28 marzo 2009
La condizione femminile
Antonio Reodolfo Mongillo

 

 


La donna sin dagli albori della vita cosciente ha portato il carico della trasmissione della vita assumendosi tutto il sacrifico della procreazione non avendo in cambio che solitudine, schiaffi, male parole e irriverenze. Gli uomini, dall'intelletto portato al fare, al creare utensili vari, non ha dato il giusto peso alla sensibilità, all'amore alla compagna, mamma dei propri figli. Vita negletta per lei che è nata bella ma col passare degli anni la sua vivacità, la sua spensieratezza, il suo dolce e fresco sorriso di chi cavalca il vento si trasformano in pensieri,in grosse responsabilità in figli d'accudire, in moglie ed amante del marito violento che a volte la trascina, afferrandola per i capelli fuori dell'uscio della capanna, della dimora.

 

Per lei è sempre stato valido ad litteram il concetto di Schopenhauer che si nasce nel dolore e si muore nel dolore e in questo continuo oscillare, piccoli barlumi di terrena felicità soli si intravedono. Per lei quei barlumi sono attimi fugaci, irrisori, quasi nulli. Passano ere storiche, secoli e secoli senza nulla cambiare.

 

Se intelligente si mostrava, più capace del maschio allora per lei si aprivano le porte arcane del dubbio, che fosse figlia del diavolo, che sapesse le magiche parole per portarsi sotto il noce a danzare con il caprone, simbolo dell'infernale mondo dei demoni. Cacciata dal popolo, dalla sua stessa gente e parenti si doveva allontanare a mangiare erbe amare della misconoscenza, della paura. Veniva torturata, vilipesa e perfino uccisa. Nelle terre meridionali ancora oggi ella si trova schiavizzata dal potere maschile, a lavorare sette volte sette più del marito, ad avere un salario magro, troppo magro tanto è............... una femmina, capace solo di procreare.

 

Ed oggi, in questa società avaloriale ove si è dato posto alla presentalizzazione, all'avere tutto e subito, l'anello debole è la femmina che a undici, dodici, quattordici e persino, bambina, di sei anni viene picchiata e perfino stuprata dai famigli, parenti o dal gruppo animalesco che se ne approfitta e approfitta ancora per soddisfare il suo desiderio, per sentirsi virile, macho davanti all'altro o agli altri che soli, senza scopo, senza futuro brutalizza per nascondere l'insicurezza, l'arretratezza culturale. Ed ella piangente, nasconde la propria colpa di esistere, di essere additata per sempre come la donna di tutti.

 

L'8 marzo si festeggia la festa della donna ma si dovrebbe ricordare non come festa ma come giorno della memoria delle vittime del malaffare.

Difatti, le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al 1908, quando, pochi giorni prima di questa data a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le disagiate condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni; l'8 marzo il proprietario, Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Lo stabilimento, non si sa se accidentalmente o in maniera dolosa, prese fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme.

 

Dopo qualche anno questa data fu proposta da Rosa Luxemburg, come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Il triste accaduto ha dato seguito, negli anni immediatamente successivi, ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile morte delle operaie nel rogo della fabbrica.

 

Successivamente, con il diffondersi delle iniziative che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale: diventò il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, e la mimosa ne diventò il fiore emblematico. L'usanza di regalare mimose per la festa della donna si è diffusa in Italia nel 1946.

 

 

LA TEMATICA DELLE PARI OPPORTUNITÀ

 

MOTIVAZIONE

 

La tematica delle pari opportunità e in particolare l'esigenza di superare stereotipi e modelli culturali che discriminano la donna caratterizza fortemente la realtà culturale e politica non solo italiana ma anche locale. L'informazione attualmente è un fattore fondamentale per la realizzazione della parità tra uomini e donne. Tuttavia, forme di discriminazioni sottili e pericolose sono veicolate dai mezzi di comunicazione: il permanere di forme esplicite ed implicite sulla stampa della cultura che alimenta messaggi basati sugli stereotipi sessuali maschili e femminili, l'uso del corpo della donna, l'assenza di spazio sufficiente per l'informazione sulle tematiche che interessano direttamente e indirettamente le donne.

 

OBIETTIVI

 

Rispettare la dignità di ogni uomo e di ogni donna

 

Contrastare ogni forma di umiliazione della differenza

 

Assumere un orientamento culturale disponibile a leggere il mondo in termini nuovi, in positivo e comprensivo di tutte le differenze

 

Conoscere il fenomeno giuridico - conoscenza delle leggi e dei valori che le hanno ispirate

 

inserire all'interno delle discipline una rilettura di "genere" inteso come l'assunzione di un nuovo punto di vista

 

immissione nelle discipline di nuovi saperi che facciano giustizia delle ottiche finora perpetrate ai danni della donna

 

 assumere atteggiamenti e comportamenti tali che, nell'osservanza delle norme giuridiche, favoriscano l'impostazione corretta dei rapporti interpersonali

 

adozione di codici di comportamenti in cui si individuino modi, strumenti per superare i pregiudizi

 

 

 

FINALITÀ E RISULTATI ATTESI

I fenomeni relativi alle discriminazioni inducono a riflettere sulle responsabilità che la scuola ha, in misura sempre più rilevante, nei confronti delle nuove generazioni e sul ruolo che essa deve assumere per educare alla differenza, alla reciproca comprensione, all'accettazione dei modi di essere, pensare e agire diversi dai propri. E' opportuno, per anticipare il cambiamento, attivare nella scuola progetti educativi atti a modificare mentalità, atteggiamenti e modelli culturali radicati che umiliano la "differenza"

 

 

 

 


 

The real wealth of a-country is not its material wealth; it is its people.

They are the real streanght from which we draw pride and the trrees from which we receive shade. It is our fìrm conviction in this reality that directs us to put all efforts in educating the people.

 

ZAYED I


     

  Il Crogiuolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it