18-09-2008
Covelli e Scetta:
«Qualcosa va cambiato»
Covelli e Scetta
sono pronti. Sono convinti di potercela fare.
Vogliosi di puntare in alto, uniti sotto l’egida
del partito unico. “È questa un’occasione per
dimostrare quanto il centrodestra sia coeso e
capace di convivere senza problemi, di unirsi in
modo libero e rispettoso per il bene del nostro
Paese.“ affermano unanimi i due leaders telesini.
“Sembra ieri – ricorda Covelli – quando il
presidente Berlusconi annunciava, a Milano tra
entusiasmo e scetticismo, l’idea di creare un
partito unico per tutto il centrodestra. Molte
le critiche, tanti gli attacchi, ma ancora una
volta Silvio colpiva nel segno, lungimirante e
brillante come pochi da queste parti … Il
risultato fu storico: una vittoria di
proporzioni inimmaginabili!” “E in provincia di
Benevento…? Il centrodestra assopito non
riusciva, per l’ennesima volta, a strappare la Rocca de’ Rettori all’annoso,
deleterio governo di centrosinistra lasciandosi
sfuggire un’occasione che definire ghiotta
significa sminuirla. Qualcosa evidentemente va
cambiato perché, è chiaro che se il risultato
non arriva qualche problema esiste.” Riprende
Marco Scetta. “Una forza politica come il PdL
che ha l’ambizione di superare il 50% dei
consensi non può che porsi come obbiettivo,
sempre e dovunque, quello di governare a
qualsiasi livello, sia che si tratti del governo
del Paese, della Regione, della Provincia o dei
Comuni. Bisogna svegliarsi, uscire dal torpore
che da troppo tempo oramai avvolge la nostra
provincia e bisogna farlo in fretta. È vero, una
grossa occasione è stata buttata al vento con le
recenti elezioni provinciali, ma la politica è
in continuo divenire, la politica è dinamismo e
bisogna sempre essere pronti e attenti a ciò che
accade ogni giorno perché le possibilità di
cambiare, di migliorarsi sono dietro l’angolo e
spetta a noi e solo a noi classe dirigente il
dovere di coglierle e trasferirle agli altri con
la stessa voglia e tenacia che da sempre
contraddistinguono il presidente Berlusconi.”
Continua appassionato Carmine Covelli. E Scetta
ricorda: “L’anno prossimo ci sarà una grande
tornata elettorale tra amministrative, europee
e, molto probabilmente, regionali. Siamo pronti
ad affrontare queste sfide? Siamo veramente in
grado di contrastare la ‘armata rossa’ che,
oramai quasi solo in Campania, continua a fare
il bello ed il cattivo tempo condannandoci a
vivere tra i rifiuti e ad essere schiavi di un
clientelismo becero e nauseabondo. Quale
opportunità migliore, allora, della festa di
Telese del prossimo weekend, per confrontarsi,
discutere, fissare i punti cardini dai quali
partire per portare nuova linfa al centrodestra?
Quale opportunità migliore per dimostrare che
Benevento c’è, che i Sanniti sono pronti!”
“Oggi, siamo noi, da Benevento, ad avere la
concreta possibilità di gettare le fondamenta
per edificare la grande casa del centrodestra.
La festa di Telese è una grande opportunità per
un test importante sul campo, per verificare se
tutti siamo veramente pronti a questa nuova ed
accattivante sfida. Siamo speranzosi che, alla
conclusione della tre giorni telesina, tutti si
possa avere le idee più chiare per poter
elaborare un programma politico credibile con la
presunzione di poter dettare qui, a Telese
Terme, le linee guida per poter rendere
operativo e reale il partito unico del
centrodestra.”
Pietro Di Lorenzo
vice coordinatore provinciale di FI – PDL
Comunicato
stampa
La politica giovane si afferma
e si rafforza nell’ambito della festa
provinciale del PDL a Telese Terme
“la giornata conclusiva della
festa provinciale del PDL del Sannio, con un
interessante confronto sulla “POLITICA GIOVANE”,
fortemente voluto dai deputati Nicola
Formichella e Nunzia De Girolamo ha avuto come
cornice un’attenta platea di giovanissimi.
Il confronto è stato moderato dalla
giornalista del Sannio Quotidiano Teresa
Lombardo, con relatori il responsabile nazionale
università giovani di Forza Italia Armando
Cesaro ed il Presidente Regionale di Azione
Giovani di Alleanza Nazionale Ettore De
Conciliis. C’era anche la presenza del
consigliere provinciale del PDL Luca Ricciardi e
di Gianpaolo Zarro Coordinatore
provinciale dei giovani di Forza Italia.
E’ stato un dibattito a più
voci con la presenza del deputato Stefano
Graziano (del PD) e dell’on. Roberto Occhiuto
(dell’UDC).
Il confronto si è svolto con
grande interesse e partecipazione sulle tante
esigenze della comunità giovanile della
nostra regione, si è anche parlato dei tanti
ritardi di una classe politica che spesso appare
lontana dalle reali emergenze del territorio. A
tal proposito Nunzia De Girolamo ha affrontato
la questione chiedendo finalmente soluzioni
“bipartisan” e su questo ha trovato concorde sia
Occhiuto che Graziano. Ha concluso poi l’on.
Nicola Formichella, che, anche nella
qualità di responsabile nazionale dei circoli
del buon governo, ha lanciato un forte appello
a tutte le forze positive della provincia, per
affrontare la sfida del rinnovamento e del
cambiamento alla regione campania.”
Benevento, 22 settembre 2008
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comunicato stampa
Il federalismo, vecchie e nuove emergenze,
la forza di una rinnovata classe politica.
di Pietro Di Lorenzo
Il
tema del federalismo è sempre più attuale e
diventa così patrimonio di molti, anche le
relative discussioni sono più coerenti ed il
governo dimostra di voler fare sul serio, cioè
annunciare le questioni e poi
affrontarle in tempi
certi.
La
nostra regione è ancora saldamente nelle mani
del centrosinistra, che, nonostante il
trasformismo e le brutte figure rimediate a
livello mondiale per lo scandalo rifiuti, non
sembra voler passare
la mano. Vero
è, che quello che appare sulla stampa, è
soltanto una parte del grave disagio che i
cittadini sono costretti a subire, a causa del
malgoverno imperante negli enti locali. Alle
azioni concrete dell’esecutivo nazionale fanno
da contraltare il pressoché immobilismo di
regione, province e comuni, in cui gli
amministratori sembrano fare i conti sulle cose
che dovranno cambiare, sui servizi che non
potranno più erogare a causa dei mancati
trasferimenti di fondi dello Stato. Sembra,
infatti, poco chiara a costoro la condizione
economica in cui versa il Paese e l’intero
sistema Italia. Probabilmente non si tratta
soltanto di una questione di appartenenza
politica, anche amministratori del centrodestra,
negli enti locali, continuano a chiedere cosa
debbono fare perché sono diminuiti i
trasferimenti di fondi, dimenticando che il loro
compito è appunto di gestire quello che
possiedono e cioè l’immenso patrimonio di un
comune, di una
provincia o di una
comunità montana. È finita l’epoca degli
interventi
milionari a pioggia
e la ghiotta opportunità di gestire potere e
portafoglio, adesso la gloria bisogna meritarla
e sudare le proverbiali sette camice per far
quadrare i conti. Alcuni dicono, esagerando, che
occorre reinventare il ruolo di amministratore.
A parer mio non è così! Occorre invece fare
l’amministratore, ma farlo sul serio!
Amministrare i soldi pubblici, proprio come si
fa con le proprie
risorse. È questa la
grande prova per una classe politica veramente
nuova ed al passo con i tempi. Per fare questo
bisogna saper dire anche di no ai propri
elettori ed ai propri amministrati. Ma bisogna
chiarire i perché dei no e rendere forti le
decisioni assunte con un autentico
coinvolgimento popolare. Per fare questo, serve
che gli amministratori siano parte integrante
della comunità che
gestiscono, ecco
allora la vera rivoluzione, il vero banco di
prova per il centrodestra.
Non basta perciò dichiarare di
essere di questo o quel partito, per essere
classe dirigente bisogna andare oltre,
dimostrando con i fatti di voler sul serio
occuparsi dei problemi di una comunità. Serve
quindi l’appartenenza ed il necessario
radicamento al territorio.
Pietro Di Lorenzo
vice coordinatore provinciale di FI – PDL
Telese,
riflessioni sul popolo della libertà
di Fulvio Del Deo
Noi Italiani
siamo ormai abituati ai capovolgimenti di
significato delle parole e al loro uso
strumentale.
Quando -ad
esempio- si tratta di mandare i nostri soldati
su infuocati fronti di guerra, diciamo
che vanno in MISSIONE DI PACE; oppure, quando
parliamo di luoghi dove depositare la spazzatura
usiamo il termine ISOLA ECOLOGICA... e così via.
Facciamo un
esperimento: inseriamo nel motore di ricerca
d'immagini prima la dicitura italiana "isola
ecologica" e poi la stessa, in altre lingue: in
Italiano troveremo solo immondizia e discariche;
nelle altre lingue visiteremo perlopiù posti
paradisiaci.
Provare per
credere. Basta cliccare sui link qua sotto:
Italiano
Inglese
Francese
Ebraico
Greco
Russo
Viene da
chiedersi: questa mania tutta italiota di
stravolgere il significato delle parole da dove
nasce?
Ma soprattutto
chi la mette in atto e per
quale ragione!??
Io ho il
sospetto che si tratti di una sorta di
BISPENSIERO (vedi "1984"
di
George Orwell) per svuotare la parola e
svilirne l'efficacia. Perché -si sa- la parola,
quando ha significato, è il mezzo più potente in
assoluto.
Ciò che mi
preoccupa è che il nostro Belpaese non è nuovo a
questo fenomeno, poiché qualcosa di molto simile
si è già verificato durante il Ventennio
fascista. A quel tempo era il Duce a stravolgere
la nostra lingua con termini carichi di
italica mascolinità, ma del
tutto vuoti di significato. Oggi c'è la tivù. E,
guarda caso, dietro la
tivù educatrice-rincoglionitrice di masse,
c'è la
Casta formata dall'insieme dei
nostri oligarchi.
Col crollo del
Muro di Berlino, qui in Italia non eravamo in
pochi a illuderci che la nostra democrazia si
sarebbe finalmente sbloccata e che avrebbe visto
una normale alternanza al Governo, come in tutti
i paesi civili. Eppoi, ormai lo sapevano tutti
che i comunisti italiani non mangiavano bambini
e che, anzi, a Reggio Emilia avevano i migliori
asili del mondo, invidiati persino dagli
Americani!
Sicché col PCI
al governo sicuramente non avremmo avuto nessuno
sconvolgimento, nessuna rivoluzione
proletaria... probabilmente non sarebbe cambiato
quasi nulla, ma ci potevamo almeno
consolare pensando che non solo noi poveri
napoletani, ma perfino i più sfigati dei
calabresi avrebbero potuto sperare di mandare
i loro piccini in scuole decenti...
e
la scuola -si sa- è la palestra di formazione
dei cittadini del domani!
Le nostre umili
speranze furono però subito disattese. Prima ci
fu
Mani Pulite che non
pulì quasi nulla... subito dopo, la storica
Discesa in Campo.
E così, mentre
si apriva una delle pagine più tristi della
nostra storia, la Tivù ci distraeva abbuffandoci
di satira antiberlusconiana su tutte le
reti, perfino su quelle dello stesso Cavaliere.
E noi, fessi, ci sbellicavamo dalle
risate illudendoci che fosse tutta una comica.
Intanto
un'immane tragedia si stava abbattendo sulla
nostra democrazia.
Non so se questo
mio pensiero potrà consolare gli
irriducibili dell'ortodossia comunista ancora
esistenti: oggi l'Italia -a parte il sole e il
mare- è molto
simile alla Russia, nell'aspetto dei suoi
leader, nel modo di gestire la cosa pubblica,
nel modo di esercitare il POTERE ecc..
E i due leader -guarda caso- sono grandi
amiconi!
Ci vorrebbe un
bel coraggio a dirsi "Popolo della Libertà", se
le nostre "isole ecologiche" non fossero in
realtà lunghe file di cassonetti...
Un tempo, quando
dicevo
«Sono di Telese» troppo spesso
mi facevano eco «Ah,
il paese di Mastella!» e io,
vergognandomi un po', spiegavo che a me Mastella
non piace e che poi lui è di Ceppaloni però la
sua festa, la fa qui alle Terme ecc...
Oggi,
riflettendo sul cambio di bandiera avvenuto su
quelle stesse Terme in conseguenza della nuova
direzione del vento... credo che non dirò
proprio più
«Sono di Telese», ma mi limiterò
a dire «Sono
un Napoletano della diaspora».
A tutto c'è un
limite: me metto troppo scuorno!
Fulvio Del Deo
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