13 maggio 2008
Caso Travaglio, il video e i commenti
fonti varie

 

 

''L'Authority sanzionerà 'Che tempo che fa' per avermi dato la possibilità di dire ciò che è vero''

Travaglio: ''Pentito? No. Ma ora mi manderanno via''


Nessuna ammenda per il giornalista dopo la
polemica politica scatenata dalle sue dichiarazioni sul neo presidente del Senato Renato Schifani nel corso della trasmissione 'Che Tempo che fa', su Rai Tre. Guarda il video. Di Pietro: ''Quando si tratta di difendere la Casta, i vari esponenti di partito di destra e di sinistra fanno quadrato''
 

Roma, 12 mag. (Adnkronos) - Nessun pentimento per Marco Travaglio (nella foto). Il giornalista non fa nessuna ammenda dopo la polemica politica scatenata dalle sue dichiarazioni (guarda) sul neo presidente del Senato Renato Schifani nel corso della trasmissione 'Che Tempo che fa', su Rai Tre.

 



"Pentito? Ma per piacere, non scherziamo. Figuriamoci se sono pentito per quello che ho detto. Anzi, sono stato anche troppo buono", afferma il giornalista.

Quindi, pur ammettendo di non aver ricevuto al momento alcuna comunicazione dalla Rai, Travaglio ipotizza quello che potrà succedere a breve: "L'Authority sanzionerà 'Che tempo che fa' per avermi dato la possibilità di dire ciò che è vero. La Rai mi potrà denunciare e poi stabilirà che io non potrò più collaborare con 'Anno Zero' e così si sono tolti i problemi".

Intanto Antonio Di Pietro continua a sostenere il giornalista e dal suo blog afferma: "Gli attacchi che sta subendo Travaglio solo per aver raccontato la cronaca di fatti veri ed accaduti e che riguardano nientemeno la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Schifani, dimostrano che, come al solito, quando si tratta di difendere la Casta, i vari esponenti di partito di destra e di sinistra fanno quadrato e diventano un tutt'uno (come accadde ai tempi dell'indulto)". E, insiste il leader dell'Idv, ''mi domando e domando: ma un giornalista che rivela circostanze sconosciute alla maggioranza dei cittadini adempie al proprio dovere di cronaca e di critica o no?''.

Al giornalista arriva anche la ''più sincera solidarietà'' dell'Associazione nazionale dei familiari delle vittime della mafia che incoraggia Travaglio ad ''andare avanti nella propria attività d'informazione" indicandolo come "l'espressione più nobile del giornalismo libero da ogni servilismo nei confronti del potere politico''.

Quanto alle frequentazioni con boss mafiosi del presidente del Senato della Repubblica, Renato Schifani, l'associazione ricorda che sono riportate nel libro 'I Complici' di Lirio Abbate e Peter Gomez.

 


 

Difendere Travaglio significa difendere la liberta di espressione e il diritto di cronaca

di Giorgio Santelli

Sono stato a Fiesole per raccontare le vicende dei giornalisti che lavorano nelle aziende editoriali con contratti non giornalistici. E’ la mia ossessione e Articolo 21 continuerà a parlare di loro fino a quando non si realizzeranno per loro nuove reti di garanzia.

Ma proprio perché convinto di questa battaglia oggi è necessario fare una levata di scudi contro il pericoloso attacco fatto a Marco Travaglio.

C’era chi rideva, qualche anno fa, nel momento in cui Biagi, poi Santoro, poi Luttazzi, poi Beha, poi Martini, poi Fini e tanti altri colleghi furono allontanati e poi esiliati dalla Rai. Oggi alcuni ridono per quel che sta accadendo a Travaglio.

Questo è l’errore più grave che possiamo commettere. Perché Travaglio ha esercitato un diritto di cronaca, perché è sbagliato dire che non doveva essere invitato da Fazio, perché è inopportuno affermare che vi sia stata una violazione del contradditorio.

Marco può aver sbagliato una sola cosa: offendere il Presidente del Senato in quei trenta secondi finali. Ma su questo il Presidente del Senato può sentirsi leso e decidere di difendere con il “diritto” la sua onorabilità.

Ma la stampa libera e la politica che considera la libertà di espressione un fondamentale diritto, non può attaccare Travaglio per quel che lui ha affermato nel corso dell’intervista.

Anzi: un giornalismo e una politica sani dovrebbero chiedere al Presidente del Senato di rispondere pubblicamente a quanto è stato sostenuto non unicamente dal giornalista nel corso di Che Tempo che fa, ma da altri colleghi, da articoli di giornale, da quanto è contenuto in alcuni libri che sono stati pubblicati.

Un’opinione pubblica sana dovrebbe pretendere di conoscere a gran voce eventuali collusioni di un esponente politico con la criminalità.

Una stampa davvero libera ha il dovere di dare il diritto di replica al Presidente del Senato. Anzi, dovrebbe inseguirlo e pretendere una replica, ma non una dichiarazione a cervello spento.

Da cittadino pretendo che i giornalisti inseguano il Presidente del Senato con ogni domanda utile a fare piena luce sulla vicenda eliminando qualsiasi ombra sulla vita della seconda carica dello Stato.

Ma se queste ombre dovessero rimanere, o se addirittura quelle accuse fossero confermate da atti, è la Seconda carica dello Stato che si dovrebbe chiedere se può restare al suo posto.

Per questi motivi è opportuno difendere Marco Travaglio. Per questo è giusto chiedere con forza alla politica e alle associazioni di categoria, al sindacato la difesa di Marco Travaglio.

Quello che sta accadendo a lui oggi potrebbe accadere presto all’informazione nel suo complesso, al più umile dei precari.

E’, dunque, una questione di libertà.

giorgio@santelli.info 

 


Grillo duro con Fazio: "E'un impiegato". Vita:"Il caso Travaglio e' il caso Rai". Colombo attacca Violante

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Marco Travaglio e Renato Schifani

"Non ho commenti su quelle persone... Non sono neanche giornalisti, sono impiegati". Beppe Grillo risopnde così, con un attacco a Fabio Fazio, a chi gli chiede un commento sulle scuse presentate in tv dal conduttore di 'Che tempo fa' per le parole di Marco Travaglio sul presidente del Senato, Renato Schifani. 

"Io - aggiunge Grillo - a prescindere da qualsiasi cosa, sono con Travaglio. Vi sembra che tentenni?. Travaglio non è un giornalista, è una grande persona; sono grandi persone che pensano e scrivono, non sono più giornalisti, sono qualcosa di altro; siamo tutti giornalisti, in rete, l'albo dei giornalisti ... Cosa vuol dire? L'albo dei poeti...".

Colombo contro Violante
Il caso trascina con sé una lunga serie di commenti e reazioni.
"Invece di stare dalla parte per la libertà di espressione, che se la usi male viene il giudice, l'opposizione, e specificamente la senatrice Finocchiaro del Pd, è corsa in aiuto del presidente del Senato- attacca Furio Colombo sul sito di
Articolo 21 - Ogni volta che si nota una minaccia, e in questo caso si tratta di ciò, ogni volta che si attacca un solo giornalista, occorre reagire, come si può e negli spazi ancora liberi".  E aggiunge: "Mi scandalizzano le parole usate da Luciano Violante che chiama 'pettegolezzo' ciò che ha scritto un giornalista che è scortato per minacce di mafia, ovvero Lirio Abbate, il cui frammento di libro è stato citato da Travaglio. Chiamare pettegolezzo una testimonianza di mafia, mi pare inconcepibile e sta allargando in modo allarmante il 'livello Bondi', che sta diventando il parametro a cui una parte di dell'opposizione aspira ad omologarsi".

Per l'ex direttore de l'Unità "c'è un caso Rai, evidentemente. La Rai nel suo insieme e nelle sue articolazioni è diventata allergica alla pura e semplice idea di libertà di informazione. Ciò che viene presentata come intervista, in realtà è intesa invece come una banale conversazione. Chi va alla Rai deve sapere che ci si aspetta di attenersi ad un galateo di pudici silenzi, ovvero di parlar d'altro. O al massimo di promuovere se stessi: un libro, un film, una canzone...".

Il treno Rai
"Il caso Travaglio in queste ore ha smesso di essere il caso Travaglio ed è diventato il caso Rai". Lo sostiene il senatore del Pd Vincenzo Vita, a lungo responsabile Comunicazioni nel Pds. "Fin troppo plateale è l'utilizzo di un'intervista su cui certo si può obiettare e opinare, per aprire un'offensiva tesa a mettere le mani sul servizio pubblico da parte della destra. Non e' la prima volta - continua Vita - ma questa è davvero grave, che un episodio discutibile assume le sembianze del 'cavallo di Troia' per un assalto reazionario. Tutto questo dopo le scuse, le prese di posizione e l'ampia opportunità offerta (giustamente) al Presidente del Senato di replicare all'intervista. Fatte le critiche, dunque, ci si renda conto che il gioco è ben altro e la partita si svolge ormai sul terreno della libertà e dell'autonomia della Rai. Insomma, al di la' di Travaglio, rendiamoci conto che è si è avviato un treno assai pericoloso".

"Ora è toccato a Schifani e domani?..."
Questo il titolo del post inviato da Clemente Mastella sul suo blog a proposito della partecipazione di Marco Travaglio alla trasmissione 'Che tempo fa?' di Fabio Fazio, sabato sera. Secondo Mastella, quelle del giornalista sono state "accuse, inopportune, fuori luogo, e del tutto gratuite nei confronti della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Renato Schifani al quale ribadisco la mia stima e la mia totale solidarietà".

"Tutto scorre come sosteneva Eraclito - dice ancora il leader dell'Udeur - L'unica cosa che resta invariata, purtroppo, è la tentazione, sempre piu' forte, di telepredicatori-giustizialisti di andare in tv senza contraddittorio, con il placet dei soliti Robespierre della politica, consentendo cosi' la distruzione della dignità dei non allineati. Tutto ciò, naturalmente, attraverso la benedizione del servizio pubblico, quello che i cittadini pagano con il canone. Chissà che non sia giunta forse - conclude Mastella - l'ora di rendere un po' più seria e meno partigiana la nostra tv?".

I familiari delle vittime di mafia: con Travaglio
L'Associazione nazionale dei familiari delle vittime della mafia esprime "la
più sincera solidarieta' a Marco Travaglio incoraggiandolo ad andare avanti nella propria attivita' d'informazione".   "Travaglio - si legge nel comunicato - incarna l'espressione piu' nobile del giornalismo libero da ogni servilismo nei
confronti del potere politico. Inoltre, essendo membri della nostra associazione alcuni familiari di giornalisti uccisi dalla mafia e morti in nome della liberta' di stampa, non possiamo tacere di fronte alle annunciate sanzioni, che corrispondono ad una vera e propria censura, da parte della televisione di Stato nei confronti di chi ha svolto in maniera impeccabile e corretta
il proprio dovere di giornalista".
 
L'agenda del Garante
Oltre alla puntata di sabato di 'Che tempo che fa', che ha ospitato Marco Travaglio, mercoledi' sul tavolo dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni tornerà anche il caso Annozero, cioè la puntata del primo maggio del programma di Michele Santoro che ha dato ampio spazio al V2-Day di Beppe Grillo e sulla quale l'organismo di garanzia ha già aperto un'istruttoria.

 

 


rai news 24

Caso Travaglio, verso sanzioni amministrative per la trasmissione di Fazio

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Fabio Fazio, conduttore de 'Che tempo che fa'

L'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, secondo quanto si apprende, nella prossima riunione del Consiglio in programma mercoledì si appresta a prendere provvedimenti nei confronti della trasmissione di Fabio Fazio, 'Che tempo che fa', per le dichiarazioni rese da Marco Travaglio sul presidente del Senato Renato Schifani.

I poteri dell'organismo di controllo vanno dal richiamo alla sanzione amministrativa: dovrebbe essere quest'ultimo, secondo quanto si apprende, il provvedimento che verrà adottato.

Continuano intanto gli strascichi polemici e le prese di posizione. Il ministro degli Esteri Franco Frattini considera le insinuazioni di Travaglio contro il presidente del Senato Schifani, "un attacco a freddo" di "una gravità strepitosa".

"Questa vicenda deve essere chiusa e archiviata, perché si cerchi, in questa fase di avvio delle legislatura, di avere un dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione per procedere con le riforme". Così invece il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parlando a margine dell'inaugurazione del Forum P.A.

Travaglio: mi accusano ma non dico se mento
Marco Travaglio non è assolutamente pentito per le frasi pronunciate sul presidente del Senato Renato Schifani. "Pentito io? Ma per piacere, non scherziamo. Figuriamoci se sono pentito per quello che ho detto. Anzi, sono stato anche troppo buono". Mi accusano, ha detto, ma non dicono se mento

 


 IL TEMPO 12/05/2008

Bufera a viale Mazzini

Rai, Travaglio fa vergognare anche Cappon

Dopo Michele Santoro, Marco Travaglio. Dieci giorni fa era stato il conduttore di Annozero con una puntata incentrata sulla figura di Beppe Grillo (e sul suo V-Day2 in cui il comico aveva attaccato addirittura il Capo dello Stato) a costringere i vertici Rai ad un intervento immediato.

 

 

Stavolta ci pensa il giornalista con la sua partecipazione, sabato sera, alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa. Trasmissione durante la quale Travaglio ha duramente attaccato il presidente del Senato Renato Schifani. Il giornalista ha citato un brano del suo libro in cui si fa riferimento ai rapporti tra il neopresidente ed alcune persone condannate per mafia.
Immediata la polemica, con il Pdl sulle barricate e viale Mazzini costretto a correre ai ripari. Già sabato sera il direttore di Raitre Paolo Ruffini si era dissociato stigmatizzando il comportamento del giornalista. Ieri è toccato al direttore generale Claudio Cappon prendere le distanze con una nota ufficiale letta in diretta da Fabio Fazio poco prima di cominciare la puntata domenicale di Che tempo che fa.


Una nota in cui Cappon si è dissociato a nome dell'azienda e ha definito il comportamento di Travaglio «inaccettabile in qualsiasi programma del Servizio Pubblico» anche perché «mette in campo critiche, insulti e affermazioni diffamanti senza alcuna possibilità di contraddittorio». Il direttore generale avrebbe già preso contatti con le strutture aziendali per valutare le iniziative da prendere. Anche Fazio che sabato sera aveva sottolineato di non condividere le parole di Travaglio si è scusato pubblicamente con Schifani.
Dal canto suo il presidente del Senato ha replicato a Travaglio dai microfoni del Tg1. «Si tratta di fatti inconsistenti e manipolati - ha spiegato - che non hanno dignità di generare sospetti. La verità è che qualcuno vuole minare il dialogo e il confronto costruttivo che ha caratterizzato l'inizio di questa legislatura». In ogni caso Schifani è certo che «se c'è qualcuno che deve pagare dei prezzi li pagherà, io sto pagando in queste ore, ma sono sereno, nessuno fermerà la mia azione».


Nel frattempo, però, si infiamma la polemica politica. La maggioranza chiede sanzioni esemplari e, contro Travaglio, scende in campo anche il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro: «Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio». E mentre i consiglieri di amministrazione Rai Giuliano Urbani e Angelo Maria Petroni invocano una svolta radicale nella gestione dell'azienda, Antonio Di Pietro difende il giornalista. «Esprimo solidarietà a Marco Travaglio - dichiara - perché ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti. Episodi che non possono essere cambiati o taciuti perché, da un giorno all'altro, una persona diventa presidente del Senato».

 

 

 

     

  Il Crogiuolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it