17 gennaio 2008
Cronaca di un giorno normale!
Gino Di Vico

 

 

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Viviamo in un'epoca mediatica, la nostra vita ancor più che per come è vissuta, acquista spessore per il modo in cui viene raccontata. Le parole non hanno corpo, ma di certo un loro peso specifico: possono essere molto leggere o pesare come macigni. Molte di esse sono spese nell'inno quotidiano ai Valori dell'Umanità: la Pace, la Solidarietà, la Correttezza e la Lealtà, la Cristianità, la Fratellanza Cosmica: concetti sufficientemente generici per essere adattabili ai nostri comodi.

 

I "figli" sono disorientati dalle nostre condotte contraddittorie, fanno fatica a crearsi metri di giudizio, a costruirsi un'identità solida che non ceda alle spallate della modernità, alle vecchie e nuove insidie. Dovremmo, gli adulti, essere per i giovani fari, riferimenti credibili e invece, il più delle volte, non appariamo che insegnanti di pura teoria.

 

La libera protesta, il giudizio, l'opposizione a uno stato di cose che si ritenga insufficiente, la denuncia dei guasti sono conquiste della democrazia.

Non è ammissibile, in nessuna misura, la cattiva fede di chi per le posizioni che occupa e le cose che fa, certamente possiede strumenti di conoscenza e discernimento: non c'è giustificazione all'uso strumentale della verità di chi ricopre un ruolo di educazione, di diffusione di valori spirituali, di chi "sta in mezzo", maggioranza o opposizione, alla gestione e al governo del bene pubblico e ben conosce le dinamiche di gestione dei problemi.

 

Il progresso ha migliorato le nostre vite: siamo tutti più bravi, leggiamo libri e il giornale (alcuni addirittura lo scrivono); discutiamo di filosofia, di pedagogia e di storia, siamo rappresentanti illuminati di cultura e sapere, padri e madri di figli: dispensatori di vita.

 

Sventoliamo al balcone la bandiera della Pace nel Mondo e ci sentiamo assolti da responsabilità più grandi: non le mettiamo in collegamento con le "modiche quantità" del male che anche noi diffondiamo. Ci scagioniamo con emotività davanti alla Tv, alle notizie terribili del telegiornale, nei convegni e negli interventi, nelle raccolte di fondi, nelle recite a Natale, nel ricorso facile e gratuito alla retorica delle parole. Sottoscriviamo proclami, inni alla legalità, cartelli di DIVIETO; chiediamo sempre più sanzioni, pene e multe, provvedimenti. Sempre e dovunque "regole": la Legge Morale, come diceva un filosofo, che detta i comportamenti minuti e quotidiani probabilmente non abita più dentro di noi.

 

Come vogliamo posare la testa sul cuscino, prima di andare a dormire, con quale leggerezza del cuore di avere fatto la nostra parte?

 

 

 

 

     

  Il Crogiuolo


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