8 settembre 2009
Telese, solidarietà dell'Istituto Superiore ai precari
Maria Mucci

 

 

Al Ministro della Pubblica Istruzione

Al Dirigente dell’USP di Benevento

Al Dirigente dell’USR della Campania

Al Comitato insegnanti precari di Benevento

Al Presidente della Regione Campania

Al Presidente della Provincia di Benevento

Agli organi di stampa

 

Mozione approvata dal Collegio dei docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore di Telese Terme il 2 settembre 2009

 

Il Collegio dei docenti dell’Istituto Superiore di Telese Terme esprime solidarietà e sostegno alle lavoratrici precarie di Benevento che da giorni stazionano sul tetto dell’USP, per protestare contro la perdita di centinaia di posti di lavoro nella scuola in provincia di Benevento, e a tutti i precari  mobilitati in varie regioni d’Italia per difendere il loro diritto al lavoro.

Nella sola Campania si stimano più di 8000 posti in meno tra docenti e personale ATA già per questo anno scolastico, impedendo così la riconferma in servizio di moltissimi precari.

I provvedimenti legislativi adottati dall’attuale maggioranza governativa, e segnatamente il D.L. n. 112/08 ed il DL n. 133/08, prevedendo per il prossimo triennio tagli per circa 8 miliardi alle risorse finanziarie per la scuola statale, incidono pesantemente sulla qualità della scuola pubblica e sulla funzione che la Costituzione le assegna per lo sviluppo democratico e sociale del Paese.
Tali tagli comporteranno una drastica riduzione degli organici con conseguenti licenziamenti del personale precario in una situazione nazionale di grave crisi economica ed occupazionale;
A prescindere da ogni altra considerazione, è inaccettabile ed anche illogico che lo Stato-datore di lavoro, mentre afferma di voler sostenere l’occupazione, nello stesso tempo si appresta a licenziare migliaia di lavoratori della scuola, docenti e personale ATA,  precari  che lavorano nelle scuole con chiamata annuale da anni (alcuni anche da più di 10 anni).

I tagli di organici, inoltre, a fronte di un aumento della popolazione studentesca, provocheranno un aumento del numero di alunni per classe con conseguente violazione, in talune situazioni, della normativa relativa alla cubatura delle classi, soprattutto nelle scuole del Sud, per la maggior parte allocate in strutture  non idonee ed a volte addirittura fatiscenti.

Tutto ciò premesso,
il Collegio dei docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore di Telese Terme, a fronte della gravità dell’attacco alla scuola statale,

dichiara

il proprio sostegno alle varie forme di mobilitazione a difesa dei livelli occupazionali nella scuola;

esprime

il proprio parere contrario alla riconduzione delle cattedre a diciotto ore e, soprattutto, alla costituzione di cattedre di più di 18 ore. Questi provvedimenti impediscono di articolare le cattedre in funzione della continuità didattica,  tolgono alla scuola la possibilità di utilizzare eventuali ore a disposizione per le molteplici e sempre più pressanti necessità didattiche, riducono il numero delle cattedre in base a criteri puramente economici e non didattici. In un momento, come l'attuale, in cui i tagli indiscriminati stanno colpendo la scuola pubblica, è doveroso cercare di contrastare il più possibile gli effetti negativi sul fronte occupazionale e dei carichi di lavoro di questi provvedimenti;

 

auspica

che tutte le forze democratiche si mobilitino unitariamente insieme alle istituzioni per il blocco dei tagli e la stabilizzazione del personale;    
 

chiede

che sia adottato un provvedimento urgente per sospendere l’applicazione dei DD.LL. n. 112/08 e 133/08 anche in considerazione dell’attuale situazione economica e sociale che non può tollerare il licenziamento di migliaia di precari e che, in ogni caso, sia garantito il mantenimento in servizio al personale precario;

sollecita

 

i Parlamentari della Campania, la Regione e gli Enti Locali a promuovere tutte le più opportune iniziative nei confronti del Ministero per garantire la qualità della scuola ed  evitare i drastici tagli degli organici che provocherebbero, in una situazione economica molto critica, migliaia di licenziamenti e lo smantellamento ed impoverimento della scuola pubblica.

Non serve farsi vedere nei luoghi della protesta ed esprimere solidarietà,  se si continua nella solita strumentalizzazione politica, usando una occasione drammatica come passerella o motivo di polemica, e dimenticando di essere corresponsabili dell’approvazione in Parlamento di provvedimenti devastanti per la scuola pubblica nei vari governi degli ultimi anni. Non avevano previsto, i politici di centro-destra e di centro-sinistra, le conseguenze dei provvedimenti da loro approvati? Invece di proferire le solite dichiarazioni di solidarietà, o promettere 2 o 300 posti a titolo personale, dovrebbero spiegare ai precari in lotta perché i tagli riguardano soprattutto le regioni del sud, ed in particolare la Campania, e perché solo negli uffici scolastici delle province campane ancora non sono state pubblicate le disponibilità residue dopo la farsa delle immissioni in ruolo e le utilizzazioni dei soprannumerari creati dai tagli della riforma Gelmini.

La lotta dei precari può essere lo strumento per riportare al centro del dibattito politico la scuola e la sua centralità per il Paese. I tagli  peggiorano le condizioni di lavoro e determinano la diminuzione del tempo scuola ed è  questo che lega la lotta dei precari alla lotta del personale a tempo indeterminato: la difesa di un bene comune essenziale quale è la scuola pubblica.                                               


 

 

 

     

  Il Crogiuolo


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