28 giugno 2009
Velatamente: con lo sport per la salute… mentale
Salvatore Sorrentino

 

 

 

 

Non è la prima volta, invero, che i media regionali si interessano al progetto terapeutico – riabilitativo Velatamente; già La Repubblica almeno in un paio di occasioni cosi come l’edizione regionale del Tg3 avevano mostrato interesse e sensibilità per l’idea, pubblicando un paio di articoli ad essa riferiti. Ma è stato stamattina che, grazie all’articolo di L.Signorini sul Corriere del Mezzogiorno (inserto regionale del Corriere della sera), ho realizzato che esso ha ormai raggiunto una consacrazione a livello regionale. Ed è per questo che ho deciso di condividere con voi il mio orgoglio. Ma procediamo con ordine.

E’ piuttosto naturale alleggerire la monotonia dal proprio turno di lavoro scambiando opinioni e, più in generale, interagendo col proprio collega. Si tratta per lo più, di discorsi professionali carichi di ambizioni e di investimenti che però per una serie di ragioni, piuttosto di rado hanno l’opportunità di tradursi effettivamente in veri e propri protocolli operativi, ma è anche vero che se conducono all’intuizione giusta, possono preludere alla realizzazione di grandi progetti.

 

In attesa che ciò avvenga, si continua a discorrere e ciò è tanto più piacevole e proficuo quanto maggiore è l’affinità  che ci lega al nostro compagno. Nel nostro caso di fatto, io e il mio collega siamo sempre stati accomunati oltre che da un rapporto meramente professionale, da numerosi altri interessi e da una complementarietà e una sintonia che è ben presto sfociata in una sincera amicizia sempre più consolidatasi nel tempo.

I discorsi che facevamo (e che tuttora facciamo) si nutrivano dei nostri progetti, delle nostre aspirazioni, delle nostre idee; una in particolare si rivelava cosi ostinatamente presente che alla fine decidemmo di darle un’opportunità e ci mettemmo a lavoro per realizzarla.

 

La primavera del 2000 fu caratterizzata per noi da mesi di frenetico lavoro, ognuno per le sue capacità ma entrambi armati del medesimo entusiasmo: analisi della letteratura scientifica disponibile, verifica della fattibilità, contatti e mediazioni con i diversi livelli istituzionali coinvolti, alla fine, non senza difficoltà, approntammo un progetto terapeutico riabilitativo che con grande fierezza decidemmo di sottoporre all’attenzione dei nostri referenti istituzionali. Di li a poco il progetto Velatamente si tramutava in realtà operativa e la prima esperienza di questa natura all’interno della nostra azienda e probabilmente della città di Napoli, muoveva i suoi passi iniziali.

Cosi nasceva il progetto Velatamente, “nei corridoi” dell’Unità Operativa di Salute Mentale del DSB 52 dell’ASL Napoli 1 per i suoi giovani utenti con disagio importante; cosi “c’imbarcammo” nella nostra avventura. Perché di questo si è trattato all’inizio, un’emozionante e affascinante avventura resa irripetibile dalla sua unicità e dal carattere assolutamente pionieristico.

 

 

L’obiettivo fondamentale del nostro lavoro sarebbe stato quello di promuovere la salute mentale degli utenti di nostra competenza attraverso una nuova metodologia ed una prestazione alternativa rispetto a quella canonicamente inscritta all’interno delle mura dell’Unità Operativa. Qualcosa che, facendo leva sull’interazione con la natura, avesse fornito ai partecipanti  gli strumenti adatti a sperimentare competenze ed abilità occultate dalla malattia, nonché favorito la socializzazione contribuendo nella sua complessità ad intaccare lo stereotipo sociale del “matto” inaffidabile ed irrecuperabile. Tracciare una nuova rotta usando strumenti antichi ed elementari, nella speranza implicita di riuscire a dominare gli insidiosi vortici della follia, questo era in estrema sintesi il compito prestabilito.

 

Era da tempo che le condizioni meteorologiche non si mantenevano cosi stabilmente belle in quel periodo, anche per questa ragione quell’estate noi la ricorderemo sempre come quella in cui abbiamo imparato a governare una imbarcazione e a dominare le brezze, a scivolare tra le onde del mare chiacchierando rilassati al caldo tepore del sole. La ricorderemo per quell’inconsueto anelito che ci accomunava tutti, per quella sintonia che ci rendeva sicuri di noi stessi, per la voglia di stupirci del semplice volo dei gabbiani e dello sciabordare delle acque.

 

Molti di noi non avevano mai azzardato tanto, ed è per questo che rievocare quel periodo ci suscita sempre delle piacevoli emozioni. Ed anche quando tutto finì, cosi com’era stabilito, gli effetti benefici di quell’esperienza continuarono a farsi sentire nel tempo a venire, sottoforma di coraggio, spirito d’iniziativa, capacità di autodeterminazione.

 

 

Fu in quel periodo che, sull’onda del successo ottenuto, iniziammo ad allargare gli orizzonti della nostra “idea”, a puntare più in alto, ad essere ancor più ambiziosi: un progetto Velatamente di ampio respiro, che abbracciasse l’intera realtà sociale cittadina cercando il coinvolgimento di tutte le istituzioni e le organizzazioni sensibili alla causa, prime tra tutte la sezione di Napoli della Lega Navale Italiana ed il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Napoli 1.

 

Cosi iniziammo a dare corpo a questa nuova idea, moltiplicando i nostri sforzi in maniera direttamente proporzionale al nostro entusiasmo. Anche in questo caso le difficoltà non mancarono ma, nel frattempo la nostra equipe di lavoro, il nostro equipaggio, si arricchiva ulteriormente di personalità e professionalità con cui confrontare i pensieri e condividere la fatica, ed il lavoro.

 

Nel maggio 2007, conclusasi la fase progettuale e di ratifica da parte degli enti coinvolti, il progetto terapeutico riabilitativo “Velatamente: un approccio alla vela” si avvia concretamente con una dimensione cittadina.

 

 

Da quel momento ad oggi, oltre ad aver preso parte a numerose manifestazioni sportive e sociali, come le edizioni 2008 e 2009 della Velalonga, l’equipe di lavoro ha intrapreso numerosi cicli di attività coinvolgendo oltre a tutte le dieci Unità Operative di Salute Mentale dell’omologo Dipartimento dell’ASL Napoli 1, tutte le organizzazioni e le persone che si sono dimostrate sensibili all’iniziativa: terzo settore, gruppi familiari, sponsor di diversa natura e caratura, simpatizzanti e semplici cittadini, ricevendo un ottimo riscontro.

Nel tempo, sono stati coinvolti un totale di circa 70 utenti, che hanno quasi tutti mostrato di gradire ed ottenere grande beneficio dall’attività. Non è questo il contesto per fornire dati oggettivi a suffragio di queste affermazioni; basterà semplicemente evidenziare come dai discorsi dei ragazzi (si riportano di segutio alcuni brani) sia spesso emerso il piacere fisico derivato dal contatto con la natura, la brezza marina, l’acqua, il tepore del sole oltre la soddisfazione di veder affiorare aspetti inattesi e piacevoli di se e degli altri compagni. Qualcuno ha persino confidato di essere riuscito a gestire la propria paura come mai in passato, grazie alla vicinanza dell’equipe e degli altri compagni. Per altri, invece, già “il semplice allontanamento dalla famiglia” e dalla solidità della terraferma è stato un traguardo impensabile in precedenza.

 

Gli aspetti positivi della mia esperienza con il gruppo Velatamente sono stati molti. Il primo aspetto è quello di essere stato indipendente senza essere influenzato troppo da mia mamma, di aver pensato con la mia testa senza essere influenzato troppo da altri, ma ascoltando i consigli degli accompagnatori, di essere stato autonomo nelle mie cose e di essermela cavata bene senza problemi. Il secondo aspetto positivo è quello di essere stato lontano dalla mia casa e soprattutto della mie abitudini, come il ripetere determinate azioni tutti i giorni quando mi sveglio, quando vado a coricarmi. Il terzo aspetto positivo è quello di aver sentito di aver fatto parte di un gruppo e di aver trovato due amici nuovi con i quali uscire. Infatti in questi giorni sto coltivando queste due nuove amicizie.

 

Velatamente per me è stata un’esperienza importante sotto diversi punti di vista.

-          La prima cosa che mi ha fatto capire questa esperienza è quello di saper vivere in gruppo con le persone, che è molto importante sia per me stesso che per gli altri.

-          Un’altra cosa importante è stato il contatto con il mare, perché mi sono sentito coinvolto dalla natura che mi ha regalato alcune sorprese che non potevo mai immaginare come per esempio quando abbiamo visto i delfini. L’attrazione di queste meraviglie mi hanno aiutato anche a livello psicologico, stando lontano i pensieri che mi circondano nella testa; essendo che si respirava aria pura che ha attraverso i polmoni va al cervello sotto forma di ossigeno che serve per purificare il sangue e il cervello.

 

Io… (scrive il suo nome) sono stato invitato al gruppo Velatamente dal centro mentale che frequento. C’erano molti ragazzi come me nella Lega navale ed è stato molto interessante ascoltare quello che ci dicevano gli operatori sulle barche, il vento, il timone, i nodi ecc. In alcuni giorni si è fatto un po’ noioso però ce la siamo cavati abbastanza bene. Il mio problema è sempre quello che mi riesce un po’ difficile seguire i dottori e le pillole, e le siringhe e i discorsi che mi facevano. Bhè del resto quelle pillole mi hanno stordito del tutto mi portano stanchezza, sonnolenza e irrequietezza alle gambe. Invece sulla barca il sonno mi passava e mi divertivo con gli altri ragazzi soprattutto quando mi hanno fatto guidare la barca.

 

 

Nelle ultime settimane l’equipe del progetto ha compreso di avere raggiunto una maturità tale da poter intraprendere un’esperienza originale e totalmente indipendente: la “crociera Velatamente.”

 

Partiti da Napoli a fine maggio, sono stati toccati i porti delle località marittime più incantevoli della regione: Procida, Ischia, Castellammare di Stabia, Salerno, Amalfi, Agropoli e Marina di Camerota dove l’evento si è concluso con la partecipazione alla “Regata delle Torri Saracene” che ha rappresentato l’occasione per rientrare nel porto di Napoli, a casa. Durante il tragitto, in una sorta di staffetta nautica lunga più di 400 miglia, si sono avvicendati diversi equipaggi formati da operatori ed utenti Il grande successo dell’iniziativa è stato reso possibile dalla disponibilità e collaborazione delle sedi locali della Lega Navale e delle Unità Operative di Salute Mentale; ciò ha permesso ai partecipanti di interagire e confrontarsi con realtà omologhe e tuttavia distanti, ma anche di cogliere sfumature inattese di territori e luoghi famosi ma remoti. Come quando, al largo di Procida, l’imbarcazione si è fermata perché tutti potessero godere con la necessaria tranquillità lo stupendo spettacolo del tramonto, o quando si è riusciti a dominare un mare burrascoso ed avverso.

 

“Abbiam attraversato il mar a forza 7 e l’abbiam superato… grande velatamente forza cosi” si legge sul blog di Enzo, uno dei ragazzi partecipanti. A parlare con questa fierezza è la parte del suo mondo interiore che ha acquisito consapevolezza di mezzi e capacità e che reagisce alle avversità attraverso una risposta individuale e  corale, per mezzo del sostegno di un gruppo che mai ha smesso di cooperare per mantenere una rotta sicura e meditata.

 

Se questi rappresentano i risultati parziali di una prima pionieristica esperienza del genere, non possiamo che associarci al pensiero di Enzo… grande Velatamente, forza cosi!

 

 

Per informazioni: sorrsal@libero.it; su Facebook, cercare Velatamente; sito web: www.velatamente.it (in allestimento); blog: http://digilander.libero.it/velatamente07

 

Salvatore Sorrentino

 


 

 

 

     

  Il Crogiuolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it