27 settembre 2008
Telese, pareri dopo la festa del PDL
AA.VV.

 

 

 


18-09-2008

Covelli e Scetta: «Qualcosa va cambiato»



Covelli e Scetta sono pronti. Sono convinti di potercela fare. Vogliosi di puntare in alto, uniti sotto l’egida del partito unico. “È questa un’occasione per dimostrare quanto il centrodestra sia coeso e capace di convivere senza problemi, di unirsi in modo libero e rispettoso per il bene del nostro Paese.“ affermano unanimi i due leaders telesini. “Sembra ieri – ricorda Covelli – quando il presidente Berlusconi annunciava, a Milano tra entusiasmo e scetticismo, l’idea di creare un partito unico per tutto il centrodestra. Molte le critiche, tanti gli attacchi, ma ancora una volta Silvio colpiva nel segno, lungimirante e brillante come pochi da queste parti … Il risultato fu storico: una vittoria di proporzioni inimmaginabili!” “E in provincia di Benevento…? Il centrodestra assopito non riusciva, per l’ennesima volta, a strappare la Rocca de’ Rettori all’annoso, deleterio governo di centrosinistra lasciandosi sfuggire un’occasione che definire ghiotta significa sminuirla. Qualcosa evidentemente va cambiato perché, è chiaro che se il risultato non arriva qualche problema esiste.” Riprende Marco Scetta. “Una forza politica come il PdL che ha l’ambizione di superare il 50% dei consensi non può che porsi come obbiettivo, sempre e dovunque, quello di governare a qualsiasi livello, sia che si tratti del governo del Paese, della Regione, della Provincia o dei Comuni. Bisogna svegliarsi, uscire dal torpore che da troppo tempo oramai avvolge la nostra provincia e bisogna farlo in fretta. È vero, una grossa occasione è stata buttata al vento con le recenti elezioni provinciali, ma la politica è in continuo divenire, la politica è dinamismo e bisogna sempre essere pronti e attenti a ciò che accade ogni giorno perché le possibilità di cambiare, di migliorarsi sono dietro l’angolo e spetta a noi e solo a noi classe dirigente il dovere di coglierle e trasferirle agli altri con la stessa voglia e tenacia che da sempre contraddistinguono il presidente Berlusconi.” Continua appassionato Carmine Covelli. E Scetta ricorda: “L’anno prossimo ci sarà una grande tornata elettorale tra amministrative, europee e, molto probabilmente, regionali. Siamo pronti ad affrontare queste sfide? Siamo veramente in grado di contrastare la ‘armata rossa’ che, oramai quasi solo in Campania, continua a fare il bello ed il cattivo tempo condannandoci a vivere tra i rifiuti e ad essere schiavi di un clientelismo becero e nauseabondo.
Quale opportunità migliore, allora, della festa di Telese del prossimo weekend, per confrontarsi, discutere, fissare i punti cardini dai quali partire per portare nuova linfa al centrodestra? Quale opportunità migliore per dimostrare che Benevento c’è, che i Sanniti sono pronti!” “Oggi, siamo noi, da Benevento, ad avere la concreta possibilità di gettare le fondamenta per edificare la grande casa del centrodestra. La festa di Telese è una grande opportunità per un test importante sul campo, per verificare se tutti siamo veramente pronti a questa nuova ed accattivante sfida. Siamo speranzosi che, alla conclusione della tre giorni telesina, tutti si possa avere le idee più chiare per poter elaborare un programma politico credibile con la presunzione di poter dettare qui, a Telese Terme, le linee guida per poter rendere operativo e reale il partito unico del centrodestra.”

 



Pietro Di Lorenzo

vice coordinatore provinciale di FI – PDL

Comunicato stampa

 

La politica giovane si afferma e si rafforza  nell’ambito della festa provinciale del PDL a Telese  Terme

 

“la giornata conclusiva della festa provinciale del PDL del Sannio, con un interessante confronto sulla “POLITICA GIOVANE”, fortemente voluto dai deputati Nicola Formichella e Nunzia De Girolamo ha avuto come cornice un’attenta platea di giovanissimi.  Il confronto è stato  moderato dalla giornalista del Sannio Quotidiano Teresa Lombardo, con relatori il responsabile nazionale università  giovani di Forza Italia  Armando Cesaro ed il Presidente Regionale di Azione Giovani di Alleanza Nazionale Ettore De Conciliis. C’era anche la presenza del consigliere provinciale del PDL Luca Ricciardi e di  Gianpaolo Zarro Coordinatore provinciale dei giovani di Forza Italia.

E’ stato un dibattito a più voci  con la presenza del deputato Stefano Graziano (del PD) e dell’on. Roberto Occhiuto (dell’UDC).

Il confronto si è svolto con grande interesse e partecipazione sulle tante esigenze della comunità giovanile  della nostra regione, si è anche parlato dei tanti ritardi di una classe politica che spesso appare lontana dalle reali emergenze del territorio. A tal proposito Nunzia De Girolamo ha affrontato la questione chiedendo finalmente soluzioni “bipartisan” e su questo ha trovato concorde sia Occhiuto che Graziano. Ha concluso poi l’on.  Nicola Formichella, che,  anche nella qualità di responsabile nazionale dei circoli del buon governo, ha lanciato  un forte appello a tutte le forze positive della provincia, per affrontare la sfida del rinnovamento e del cambiamento alla regione campania.”

Benevento, 22 settembre 2008

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comunicato stampa

Il federalismo, vecchie e nuove emergenze, la forza di una rinnovata classe politica.

di Pietro Di Lorenzo

 Il tema del federalismo è sempre più attuale e diventa così patrimonio di molti, anche le relative discussioni sono più coerenti ed il governo dimostra di voler fare sul serio, cioè annunciare le questioni e poi  affrontarle in tempi certi.

 La nostra regione è ancora saldamente nelle mani del centrosinistra, che, nonostante il trasformismo e le brutte figure rimediate a livello mondiale per lo scandalo rifiuti, non sembra voler passare la mano. Vero è, che quello che appare sulla stampa, è soltanto una parte del grave disagio che i cittadini sono costretti a subire, a causa del malgoverno imperante negli enti locali. Alle azioni concrete dell’esecutivo nazionale fanno da contraltare il pressoché immobilismo di regione, province e comuni, in cui gli amministratori sembrano fare i conti sulle cose che dovranno cambiare, sui servizi che non potranno più erogare a causa dei mancati trasferimenti di fondi dello Stato. Sembra, infatti, poco chiara a costoro la condizione economica in cui versa il Paese e l’intero sistema Italia. Probabilmente non si tratta soltanto di una questione di appartenenza politica, anche amministratori del centrodestra, negli enti locali, continuano a chiedere cosa debbono fare perché sono diminuiti i trasferimenti di fondi, dimenticando che il loro compito è appunto di gestire quello che possiedono e cioè l’immenso patrimonio di un comune, di una  provincia o di una comunità montana. È finita l’epoca degli interventi  milionari a pioggia e la ghiotta opportunità di gestire potere e portafoglio, adesso la gloria bisogna meritarla e sudare le proverbiali sette camice per far quadrare i conti. Alcuni dicono, esagerando, che occorre reinventare il ruolo di amministratore. A parer mio non è così! Occorre invece fare l’amministratore, ma farlo sul serio! Amministrare i soldi pubblici, proprio come si fa con le proprie  risorse. È questa la grande prova per una classe politica veramente nuova ed al passo con i tempi. Per fare questo bisogna saper dire anche di no ai propri elettori ed ai propri amministrati. Ma bisogna chiarire i perché dei no e rendere forti le decisioni assunte con un autentico coinvolgimento popolare. Per fare questo, serve che gli amministratori siano parte integrante della comunità che  gestiscono, ecco allora la vera rivoluzione, il vero banco di prova per il centrodestra.

Non basta perciò dichiarare di essere di questo o quel partito, per essere classe dirigente bisogna andare oltre, dimostrando con i fatti di voler sul serio occuparsi dei problemi di una comunità. Serve quindi l’appartenenza ed il necessario radicamento al territorio.

Pietro Di Lorenzo

vice coordinatore provinciale di FI – PDL

 

 





Telese, riflessioni sul popolo della libertà

 

di Fulvio Del Deo

 

Noi Italiani siamo ormai abituati ai capovolgimenti di significato delle parole e al loro uso strumentale.

 

Quando -ad esempio- si tratta di mandare i nostri soldati su infuocati fronti di guerra, diciamo che vanno in MISSIONE DI PACE; oppure, quando parliamo di luoghi dove depositare la spazzatura usiamo il termine ISOLA ECOLOGICA... e così via.

 

Facciamo un esperimento: inseriamo nel motore di ricerca d'immagini prima la dicitura italiana "isola ecologica" e poi la stessa, in altre lingue: in Italiano troveremo solo immondizia e discariche; nelle altre lingue visiteremo perlopiù posti paradisiaci.

 

Provare per credere. Basta cliccare sui link qua sotto:

Italiano

Inglese

Francese

Ebraico

Greco

Russo

 

Viene da chiedersi: questa mania tutta italiota di stravolgere il significato delle parole da dove nasce?

Ma soprattutto chi la mette in atto e per quale ragione!??

Io ho il sospetto che si tratti di una sorta di BISPENSIERO (vedi "1984" di George Orwell) per svuotare la parola e svilirne l'efficacia. Perché -si sa- la parola, quando ha significato, è il mezzo più potente in assoluto.

Ciò che mi preoccupa è che il nostro Belpaese non è nuovo a questo fenomeno, poiché qualcosa di molto simile si è già verificato durante il Ventennio fascista. A quel tempo era il Duce a stravolgere la nostra lingua con termini carichi di italica mascolinità, ma del tutto vuoti di significato. Oggi c'è la tivù. E, guarda caso, dietro la tivù educatrice-rincoglionitrice di masse, c'è la Casta formata dall'insieme dei nostri oligarchi.

Col crollo del Muro di Berlino, qui in Italia non eravamo in pochi a illuderci che la nostra democrazia si sarebbe finalmente sbloccata e che avrebbe visto una normale alternanza al Governo, come in tutti i paesi civili. Eppoi, ormai lo sapevano tutti che i comunisti italiani non mangiavano bambini e che, anzi, a Reggio Emilia avevano i migliori asili del mondo, invidiati persino dagli Americani!

Sicché col PCI al governo sicuramente non avremmo avuto nessuno sconvolgimento, nessuna rivoluzione proletaria... probabilmente non sarebbe cambiato quasi nulla, ma ci potevamo almeno consolare pensando che non solo noi poveri napoletani, ma perfino i più sfigati dei calabresi avrebbero potuto sperare di mandare i loro piccini in scuole decenti... e la scuola -si sa- è la palestra di formazione dei cittadini del domani!

Le nostre umili speranze furono però subito disattese. Prima ci fu Mani Pulite che non pulì quasi nulla... subito dopo, la storica Discesa in Campo.

E così, mentre si apriva una delle pagine più tristi della nostra storia, la Tivù ci distraeva abbuffandoci di satira antiberlusconiana su tutte le reti, perfino su quelle dello stesso Cavaliere. E noi, fessi, ci sbellicavamo dalle risate illudendoci che fosse tutta una comica. Intanto un'immane tragedia si stava abbattendo sulla nostra democrazia.

Non so se questo mio pensiero potrà consolare gli irriducibili dell'ortodossia comunista ancora esistenti: oggi l'Italia -a parte il sole e il mare- è molto simile alla Russia, nell'aspetto dei suoi leader, nel modo di gestire la cosa pubblica, nel modo di esercitare il POTERE ecc..

E i due leader -guarda caso- sono grandi amiconi!

Ci vorrebbe un bel coraggio a dirsi "Popolo della Libertà", se le nostre "isole ecologiche" non fossero in realtà lunghe file di cassonetti...

Un tempo, quando dicevo «Sono di Telese» troppo spesso mi facevano eco «Ah, il paese di Mastella!» e io, vergognandomi un po', spiegavo che a me Mastella non piace e che poi lui è di Ceppaloni però la sua festa, la fa qui alle Terme ecc...

Oggi, riflettendo sul cambio di bandiera avvenuto su quelle stesse Terme in conseguenza della nuova direzione del vento... credo che non dirò proprio più «Sono di Telese», ma mi limiterò a dire «Sono un Napoletano della diaspora».

A tutto c'è un limite: me metto troppo scuorno!

Fulvio Del Deo

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it