Provincia di Benevento
Comunicato Stampa n. 547 del 27 febbraio 2009
L’assessore all’ambiente della Provincia di
Benevento, Gianluca Aceto, dopo aver partecipato
nei giorni scorsi alla visita, promossa dalla
Regione Campania, ad alcuni impianti di
trattamento rifiuti attivi in altre Regioni, ha
tratto le conclusioni di questo lavoro di
monitoraggio ed approfondimento.
Il tour, organizzato dall’assessore regionale
Walter Ganapini in impianti dell’Emilia Romagna,
Veneto, Lombardia, Piemonte e Toscana, ha
evidenziato, a giudizio dell’assessore Aceto,
alcuni punti fermi e consentito di trarre le
seguenti conclusioni e cioè:
1)
In Campania si producono troppi rifiuti: e
questa non è una affermazione banale, ma l’amara
constatazione dell’eccessivo ed ingiustificato
peso soprattutto degli imballaggi, ma anche
degli scarti dei prodotti - alimentari e non -
che in quasi tutti i momenti della vita
quotidiana capitano tra le mani dei cittadini.
2)
quindici anni di
Commissariamento per la gestione dei rifiuti in
Campania hanno creato un rapporto molto
difficile tra Cittadini ed Istituzioni,
soprattutto per la perdita di credibilità di
queste ultime rispetto ai proclamati obiettivi
prefissati e i deludenti, se non catastrofici,
risultati concretamente raggiunti dalla filiera,
a partire sia dai siti “temporanei” (sic)
di stoccaggio fino a giungere alla funzione dei
CDR.
3)
Il ritardo tecnologico ed industriale della
Campania rispetto alle altre aree del Paese è
enorme. In venti anni, tutti i processi
tecnologici ed industriali delle altre Regioni
sono stati aggiornati e migliorati, facendo
tesoro di esperienze ed anche di errori comemssi.
Questo processo in Campania è stato impedito nei
fatti dal Commissariamento e non si potuto
andare oltre il superato concetto di
“immondezzaio”. Il livello del ritardo
tecnologico-tecnico-industriale campano lo si
misura dal fatto che anche in altre aree dal
Paese (da chiunque governate) esistono, sì, le
discariche, ma le stesse sono concepite e
gestite in modo tale da fruttare in energia
alternative il materiale depositato, consegnando
vantaggi reali ed economici per tutti i
cittadini. Ovviamente, tutte le tecnologie
monitorate sono tutte utili a patto che, però,
esse siano a valle di un processo di autentica
di raccolta differenziata spinta dei rifiuti.
Anche per quanto riguarda il tipo di impianti
che vengono spesso proposti per il territorio
sannita (per esempio l’impianto di biomasse di
San Salvatore Telesino) per il recupero
energetico dei rifiuti (CDR di qualità) sono di
vecchia concezione: altrove si parla di
trattamento alternativo all’incenerimento
mediante forni a griglia.
4)
Occorre inoltre commisurare le tecnologie e le
tipologie impiantistiche per il trattamento
rifiuti alle vocazioni demografiche e
territoriali: ogni tecnologia va modulata
rispetto al territorio in cui si cala.
5)
Il difficile obiettivo che abbiamo di fronte
quale comunità delle aree interne campane è
quello di passare contestualmente dalla fase
“perennemente” emergenziale a quella finalmente
ordinaria avviando tuttavia anche la
provincializzazione del ciclo. Cioè occorre
portare a termine due strategie in un solo
momento. Per far questo occorre capire quali
siano le tecnologie e gli impianti più adatti
alle aree interne e quindi procedere a tappe
forzate, ovvero non c’è tempo per far esperienza
di eventuali errori.
6)
Su questa linea occorre
dare vita ad una struttura specifica in tema di
rifiuti insieme alla Camera di Commercio di
Benevento in sintonia con l’assessorato
regionale all’ambiente. Gli obiettivi della
Provincia di Benevento sono quelli indicati
dalle direttive iniziali: produzione di raccolta
differenziata a monte con il riciclo ed il
recupero spinto. La media di smaltimento in
discarica dell’UE è del 3-5% sul totale: ed è a
questo obiettivo che anche
la Provincia di Benevento
intende puntare con tecnologie a freddo secondo
la linea strategica formalizzata nello scorso
luglio. Essa inoltre sarà la parte centrale del
Piano Rifiuti della Provincia sannita.
7)
Le aree interne devono essere capaci di avviare
questo processo nel più breve tempo possibile e
tentare un’altra scommessa: quella di non
consumare altro spazio - se possibile - in
discarica.
8)
Occorre ancora un tavolo
con il Commissariato e
la Regione per le discariche
chiuse (Montesarchio, San Bartolomeo) e per
quelle in coltivazione (Sant’Arcangelo Trimonte),
nonché per la riduzione ed il trattamento delle
cosiddette ecoballe di Casalduni e Fragneto
Monforte
9)
Infine, tutto questo processo sarà fatto con il
coinvolgimento degli attori pubblici e privati
operanti sul territorio del Sannio.
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