1 marzo 2008
Telese, D’Occhio nel PdL, An non gradisce

 

 

29-02-08

 

 

Fa discutere la scelta dell’ex sindaco di Telese Terme, Giuseppe D’Occhio. Il passaggio all’Udeur sul finire dell’agosto scorso e l’abbandono sul finire di questo febbraio, non inducono commenti favorevoli o, almeno, quello di Alleanza nazionale, non lo è.

 

La critica, la perplessità, arriva proprio da quel partito “sdoganato” dalla sua politica che portò, nel 1985 a creare un’alleanza per il governo del Comune di Telese, tra l’allora Dc e l’allora Msi: un primo esempio di PdL, insomma. Altri tempi, per Scetta, ma soprattutto frazioni di un percorso politico di D’Occhio che inducevano altre considerazioni. Quelle sopraggiunte, fanno citare al giovane presidente alleatino, una massima di Churcill: “Ci sono persone che cambiano idea per amore del proprio partito e persone che cambiano partito per amore delle proprie idee”.

 

“Nel nostro caso, forse, non c’è né l’una né l’altra, perché chi lascia un partito per seguire un’idea vuol dire che ha un’idea, come chi cambiando partito, lo fa per seguirne una. Qui si cambia e basta. Incuranti del partito scavalcato ai livelli bassi, incuranti di apparire saltimbanchi, incuranti delle spiegazioni da dare. Dichiarare che si è agli antipodi della politica mastelliana e che si preferisce stare all’opposto della sua collocazione, mal si concilia con improvvisi dietro front. Se poi si arriva al dietrofront del dietrofront, allora: o siamo all’assunzione di una posizione qualunquistica dell’ex sindaco, o siamo di fronte a chissà cos’altro.

 

Non riesco ad immaginare che ad agosto scorso, quando D’Occhio è passato all’Udeur, questi già sapesse di una futura collocazione di questo partito nel centrodestra, non riesco ad immaginare che si venga accolti da qualcuno di vertice freddamente.


Vuol dire che non si è graditi? Vuol dire che anche laddove il “riciclo” è una pratica in auge, si possono incappare in resistenze? Allora io mi porrei una domanda: Nel PdL, quanti preferiscono la politica di D’Occhio? Vorrei concludere dicendo che non diamo pagelle o classificazioni che hanno attenzione per la persona, esprimiamo giudizi sull’operato politico-amministrativo di questi anni. E, francamente, non ci piace. Se poi An ha condiviso per larga parte la politica docchiana, altri tempi, altre persone, altre scelte da farsi e che non sono state fatte”.


Valori, una parola che Scetta ripete spesso. Quelli che lo portano a dire: “Siamo per il dialogo, per la semplificazione del quadro politico e siamo per rispondere all’istanza del popolo. E proprio per questo ritengo che si debba puntare su altro che non sia avvicinabile al trasformismo o al perseguire un modello che non tuteli il bene comune”. Valori. Quelli che Scetta usa ancora e “che mi rendono perplesso anche di fronte all’evoluzione futura della mia esperienza politica”.

 


     

 Valle Telesina


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