24 novembre 2009

Confucianesimo, Caserta: cronache di dialogo

Fulvio Del Deo

 

 

 

 

 

Un’innata curiosità, mi induce a chiedermi quanti siano informati sulla storia di Anacleto Zimbri e Priscilla Slavone. Non si tratta di extraterrestri. No, sono due confucianisti, italiani, Casertani. Certamente saranno in pochi ma non per indifferenza o ignoranza verso un fenomeno in ascesa. La vera ragione va ricercata più semplicemente nell’immagine che i media rappresentano del Confucianesimo in Italia: semplicemente lo ignorano.

 

Anacleto Zimbri , 34 anni, nativo di Pollena in provincia di Napoli, insieme a sua moglie Priscilla Slavone, 28 anni, nativa di Trocchia, sono sacerdoti confuciani della comunità del basso casertano. Entrambi provengono da percorsi religiosi molto simili: di famiglia luterana il primo, si è convertito al confucianesimo all'età di 14 anni, grazie all'influsso di un bravissimo insegnate di aikido, venuto a mancare due anni fa, e per il quale serba un grande affetto. Di famiglia cattolica convertita al buddismo, sua moglie, abbracciò il confucianesimo sei anni fa quando conobbe lui.

 

«Il Confucianesimo, -sostiene Zimbri- non si può considerare una vera e propria religione, poiché ha sempre convissuto in modo relativamente pacifico con Daoismo e Buddismo, che sono da ritenere le religioni vere e proprie: un detto cinese, che dice sanjiao yijiao ("tre religioni, una religione")»

«l confuciani danno grande importanza alla famiglia e ai suoi valori. -precisa Priscilla Slavone- Ai bambini s'insegna il rispetto per i genitori e per gli anziani, e si insegna a ubbidire ai loro consigli. Gli antenati vengono venerati sia nei templi sia negli altari domestici. Le principali scritture sacre del confucianesimo sono i Cinque Classici, in cui sono raccolte poesie, rituali e precetti che esprimono molti insegnamenti di Confucio.»
«Gli insegnamenti confuciani -continua Zimbri- vertono più che altro sulle norme morali di comportamento che ogni individuo deve seguire, non perché gli siano imposte, ma perché, dopo averle apprese tramite uno studio rigoroso, egli sa esattamente come deve agire nella società.»
Alla nostra domanda "cosa ne pensa della religione da cui proviene e delle altre religioni in genere?", Anacleto e Priscilla rispondono all'unisono:
«La cosa più importante in ogni religione degna di essere tale è il rispetto della libertà dell'individuo, della sua libertà di abbracciare quella religione piuttosto che un'altra e di poterla lasciare quando vuole, senza che ciò comporti una tragedia per nessuno, senza che ciò scateni anatemi.»
«Ci sono religioni - continua Priscilla Slavone- che costringono i propri fedeli a rimanere legati a vita a quella stessa religione contro la loro volontà e condannano anche con la morte chi se ne voglia allontanare. Quelle stesse religioni costringono la donna a condizioni umilianti sin dalla più tenera età, privandola dei suoi sacrosanti diritti.»

 

 

     

  Il Crogiuolo


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