10 novembre 2007

Le fatture dell'avvocato, di Paolo Sassetti

segnalazione di Giovanni Festa

 

 

 

Vi ricordate il film "Il socio", con Tom Cruise e Gene Hackman? Tom Cruise è un giovane e brillante avvocato che scopre che lo studio legale presso cui lavora è al servizio della malavita e, in particolare, di una famiglia mafiosa italo-americana. La FBI gli fa pressione perché le fornisca le informazioni necessarie per incastrare i mafiosi e lo studio legale. Cruise sa che, se lo facesse, tradirebbe il segreto professionale e sarebbe radiato dall'ordine degli avvocati.

 

Esce brillantemente dalla vicenda, scoprendo che lo studio legale aveva la prassi di sovrafatturare ai clienti. Documenta la sovrafatturazione che consentirà alla FBI di perseguire lo studio per un reato penale federale. Per ragioni professionali faccio uso di diversi studi legali in più di una città d'Italia. Di uno di questi, di cui ometterò la sede, avevo notato un tentativo di sovrafatturami alcune prestazioni. In altri termini, le ore contabilizzate per una certa consulenza erano spropositate rispetto alla tipologia di servizio reso. All'avviso di fattura, contestai le ore addebitatemi. 

Lo studio rispose che quelle erano le loro consuetudini, che non potevano farmi una fattura minore e che i loro clienti erano normalmente soddisfatti.

 

L'Ordine degli Avvocati prevede una procedura di contestazione delle parcelle, detta "ricorso in prevenzione" con la quale un cliente può contestare in maniera documentata le pretese dello studio legale. La "prevenzione" della formula riguarda la prevenzione di un possibile atto ingiuntivo. Attivai tale procedura nella sconsolata convinzione che l'Ordine, per difesa della corporazione, avrebbe dato ragione allo studio legale, ma che non potevo comunque accettare supinamente un atto di arroganza.

 

Ebbene, la questione si è risolta semplicemente con la rinuncia de facto dello studio legale ad ogni pretesa nei miei confronti, anche di quella parte di pretesa che sarebbe stata "congrua". In altri termini, l'Ordine degli Avvocati della città cui mi ero rivolto non mi ha risposto, lasciando cadere la questione, e lo studio legale non ha reiterato alcuna richiesta di pagamento: evidentemente ha preferito rinunciare a tutta la parcella anziché essere richiamato dall'Ordine e creare un precedente imbarazzante ed allarmante (per gli altri clienti), giacché l'evidenza della sovrafatturazione era palese.

 

Tutto bene quel che finisce bene? Mica tanto! Se l'Ordine degli Avvocati non fa pubblicità a casi come questo, per un caso che si risolve come ho descritto, grazie alla testardaggine del cliente, tanti altri passano sotto silenzio con il relativo ingoio del rospo. 

Altro che "reato penale federale" (USA), qui è "pratica da passare sotto silenzio" (ITA)!

 

Dunque, interroghiamoci: l'autoregolamentazione degli Ordini professionali offre le migliori garanzie agli utenti?

 

Paolo Sassetti

Analista finanziario indipendente

 

 

MOVIMENTO DIFESA CITTADINO - MDC -

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Note informative:

GIOVANNI FESTA

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