Scomparsa dei cassonetti e ritorno del maestro unico
I ragazzi del liceo accanto alla mia scuola elementare erano
sempre allegramente in rivolta. Mi
piaceva tutto quel colore e quel calore,
quelle teste piene di capelli e quelle
barbe adolescenziali, quei jeans
consumati e quei vestiti a fiori delle
ragazze che scendevano morbidi come le
loro capigliature.
Mentre nel liceo pareva già brillasse il sol
dell'avvenire, da noi invece
erano ancora i tempi del maestro unico,
che si usava chiamare professore,
o meglio provessore. Le
maestre invece erano signorine
ovvero signurì, anche
quando erano sposate da un secolo e
piuttosto vecchiarelle.
Per fortuna, a me era toccato un maestro giovane e bravissimo
che faceva studiare con piacere e
imparare giocando. Poveri gli altri
bambini (ed erano numerosi!) che
capitavano coi provessori
muniti di bacchetta, che sembrava
non cercassero altro che l'occasione per
usarla. Erano brutti stronzi
frustrati che probabilmente a casa
erano costretti alle pattine e nel
chiuso delle loro aule si sfogavano su
quei poveri malcapitati esercitando un
misero potere da piccoli duci.
Incipit di
uno dei miei temi
minimalisti dell'epoca.
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Era il 1968, anno di grandi cambiamenti. Attorno a me l'unico
cambiamento degno di nota erano le
montagne di rifiuti comparse in quel
periodo sul mio percorso da casa a
scuola, che in alcuni giorni
raggiungevano il primo piano dei
palazzi. La spiegazione di quello strano
fenomeno era da ricercare nel salto
epocale avvenuto nella raccolta dei
rifiuti: si era passati dalla
raccolta domiciliare, al sacchetto di
plastica.
Mi ricordo che prima di questa innovazione veniva su da noi,
fino al quarto piano senza ascensore, un
povero netturbino tutto sporco e sudato
col suo sacco di juta da riempire
d'immondizia raccolta di casa in casa.
Si presentava di mattina. Suonava alla
porta e zia Emma lo riceveva
cordialmente, conversando con lui in un
Napoletano squisito, ricco di termini
raffinati e gentili, e ogni volta si
sentiva mortificata a dovergli offrire
quel pattume. Per farsi perdonare,
spesso dispensava piccole regalie.
Zia Emma,
classe 1888, sorella di mio
nonno, vedova senza figli.
Parlava in Maltese e in
Napoletano fine e
aggraziato. Non ritenne
mai utile dover imparare
l'Italiano.
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Questa era la raccolta porta-a-porta di quell'epoca. In
seguito, con l'espansione esponenziale
della città e la nascita di condomini
giganteschi e affollati, il ritiro
domiciliare del pattume non fu più
possibile. Così si passò al sacchetto.
Ricordo quando mio padre ne portò una confezione a casa la
prima volta: avevano un odore intenso di
plastica, erano neri neri ed erano
muniti di laccetti verdi fatti da un
sottile tubolare, anch'esso di plastica.
Era lì dentro che da ora in poi avremmo
dovuto gettare i rifiuti, non più nello
storico secchio della munnezza
che adesso pareva un po' triste là fuori
al balcone della cucina, giallo col suo
coperchio un po' spaccato. Il sacchetto,
una volta riempito tutto, doveva essere
chiuso bene bene e deposto in tarda
serata all'angolo della strada.
Fu così che nei mesi estivi, le fresche passeggiate serali per
le strade tranquille e alberate del
Vomero non ebbero più il sapore (ma
soprattutto il profumo!) di una volta.
Perfino via Bernini, dove abitava zio
Pippo, non era più la stessa, nonostante
i suoi platani maestosi.
Dopo un po', ci si rese conto che così non si poteva andare
avanti e -altro salto di qualità- furono
introdotti i cassonetti.
Finalmente la munnezza si faceva di
nuovo da parte!
In seguito, comparvero un po' qui un po' là anche altri tipi
di raccoglitori, le campane verdi
per il vetro. Niente male,
l'idea di riciclare come già si faceva
da un secolo nei paesi civili...
Nella scuola, intanto, si chiudeva l'era
del maestro unico.
Poi avvenne una cosa pazzesca: la Camorra, sempre alla
ricerca di modi per lucrare facilmente e
disonestamente, si accaparrò pure 'o
bisinesso d'a munnezza.
Ed è così che siamo arrivati ai giorni nostri, costretti a
mettere l'esercito di guardia alle
discariche!
Ma non finisce qui.
In alcuni Comuni, laddove si è appurato che la maggioranza dei
cittadini è stupida, ignorante e
rincoglionita davanti alla televisione,
per avere la certezza che tutti
differenzino davvero l'immondizia, è
stato necessario eliminare di
nuovo i cassonetti e istituire un nuovo
tipo di raccolta porta-a-porta.
Ma con
quale mezzo si è potuto
appurare che in quei Comuni
la maggioranza dei cittadini
è stupida, ignorante e
rincoglionita davanti alla
televisione??
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Probabilmente ci si è
serviti del risultato
elettorale: ad esempio, se
la maggioranza dei cittadini
ha confermato per l'ennesima
volta gli stessi
amministratori incapaci, o
addirittura ha premiato a
pieni voti un sindaco che ha
devastato il proprio Comune,
mandandolo a fare anche il
consigliere provinciale,
allora si è ben certi che la
maggioranza di quei
cittadini è stupida,
ignorante e rincoglionita
davanti alla televisione.
Semplice, no?
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Insomma, torniamo indietro su tutti i fronti?
Sembrerebbe proprio di sì. Oggi però con il termine
porta-a-porta non s'intende più
l'omino col sacco di juta che viene a
suonare alla porta, bensì il cittadino
che lascia in strada negli orari e nei
giorni prestabiliti la sua immondizia
già preselezionata e confezionata in
appositi sacchetti di diverso colore.
Questo ritorno al passato -a detta di
chi l'ha introdotto- dovrebbe servire a
scoraggiare comportamenti scorretti.
In alcuni
Comuni, la spazzatura sta
rovinando senza pietà
perfino gli angoli più
belli.
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Il problema è che, con questo sistema, le strade si stanno
trasformando pian piano in immondezzai,
perché nei punti in cui vengono deposti
i sacchetti si stanno sedimentando
strati e strati di rifiuti incollati al
suolo dal famigerato percolato. Inoltre
i sacchetti, esposti senza alcuna
protezione per l'intera notte, vengono
aperti dai cani randagi, e il loro
contenuto viene sparso un po' ovunque.
Alcune delle nostre strade oramai
fetono da fa' avutà 'o stommaco (puzzano
da far vomitare)!
IRRIMETTA!
(vomito!) come direbbe zia
Emma. Nel Comune di
Telese Terme, alcune strade
invece di essere
regolarmente spazzate
vengono periodicamente
riasfaltate.
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Nei Comuni dove la maggioranza dei cittadini ha dimostrato un
Quoziente d'Intelligenza nella norma
(minimo 100 I.Q.), sono a disposizione
dei cassonetti poco ingombranti e di
diversi colori, a seconda del tipo
d'immondizia cui sono destinati. Con
questo sistema, oltre a tenere la città
pulita, si evita anche il disagio di
dover accumulare rifiuti in casa per
diversi giorni, in attesa del giorno
stabilito per la raccolta.
Per ogni
colore, un tipo diverso di
rifiuti: anche un bambino di
due anni lo capirebbe. A
Telese Terme, invece, si
lascia in strada la busta
nera con l'indifferenziato,
la busta gialla "multimateriale",
mentre la raccolta
dell'umido è narrata solo
nelle locandine e nelle
numerose brochure stampate
in carta patinata a spese di
noi contribuenti.
Inutile dire quanto sia
demenziale inserire in una
stessa busta tutto il
riciclabile, dalla carta
alla plastica, alle lattine,
creando così la necessità
fittizia di pagare fior di
quattrini per un lavoro
certosino di separazione!
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Un giorno, questa soluzione potrebbe essere adottata anche nel
Comune di Telese Terme, se si riuscisse
a raggiungere nella maggioranza della
popolazione il Quoziente d'Intelligenza
minimo richiesto per rientrare nella
norma. Questo potrà avvenire solo non
confermando per l'ennesima volta degli
amministratori incapaci, né premiandoli
con ulteriori cariche istituzionali.
In quel caso, per essere certi che tutto sia fatto in regola,
visto che l'esercito è già in assetto di
guerra alle discariche, mentre le forze
dell'ordine sono di scorta a i camion...
che siano i vigili urbani a vigilare sui
bidoni colorati e a multare senza pietà
chi non differenzia o chi lo fa a capa
'e cacchio, mingħajr attenzjoni
come direbbe la buonanima.
Diversamente, se invece di punire che
merita d'essere punito si continuano
ad adattare le regole a misura di
stronzi, col disagio di tutti per colpa
di qualcuno, se si continua ad
applicare la solita logica demenziale
italiota che alla fine premia i
cattivi comportamenti, non potremo
fare altro che ulteriori passi indietro.
Il nostro attuale Sindaco (quello delle
cartoline, per intenderci)
promise un premio a tutti quei cittadini
che avessero fatto la raccolta
differenziata a dovere. In verità,
non fu chiaro né come si sarebbe
proceduto alla verifica del buon
comportamento di ognuno di noi, né quale
sarebbe stato il premio. Conoscendo
l'individuo, c'era da aspettarsi al
massimo un paio di mucche Caroline.
A tutt'oggi, invece, non mi risulta sia stato assegnato
alcunché a nessuno di noi. Eppure,
almeno fra le persone che conosco (forse
tutte al di sopra di 100 Q.I.?), si è
fatta sempre una perfetta raccolta
differenziata.
Le tasse, le paghiamo fino all'ultimo
centesimo, non andiamo a rubare né
viviamo di usura... ma lo stesso viviamo
nella munnezza.
Nel quartiere Scafa (e non solo qui!)
è più facile che una strada venga
riasfaltata piuttosto che spazzata!!
Evidentemente nelle Alte Sfere del Palazzo Comunale si
è pienamente convinti di poter fare
liberamente quello che gli pare, visto
che la maggioranza dei cittadini è
stupida, ignorante e rincoglionita
davanti alla televisione. Del
resto, i cittadini ignavi non meritano
altro che essere trattati da sudditi,
non meritano altro che essere ingannati,
raggirati.
Di questo passo, oltre allo squallore dei sacchetti
spiaccicati sull'asfalto e del ritorno
al maestro unico, fra un poco ci
toccherà anche il ritorno al Capo
Unico, il quale, con la scusa che
noi siamo stupidi, ignoranti e
rincoglioniti davanti alla televisione,
si fa carico Lui solo di tutta la
responsabilità delle decisioni (tutte
prese sulla nostra pelle!), lasciando a
noi la spensieratezza dei talk show e
delle soap opera.
Chi possiede ancora un briciolo di
cervello e conosce il sapore della
libertà, chi ancora è in grado di avere
ricordi e ancora sa mettere insieme un
ragionamento, dovrebbe preoccuparsene
seriamente!
Fulvio Del Deo