9 marzo 2009
Le Janare, viaggio nella memoria del Sannio
Lia Buono

 

 

 

CHI  ERANO LE JANARE?

 

Donne vissute nel Sannio nel 1500 e perseguitate per stregoneria. 

Attraverso le loro storie è possibile aprire una porta alle donne in cerca di sé stesse.

 

Un viaggio nella memoria del sannio che permette un viaggio interiore attraverso le nozioni perdute e quelle sopravvissute della  psiche più profonda  risvegliata in questo particolare momento storico di crisi sociale ed esistenziale per il mondo femminile che è chiamato a farsi carico in prima persona delle sorti della umanità.


la Janara emerge dal profondo della nostra storia ,le donne del passato di  Benevento, che, nel XVI secolo sono state oggetto di campagne persecutorie: le  "janare", donne colte, erboriste,guaritrici, conoscitrici dei misteri della galassia e della luna segreti e nozioni ereditati e tramandate da madri, nonne e trisavole,donne legate alla medesima catena di dolore.

Nella ricerca  si intuisce la vera essenza della femminilità che si esprime  attraverso la anima delle donne, nella energia mentale che si realizza in uno stato di solitudine utile a ritrovare la essenza della natura intuitiva,intensa e piena di talento, che da alle donne poteri eccezionali, intuito interiore che le rende creature magiche e infernali.

 

Esiste ingente materiale di ricerca,da raccogliere ed approfondire sulla materia, una mole di nozioni , una serie di elementi che riemergono dalla nostra più profonda memoria, detti sentiti dai nostri nonni, che solo nella meditazione riemergono, sapere  interiorizzato che costituisce l’architrave della nostra psiche.

 

Le Janare sono uno  spunto alle donne moderne per riflessioni diverse che permettono di ricostruire pezzi mancanti pezzi perduti, capaci di riattivare un sapere e una passione ancestrale.

 

Consente   il ritrovamento della parte più ferina e al contempo materna rappresentata dalla natura madre delle donne.  

 

La danza delle Janare è la danza del ritmo femminile, la ciclicità delle donne che segue i cicli della natura, il moto delle stagioni, il moto silenzioso dei pianeti, il ciclo “vita morte vita”.

 

La Sannita è Donna appassionata, è donna alla ricerca delle proprie radici,nella fase della vita del ritorno a casa, un luogo mentale per accettare le fasi della propria esistenza meglio se con coraggio determinazione e pazienza.

La Sannita preferisce in questo momento rimanere nell’ambito del culturale e del religioso, è presente vigile e attenta, ma decisamente lontano dal modello della caricatura di donna che si va proponendo nel mondo della politica e della satira, dalla femminilità da “baraccone” proposta dei media.

 

 Importante è la storia delle donne che ci hanno preceduto per riunirsi a quella parte di sé per ritrovare la propria appartenenza, stare con sicurezza e orgoglio nel proprio corpo che cambia …   , per parlare ed agire per proprio conto, in prima persona e ritrovare i poteri femminili innati dell’intuito e della percezione ,riprendere i propri cicli.

 

Donna,  non è la pelle che fa le rughe,né i capelli che diventano bianchi, donna è quello che non cambia,la sua essenza:

è intuito,veggenza,colei che sa ascoltare, impulso, sentimento e memoria.

 

Lia Buono

 

     

  Il Crogiuolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it