21 dicembre 2007

...E sotto l'albero cenere e carbone

Aldo Maturo

 

 

 
Quest’anno Babbo Natale ha portato cenere e carbone alla provincia di Benevento.  Si è classificata al penultimo posto, per qualità della vita, tra le 103 province italiane nel dossier che “Il Sole 24 ORE” elabora, ormai da 15 anni. Ultima è Agrigento.   E’ andata molto peggio dell’anno scorso perché c’è stato uno scivolamento verso il basso di 13 posti e forse non serve a consolare l’onorevole piazzamento nell’ordine pubblico, dove si è passati dal 35° al 25° posto.

Medaglia d’oro,argento e bronzo alle tre province autonome, Trento,Bolzano ed Aosta classificatesi al 1°,2° e 3° posto e bisogna arrivare al 6° per trovare Milano, all’8° per Roma e all’11° per Firenze mentre Napoli naviga verso l’86° posto.

Per il tenore di vita  al 1° posto c’è Milano e al 101° posto c’è Benevento. I successori dei sanniti riescono ad avere un risparmio medio bancario di  5.304 euro, pochino rispetto ai 27.676 dei milanesi mentre riescono a  sopravvivere con una pensione media mensile per persona pari a  456,11 euro, la metà di chi vive a Milano.

Nei consumi Benevento è ultima in graduatoria con 280,7 euro per abitante rispetto ai 600,9 euro di quelli che consumano di più, gli abitanti di Aosta. Abbastanza economiche le case, con un costo medio al mq. di 1.600 euro negli appartamenti semicentrali, ben lontani dai 5.150 euro di Roma, la più cara.

Anche nel settore affari e lavoro si è passati dal 76° al 91° posto (-15) ed invero spiccano le poche imprese (3,38) ogni 100 abitanti e i protesti bancari di 102,37 euro pro capite. Cattivi pagatori  quindi, al pari stavolta dei milanesi e romani, risultati i peggiori  d’Italia.

Non va molto meglio nella ricerca di lavoro dei giovani con un 83° posto, comunque meglio di Napoli o di Palermo,ferma all’ultimo posto. Critico l’inserimento lavorativo: poco meno del 50% dei giovani tra i 25 e i 34 anni è occupata rispetto a Varese dove lavora il 90% dei giovani della stessa età.

Un grande scivolone verso il basso, con la perdita di 70 posizioni, c’è stato nell’Ambiente e Salute, dove si è passati dal 30°al 100° posto. In realtà non si comprende bene il motivo, vista la posizione riportata nei vari settori presi in considerazione.
 Ottima infatti è stata la presenza di scuole d’infanzia (17° posto),buona la presenza di infrastrutture (66° posto), la fiducia dei sanniti nel loro sistema sanitario (78°),la velocità della giustizia. Precipitato invece l’ecosistema urbano  penalizzato con un piazzamento al penultimo posto in Italia.

Confortante la situazione dell’ ordine pubblico dove Benevento passa dal 35° al 25° posto, grazie ai ridotti furti in casa, ai pochi scippi e borseggi, allo scarso numero di minori denunziati. Metà classifica, 43°, per le rapine: 27 ogni 100.000 abitanti mentre Napoli (103°) ne ha 455  preceduta da Caserta con 253. La maglia nera per l’ordine pubblico, sommando tutti gli indicatori, va in assoluto alle città più ricche, in ordine decrescente Milano, Genova, Torino, Bologna, mentre Napoli si piazza inaspettatamente al 59° posto e Matera al 1° come nel 2006.

Ottima posizione anche per la popolazione con una  densità abitativa di 139 abitanti per kmq (Napoli ne ha 2639 e Roma 749). Forse perché si è poco prolifici, se è vero che rispetto al 2002 nasce “quasi” un bambino ogni 1000 abitanti.  E’ in perdita anche il rapporto tra chi va via e chi arriva: su 100 abitanti che si trasferiscono ce ne sono 97 che arrivano.

In compenso i giovani tra i 19-25 anni studiano molto, perché ci sono 70 laureati ogni 1000 abitanti, una percentuale molto alta che pone Benevento al 35° posto. Va male invece con gli stranieri, perché solo l’1,7% riesce a regolarizzare la sua posizione.

Tra le ultime posizioni – 95° -  anche  il tempo libero, una graduatoria dove al 1° posto c’è Firenze, al 2° Rimini, al 3° Milano, al 4° Bologna e al 5° Roma. Poche infatti  le attività culturali e ricreative, i cinema, le mostre. Non va meglio alle librerie e stranamente anche  l’indice di sportività  classifica la provincia al 97° posto. In ogni caso sempre meglio che vivere a Isernia, Enna o Vibo Valentia, che chiudono la graduatoria per quest’area.

 
Torna in mente la statistica secondo Trilussa : “ È na' cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa…….seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno: e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due.”

Una situazione generale poco incoraggiante anche se la lettura non scopre nulla di nuovo né sorprende più di tanto.

La storiella del pollo di Trilussa da anni serve ai professionisti della politica per sminuire l’importanza di queste indagini, per sorriderne con aria di sufficienza. Qualcuno ha detto anche che sono inaffidabili perché sono state elaborate dal quotidiano della confindustria  e sarebbero quindi strumentali. Forse non è il caso di attribuire un valore assoluto a questi risultati che comunque sono l’elaborazione di 36 indicatori statistici,  suddivisi in 6 macroaree, forniti senza interesse di parte da enti che vivono quotidianamente queste problematiche (Unioncamere, Istat, Inps, Abi,Banca d’Italia, etc.).

Chissà però se per i parlamentari di questa provincia possono rappresentare almeno un valido motivo di meditazione, uno spunto di riflessione per un intimo esame di coscienza. Natale è vicino e vorremmo poter vedere sotto l’albero una loro letterina  con la promessa di essere nel 2008, per quanto di competenza, più attivi e più attenti alle esigenze del territorio e degli elettori. Fra pochi giorni si gira la boa: facciamolo con ottimismo lasciando all’anno che finisce la cenere e il carbone.


 

 

     

  Il Crogiuolo


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