3 luglio 2009
Da oggi in Italia lo straniero irregolare è un reato
Gianluca Aceto

 

 

Diventa legge il pacchetto “sicurezza”. A colpi di fiducia.

Molta parte è dedicata ai migranti. Da oggi in Italia lo straniero irregolare è un reato.  

 

La patria del diritto e di Cesare Beccaria introduce una nuova fattispecie: il reato ontologico.

 

Commette reato anche l’italiano che affitta una camera al clandestino o il pubblico ufficiale che non lo denuncia.

 

Queste  nuove norme – tutte - andrebbero profondamente conosciute da ogni italiano e italiana.

 

Cercavo parole adeguate per descrivere lo sdegno e la vergogna senza cedere al turpiloquio. Non ce l’ho fatta.

 

Prendo a prestito, come altre volte, da Erri De Luca.

 

 

Lettera dei piedi (a proposito di migranti)

da Liberazione di mercoledì 13 ottobre 2004

 

«Vedo la nostra colonna di piedi in cammino sulla crosta secca dei deserti. Non abbiamo ali, però due magnifiche piattaforme da viaggio in fondo al nostro corpo.

In fondo? Solo perché guardo i miei piedi dall’alto della testa? In verità i piedi sono il fondamento, l’equilibrio, l’andatura, e tutta la bella differenza tra un albero e un uomo. Vorrei raccontarvi un po’ di tenerezza e di riconoscenza per i piedi.

Voi siete il collo del mondo, la sua testa pettinata, il naso delicato, voi siete cima dell’umanità. Noi siamo i piedi che reggono il corpo nel cammino, che si fanno bastare un po’ di acqua per ripulirsi la sera. Noi siamo i piedi dell’umanità, che è un corpo strano. Ha più piedi che cuori, più piedi che fronti, e in genere più piedi che scarpe.

Noi siamo i vostri piedi innumerevoli, battiamo campi e strade della terra per raggiungervi. Siamo sostegno del vostro corp-economia, costiamo poco a volte pure niente, un piatto riscaldato. Siamo pianta poggiata sotto le fatiche da voi non più gradite, sopportate. Facciamo i vostri servi, i vostri prigionieri, esaudiamo le vostre fregole sui vostri marciapiedi, facciamo i figli che non fate, scriviamo i libri di avventure che a voi non succedono più.

Veniamo dal centro della terra, risaliamo la gabbia dei paralleli, non ci facciamo fermare da nessuna espulsione, da nessun campo di prigionìa, nessun naufragio. Lastrichiamo di ossa il vostro mare, siamo la vostra nuova barriera corallina. Veniamo da così lontano che nessuna distanza ci sgomenta. Siamo scalzi e non sentiamo spine, scottature, morsi di scorpione, abbiamo un cuoio per pelle, un cuore pieno di ossigeno rosso e un colore imbrunito.

Nessuna polizia ci può offendere più di quanto già siamo stati offesi. Nessuna prepotenza può pretendere da noi la minima sorpresa. Siamo lapilli usciti dal vulcano, siamo senza numero e anche ridotti a questo, a solo numero, ci moltiplichiamo all’orizzonte facendo scimunire i contatori.

Appoggiatevi a noi, sopra di noi, vi reggeremo il corpo, pagheremo i tributi della vostra età di pensione, spaleremo la neve, sbatteremo i tappeti, allisceremo il prato perché noi siamo i piedi e conosciamo il suolo del mondo passo a passo».

 

Non denuncerò mai un immigrato irregolare che non abbia offeso persone, cose, morale o pubblica amministrazione. È il mio modo per vergognarmi un po’ meno del mio Paese, non avendo casa o appartamento da dare in fitto.

Si è fatta larga, troppo larga, la distanza tra morale e legge. E se proprio devo scegliere, scelgo la prima.

Italia, 2 luglio 2009


 

 

     

  Il Crogiuolo


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