14 novembre 2009

Piccole imprese, rilancio delle attività produttive?

Pietro Di Lorenzo

 

 

Quando arriva la ripresa economica ed il rilancio delle attività produttive?

 

I capannoni sempre più vuoti e semideserti, le saracinesche abbassate dei negozi che aumentano ogni giorno ed il blocco dei cantieri, rappresentano l’amara realtà di una crisi che continua a persistere. I proclami e gli annunci non sembrano sortire alcun effetto. Anche le proteste estreme di alcune categorie produttive, come la consegna delle chiavi delle aziende o lo sciopero della fame, rischiano di sfiorare addirittura nel ridicolo. La moltitudine, sempre più numerosa, di rappresentanti della “casta politica” che ci governa, non sembra voler imbroccare la strada giusta.

Si preferisce continuare a credere in qualcosa che se proprio si deve fare, è opportuno che lo faccia qualcun altro. Ed ecco quindi che si assiste al paradosso di uomini politici che per fare qualcosa giungono perfino a “scioperare” a fianco dei cittadini, a manifestare la propria incondizionata solidarietà nei confronti delle imprese, per ritornare poi ad amministrare rilanciando provvedimenti che non sostengono né il mondo produttivo e non incoraggiano neppure la ripresa economica.

Durante poi i dibattiti televisivi è un rincorrersi di insulti e promesse con ribaltamenti di ruoli tra gli opposti schieramenti. Le proposte del centrodestra sono osteggiate quando la maggioranza al governo è di centrosinistra e sono poi portate alla ribalta dalla sinistra dall’opposizione quando comanda il centrodestra.

A turno viene quindi osannato il ruolo della piccola impresa, come vero motore dello sviluppo italiano, ed effettivamente hanno ragione. La piccola impresa è il fulcro dell’economia del belpaese. L’impresa italiana ha però bisogno di meno chiacchiere e più fatti. E questi devono essere compiuti dalle istituzioni. Si invoca da anni una serie di moderne riforme strutturali che il Governo non sembra voler fare, nonostante gli annunci, forse, per questo, c’è ancora tempo.

Poi in Campania è pressante, quanto inascoltata, la richiesta di sicurezza e di infrastrutture. Da troppo tempo si denuncia che i fondi comunitari spesi finora hanno rappresentato una delusione per le aspettative e le attese  che s’erano create.

La moltiplicazione degli interventi è stata forse la principale causa del fallimento. Con i fondi 2007/2013 è stato annunciato un cambiamento di rotta. Ma non è da escludere che l’attuale classe politica, faccia anche peggio della precedente. Una speranza potrebbe forse esserci con le elezioni regionali del prossimo anno. Abbiamo il diritto di crederci!

 

 

 

Ing. Pietro Di Lorenzo

 

 

 

 

 

     

  Il Crogiuolo


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