associazione per la città
sostenibile contro il malaffare
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Comunicato stampa del
19
settembre 2009
La
Luminosa conferma che la centrale proposta non è
di “cogenerazione”
e
che la Valutazione di Impatto Ambientale è
nulla.
Altrabenevento diffida il Ministero
dell’Ambiente.
La
società Luminosa nel tentativo di difendere il
suo progetto di Centrale Elettrica afferma che
se non sarà possibile fornire calore alle
aziende dell’area industriale di Ponte
Valentino, rispetterà comunque le prescrizioni
ministeriali riducendo le emissioni inquinanti.
Sembra una dichiarazione di poco conto ed invece
si comprende che questa è la “pezza a colori”
che la società nata a Napoli ad opera di
imprenditori di Forza Italia e DS, ed ora
acquistata per il 94% dalla svizzera BKW,
presenterà lunedì prossimo nella Conferenza dei
Servizi presso il Ministero dello Sviluppo
Economico per avere la autorizzazione alla
costruzione dell’impianto della potenza di 400
mega watt.
Per comprendere l’importanza di tale manovra,
bisogna ricordare che la Commissione di
Valutazione dell’Impatto Ambientale nel 2006
dopo aver preso atto che a Ponte Valentino e
nella vicina città di Benevento, la qualità
dell’aria è già pessima, ha espresso parere
favorevole alla mega centrale elettrica, a
condizione che essa fornisse calore/vapore alle
aziende locali in modo da convincerle a
dismettere i propri impianti e quindi a ridurre
l’inquinamento. In altre parole, la commissione
ministeriale, ha deciso che le aziende locali,
dovrebbero chiudere gli impianti già realizzati
per la produzione di calore ed acqua calda ed
acquistare dalla Luminosa queste stesse
forniture in modo che la Centrale Elettrica
possa produrre l’inquinamento che gli
stabilimenti locali devono ridurre. Solo qualche
mente malsana poteva elaborare simile alchimia!
Sta di fatto, però, che la Luminosa,
indipendentemente dalla adesione delle aziende
locali, non può rispettare la condizione posta
dalla commissione ministeriale per il semplice
fatto che il progetto presentato non prevede
affatto gli impianti per la fornitura di calore,
come denunciato da questa associazione. Ma la
società svizzero-napoletana sa pure che quegli
impianti non li può realizzare in ogni caso
perchè essi dovrebbero attraversare la ferrovia
e due fiumi con un impatto paesaggistico che la
soprintendenza non approverebbe mai trattandosi
di opere su importanti corridoi ecologici.
Per questo motivo la Luminosa mette le mani
avanti e si dichiara disposta a ridurre
l’inquinamento senza produrre calore sostenendo
che l’impianto lo consentirebbe perchè
tecnologicamente avanzato.
Ma
così la società ammette che quella Centrale non
è di “cogenerazione” cioè produce solo Energia
elettrica con un livello di inquinamento non
compensato dalla fornitura di calore. Infatti,
l’impianto di cui al progetto della Luminosa
potrebbe essere definito a “produzione
combinata” solo se fossero rispettati i
requisiti di cui alla direttiva 2004/8/CE
ripresi dal D.Lgs. 8/02/2007 n.20 il quale
prevede che a decorrere dal 1/01/2011 la
produzione di energia elettrica da unità di
produzione combinata è qualificabile
interamente cogenerativa se le unità presentano
un rendimento di primo principio annuo pari
almeno all’80%.
Il
rendimento dell’impianto progettato dalla
società Luminosa si attesta, invece, poco al di
sopra del 50% e quindi quella Centrale
Elettrica non può essere qualificata
“interamente cogenerativa” e pertanto è
completamente sbagliata la procedura finora
seguita dai Ministeri competenti. Queste
considerazioni sono parti fondamentali delle
Osservazioni inviate questa mattina con lettera
raccomandata anticipata via fax, al Ministero
dello Sviluppo Economico affinchè non rilasci
l’autorizzazione alla costruzione di quella mega
centrale. Inoltre Altrabenevento ha inviato al
Ministero dell’Ambiente la diffida ad annullare
in autotutela la favorevole Valutazione di
Impatto Ambientale concessa alla Luminosa che
Comune e Provincia non hanno finora voluto
impugnare o contestare.
Il
presidente- Gabriele Corona
Comunicato stampa del
17 settembre 2009
Dopo la decisione del Consiglio Provinciale di
ieri,
il
Consorzio ASI deve revocare l’assegnazione del
lotto alla Luminosa.
Il
Consiglio Provinciale si è deciso a “ribadire”
che dopo la adozione del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale e la approvazione del
Piano Territoriale Regionale, l’area posta alla
confluenza dei fiumi Calore e Tammaro, in
contrada Ponte Valentino, non è urbanisticamente
compatibile con la costruzione della Centrale
Elettrica proposta dalla società Luminosa.
Si tratta di una decisione che
abbiamo richiesto dallo scorso mese di febbraio,
anche non due atti di diffida finora rimasti
senza risposta perchè Provincia e Comune di
Benevento hanno preferito tergiversare tentando
di attribuire solo alla Regione e ai Ministeri
Ambiente e Sviluppo Economico il potere di
bocciare il progetto. Ed invece i due Enti
potevano, e ancora possono, assumere le
decisioni di propria competenza sufficienti per
scongiurare la costruzione della mega Centrale
Elettrica non limitandosi ad esprimere generica
contrarietà.
Comune e Provincia, ad esempio,
possono pretendere che finalmente il Consorzio
ASI revochi l’assegnazione del lotto di terreno
alla Luminosa e chiarisca formalmente al
Ministero che non ha alcuna validità l’accordo
firmato con tale società per la fornitura di
calore alle aziende dell’area industriale di
Ponte Valentino. Infatti, in data 18 settembre
2006, il Consorzio ASI con atto depositato al
Ministero dell’Ambiente, dopo aver premesso che
tra i suoi compiti vi è anche quello di
“fornire ai propri consorziati vari servizi come
l’acqua potabile/industriale, la raccolta e
trattamento delle acque reflue” si
dichiarava “interessato a proporre ai
propri consorziati presenti e futuri la
disponibilità di vapore/calore per i loro usi di
stabilimento” prodotta dalla Centrale
Termoelettrica da costruire.
Grazie a questa dichiarazione, il Ministero
dell’Ambiente rilasciava la positiva Valutazione
di Impatto Ambientale per la centrale elettrica,
in quanto le aziende dellpì’area industriale,
grazie alla fornitura di calore da parte della
Luminosa, avrebbero dismesso le proprie caldaie
riducendo, in tal modo, il livello di
inquinamento nella zona.
Ma l’ASI non aveva titolo a
firmare quell’accordo perchè tra i propri soci
non ci sono le aziende!
I
soci del Consorzio ASI sono il Comune di
Benevento, la Provincia e la Camera di Commercio
che ora devono pretendere dai vertici consortili
l’annullamento di quell’accordo illegittimo ed
assurdo perchè le aziende di Ponte Valentino non
sono affatto interessate ad acquistare calore
dalla Luminosa, e devono, di conseguenza,
contestare la favorevole Valutazione di Impatto
Ambientale rilasciata.
Il
presidente- Gabriele Corona
Provincia di Benevento
Comunicato Stampa
n. 997 del
18 settembre 2009
Il presidente
della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile,
e gli assessori all’ambiente e all’energia,
Gianluca Aceto e Gianvito Bello, hanno inviato
un telegramma al presidente della Regione
Campania, Antonio Bassolino, e agli assessori
regionali, Walter Ganapini e Roberto Marone, per
sollecitare un intervento atto a scongiurare
l’insediamento della centrale elettrica a
turbogas LUMINOSA in ctr. Ponte Valentino. In
preparazione della Conferenza di servizio
decisoria del 21 p.v. presso il Ministero dello
sviluppo economico,
la Provincia ha dunque chiesto
ancora una volta alla Regione di non aderire
all’Intesa con il Ministero per dare il
necessario via libera all’impianto. Le
motivazioni dell’opposizione della Rocca dei
Rettori sono note: la centrale sarebbe
realizzata contro le disposizioni degli
strumenti urbanistici regionali e provinciali e
contro le previsioni del Piano provinciale per
l’ambiente. L’impianto inoltre sarebbe
inquinante in un’area già occupata da
insediamenti dell’agroalimentare, in prossima di
una città che già lamenta forti livelli di
inquinamento in atmosfera, e a due passi dalla
Pietrelcina di San Pio.
Comunicato Stampa
n. 989 del
16 settembre 2009
Il Consiglio
provinciale, riunito stamani sotto la presidenza
di Giuseppe Maria Maturo, dopo aver ascoltato le
dichiarazioni del presidente Cimitile e oltre
all’ordine del giorno sulla vicenda LUMINOSA, di
cui si è riferito in altri Comunicati, ha avuto
il seguente svolgimento.
I consiglieri
Remo Del Vecchio e Luca Ricciardi hanno
replicato alle comunicazioni del presidente
della Provincia suggerendo iniziative ed
interventi per quanto riguarda in particolare le
questioni della vitivinicoltura e per
l’insediamento produttivo di Airola.
Il Consiglio
provinciale ha quindi affrontato il tema della
promessa istituzione in Benevento della Scuola
della Magistratura Sezione per il Mezzogiorno.
Il Consigliere Damiano ha infatti svolto una
interrogazione circa questo strategico
insediamento evidenziando come
la Provincia, a seguito di una
apposito accordo di programma con il Ministero
di Giustizia ed il comune capoluogo, abbia
avviato un oneroso programma di ristrutturazione
della ex Caserma Guidoni al viale Atlantici,
edificio del proprio patrimonio individuato per
ospitare l’insediamento. Tuttavia, dopo una
pronuncia del TAR Lazio, contraria
all’insediamento nella città di Benevento della
Scuola, lo sforzo posto in essere dalla
Provincia, ha detto Damiano, sembra essere stato
vanificato: il Ministero, a detta
dell’interrogante, non sembra più interessato e
non risponde alle sollecitazioni della
Provincia.
Ha risposto il
presidente dell’ente Aniello Cimitile. Egli ha
contestato la sentenza del TAR che ha annullato
il decreto ministeriale che aveva scelto
Benevento come sede della Sezione meridionale
della Scuola ed ha citato le cinque ragioni che
hanno spinto
la Provincia stessa a presentare
ricorso al Consiglio di Stato. “Chiediamo con
forza - ha detto Cimitile - la conferma di
Benevento quale sede della Scuola della
magistratura. Chiediamo di andare tutti insieme,
destra, sinistra e centro, in Regione Campania e
in Consiglio regionale e dal Ministro di
giustizia per ribadire il nostro sacrosanto e
legittimo interesse alla Scuola e salvaguardare
l’investimento diretto effettuato dalla
Provincia e che assomma a complessivi 4 milioni
e mezzo di euro (senza contare i fondi per gli
arredamenti)”. Il consigliere Damiano si è
dichiarato soddisfatto per la risposta ed ha
auspicato una riunione “aperta” dei Consigli
comunale provinciale sull’argomento al fine di
scongiurare inopinati “dirottamenti” dell’inseidamento
da parte del Ministero di giustizia.
Forti polemiche
si sono invece sviluppate a seguito di una
interrogazione del consigliere Ricciardi circa
il servizio di manutenzione delle cunette
stradali con il consigliere Rubano che è
intervenuto per fatto personale per denunciare
un presunto attacco alla sua persona.
Su un’altra
interrogazione del consigliere Ricciardi, il
Consiglio ha quindi discusso sull’affidamento
alla società partecipata Art Sannio Campania
della gestione dell’Osservatorio provinciale per
la cultura. A giudizio dell’interrogante
la Provincia scherza con le
finanze pubbliche affidando altri 60mila Euro ad
Art Sannio Campania per servizi di dubbia
utilità. Ha risposto l’assessore alle politiche
culturali Carlo Falato, il quale ha evidenziato
che i servizi offerto da Art Sannio Campania
fanno parte di un programma di sviluppo in
materia turistica che poteva essere affidato
solo ad una Società partecipata.
Su richiesta del
consigliere Ricciardi il Consiglio ha quindi
discusso su una sentenza del TAR che ha bocciato
l’operato della Provincia in materia di
individuazione dei nuovi dirigenti dell’ente
stesso. L’assessore delegato alle risorse umane
Giovanni Bozzi ha posto in rilievo il fatto che
è facoltà del presidente della Provincia
individuare, secondo un rapporto fiduciario, i
responsabili dei diversi Settori.
Ancora
l’assessore Bozzi ha risposto ad un’altra
interrogazione del consigliere Capocefalo del
PDL relativa alle procedure di assunzione del
personale nelle società in house della
Provincia.
Capocefalo ha
lamentato presunte gravi irregolarità nel
reclutamento del personale ed ha invocato
l’applicazione delle direttive del Ministro
Brunetta in materia. L’assessori Bozzi ha citato
le risposte scritte comunicate dalle Agenzie in
house circa la regolarità delle procedure. Egli
ha escluso l’applicabilità delle legge Brunetta
nel caso in specie, in quanto le assunzioni sono
datate 2005 e 2006, prima dunque dell’adozione
di questo provvedimento.
Per entrambe gli
atti, gli interroganti Capocefalo e Ricciardi si
sono dichiarati insoddisfatti.
L’ultima
interrogazione discussa in Consiglio
provinciale, presentata dal consigliere
Ricciardi, ha riguardato MARSEC spa, Società
partecipata. Secondo l’interrogante lo stato di
salute dell’Agenzia è agonico, dimostra il
fallimento delle politich edell’allora
presidente Nardone e, comunque,
la Provincia ha ben altri
problemi istituzionali cui interessarsi
piuttosto che MARSEC.
Ha risposto il
consigliere delegato alle Società partecipate,
Aurelio Bettini. Questi ha convenuto
sull’importanza di una problematica che riguarda
i consiglieri provinciali tutti, investiti nelle
problematiche delle agenzie e delle strutture
della Provincia. Bettini ha presentato
un’analisi dettagliata sulla situazione
economica del Marsec e che evidenzia difficoltà
economiche per oltre un milione di Euro. Bettini
ha però richiamato l’attenzione sul fatto che
non è pensabile cancellare una struttura di
elevata qualità tecnica e di stampo
avveniristico: occorre, insomma, intervenire con
cautela non sottovalutando la funzione di una
struttura e le professionalità che vi lavorano.
Spesso i privati,
ha detto Bettini, fanno fallire anche Aziende
solide, ma questo tipo di pratica è
inammissibile per un ente pubblico. Da un punto
di vista strettamente tecnico la struttura, ha
detto Bettini, non pare che essere destinata al
fallimento, ma questo appare una soluzione
abnorme per un ente pubblico che non può
rinunciare ad un capitale potenziale come quello
di questa Società che opera in servizi avanzati,
anche se essa presenta un bilancio negativo.
Bettini ha dunque proposto la presentazione di
un piano industriale di risanamento della
Società contestualmente ad una proposta di
ripianamento delle perdite. C’è il massimo della
disponibilità, ha concluso Bettini, ad un
confronto con l’opposizione, mentre è avviata la
procedura per l’alienazione della struttura
stessa.
E’ intervenuto
anche il presidente Cimitile che ha chiesto di
non fare sul Marsec polemica politica, ma
un’indagine serena sul valore delle funzioni
satellitari offerte dalla Stazione. Egli infine
ha annunciato che intende indire una nuova due
giorni sulle funzioni svolte dalle Agenzie.
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