavamo ai temi dell’ambiente.... pagine nelle quali temevo per lo sviluppo economico del territorio e lamentavo la morte “turistica” della zona.

Ora che quelle riflessioni hanno evidentemente fatto il loro inutile tempo mi auspico solo che la presente emergenza faccia parlare meno di prospettive oramai andate (sviluppo, territorio, turismo etc.) e si passi operativamente ad andare, laddove possibile, a monte del problema impegnandoci tutti soprattutto nella riduzione della produzione di rifiuti, comprando prodotti non confezionati, abolendo l’uso della plastica, poi, di conseguenza nella loro differenziazione e riciclaggio.

 

Silvio Pellicanò

Docente Lingua e Civiltà Tedesca

ITT Faicchio

 

 

 

     

 Valle Telesina


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