4 giugno 2009
Alterio: essere onesti senza scorciatoie
segnalazione di Antonio Alterio

 

 

AGAPOSTROFANDO: ESSERE ONESTI, SENZA SCORCIATOIE.

Questo articolo è di Don Luigi Merola, grande persona , grande uomo di Dio, grande dono e grande amico che ho avuto modo di conoscere, oggi vive sotto scorta ed è consigliere sulla legalità del ministro della Pubblica Istruzione.

 

Telese Terme 29/05/2009             

con affetto, a Voi meravigliosi Telesini,  Alterio Antonio.

 


 

 

E NOI CRISTIANI?

Torniamo a scoprire la buona abitudine di fare il nostro dovere fino in fondo.

Corruzione e disonestà sono due facce dell’imbarbarimento della vita sociale e delle relazioni personali. Una realtà allarmante nel Nord come nel Sud. E non si salva nessuna istituzione. Prima come parroco di Forcella in Napoli e oggi come Presidente di una Fondazione che si occupa di bambini cosiddetti a “rischio”, ho toccato con mano che in Italia si fa poca prevenzione. Non si investe a sufficienza nella formazione. E’ venuta a mancare, è venuta meno un’etica sociale perché mancano le agenzie educative e, dove pur esistono, spesso non lavorano insieme.

 

Parlo della famiglia, della scuola e della Chiesa, che hanno un ruolo fondamentale. In casa non c’è più la mensa attorno alla quale ci si parla, sostituita dalla televisione –spazzatura. Sempre più famiglie italiane sono divise o separate. Pur di fuggire al tempo si ci rifugia spesso nei centri di bellezza e in quelli commerciali. A scuola mancano maestri consapevoli della propria “missione”, che parlino ai ragazzi con coraggio e determinazione, che mettano al centro l’alunno come persona e non lo considerino un numero. Mancano le scuole aperte fino a sera tardi dove ci si incontra per fare attività laboratoriali, per togliere i ragazzi dalla strada. Poi come diceva Paolo IV, nella Chiesa mancano i “testimoni”.

 

Troppe chiese chiuse, troppi burocrati del sacro in giro. San Giovanni Bosco considerava l’oratorio l’unico luogo adatto per formare “onesti cittadini e buoni cristiani”. Ma che cos’è l’onestà? E’ la buona abitudine di fare il proprio dovere fino in fondo. Costi quel che costi, il cittadino onesto non si tira indietro di fronte a una scelta giusta, non accetta il compromesso né la via facile, non si lascia suggestionare dai soldi. Ci sono in giro troppi corrotti e corruttori, entrambi colpevoli alla stessa maniera. Certo non aiutano gli interi quartieri delle città del Sud abbandonati a se stessi, senza illuminazione adeguata, fogne, servizi di aggregazione per i ragazzi.

 

E poi troppi uomini politici accettano il compromesso e si fanno eleggere con i voti dei mafiosi. Ci sono lunghe pagine di processi terminati con dure condanne verso uomini di partito. Troppi concorsi truccati o appalti dati senza rispetto delle regole. L’elenco potrebbe essere lungo .Ma perché si è arrivati a questo punto?Torniamo a scoprire la buona abitudine di fare il nostro dovere fino in fondo.

 

C’è richiesta e urgenza di valori. Esiste una fragilità dovuta al poco sforzo fatto e ai pochi sacrifici sostenuti. Abbiamo dato ai nostri giovani troppo, senza distinguere ciò che è bene da ciò che è male, col risultato di un infragilimento etico diffuso. “Valore” nel  vocabolario italiano significa” punto di riferimento”. Quali punti di riferimento abbiamo offerto? Non insegnamo scorciatoie ai ragazzi, ma parliamo di più dell’importanza dell’onestà, per esempio nel superare bene un esame perché si è studiato e non perché abbiamo chiesto una raccomandazione.

 

Il tutto con lo sguardo al domani, perché saranno proprio loro, i giovani, i futuri amministratori di una città, i tutori dell’ordine, i magistrati, gli insegnanti. Rendiamoci conto che basta poco per appassionare i nostri giovani, farli infervorare e trascinarli verso il bene. C’è bisogno di uno sforzo in più nell’educazione e nella formazione. Invochiamo per il nostro paese più insegnanti, più educatori, più maestri e meno poliziotti e carabinieri. Quando questi ultimi arrivano, è già troppo tardi.Ce la possiamo fare a cambiare l’Italia, rendendola più giusta e onesta.

Concludendo con le parole di Don Peppino Diana, parroco di Casal di Principe (Caserta), ammazzato dalla camorra il 19 marzo 1994: “Morire per Cambiare? No, cambiare per non morire”

 

Non aspettiamo ancora per cambiare le nostre cattive abitudini e comportamenti.

 

Cambiamo oggi, per costruire un’Italia, una Valle , i nostri paesi in cui i nostri figli e insieme a loro ci siano sempre più “ buoni cristiani e onesti cittadini”.

 Per gentile concessione di Astra Ricerche alla famiglia Alterio si pubblica un’indagine realizzata dal titolo “ Chi punta il dito: Con gli Intrallazzi nel mirino”.

 

Età chiamata in causa 18-34 anni

Stato Civile . in famiglie con quattro o più componenti.

Ceto: studente o non occupato.

Residenza: Roma-Napoli-Bari- Palermo.

 

Tre votanti su quattro hanno indicato che disonestà e corruzione sono gravi e diffuse nel nostro tessuto sociale. A differenza del podio dei vizi, analizzato, emerge ora un identikit molto più preciso dell’accusatore. Primo indizio l’età: il nostro è da poco diventato maggiorenne e non ha superato i 34 anni. Il 79% dei giovani, infatti è urtato dalla disonestà e dalla corruzione dilagante: sono tutte persone che negli anni di “Mani Pulite” frequentavano le superiori o addirittura le scuole dell’obbligo. Invece i più adulti forgiati dall’esperienza, forse si fanno meno illusioni in proposito…

 

Grosso modo corrisponde anche il ceto, perché la  fascia più preoccupata per questo vizio è quella degli studenti e degli inoccupati ( 84%), seguita a ruota dai laureati, visto che l’81% di loro si è lamentato in proposito. Parliamo di giovani, quindi non stupisce troppo scoprire che l’accusatore naviga di frequente in internet, dove può avere accesso a molte informazioni, da cui verosimilmente ricava dati che lo confermano nella sua preoccupazione. Altro particolare carico di significato è la provenienza: le grandi città dal Lazio in giù, cioè Roma,Napoli,Bari, Palermo. Otto abitanti di queste zone su dieci ritengono grave e diffusa la corruzione e la disonestà. Completano il quadro, ma con percentuali meno significative, il sesso e la composizione del nucleo familiare. Prevalgono di poco gli uomini, abitanti in famiglie con quattro o più componenti.

 

Nel ringraziare gli amici a cui esprimo la mia grande solidarietà e vicinanza che mi stanno regalando come dono il coraggio di continuare a parlare e ad occuparmi di queste problematiche che spero possano svegliare le coscienze di tutti i telesini per donare un futuro migliore e più vivibile, più buono e onesto , in particolare a Don Luigi voglio regalare e a tutti VOI:

 

PER RICOMINCIARE:

“La prosperità mette gli animi a dura prova, perché le miserie si sopportano, ma la felicità ci corrompe”. In realtà è facile scoprire che il benessere corrompe: se si solleva il manto dorato che avvolge personalità popolari nei vari campi del successo, emergono miserie morali, vergogne, disonestà, corruzione…l’abbondanza intacca la coscienza rendendola amorale, colpisce la mente ottundendola e ferisce il cuore cancellandone la sensibilità. Dice il salmista:” Dell’orgoglio si fanno collana, la violenza è il loro vestito, dal loro cuore traboccano pensieri perversi, scherniscono e parlano con malizia, minacciano dall’alto con prepotenza, levano la bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra”( 73,6-9)”.

                                                G. Ravasi, mattutino, da Avvenire  

 


 

 

     

  Il Crogiuolo


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