3 ottobre 2008

Telese, scomparsa dei cassonetti

Fulvio Del Deo

 

 

Scomparsa dei cassonetti e ritorno del maestro unico

 

I ragazzi del liceo accanto alla mia scuola elementare erano sempre allegramente in rivolta. Mi piaceva tutto quel colore e quel calore, quelle teste piene di capelli e quelle barbe adolescenziali, quei jeans consumati e quei vestiti a fiori delle ragazze che scendevano morbidi come le loro capigliature.

Mentre nel liceo pareva già brillasse il sol dell'avvenire, da noi invece erano ancora i tempi del maestro unico, che si usava chiamare professore, o meglio provessore. Le maestre invece erano signorine ovvero signurì, anche quando erano sposate da un secolo e piuttosto vecchiarelle.

Per fortuna, a me era toccato un maestro giovane e bravissimo che faceva studiare con piacere e imparare giocando. Poveri gli altri bambini (ed erano numerosi!) che capitavano coi provessori muniti di bacchetta, che sembrava non cercassero altro che l'occasione per usarla. Erano brutti stronzi frustrati che probabilmente a casa erano costretti alle pattine e nel chiuso delle loro aule si sfogavano su quei poveri malcapitati esercitando un misero potere da piccoli duci.

 

 

Incipit di uno dei miei temi minimalisti dell'epoca.

 

Era il 1968, anno di grandi cambiamenti. Attorno a me l'unico cambiamento degno di nota erano le montagne di rifiuti comparse in quel periodo sul mio percorso da casa a scuola, che in alcuni giorni raggiungevano il primo piano dei palazzi. La spiegazione di quello strano fenomeno era da ricercare nel salto epocale avvenuto nella raccolta dei rifiuti: si era passati dalla raccolta domiciliare, al sacchetto di plastica.

Mi ricordo che prima di questa innovazione veniva su da noi, fino al quarto piano senza ascensore, un povero netturbino tutto sporco e sudato col suo sacco di juta da riempire d'immondizia raccolta di casa in casa. Si presentava di mattina. Suonava alla porta e zia Emma lo riceveva cordialmente, conversando con lui in un Napoletano squisito, ricco di termini raffinati e gentili, e ogni volta si sentiva mortificata a dovergli offrire quel pattume. Per farsi perdonare, spesso dispensava piccole regalie.

 

 

Zia Emma, classe 1888, sorella di mio nonno, vedova senza figli.
Parlava in Maltese e in Napoletano fine e aggraziato.
Non ritenne mai utile dover imparare l'Italiano.

 

Questa era la raccolta porta-a-porta di quell'epoca. In seguito, con l'espansione esponenziale della città e la nascita di condomini giganteschi e affollati, il ritiro domiciliare del pattume non fu più possibile. Così si passò al sacchetto.

Ricordo quando mio padre ne portò una confezione a casa la prima volta: avevano un odore intenso di plastica, erano neri neri ed erano muniti di laccetti verdi fatti da un sottile tubolare, anch'esso di plastica. Era lì dentro che da ora in poi avremmo dovuto gettare i rifiuti, non più nello storico secchio della munnezza che adesso pareva un po' triste là fuori al balcone della cucina, giallo col suo coperchio un po' spaccato. Il sacchetto, una volta riempito tutto, doveva essere chiuso bene bene e deposto in tarda serata all'angolo della strada.

Fu così che nei mesi estivi, le fresche passeggiate serali per le strade tranquille e alberate del Vomero non ebbero più il sapore (ma soprattutto il profumo!) di una volta. Perfino via Bernini, dove abitava zio Pippo, non era più la stessa, nonostante i suoi platani maestosi.

Dopo un po', ci si rese conto che così non si poteva andare avanti e -altro salto di qualità- furono introdotti i cassonetti. Finalmente la munnezza si faceva di nuovo da parte!

In seguito, comparvero un po' qui un po' là anche altri tipi di raccoglitori, le campane verdi per il vetro. Niente male, l'idea di riciclare come già si faceva da un secolo nei paesi civili... Nella scuola, intanto, si chiudeva l'era del maestro unico.

Poi avvenne una cosa pazzesca: la Camorra, sempre alla ricerca di modi per lucrare facilmente e disonestamente, si accaparrò pure 'o bisinesso d'a munnezza.

Ed è così che siamo arrivati ai giorni nostri, costretti a mettere l'esercito di guardia alle discariche!


Ma non finisce qui.

In alcuni Comuni, laddove si è appurato che la maggioranza dei cittadini è stupida, ignorante e rincoglionita davanti alla televisione, per avere la certezza che tutti differenzino davvero l'immondizia, è stato necessario eliminare di nuovo i cassonetti e istituire un nuovo tipo di raccolta porta-a-porta.

 

Ma con quale mezzo si è potuto appurare che in quei Comuni la maggioranza dei cittadini è
stupida, ignorante e rincoglionita davanti alla televisione??

 

 

Probabilmente ci si è serviti del risultato elettorale: ad esempio, se la maggioranza dei cittadini ha confermato per l'ennesima volta gli stessi amministratori incapaci, o addirittura ha premiato a pieni voti un sindaco che ha devastato il proprio Comune, mandandolo a fare anche il consigliere provinciale, allora si è ben certi che la maggioranza di quei cittadini è stupida, ignorante e rincoglionita davanti alla televisione. Semplice, no?

 

Insomma, torniamo indietro su tutti i fronti? 

Sembrerebbe proprio di sì. Oggi però con il termine porta-a-porta non s'intende più l'omino col sacco di juta che viene a suonare alla porta, bensì il cittadino che lascia in strada negli orari e nei giorni prestabiliti la sua immondizia già preselezionata e confezionata in appositi sacchetti di diverso colore. Questo ritorno al passato -a detta di chi l'ha introdotto- dovrebbe servire a scoraggiare comportamenti scorretti.

 

 

In alcuni Comuni, la spazzatura sta rovinando senza pietà perfino gli angoli più belli.

 

Il problema è che, con questo sistema, le strade si stanno trasformando pian piano in immondezzai, perché nei punti in cui vengono deposti i sacchetti si stanno sedimentando strati e strati di rifiuti incollati al suolo dal famigerato percolato. Inoltre i sacchetti, esposti senza alcuna protezione per l'intera notte, vengono aperti dai cani randagi, e il loro contenuto viene sparso un po' ovunque. Alcune delle nostre strade oramai fetono da fa' avutà 'o stommaco (puzzano da far vomitare)!

 

 

IRRIMETTA! (vomito!) come direbbe zia Emma.
Nel Comune di Telese Terme, alcune strade invece di essere regolarmente spazzate
vengono periodicamente riasfaltate.

 

Nei Comuni dove la maggioranza dei cittadini ha dimostrato un Quoziente d'Intelligenza nella norma (minimo 100 I.Q.), sono a disposizione dei cassonetti poco ingombranti e di diversi colori, a seconda del tipo d'immondizia cui sono destinati. Con questo sistema, oltre a tenere la città pulita, si evita anche il disagio di dover accumulare rifiuti in casa per diversi giorni, in attesa del giorno stabilito per la raccolta.

 

 

Per ogni colore, un tipo diverso di rifiuti: anche un bambino di due anni lo capirebbe.
A Telese Terme, invece, si lascia in strada la busta nera con l'indifferenziato, la busta gialla "multimateriale", mentre la raccolta dell'umido è narrata solo nelle locandine e nelle numerose brochure stampate in carta patinata a spese di noi contribuenti.
Inutile dire quanto sia demenziale inserire in una stessa busta tutto il riciclabile,
dalla carta alla plastica, alle lattine, creando così la necessità fittizia di pagare fior di quattrini per un lavoro certosino di separazione!

 

Un giorno, questa soluzione potrebbe essere adottata anche nel Comune di Telese Terme, se si riuscisse a raggiungere nella maggioranza della popolazione il Quoziente d'Intelligenza minimo richiesto per rientrare nella norma. Questo potrà avvenire solo non confermando per l'ennesima volta degli amministratori incapaci, né premiandoli con ulteriori cariche istituzionali.

In quel caso, per essere certi che tutto sia fatto in regola, visto che l'esercito è già in assetto di guerra alle discariche, mentre le forze dell'ordine sono di scorta a i camion... che siano i vigili urbani a vigilare sui bidoni colorati e a multare senza pietà chi non differenzia o chi lo fa a capa 'e cacchio, mingħajr attenzjoni come direbbe la buonanima. Diversamente, se invece di punire che merita d'essere punito si continuano ad adattare le regole a misura di stronzi, col disagio di tutti per colpa di qualcuno, se si continua ad applicare la solita logica demenziale italiota che alla fine premia i cattivi comportamenti, non potremo fare altro che ulteriori passi indietro.

Il nostro attuale Sindaco (quello delle cartoline, per intenderci) promise un premio a tutti quei cittadini che avessero fatto la raccolta differenziata a dovere. In verità, non fu chiaro né come si sarebbe proceduto alla verifica del buon comportamento di ognuno di noi, né quale sarebbe stato il premio. Conoscendo l'individuo, c'era da aspettarsi al massimo un paio di mucche Caroline. 

A tutt'oggi, invece, non mi risulta sia stato assegnato alcunché a nessuno di noi. Eppure, almeno fra le persone che conosco (forse tutte al di sopra di 100 Q.I.?), si è fatta sempre una perfetta raccolta differenziata. 

Le tasse, le paghiamo fino all'ultimo centesimo, non andiamo a rubare né viviamo di usura... ma lo stesso viviamo nella munnezza. Nel quartiere Scafa (e non solo qui!) è più facile che una strada venga riasfaltata piuttosto che spazzata!! 

Evidentemente nelle Alte Sfere del Palazzo Comunale si è pienamente convinti di poter fare liberamente quello che gli pare, visto che la maggioranza dei cittadini è stupida, ignorante e rincoglionita davanti alla televisione. Del resto, i cittadini ignavi non meritano altro che essere trattati da sudditi, non meritano altro che essere ingannati, raggirati.

Di questo passo, oltre allo squallore dei sacchetti spiaccicati sull'asfalto e del ritorno al maestro unico, fra un poco ci toccherà anche il ritorno al Capo Unico, il quale, con la scusa che noi siamo stupidi, ignoranti e rincoglioniti davanti alla televisione, si fa carico Lui solo di tutta la responsabilità delle decisioni (tutte prese sulla nostra pelle!), lasciando a noi la spensieratezza dei talk show e delle soap opera.

Chi possiede ancora un briciolo di cervello e conosce il sapore della libertà, chi ancora è in grado di avere ricordi e ancora sa mettere insieme un ragionamento, dovrebbe preoccuparsene seriamente!

 

Fulvio Del Deo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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