18 marzo 2009

14a edizione "Giornata in ricordo delle vittime delle mafie"

Fulvio Del Deo

 

 

 

21 marzo, memoria e impegno

 

 

L'uscita nei cinema del film Fortapasc in questi giorni mi riporta a un momento tremendo e indelebile di 24 anni fa. Tornavo a casa, a piazza Leonardo insieme a mia sorella. Era una di quelle sere di settembre dall'aria ancora estiva in cui è bello fare tardi, tardissimo. In piazza un sacco di polizia. Non era uno spettacolo insolito in quegli anni di piombo. Apprendo incredulo la notizia la mattina dopo al tr regionale. Pasquale Nonno, direttore del Mattino, prende le distanze da quel ragazzo scomodo: «No, non era un mio giornalista: era un abusivo!» Il mondo crolla: he was my brother! Dentro di me monta una rabbia che avrei spaccato tutto.

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=g6BlIQ-Yc_g

 

 

 

Si svolgera' a Napoli, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la quattordicesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" promossa da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie e Avviso Pubblico e con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del comune di Napoli, la Provincia di Napoli e la Regione Campania.

 

Fulvio Del Deo

 

 

 



16/3/2009 - "FORTAPASC"

Paolo Siani: "Mio fratello non era Don Chisciotte"

Oggi a Napoli il film di Marco Risi sul giornalista ucciso
FULVIA CAPRARA

ROMA
Questa sera, al Teatro San Carlo, ci saranno tutti, gli amici, i parenti, i colleghi, le personalità del mondo politico. Un appuntamento importante, per celebrare il ricordo di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, protagonista del nuovo film di Marco Risi Fortapasc. Davanti alle immagini l’ondata emotiva sarà forte, anche per questo il fratello Paolo ha chiesto e ottenuto di vedere la pellicola in anticipo: «Ero con mia moglie, in una stanzetta. Non volevo ci fossero altre persone, volevo sentirmi libero di vivere le mie emozioni. E così è stato». Quando le luci si sono accese, la commozione era ancora potente: «E’ un film bello, poetico, delicato, forte. Racconta bene chi era Giancarlo, un giovane allegro, felice, contento, che faceva con passione il mestiere di giornalista, o almeno tentava di farlo. Voleva capire e raccontare, senza voler essere né un eroe né un Don Chisciotte». Giancarlo Siani, morto a 26 anni, lavorava per il quotidiano di Napoli Il Mattino, non era assunto, si definiva «abusivo», cioè precario, voleva fare il giornalista vero, quello che cerca le notizie, senza paura di mettere il naso in territori pericolosi: «Una sera ce l’hanno portato via - dice il fratello - da allora provo ancora rabbia. Giancarlo ha scritto Gomorra prima degli altri».

Sceneggiato da Marco Risi con Andrea Purgatori e Jim Carrington, Fortapasc ricostruisce gli ultimi quattro mesi della vita del cronista. Le indagini nella realtà di Torre Annunziata, regno di famiglie camorristiche in lotta fra loro, sono come un binario che porta dritto alla sua morte: «Ci sono voluti 12 anni e diversi processi - spiega il regista - per comprendere perché Siani sia stato l’unico giornalista ucciso dalla camorra. Per me questo è un film necessario, soprattutto oggi, in una Napoli umiliata, perché Giancarlo può diventare un raggio di luce, una nuova speranza». Secondo suo fratello, nella lotta al crimine organizzato, tante cose sono cambiate: «La società civile è molto più forte, e anche lo Stato». E pure Risi, in fondo, nonostante tutto, vede una luce di riscatto: «Sappiamo tutti quanto la Campania sia costantemente sotto osservazione, ma, mentre in Gomorra tutto appare disperato, nel nostro caso, una possibilità positiva resta. Mi auguro che gli spettatori possano provare il desiderio di somigliare al nostro protagonista». Sceglierlo non è stato facile, Libero De Rienzo ha ottenuto il ruolo dopo molti provini: «Mi ha convinto la sua partecipazione emotiva, le cose che mi ha detto dopo aver letto il copione, cose che rivelano quanto avesse capito il personaggio nella sua profondità e complessità». Il trucco e gli abiti di scena hanno fatto il resto: «La prima volta che ho visto Libero sul set, pronto per recitare, ho ritrovato in lui Giancarlo, ne aveva catturato l’anima».

L’anteprima di stasera è dedicata anche ad altre vittime, in platea, al San Carlo, siederanno Lorenzo Clemente, marito di Silvia Ruotolo; Alfredo Avella, papà di Paolino, ucciso a 17 anni dai rapinatori che volevano rubargli il motorino; Lucia e Annamaria Torre, moglie e figlia di Marcello Torre, sindaco di Pagani. Nel film alcuni hanno accettato di fare da comparse, «per ricordare le vite dei nostri congiunti attraverso le nostre facce». Invitati anche esponenti della magistratura, come il procuratore Giovandomenico Lepore, il capo dell’antimafia napoletana Franco Roberti, il pubblico ministero Armando D’Alterio che alla fine ha risolto il caso Siani. A fare luce sull’ammazzamento era stato un cammorrista pentito, Ferdinando Cataldo. Aveva ammesso di aver preso parte alla riunione in cui si decise di uccidere Siani e anche di essersi offerto volontario per compiere il crimine.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/cinematv/

grubrica.asp?ID_blog=33&ID_articolo=1169&ID_sezione=260&sezione=

 

 

 

 

 

 

     

  Il Crogiuolo


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