7 agosto 2007
Autovelox irregolari, si estende la portata della truffa
AA.VV.

 

 

 In sintesi:

 

Nascosti tra gli alberi, posizionati subito dopo una curva. Oppure, in strade dove il limite di velocità massimo si dimezza, quasi come una trappola, nel giro di pochi metri così da rendere impossibile rallentare ed evitare la multa.

 

È stato evidenziato un sistema che, come sottolineano le forze dell’ordine, «creato dai Comuni e dalle ditte, in violazione di legge, rappresentava un modo di facile, ingiusto e rilevante profitto».

 

A far nascere i primi sospetti due circostanze quanto meno anomale: Amministrazioni comunali con appena uno o due vigili urbani riuscivano a elevare in un anno settemila contravvenzioni per eccesso di velocità grazie alle apparecchiature autovelox e, di contro, poche decine – o nemmeno una – per guida di motocicli senza casco o guida di veicoli senza cintura, in totale spregio della legge sulla sicurezza della strada.

 

Al centro dell’inchiesta le modalità di affidamento del servizio da parte di 29 comuni del Casertano (compresa la città capoluogo) alle ditte private, la non corretta indicazione in bilancio delle somme provento di sanzioni, le illecite modalità di accertamento, l’omessa comunicazione alle autorità al fine del decurtamento dei punti sulla patente, l’irregolare trattamento dei dati personali. Truffa, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falsità ideologica, omissione di atti d’ufficio, soppressione e occultamento di atti, i reati ipotizzati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha coordinato gli accertamenti per episodi risalenti sin al 2006.

 

Intercettazioni telefoniche avrebbero anche evidenziato accordi diretti con le ditte per l’installazione e il funzionamento delle apparecchiature e non attraverso regolari bandi di gara. In alcuni casi, la constatazione delle infrazioni attraverso i riscontri fotografici non sarebbe stata effettuata dai vigili urbani e dunque da un pubblico ufficiale ma da dipendenti delle stesse società che gestivano gli impianti, i quali provvedevano anche a redigere i verbali apponendo la firma digitale di agenti di polizia municipale.

 

Nel corso della conferenza stampa - alla quale hanno partecipato anche il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello, il comandante della Polstrada provinciale Michele Pascarella, il dirigente del compartimento di Polizia stradale della Campania e Molise, Ciro Nobile e il comandante dei carabinieri di Caserta Carmelo Burgio - sono stati resi noti alcuni dettagli dell’inchiesta che è in corso di approfondimento e che potrebbe portare al coinvolgimento di altri enti locali, oltre ai primi 29 comuni già interessati dai provvedimenti. Tra gli indagati, ci sono anche i rappresentanti di tredici ditte che fornivano gli autovelox (con sedi tra il Casertano e altre regioni d’Italia).

 

«Secondo le disposizioni del Codice della strada, il 50 per cento degli importi introitati dai comuni deve essere destinato e utilizzato per opere finalizzate all’accrescimento della sicurezza stradale, ma ciò non è accaduto quasi mai. Le somme hanno avuto altre destinazioni, quasi a conferma di un sistema utilizzato quasi esclusivamente per fare cassa».

 

A fondo pagina le notizie complete riferite alla sintesi

 

fonte foto: http://www.vitulazio24ore.it/

 


 

 

 

Autovelox, la truffa s'allarga: altre 14mila multe

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=372328

 

Napoli - Sequestrati 14mila verbali redatti dal 2007 a oggi per presunte violazioni ai limiti di velocità, con sanzioni indebite per circa 3 milioni di euro, quattro persone indagate per reati che vanno dalla truffa all’abuso di ufficio. Oggi nel mirino della guardia di finanza di sala Consilina, nel salernitano, finisce il comune di Camini, in provincia di Reggio Calabria, dove sono stati sequestrati due apparati per la misurazione della velocità, uno dei due revisionato fittizziamente e non in un centro Sit accreditato, l’altro clone di un analogo autovelox utilizzato nello stesso arco di tempo in un comune del Nord Italia.

 

Oltre 70 i Comuni sotto inchiesta

L’operazione si inserisce nell’inchiesta delle fiamme gialle salernitane sulla installazione e gestione degli autovelox gestiti dalla società bresciana "Garda segnale srl" che nei mesi scorsi ha già condotto a sequestri in tutto il territorio nazionale. L'operazione si era avviata all'inizio di giugno. Un’indagine partita da Sala Consilina (Salerno) scopre un giro di autovelox clonati. I comuni sotto inchiesta sono una settantina e oltre 50 gli autovelox sequestrati. Apparecchi con lo stesso numero di matricola erano usati in diversi comuni, senza autorizzazione e omologazione. L’indagine riguarda oltre 81mila verbali degli anni 2007, 2008 e 2009, con sanzioni per oltre 11 milioni. Solo a Camini nel 2008 erano state fatte 13mila multe.

 

I semafori intelligenti

Truffa sulle strade anche grazie ai semafori truccati. Arrestato a gennaio l’amministratore della società che ha fornito a decine di comuni l’apparecchio "T-red", installato sui semafori e fornito di telecamera. Il giallo era volutamente troppo breve e così molti automobilisti erano costratti a passare con il rosso. Alcuni Comuni hanno visto un aumento del 300% delle entrate per le multe. Tra i 109 indagati 63 comandanti di polizia municipale, 39 amministratori pubblici e sette di società private. I Comuni del Centro Nord coinvolti nell’inchiesta sono 80. Il caso era scoppiato per la prima volta ad Altavilla, dove però il Comune li aveva poi ritirati.

 

Autovelox in Calabria e macchine fai da te al Nord

Nel 2008, in pochi mesi, emergono in Calabria diverse irregolarità. A maggio è sequestrato un autovelox irregolare a Cirò Marina (Kr), a giugno a Crucoli (Kr), a luglio la procura di Cosenza apre un’inchiesta sull’uso degli autovelox nei comuni di San Fili, Piane Crati, Rovito, Figline Vegliaturo, San Pietro in Guarano, Malito e Belsito. Non manca l’episodio curioso: a luglio 2007 sono arrestate tre persone che si appostavano sull’autostrada A4 nel tratto Milano-Bergamo con apparecchiature tipo autovelox e spedivano ai proprietari delle auto troppo veloci verbali falsi e bollettini ’verì ma intestati ad un loro conto corrente, chiedendo il pagamento di multe inesistenti.  

 

 


 

 

AUTOVELOX TRUCCATI, 2 SEQUESTRI E 4 INDAGATI IN CALABRIA

(AGI) - Napoli, 6 ago. - La Guardia di finanza di Sala Consilina, nel salernitano, ha proceduto al sequestro di due apparati per la misurazione della velocita' nel territorio del comune di Camini, nel reggino, su mandato del pm della Procura di Locri Giorgia De Ponte. Uno dei due apparati "Traffiphot III sr", composti da attrezzature informatiche, rilevatori ottici e rilevatori fotografici, e' stato revisionato fittizziamente e non in un centro Sit accreditato, mentre l'altro e' risultato essere il clone di un analogo autovelox utilizzato nello stesso arco di tempo in un comune del Nord-Italia. Sotto sequestro anche 14mila verbali redatti dal 2007 ad oggi per presunte violazioni ai limiti di velocita' con sanzioni per circa 3 milioni di euro, secondo gli inquirenti indebite. Quattro sono le persone indagate per reati che vanno dalla truffa all'abuso di ufficio. L'operazione si inserisce nell'inchiesta delle fiamme gialle salernitane sulla installazione e gestione degli autovelox gestiti dalla societa' bresciana "Garda segnale srl" che nei mesi scorsi ha gia' condotto a sequestri in tutto il territorio nazionale.

 

 

 


 

 

VASTO. Associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Poi ancora abuso e peculato.

http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=21910

E' questa l'ipotesi di reato che la Procura di Vasto contesta a numerosi amministratori dei Comuni della vallata del Trigno (alcuni non più in carica), a conclusione di una lunga e laboriosa indagine sull'utilizzo delle apparecchiature per il controllo elettronico della velocità sulla fondovalle Ss 650.
In questi giorni i Carabinieri della compagnia di Atessa, in particolare i militari delle stazioni di Schiavi di Abruzzo e Castiglione Messer Marino, hanno notificato gli atti di conclusione indagine.


L'attività degli uomini dell'Arma non è passata certo inosservata nei centri del Vastese, anche se al momento le istituzioni, la Procura e la stessa compagnia Carabinieri che ha coordinato le operazioni, non lasciano trapelare alcun dettaglio.


Una quindicina le persone coinvolte, che dovranno rispondere, a vario titolo in base alla propria posizione, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abuso d'ufficio e peculato.


Tra queste, sindaci e amministratori, 4 vigili urbani dei vari Comuni interessati (sospettati di aver abusato del loro ruolo di pubblico ufficiale per “graziare” amici e conoscenti) compreso uno di Trivento, e i privati che noleggiavano le apparecchiature autovelox.


Per i sindaci, invece, l’accusa mossa è quella di aver messo in piedi una serie di illegittimità per strappare percentuali più alte su quanto avrebbero fatto incassare le multe con gli autovelox.


L’indagine, avviata nel 2006 e condotta dal Nucleo operativo della Compagnia di Atessa e dagli uomini delle stazioni di Schiavi e Castiglione, è stata fatta di centinaia di ore di lavoro spese in perquisizioni, appostamenti e intercettazioni ambientali, e che ha portato alla luce il meccanismo delle cosiddette transazioni.


Secondo la Procura si tratta di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa, una situazione che agli automobilisti pareva chiara da tempo, e cioè che gli autovelox sulla fondovalle Trigno vengono utilizzati esclusivamente per fare cassa.

Francesco Bottone

01/08/2009

 


 

 

del 6 agosto 2009

 

Avvisi di garanzia per 200 persone.

I sindaci si difendono: rispettate tutte le procedure «Facevano cassa con le multe»

Inchiesta della Procura di Santa Maria: autovelox con il trucco, bufera su 29 comuni

 

Nascosti tra gli alberi, posizionati subito dopo una curva. Oppure, in strade dove il limite di velocità massimo si dimezza, quasi come una trappola, nel giro di pochi metri così da rendere impossibile rallentare ed evitare la multa. Autovelox col trucco al centro di un’operazione che vede indagate più di 200 persone nel Casertano tra cui sindaci, amministratori locali, comandanti delle polizie municipali di 29 Comuni tra cui il capoluogo Caserta. Le indagini hanno avuto l’epilogo con carabinieri del comando provinciale di Caserta e agenti della Polstrada che hanno coperto con teli neri una trentina di autovelox e photored ponendoli sotto sequestro. È stato evidenziato un sistema che, come sottolineano le forze dell’ordine, «creato dai Comuni e dalle ditte, in violazione di legge, rappresentava un modo di facile, ingiusto e rilevante profitto». Al centro dell’inchiesta le modalità di affidamento del servizio da parte dei Comuni alle ditte private, la non corretta indicazione in bilancio delle somme provento di sanzioni, le illecità modalità di rilevazione delle infrazioni.

 

 

Sequestrati oltre trenta impianti in 29 comuni.

Bloccati dieci milioni di fondi. I pm: truffati i cittadini

 

LORENZO CALÒ

A far nascere i primi sospetti due circostanze quanto meno anomale: Comuni piccoli, con poche migliaia di abitanti e appena due vigili urbani in organico capaci di «fatturare» migliaia di contravvenzioni l’anno per il superamento dei limiti di velocità; e un eccesso di contestazioni a presunti automobilisti indisciplinati mentre pochi, pochissimi verbali redatti per guida senza casco o senza cintura. E così, carabinieri e polizia stradale, hanno cominciato a spulciare atti e documenti di gara relativi all’affidamento, da parte di numerosi comuni del Casertano, dei dispositivi per la rilevazione elettronica delle infrazioni al codice della strada scoprendo così l’affare autovelox.

 

Ieri il blitz con la notifica di 200 informazioni di garanzia (coinvolti sindaci, amministratori, comandanti delle polizie municipali), perquisizioni in 14 ditte operanti in tutta Italia nell’installazione e nella gestione dei sistemi di rilevamento, il sequestro di 33 impianti fra autovelox e photored non a norma e il blocco di somme di denaro per oltre 10 milioni di euro fra soldi incassati dagli enti locali e fondi destinati alle imprese del settore. Al centro dell’inchiesta le modalità di affidamento del servizio da parte di 29 comuni del Casertano (compresa la città capoluogo) alle ditte private, la non corretta indicazione in bilancio delle somme provento di sanzioni, le illecite modalità di accertamento, l’omessa comunicazione alle autorità al fine del decurtamento dei punti sulla patente, l’irregolare trattamento dei dati personali. Truffa, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falsità ideologica, omissione di atti d’ufficio, soppressione e occultamento di atti, i reati ipotizzati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha coordinato gli accertamenti per episodi risalenti sin al 2006.

 

«Il sistema - spiegano gli inquirenti - ha consentito alle società private concessionarie del servizio di percepire facili ed elevati profitti e ai Comuni di fare cassa (reale o artificiosa) in modo quasi occulto». Agli amministratori locali viene contestata l’installazione di autovelox e photored (spesso nascosti) senza uno studio sulla effettiva pericolosità delle strade e sull’intensità del traffico. Intercettazioni telefoniche avrebbero anche evidenziato accordi diretti con le ditte per l’installazione e il funzionamento delle apparecchiature e non attraverso regolari bandi di gara. In alcuni casi, la constatazione delle infrazioni attraverso i riscontri fotografici non sarebbe stata effettuata dai vigili urbani e dunque da un pubblico ufficiale ma da dipendenti delle stesse società che gestivano gli impianti, i quali provvedevano anche a redigere i verbali apponendo la firma digitale di agenti di polizia municipale. Ora si attende una valanga di ricorsi (con annesso risarcimento del danno) contro le contravvenzioni elevate negli ultimi tre anni.

 

Ecco i 29 comuni coinvolti nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta di Caserta, Tora e Piccilli, Pastorano, Villa di Briano, San Felice a Cancello, Marzano Appio, Francolise, Piana Monteverna, Pontelatone, Pratella, Orta di Atella, Castelmorrone, Rocca d’Evandro, Grazzanise, Villa Literno, Cancello Arnone, Ruviano, Teverola, Vairano Patenora, Valle di Maddaloni, San Cipriano, Capua, Ciorlano, Pietravairano, Calvi, Bellona, Alvignano, Vitulazio e Pignataro.

 

 

IL BLUFF SULLE STRADE

Inchiesta della Procura di Santa Maria:

indagate 200 persone fra sindaci, imprenditori, assessori e vigili urbani

 

BIAGIO SALVATI

Amministrazioni comunali con appena uno o due vigili urbani riuscivano a elevare in un anno settemila contravvenzioni per eccesso di velocità grazie alle apparecchiature autovelox e, di contro, poche decine – o nemmeno una – per guida di motocicli senza casco o guida di veicoli senza cintura, in totale spregio della legge sulla sicurezza della strada. Un’anomalia segnalata in un esposto giunto qualche anno fa a una stazione dei carabinieri dell’agro aversano e approfondita – su impulso della magistratura di Santa Maria Capua Vetere - dagli uomini della Polizia stradale e dall’Arma, tanto da svelare un vero e proprio «affare» dei photored e degli autovelox tra società appaltanti e comuni.

 

Truffa, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso ideologico, soppressione di atto pubblico, omissione d’atti d’ufficio e violazione della privacy i reati contestati, a vario titolo, ai circa 200 indagati (tra sindaci, comandanti delle polizie municipali e assessori al ramo di vari comuni del Casertano) finiti nell’inchiesta «Autovelox». Gli inquirenti hanno accertato numerose irregolarità sia nelle modalità di affidamento del servizio di rilevamento automatico della velocità da parte dei Comuni alle ditte private, sia nella successiva elevazione dei verbali. «Nessuno mette in dubbio l’utilità dei sistemi di controllo della velocità e delle contravvenzioni applicate a coloro che violano i limiti imposti dalla legge – ha chiarito ieri, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore aggiunto Luigi Gay – ma è necessario che tutto ciò avvenga nella massima correttezza e rigore procedurale».

 

Nel corso della conferenza stampa - alla quale hanno partecipato anche il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello, il comandante della Polstrada provinciale Michele Pascarella, il dirigente del compartimento di Polizia stradale della Campania e Molise, Ciro Nobile e il comandante dei carabinieri di Caserta Carmelo Burgio - sono stati resi noti alcuni dettagli dell’inchiesta che è in corso di approfondimento e che potrebbe portare al coinvolgimento di altri enti locali, oltre ai primi 29 comuni già interessati dai provvedimenti. Tra gli indagati, ci sono anche i rappresentanti di tredici ditte che fornivano gli autovelox (con sedi tra il Casertano e altre regioni d’Italia). Gli investigatori hanno accertato che, in qualche caso, il servizio costava ai comuni più di quanto introitavano e che gli incassi (anche virtuali) venivano messi all’attivo nel bilancio comunale. I verbalizzanti, inoltre, erano gli stessi addetti delle ditte (che ricevevano percentuali sulle multe) e non rappresentanti della polizia municipale mentre sono in corso di verifica la regolarità di alcuni segnali indicanti i limite di velocità di 50 km/h su strade a scorrimento veloce. La Procura, inoltre, contesta anche l’omessa comunicazione alle autorità, necessaria al fine di decurtare i punti dalla patente.

 

Pascarella «Trascurata la sicurezza» L’indagine condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere sull’utilizzo distorto degli autovelox e dei photored in provincia di Caserta ha fatto emergere il dilagare di una patologia sconcertante: strumenti come i misuratori elettronici di velocità il cui fine è prevenire gli incidenti e regolare la circolazione stradale, sono troppo spesso impiegati per fare soldi in modo improprio. Ma l’inchiesta ha messo in luce anche un altro grave aspetto, come conferma il comandante provinciale della Polstrada, Michele Pascarella. Di che si tratta, comandante? «Secondo le disposizioni del Codice della strada, il 50 per cento degli importi introitati dai comuni deve essere destinato e utilizzato per opere finalizzate all’accrescimento della sicurezza stradale, ma ciò non è accaduto quasi mai. Le somme hanno avuto altre destinazioni, quasi a conferma di un sistema utilizzato quasi esclusivamente per fare cassa». Comandante Pascarella, a quanto ammontano le transazioni accertate? «Ad oggi (ieri, ndr) il flusso di danaro accertato si attesta su circa dieci milioni di euro ma le proiezioni portano a ipotizzare una somma di oltre 15 milioni di euro». E quanti autovelox sono stati «incappucciati»? «Finora abbiamo sequestrato oltre trenta apparecchiature ma il numero è destinato certamente ad aumentare». bi.sa.

 

La lista nera da Caserta a Capua e il prefetto avvertì: basta abusi

Sono ventinove i comuni (per il momento) e 13 le società appaltanti gli auotovelox finite nel mirino della magistratura nell’ambito di un’inchiesta iniziata nel 2004 e che prende in esame ipotesi di reato relative al periodo che va dal 2006 ad oggi. Oltre al capoluogo Caserta, la «black list» dei comuni comprede Tora e Piccilli, Pastorano, Villa di Briano, San Felice a Cancello, Marzano Appio, Francolise, Piana di Monteverna, Pontelatorne, Pratella, Orta di Atella, Castel Morrone, Rocca d’Evandro, Grazzanise, Villa Literno, Cancello Arnone, Ruviano, Teverola, Vairano Patenora, Valle di Maddaloni, San Cipriano d’Aversa, Capua, Ciorlano, Pietravairano, Calvi Risorta, Bellona, Alvignano, Vitulazio e Pignataro Maggiore. Le 13 ditte sono invece la Sercom (di Bellona), la Romatek e Roma Service (di Santa Maria Capua Vetere) e poi altre società con sedi in diverse regioni: Soes, Citiesse, Consorzio Gives, Idea Luce srl, Garda Segnale, Gruppo Trade, Ditta All Service srl, Electra Service, Società Lta Partners srl, Dealers Group srl e Tec Service. Sulla irregolarità degli autovelox e dei photored installati dai Comuni del casertano, soprattutto sulla strade statali e provinciali, tra l’altro, non segnalati adeguatamente come prescrive il codice della strada, è intervenuto in più occasioni il prefetto di Caserta, Ezio Monaco.

 

Lo scorso mese di dicembre Monaco con una circolare indicò ai sindaci della provincia alcune linee guida per il corretto impiego degli autovelox e dei photored e ciò, due mesi prima che un dossier del quotidiano «Il Sole 24 Ore», pubblicato il 10 febbraio scorso, collocasse Caserta al secondo posto in Italia, dopo Roma, tra le città italiane dove si elevano più multe. «A questa Prefettura - si leggeva nella circolare del prefetto Monaco - perviene un numero elevatissimo di ricorsi per l’annullamento di verbali di contestazione della violazione dei limiti di velocità. L’unico scopo dell’utilizzo di questi strumenti, deve essere quello di garantire la sicurezza della circolazione stradale. Non è ammissibile, pertanto, che i predetti strumenti di rilevazione automatica assumano invece diverse funzioni, in difformità dalla spirito e dalla lettera della normativa, divenendo in pratica soltanto una fonte atipica di incremento per le entrate comunali e finendo per non assolvere allo scopo per il quale sono stati previsti». Due mesi fa, inoltre, la Prefettura di Caserta aveva disposto la sospensione del funzionamento degli apparecchi di rilevamento della velocità e delle infrazioni, imponendo, tra l’altro, segnalatori luminosi in prossimità delle postazioni fisse di controllo, da installare in posti ben visibili dagli automobilisti. bi.sa.


 

 

     

  Il Crogiuolo


Per intervenire: invia@vivitelese.it