26 febbraio 2009
Politica nel Sannio, quando la verifica con i cittadini?
Maria Mucci

 

 

 

Verifica maggioranze Provincia e Comuni: a quando la verifica con i cittadini?

 

Mastella ufficializza il suo accordo con il PDL e mette a rischio le precarie maggioranze di centro-sinistra sancite dalle ultime amministrative,  già allora mal digerite da molti elettori di questo schieramento. La giustificazione più usata in quei giorni era la necessità di arginare l’avanzata della destra e delle sue politiche devastanti per la democrazia e per i lavoratori e molti elettori, come in precedenti occasioni, hanno votato turandosi il naso e chiudendo gli occhi pur di avere qualche speranza di una politica meno arroccata nelle stanze del potere e più vicina alle esigenze dei cittadini.

In pratica, pur non fidandosi di certi personaggi, molti di questi elettori li hanno votati, “trovandosi costretti a pentirsi” molte volte per le lotte di potere, spartizioni, distinguo interminabili e vergognosi per chi si aspettava un cambiamento e la possibilità di dare una svolta ed un futuro alle nostre realtà sempre più marginalizzate e ostaggio di personaggi dediti solo al loro tornaconto, simbolo del sistema di potere corrotto creato nel nostro territorio.

Nessuno, però, si sarebbe aspettato di assistere anche allo spettacolo indegno di verifiche di maggioranze che non esistono più e a nuovi accordi con esponenti dell’opposizione pur di mantenere in piedi delle amministrazioni con i relativi posti di potere e di clientele.

Bella coerenza e incredibili dichiarazioni sulla necessità di continuare a governare per portare avanti un progetto politico alto. Ma che progetto può mai essere un progetto condiviso da destra e sinistra? Certamente non può essere un progetto che possa rispondere alle attese dei cittadini che assistono impotenti allo scempio della democrazia e dei territori, o un progetto che possa far sperare in una inversione di tendenza. Se nelle stanze del potere si può così repentinamente cambiare alleanze e interlocutori, i cittadini non possono che pensare che la politica non è al servizio dei cittadini ma di poteri forti che condizionano e dettano le scelte a loro più confacenti, senza distinzione tra destra, centro e sinistra. Se questo è antipolitica, che cosa pensare di questo trasformismo? Anche l’affermazione di una “necessità” di salvare la legislatura per portare avanti la buona politica di qualche assessore può essere letta come antipolitica.

La democrazia si basa sul consenso, sulla trasparenza, sulla condivisione, non di certo sull’azione imposta dall’alto e considerata tanto illuminata da non aver bisogno del confronto e dell’approvazione da parte dei propri elettori. Questo è arroganza, delirio di onnipotenza e non servizio alla comunità. La coerenza e lo spirito di servizio non possono non tener conto di questo, se non nascondono le solite manovre per crearsi orticelli di potere con relative clientele per assicurarsi il proprio pacchetto di voti.

Ciò che è successo  e succede alla Provincia è speculare a ciò che succede anche nel nostro comune. Anche a Guardia si chiede una verifica della maggioranza, visto che ben cinque consiglieri sono dell’UDEUR, e di cui noi cittadini ancora non conosciamo l’esito, né ci aspettiamo di esserne informati.

L’attuale Amministrazione è frutto di un accordo preelettorale fatto dalle segreterie di partito senza nessun coinvolgimento dei cittadini. Un accordo che non si capisce, ovviamente dal di fuori delle stanze del potere, da chi sia stato voluto, visto che gli eletti sono stati sin dall’inizio l’un contro l’altro armati, causando una situazione di stallo e di inerzia incredibile e deleteria per il paese. Sembra quasi di non avere una amministrazione. I contrasti e le polemiche sembrano riguardare singoli personaggi e cariche più che il funzionamento della macchina amministrativa o le politiche di programmazione del territorio necessarie per rilanciare un paese abbandonato ai suoi problemi ed al suo degrado.

Tranne poi ricompattarsi, e sembrare un’amministrazione normale, per fare muro contro i cittadini che hanno tentato o tentano di chiedere una politica diversa, più attenta all’ambiente, alla difesa dell’economia locale e di un modello di sviluppo sostenibile, alla coesione sociale, all’offerta culturale e ricreativa per i giovani. Le richieste dei cittadini per una corretta e razionale gestione dei rifiuti, per il miglioramento della raccolta differenziata, per una attenzione maggiore alle politiche sociali, o per il controllo sulle installazioni selvagge di antenne sono cadute nel vuoto, persino derise e considerate improprie intrusioni in campi riservati ai “ professionisti “ dell’amministrazione. Tutto ciò senza minimamente considerare l’obbligo delle amministrazioni di favorire la partecipazione e assumere decisioni discusse e condivise dai cittadini.

E’ questo che intendiamo quando diciamo che la situazione della provincia è speculare a quella di molti comuni. Una coalizione imposta ai cittadini, decisa dai soliti noti, è un comodo scudo per non prendere decisioni, per incolpare altri, lasciare allo sbando un’intera comunità senza sentirsene minimamente colpevoli. Chi ha accettato una coalizione dovrebbe assumersene la responsabilità. Se non è possibile governare con una maggioranza, non chiesta né voluta dai cittadini ma voluta e decisa dagli stessi consiglieri che non riescono a lavorare insieme per il bene comune, allora coerenza e responsabilità richiederebbero un ritorno alle urne con coalizioni vere, omogenee, con possibilità di durare e funzionare. Senza continuare a far finta di amministrare dall’alto delle proprie certezze di essere indispensabili e alternativi.

Nella situazione di stallo in cui ci troviamo, a Guardia come in molti altri Comuni ed alla Provincia, non è la diversità di qualcuno che percepiscono i cittadini. I cittadini percepiscono le solite manovre di corridoio e di ricerca del potere personale. Purtroppo, mentre le coalizioni rissose perdono mesi ed anni interi su questioni di potere, di incarichi e clientele, altrove si decidono le sorti dell’intera provincia, con prospettive devastanti per l’economia, la coesione sociale, la vivibilità del territorio. Le verifiche richieste a dritta e a manca non dovrebbero essere quelle sui voti su cui poter contare nei vari Consigli: la vera ed unica verifica da fare dovrebbe essere quella con i cittadini, sui programmi, sulle scelte fatte e da fare, chiare e puntuali, sui problemi reali e non sulle solite poltrone da difendere e ridistribuire.

 

     

 Valle Telesina


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