20 ottobre 2009
Garofalo: Minacce per Berlusconi, Fini e Bossi
Lucio Garofalo

 

 

Minacce per Berlusconi, Fini e Bossi

 

La logica cinica e criminale che regola la "strategia della tensione", è riassumibile nel famigerato slogan "destabilizzare per stabilizzare".

 

E' risaputo che la "strategia della tensione" fa miracoli, è il miglior rimedio per un governo in crisi o in calo di consensi. Come è già accaduto altre volte nella storia, per riacquistare il consenso perduto basta qualche bomba, oppure solo la minaccia di una bomba o di un attentato terroristico.

 

Come avvenne nel caso del regime democristiano, che intorno alla metà degli anni '70 era travolto dagli scandali ed era sprofondato in una fase di declino che sembrava quasi inarrestabile sul piano ideologico, politico ed elettorale, mentre il Partito comunista era in netta ascesa, ebbene nel 1978 il sequestro Moro capitò esattamente come il cacio sui maccheroni e riuscì a salvare la Dc e il suo sistema di potere politico, affaristico e criminale, da un crollo certo e definitivo.

 

Ed ecco che la storia si ripete sempre, la prima volta in tragedia, la seconda in farsa.

 

Infatti, è una commedia palesemente ridicola e surreale, se non addirittura grottesca, la lettera inviata sabato 17 ottobre al quotidiano "Il Riformista", contenente minacce, indirette, di morte per Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi da parte di una sigla, le sedicenti "Brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente". Una sigla buffa e farneticante, già adoperata all'inizio di ottobre per una missiva spedita ai giornali "Il Messaggero", "Il Foglio" e "Il Fatto quotidiano", e immediatamente giudicata dagli investigatori come assolutamente inattendibile, folle e delirante.

 

Lucio Garofalo

 

 

     

  Il Crogiuolo


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