La
Notte delle Janare - Cerreto Sannita
E’
con grande amarezza che devo denunciare, ancora
una volta, la grave aggressione subita dalla
“Leonessa” di Cerreto Sannita.
Un
luogo che, più passa il tempo, più perde la
propria identità. Un’identità e una storia
scritta che il tempo ha scritto sulle pietre.
L’unico sito di culto Micaelico di Cerreto, già
sede dell’Università di Cerreto nonché dimora
del vescovo Biagio Caropipe che scelse “A’
Morgia d’ Sant’Angl” come un buon luogo dove
morire ed essere sepolto in totale serenità.
Luogo di antichissime frequentazioni
testimoniate dal rinvenimento di utensili in
selce e frammenti di terrecotte oltre alle note
sepolture di guerrieri Sanniti.
Uno dei pochi luoghi dove i pastori, a costo di
immani sacrifici, tengono al pascolo gli oramai
pochi armenti per mantenere viva un’attività ed
una tradizione abbandonata a cui nessuno più si
dedica. Pastori che devono difendere i pascoli
non più dai naturali predatori come lupi, volpi,
rapaci ecc…. ma dalla devastazione provocata dai
mezzi fuoristrada che sistematicamente
aggrediscono e distruggono i rigogliosi pascoli
che col tempo si stanno restringendo sempre di
più.
La
Leonessa, un luogo che negli ultimi anni è stato
attaccato dall’uomo in modo indiscriminato con
la costruzione di un mega-tettoia in cemento e
legno, piattaforme ghiaiate di cui non se ne
comprende la funzione, l’ampliamento degli
antichi sentieri per permettere l’accesso alle
auto, residui di costruzioni di cabine per la
captazione di sorgenti che non hanno mai portato
una goccia d’acqua al paese. Spazzando via le
costruzioni di pietre a secco, antichissime
dimore dei pastori, per far posto a manufatti
che deturpano il territorio e lo inquinano
irreparabilmente.
Insomma, un luogo che è la mappa
storico-genetica del popolo di Cerreto ma che
sta diventando simbolo del degrado, oltre che
ambientale, anche culturale e civile.
Ed
infatti, come ogni anno oramai, si consuma un
altro scempio organizzato ad arte per soddisfare
l’illusione, di chi è incapace di vivere in modo
naturale e rispettoso il territorio, di vivere
un giorno in modo diverso dal proprio grigiore
quotidiano e, per questo, ci si inventa “La
notte delle janare” . Non basta la “notte
bianca” a devastare Cerreto che trasforma il
centro storico in una discarica a cielo aperto,
ora si va a devastare, in una notte, anche quel
poco che rimane della “Leonessa”.
E
già! Perché il programma, oltre all’arrampicata
guidata dal CAI (che non si capisce perché
creare i percorsi sul monolite della Leonessa e
non sulle pareti di “Costa dei Corvi”,
sicuramente più idonea), all’osservazione delle
stelle, ci sarà anche uno stand gastronomico
fatto salire fin lassù e altri fuoristrada, e
moto e macchine, e gruppi elettrogeni e
strumentazioni del gruppo folk ecc….
Insomma, un altro scempio un’altra aggressione
alla “Leonessa” e a questa terra già troppo
sofferente.
L’ambiente, la storia, il ricordo e la cultura
non si vivono con l’ulteriore devastazione di
una notte ma con rispetto e consapevolezza che
abbiamo il dovere di preservare e migliorare il
territorio. Un territorio che ci è stato
tramandato intatto dai nostri padri senza
devastarlo, così come si sta facendo, per
trasferirlo ai figli così come l’abbiamo
ricevuto.
Io
spero che gli organizzatori ci ripensino ed
organizzino questi eventi in luoghi più idonei e
meno impattanti.
Giuseppe Fappiano
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