I
Comunisti di cerreto Sannita non possono
riconoscersi in Rifondazione Comunista
Si
rimane esterrefatti, ma non meravigliati, dalle
risposte date dal segretario di Rifondazione
Comunista sulla questione della chiusura
dell'Ospedale Maria delle Grazie di Cerreto
Sannita.
La
pratica politica comunista, oramai, si è
appiattita completamente sulle posizioni
politiche dei partiti capitalisti e liberisti.
E'
da anni, oramai, che i dirigenti, siano essi
rappresentanti regionali, provinciali o
comunali, pur di stare nelle istituzioni,
accettano qualsiasi compromesso sia esso
politico o ideologico.
In
altri tempi questo tipo di scelte o di alleanze
avrebbe determinato la radiazione dal partito.
Sono cose che, onestamente, non capisco oppure
sono io ad essere solo un “vecchio Comunista”
che non capisce le dinamiche evolutive del
Partito della Rifondazione Comunista.
Vorrei solo ricordare al segretario del Partito
della Rifondazione Comunista di Cerreto Sannita
che è indegno affiancare il simbolo della Falce
e Martello, per la sua storia e per le persone
che hanno lottato, pagato personalmente e che
sono morte per quella bandiera, accordarsi
politicamente, organicamente in giunte e
consigli con quelle forze politiche liberiste e
fasciste stanno devastando da decenni lo Stato
Sociale di questo paese garantendo e
salvaguardando gli interessi personali, delle
lobbie della Sanità, dei trasporti, della Scuola
e dei grandi potentati capitalistici.
Non mi pare che Rifondazione Comunista si sia
convertita all'economia di mercato né alla
privatizzazione dello stato sociale o dei
servizi pubblici essenziali.
E
qui mi lego alla questione della chiusura
dell'Ospedale Maria delle Grazie di Cerreto
Sannita.
I
consiglieri regionali di Rifondazione Comunista,
al di là degli annunci o dei proclami, in fase
di voto della L.R. 16/2008, hanno implicitamente
accettato la logica capitalistica del “bilancio”
abbandonando quella della sanità pubblica e
gratuita; chiudere anche l'Ospedale Civile di
Cerreto Sannita, per rientrare nel deficit
regionale anche se è l'unico ospedale pubblico
nel raggio di 40 chilometri e che asserve
un'area geograficamente molto svantaggiata.
Deficit regionale prodotto dall'allegra gestione
“napoletana” della sanità pubblica e non certo
dall'incapacità operativa dell'Ospedale Civile
di Cerreto Sannita.
Detto questo a poco o niente serve elencare
articoli, incontri o iniziative messe in atto se
il risultato è stato questo!.
Vi
date il merito che, all'atto della
promulgazione della L.R. 16/2008, siete riusciti
a far approvare qualche vostro emendamento;
grama consolazione. La richiesta dei consiglieri
comunisti sarebbe dovuta essere stata una sola:
“Gli ospedali pubblici non si chiudono oppure
usciamo dalla maggioranza!”
Questo sarebbe stato un atto di “pratica
comunista” e non, come è successo nella realtà,
subordinandosi alle posizioni della maggioranza
in Regione Campania. Poi si può parlare anche
del sesso degli angeli ma la realtà è questa ed
è incontrovertibile.
Nel nostro comunicato è stato espresso un
concetto che, evidentemente, non è stato colto o
non si è voluto cogliere.
E'
stato spiegato ai cittadini che ciò che
diventerà l'oramai “ex” Ospedale di Cerreto
Sannita, era già stato scritto il 28 novembre
2008 nella L.R. 16/2008 a pagina 40 e che le
iniziative messe in atto dall'amministrazione
comunale di Cerreto, su sollecitazione del
Comitato Civico, non avevano prodotto nessuna
variazione al progetto di chiusura dell'ospedale
(se ci sono diteci quali sono). E' stato
inspiegabile, quindi, il comunicato del
segretario provinciale del PRC Giuseppe Addabbo
e quello del segretario cittadino del PRC
Giuseppe Baldino, quando, in data 30/6/2009
affermano che “ si accoglie con
soddisfazione la decisione della Giunta
Regionale della Campania di realizzare una
struttura all'interno dell'Ospedale "Maria delle
Grazie" di Cerreto Sannita con 12 posti letto.”
I 12 posti letto per l'Hospice, erano già
previsti nel lontano novembre 2008 come erano
già previste tutte quelle poche cose che
rimarranno a Cerreto Sannita ed elencate dal
sindaco Pasquale Santagata, e fatte passare come
“richieste in subordine”.
Sulla salute e sulla vita della gente non si
fanno “richieste in subordine” né si mistifica
la realtà, ci sono le carte che parlano.
La
richiesta deve essere una sola:
”l'Ospedale Civile di Cerreto c'è e deve
rimanere così com'è, a qualsiasi costo!”
Comunque, tanto per rinfrescare
un po' la memoria alla dirigenza di rifondazione
di Cerreto Sannita è bene ricordare uno stralcio
di un loro intervento pubblicato il 16 giugno
2007 sul Sannio Quotidiano:” ....Sulla
questione, prosegue il comunicato, è necessario
osservare con rammarico lo scarso impegno del
sindaco di Cerreto Sannita, Antonio Barbieri
(allora deputato in parlamento, ndr),
che non si è mosso adeguatamente per difendere
la struttura. Del resto la volontà del primo
cittadino è quella di privilegiare la sanità
privata e le strutture sanitarie alternative
dell'Ospedale come il tanto decantato Hospice in
località Madonna della Libera che, tra l'ltro,
non sembra rientrare nei programmi regionali.”
Ora, pare, che il rappresentante di
Rifondazione Comunista in consiglio comunale
risulti essere compagno di banco dell'ex
deputato ed ex sindaco Antonio Barbieri.
Questione risolta?
E'
appena il caso di ricordare a “lorsignori” di
Rifondazione Comunista che per perseguire
un'ideale e praticarlo non si ha bisogno di
“riferimenti politici” né di partiti ne di
altro. C'è bisogno di ideali, dignità e
coerenza!
I
Riferimenti politici, quando non si hanno idee,
servono ma per perseguire gli interessi di
parte e, spesso, personali.
I
Comunisti, quelli veri, hanno in testa un “altro
mondo possibile” che, evidentemente, non
coincide con quello che voi perseguite e
sostenete e cioè sostenere questo sistema della
politica clientelare che ha distrutto Cerreto.
Giuseppe Fappiano, comunista! |