19 agosto 2008

Telese, scenetta alla stazione

Fulvio Del Deo

 

 

La pessima qualità del servizio ferroviario italiano è leggendaria. All'ingresso delle stazioni dovrebbe essere d'obbligo un cartello che avvisa:

L'USO DEL TRENO E' A RISCHIO E PERICOLO DEI VIAGGIATORI, PERTANTO LA SOCIETA' FERROVIARIA DECLINA OGNI RESPONSABILITA' PER CIO' CHE PUO' LORO ACCADERE DA QUESTO MOMENTO IN POI.

E chi viaggia in treno conosce bene i pericoli e i disagi cui si è soggetti. Il minimo che ti puoi aspettare è di perdere la coincidenza con un altro treno. Ma può anche accadere di dover viaggiare in inverno con le stalattiti di ghiaccio ai finestrini perché l'impianto di riscaldamento non funziona (a me è capitato) o di morire di caldo in estate perché l'aria condizionata è guasta e i finestrini non si possono più aprire (a me è capitato).

C'è anche chi ha preso le piattole viaggiando in vagone letto... e chi ha trascorso interminabili ore in piena campagna in attesa di chissà che cosa...

E quando tutto sembra andare stranamente troppo bene, ci si preoccupa ancora di più, temendo lo scontro frontale dietro la prima curva o al primo semaforo che non ha funzionato.

Non so se avete già letto del ferroviere licenziato a ferragosto per non aver rispettato l'omertà aziendale sulla vicenda degli Eurostar che si spezzano misteriosamente.

In ogni caso, la notizia è qui:

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_736451059.html 

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_18/deangelis_ferrovie_macchinista_e21ef540-6d13-11dd-b80d-00144f02aabc.shtml

Queste cose ci fanno sentire in un paese di merda... e, passeggiando in città per le vie del centro, la presenza di quei militari armati, ci fa sentire in guerra. Una guerra contro il buon senso e la civiltà.

 

Dopo questa premessa, passiamo a una scenetta svoltasi alla stazione ferroviaria Telese - Cerreto in un pomeriggio della settimana prima di ferragosto.

Mia nipote, ospite da me da alcuni giorni, per non approfittare troppo dello zio, decide di ritornare a casa... coraggiosamente in treno!

Ma per prendere il treno è necessario il biglietto! Nella fattispecie, è un biglietto che -se non vado errato- si chiama GiraCampania, uno di quelli che costano pochi euro e che nella stazione di Napoli si prende al distributore automatico.

A Telese, invece, la biglietteria della stazione apre solo per pochi minuti in occasioni particolari, forse quando i pianeti e le stelle sono nella giusta posizione...

Sicché rivoltiamo l'intero paese come un calzino, alla ricerca dei preziosi titoli di viaggio. Finalmente una delle agenzie turistiche ce li vende, facendoci però presente che loro non ci guadagnano nulla, e che solitamente li danno solo a titolo di favore ai clienti che devono intraprendere viaggi più lunghi, prendendo coincidenze dalle stazioni dei capoluoghi.

Per noi fanno un'eccezione e ce li vendono lo stesso, anche se la nostra meta sulla strada ferrata non va oltre Caserta. Insomma, «Grazie infinite, senza di Lei non so come avrei fatto...» ecc.

Nel pomeriggio con tutta la famiglia, accompagno al treno nipote con figlie e valigie.

Aspettiamo sul binario 2, come è scritto sul tabellone degli orari e, con pochissimi minuti di ritardo, il treno fa la sua apparizione sul binario 1.

Perfetto -penso- vuol dire che per il resto andrà tutto bene... E sì, perché -come già abbiamo detto- quando tutto sembra filare troppo liscio c'è da stare in pensiero.

Nipote e figlie salgono in carrozza e noi stiamo giù sul marciapiedi a salutare e risalutare, come se dovessero partire per chissà dove, così la piccina di due anni prende il distacco come un gioco e si diverte, invece di disperarsi nel lasciare i suoi zii (i miei figli) e noi prozii.

Il treno tarda a ripartire... Ciò si rivela una fortuna per una signorina dal cappello di paglia tipico delle bagnanti sulfuree (Telese è rinomata per le sue acque), la quale giunge in stazione un tantino trafelata. Essendo una persona civile, si rivolge subito ai ferrovieri per far presente che è sprovvista di biglietto: lo avrebbe preso in biglietteria se fosse stata aperta, ma essendo quest'ultima chiusa a doppia mandata, adesso intende acquistarlo prima della partenza per non incorrere in sanzioni.

I ferrovieri, a tanta premura e civiltà, ribattono a squarciagola dando fondo a tutta la cafonaggine di cui dispongono, cercando di mortificare quanto più possibile la povera malcapitata davanti a tutti.

«Ma non lo sai che dovete procurarveli voi i biglietti!? Sono quattro anni che le biglietterie sono chiuse! Bastava che lei andava al bar o al tabacchino per comprarli!!»

Al che interveniamo noialtri, raccontando di quanto avevamo dovuto penare per trovare i nostri biglietti che, oltretutto, ci erano stati generosamente concessi solo in via del tutto eccezionale dalla signorina dell'agenzia di viaggi.

Dopo un paio di botta e risposta, la poveretta si rassegna a dover pagare la multa, quale prezzo salatissimo per un viaggio così breve!

Il treno parte. I miei figli lo inseguono per un po' lungo il marciapiedi, sventolando fazzoletti e fingendo di asciugarsi copiose lacrime. La loro nipotina ride divertita.

Rientriamo in casa: adesso ci sembra troppo vuota e silenziosa.

Dopo mezz'ora, squilla il telefono: sono loro!

Sono arrivate?

No: il treno è fermo alla stazione di Amorosi. Insomma ha percorso sì e no 2 chilometri!

Mi metto in macchina e le raggiungo. Il treno è ancora lì immobile: c'è un guasto ai semafori... Molti passeggeri si disperano poiché, avendo perso le coincidenze (chi per Torino, chi per Milano ecc.), ora gli toccherà aspettare ore e ore per prendere altri treni.

Mia nipote speranzosa si affida all'Onnipotente... Aspettiamo un altro quarto d'ora, poi mi decido: «Ok, vi accompagno io»

Accanto a loro c'è la signorina dal cappello da bagnante sulfurea che ancora non ha pagato la salatissima multa... «Vuol venire anche Lei?» Ovviamente, non se lo fa ripetere due volte.

Carichiamo tutti i bagagli nel baule, la pronipotina piccina sul sediolino portainfanti e... dopo poco più di mezz'ora siamo a Caserta.

Al ritorno, per evitare la strada stressante di Maddaloni, me ne salgo per San Leucio e prendo la strada di Caiazzo. E penso a come sarebbe bello viaggiare in treno rilassati... leggendo un buon libro... chiacchierando con il passeggero accanto... osservando il paesaggio dal finestrino... Nulla di trascendentale, insomma... ma in un paese di merda tutto questo possiamo solo sognarcelo.

Fulvio Del Deo

 

 

     

 Valle Telesina


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