13 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo, il pericolo inizia adesso

Fulvio Del Deo

 

 

 

Il pericolo inizia adesso e si chiama sciacallaggio. E non mi riferisco solo a quello spicciolo dei ladruncoli che scavano nella macerie per rubare qualcosa, e nemmeno all'ovvio sciacallaggio che useranno i nostri politici più meschini in campagna elettorale. Parlo di sciacallaggio a lungo termine.

Nel 1980 studiavo scienze geologiche presso l'università di Napoli. Alcuni mesi dopo del terremoto del 23 novembre, l'osservatorio vesuviano stampò delle dispense (che io riuscii ad avere un po' di stramacchio tramite un prof.) in cui si parlava di come quella scossa, se non proprio prevista nei dettagli, si sapeva benissimo che stesse per arrivare in quei giorni, in ragione delle osservazioni fatte su tutta una serie di fattori che non sto qui a elencare.


Se ci si fosse premurati di avvisare la popolazione (anche a rischio di sbagliare!) e si fossero allestite delle tendopoli,  non dico che si sarebbero salvati tutti gli 8.848 feriti e 2.735 morti, ma sicuramente la gran parte.


Per concludere, in quegli appunti si affermava con chiarezza che in Italia non si faceva quel lavoro di prevenzione, principalmente per due ragioni:

  1. per mancanza di coordinazione e di piani precisi;
  2. per evitare il rischio di speculazioni sugli immobili.

Sono passati 29 anni da quel terremoto, la scienza ha fatto passi da gigante, ma l'Italia sembra essere ancora più indietro di allora.


Il mio timore adesso è che dei grossi pesci, degli squali, faranno di tutto per speculare sul meraviglioso centro storico dell'Aquila, cercando di sbattere in periferia gli attuali abitanti in cambio di un bell'appartamento.


Già il fatto che il nostro Presidente del Consiglio abbia messo a disposizione "alcune delle sua case" ai terremotati la dice lunga sulla situazione di persistenti e diffuse anomalie presenti nella nostra ex-democrazia.

 


 

Cari lettori.

 

Intendo raccogliere la vostra adesione a una brevissima lettera al ricercatore Giampaolo Giuliani, affinché in questo paese chi si ostina a usare il cervello non rischi di sentirsi terribilmente solo.

Aspetto vostre risposte:
fuilviodeldeo@tele2.it

 




Egregio Ricercatore.

Con la presente, vogliamo manifestarLe la nostra riconoscenza per il lavoro che svolge quotidianamente e ringraziarLa per il coraggioso tentativo di salvare vite umane, ingiustamente costatoLe un avviso di garanzia per "procurato allarme". In quest'Italia, dove una sorta di tele-lobotomia sembra contagiare tutti, ci preme informarLa che non sarà mai vana l'ostinazione a usare il cervello delle persone come Lei.

Con profonda stima:

(seguono le firme)

 

 

     

  Il Crogiuolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it