7 agosto 2009
Cerreto, aggressione subita dalla  “Leonessa”

Giuseppe Fappiano

 

 

La Notte delle Janare - Cerreto Sannita

E’ con grande amarezza che devo denunciare, ancora una volta, la grave aggressione subita dalla  “Leonessa” di Cerreto Sannita.

Un luogo che, più passa il tempo, più perde la propria identità. Un’identità e una storia scritta che il tempo ha scritto sulle pietre.

L’unico sito di culto Micaelico di Cerreto, già sede dell’Università di Cerreto nonché dimora del vescovo Biagio  Caropipe che scelse “A’ Morgia d’ Sant’Angl” come un buon luogo dove morire ed essere sepolto in totale serenità.

Luogo di antichissime frequentazioni testimoniate dal rinvenimento di utensili in selce e frammenti di terrecotte oltre alle note sepolture di guerrieri Sanniti.

Uno dei pochi luoghi dove i pastori, a costo di immani sacrifici, tengono al pascolo gli oramai pochi armenti  per mantenere viva un’attività ed una tradizione abbandonata a cui nessuno più si dedica. Pastori che devono difendere i pascoli non più dai naturali predatori come lupi, volpi, rapaci ecc…. ma dalla devastazione provocata dai mezzi fuoristrada che sistematicamente aggrediscono e distruggono i rigogliosi pascoli che col tempo si stanno restringendo sempre di più.

La Leonessa, un luogo che negli ultimi anni è stato attaccato dall’uomo in modo indiscriminato con la costruzione di un mega-tettoia in cemento e legno, piattaforme ghiaiate di cui non se ne comprende la funzione, l’ampliamento degli antichi sentieri per permettere l’accesso alle auto, residui di costruzioni di cabine per la captazione di sorgenti che non hanno mai portato una goccia d’acqua al paese. Spazzando via  le costruzioni di pietre a secco, antichissime dimore dei pastori, per far posto a manufatti che deturpano il territorio e lo inquinano irreparabilmente.

Insomma, un luogo che è la mappa storico-genetica del popolo di Cerreto ma che sta diventando simbolo del degrado, oltre che ambientale, anche culturale e civile.

Ed infatti, come ogni anno oramai, si consuma un altro scempio organizzato ad arte per soddisfare l’illusione, di chi è incapace di vivere in modo naturale e rispettoso il territorio, di vivere un giorno in modo diverso dal proprio grigiore quotidiano e, per questo, ci si inventa “La notte delle janare” . Non basta la “notte bianca” a devastare Cerreto che trasforma il centro storico in una discarica a cielo aperto, ora si va a devastare, in una notte, anche quel poco che rimane della “Leonessa”.

E già! Perché il programma, oltre all’arrampicata guidata dal CAI (che non si capisce perché creare i percorsi sul monolite della Leonessa e non sulle pareti di “Costa dei Corvi”, sicuramente più idonea), all’osservazione delle stelle, ci sarà anche uno stand gastronomico fatto salire fin lassù e altri fuoristrada, e moto e macchine, e gruppi elettrogeni e strumentazioni del gruppo folk ecc….

Insomma, un altro scempio un’altra aggressione alla “Leonessa” e a questa terra già troppo sofferente.

L’ambiente, la storia, il ricordo e la cultura non si vivono con l’ulteriore devastazione di una notte ma con rispetto e consapevolezza che abbiamo il dovere di preservare e migliorare il territorio. Un territorio che ci è stato tramandato intatto dai nostri padri senza devastarlo, così come si sta facendo, per trasferirlo ai figli così come l’abbiamo ricevuto.

Io spero che gli organizzatori ci ripensino ed organizzino questi eventi in luoghi più idonei e meno impattanti.

Giuseppe Fappiano

 

 

 

     

 Valle Telesina


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