Un’assemblea permanente dei
dipendenti con impedimento di accesso agli
uffici consortili.
Questo
quanto deliberato dall’assemblea dei dipendenti
dell’ex Consorzio di Bonifica della Valle
Telesina, nell’assemblea di lunedì. Un incontro,
quello dei dipendenti del soppresso Consorzio
“al fine di individuare il percorso da
intraprendere per porre fine alla intollerabile
situazione che vede protagonisti principalmente
i dipendenti a tempo indeterminato dell’ente”.
Il
verbale contente la deliberazione è stato
inviato al Prefetto della Provincia di
Benevento, al Presidente della Giunta della
Regione Campania, al Presidente del Consiglio
regionale, all’Assessore alle attività
produttive della regione Campania, a tutti i
Consiglieri regionali, al Commissario
liquidatore, al Consorzio Sannio-Alifano, ale
organizzazioni sindacali, agli organi di Polizia
ed alla Procura della Repubblica.
“Premesso – si legge nel verbale – che il
Consorzio fu commissariato dalla Regione
Campania circa 14 anni fa perché il bilancio
dell’ente presentava un disavanzo di circa 14
miliardi di vecchie lire (7.230.000 euro circa),
che la Regione Campania
nominò diversi commissari straordinari; che nel
2002 adottò un provvedimento di soppressione
dell’ente e istituì la gestione liquidatoria,
nominando nel corso degli anni diversi
commissari, l’ultimo dei quali è dimissionario
da circa 8 mesi; che contemporaneamente la
Regione dispose l’accorpamento del comprensorio
consortile al Consorzio Sannio-Alifano, con
conseguente trasferimento del personale altri
enti (mai avvenuto);
che con apposita delibera
fu istituito un capitolo di spesa nel bilancio
della Regione Campania denominato ‘Oneri per il
personale del soppresso Consorzio di Bonifica
della Valle Telesina’ dotato di 400.000/00 euro
mano mano ridotto a circa 140.000/00 euro,
assolutamente insufficienti a coprire il
fabbisogno necessario quantomeno al pagamento
degli stipendi del personale ancora in servizio
presso la gestione liquidatoria del C.B.V.T;
che attualmente i
dipendenti vantano circa 11 mensilità arretrate
con gravissimo danno per sé e le loro famiglie
costrette a vivere situazioni di estremo
disagio; che a nulla hanno portato le promesse
di una stabilizzazione nei ruoli della Giunta
regionale nonostante il parere positivo di gran
parte dei consiglieri regionali sia di
maggioranza che di opposizione; che lo stato di
abbandono totale dello stabile consortile ha
provocato infiltrazioni d’acqua piovana così’
come dal verbale di sopralluogo dei Vigili del
Fuoco e conseguente ordinanza dell’Ufficio
Tecnico del Comune di Telese Terme attestante la
pericolosità del luogo di lavoro; che la
mancanza di combustibile ormai da circa 2 anni
non consente di riscaldare lo stabile per cui i
dipendenti sono costretti a svolgere le proprie
mansioni in condizioni di freddo polare con
grave pregiudizio fisico;
che la mancanza di fondi
non consente l’acquisto del materiale di
cancelleria di base per svolgere gli adempimenti
necessari, anche di notevole urgenza; che ad
oggi, il debito è di settanta milioni di euro,
nonostante, dal 1995 alla data odierna siano
stati spesi e pignorati fondi stanziati dalla
Regione Campania di circa cento milioni di euro:
paradossalmente imprese che vantavano crediti
per pochi milioni di euro, oggi il loro credito
è lievitato a trenta milioni di euro per la
mancanza di volontà decisionale della Regione
Campania; che questa situazione di grandissima e
gravissima responsabilità è da imputare
esclusivamente a chi nel corso degli anni non ha
provveduto a risolvere in alcun modo nessuna
delle problematiche esistenti, anzi è stato
fatto si che il danno anche in termini economici
e di ricaduta sul territorio diventasse di
proporzioni incalcolabili all’unanimità decidono
di indire lo stato di Assemblea permanente dei
dipendenti e di impedire l’accesso agli uffici
consortili di tutti coloro che necessitano dei
servizi dell’Ente, compresi il Commissario
Liquidatore, fino a quando la Regione Campania
non si attiverà per la risoluzione definitiva
della vertenza”.
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