Comunicato Stampa
n. 951 del 01 settembre 2009
Il presidente
della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile,
accompagnato dagli assessori Annachiara Palmieri
(politiche formative), Carlo Falato (politiche
culturali), Giovanni Bozzi (Bilancio) e Carmine
Valentino (attività produttive), ha testimoniato
la solidarietà della Giunta e dell’intero Sannio
nei confronti dei docenti precari in lotta per
la conservazione del posto di lavoro recandosi
oggi pomeriggio presso il presidio da loro
impiantato davanti all’Ufficio Scolastico
provinciale.
Il presidente e
gli assessori sono saliti anche sul tetto dove
sei docenti hanno deciso di mettere in atto una
forma ancora più dura di protesta. Qui il
presidente e gli assessori si sono resi
personalmente conto del coraggio e della
determinazione che i manifestanti mettono in
mostra per la durezza della situazione: i
precari sono afflitti da un sole implacabile che
rende bollente il pavimento del tetto e quasi
impossibile la permanenza.
Il presidente
Cimitile, a nome personale e della Giunta, ha
espresso l’auspicio che la protesta che è
partita da Benevento per coinvolgere numerose
altre città italiane, possa avere successo.
«Vengo dal ’68 –
ha detto Cimitile ai precari – eppure mai avrei
potuto pensare di dovermi confrontare con un
attacco pesante e scandaloso quale quello che
ormai da tempo viene perpetrato nei confronti
del sistema formativo pubblico a tutti i
livelli, a partire dalla Scuola primaria per
finire all’Università. Lo Stato non riesce a
garantire le condizioni per rendere competitiva
a livello internazionale i nostri sistema
formativo e ricerca scientifica ed allora
attacca il livello più debole della catena, i
precari, che non sono certamente colpevoli per
la mancanza di questo o quel certificato o di
questo o quel punteggio in una graduatoria della
sopravvivenza. Voglio che sia chiaro a tutti –
ha scandito Cimitile davanti ai taccuini dei
giornalisti – che invece sono proprio i precari
a garantire la sopravvivenza dell’intero sistema
formativo italiano. Io sono Rettore
Universitario, sono docente universitario e sono
presidente degli Ingegneri informatici italiani
- ha proseguito Cimitile -: posso dunque
testimoniare senza tema di smentita che la
ricerca scientifica nel bel Paese non la fanno i
professori ordinari e nemmeno gli associati: il
lavoro grosso lo fanno esclusivamente i
precari».
Il presidente
Cimitile ha quindi assicurato, parlando anche
con rappresentanti del mondo sindacale presenti
in piazza Gramazio a sostegno del presidio, di
essere in costante contatto con
la Giunta regionale e di
auspicare segnali positivi da parte del Governo
centrale per una via d’uscita a questa
intollerabile situazione.
http://www.ilsannita.it/20090209-9743-viespoli-‘il-precario-da-licenziare-e-cimitile’/
Viespoli: ‘Il precario da
licenziare è Cimitile’
“La lezione che ricavo dalla giornata di ieri è
che il precario da licenziare è Cimitile, le cui
dichiarazioni recuperano un linguaggio
vetero-sessantottino nella violenza dei toni,
nell’aggressività delle argomentazioni e nella
strumentalità delle valutazioni.
L’istruzione è una grande questione di sistema
che non può essere affrontata con la faziosità e
il rancore ideologico che hanno fin troppo
avvelenato la scuola pubblica”.
E’ quanto dichiara il sottosegretario al Lavoro,
Pasquale Viespoli, in relazione alle
dichiarazioni rilasciate dal presidente della
Provincia di Benevento, Aniello Cimitile,
nell’incontro avuto con i precari sanniti della
scuola.
Comunicato Stampa
n. 954 del 02 settembre 2009
Commento del
presidente della Provincia di Benevento, Aniello,
in merito ad alcune dichiarazioni del
Sottosegretario di Stato al welfare, sen.
Pasquale Viespoli, circa la lotta dei precari
della Scuola
«Non so se il
sen. Viespoli sia stato male informato su quanto
da me dichiarato sulle responsabilità
dell’intero sistema politico italiano nei
riguardi della Scuola, o se, mancandogli
motivazioni e risposte sul problema reale, si
rifugia in uno sguaiato attacco, con una
violenza verbale, questa sì, degna di altri
tempi.
Non mi resta che
dire: “Se Giove si arrabbia vuol dire che ha
torto”.
Quanto a me, io
non sono mai stato, né mi sento un precario; in
ogni caso, se il mio licenziamento può essere
scandito con l’ottenimento, da parte sua, del
non licenziamento dei precari della
Scuola, sono a sua disposizione.
Magari potrebbe
ottenere il blocco del più imponente
licenziamento di massa che
la Scuola ricordi e, casomai, il
licenziamento della Gelmini».
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