13 agosto 2009
Cerreto, l'Ospedale deve rimanere così com'è!

Giuseppe Fappiano

 

 

I Comunisti di cerreto Sannita non possono riconoscersi in Rifondazione Comunista

 

Si rimane esterrefatti, ma non meravigliati, dalle risposte date dal segretario di Rifondazione Comunista sulla questione della chiusura dell'Ospedale Maria delle Grazie di Cerreto Sannita.

La pratica politica comunista, oramai, si è appiattita completamente sulle posizioni politiche dei partiti capitalisti e liberisti.

E' da anni, oramai, che i dirigenti, siano essi rappresentanti regionali, provinciali o comunali, pur di stare nelle istituzioni, accettano qualsiasi compromesso sia esso politico o ideologico.

In altri tempi questo tipo di scelte o di alleanze avrebbe determinato la radiazione dal partito.

Sono cose che, onestamente, non capisco oppure sono io ad essere solo un “vecchio Comunista” che non capisce le dinamiche evolutive del Partito della Rifondazione Comunista.

Vorrei solo ricordare al segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Cerreto Sannita  che è indegno affiancare il simbolo della Falce e Martello, per la sua storia e per le persone che hanno lottato, pagato personalmente e che sono morte per quella bandiera, accordarsi politicamente, organicamente in giunte e consigli con quelle forze politiche liberiste e  fasciste  stanno devastando da decenni lo Stato Sociale di questo paese garantendo e salvaguardando gli interessi personali, delle lobbie della Sanità, dei trasporti, della Scuola e dei grandi potentati capitalistici.

Non mi pare che Rifondazione Comunista si sia   convertita all'economia di mercato né alla privatizzazione dello stato sociale o dei servizi pubblici essenziali.

E qui mi lego alla questione della chiusura dell'Ospedale Maria delle Grazie di Cerreto Sannita.

I consiglieri regionali di Rifondazione Comunista, al di là degli annunci o dei proclami, in fase di voto della L.R. 16/2008, hanno implicitamente accettato la logica capitalistica del “bilancio” abbandonando quella della sanità pubblica e gratuita; chiudere  anche l'Ospedale Civile di Cerreto Sannita, per rientrare nel deficit regionale  anche se è l'unico ospedale pubblico nel raggio di 40 chilometri  e che asserve un'area geograficamente molto svantaggiata. Deficit regionale prodotto dall'allegra gestione “napoletana” della sanità pubblica e non certo dall'incapacità operativa dell'Ospedale Civile di Cerreto Sannita.

Detto questo a poco o niente serve elencare articoli, incontri o iniziative messe in atto se il risultato è stato questo!.

Vi date il merito che, all'atto della  promulgazione della L.R. 16/2008, siete riusciti a far approvare qualche vostro emendamento; grama consolazione. La richiesta dei consiglieri comunisti sarebbe dovuta essere stata una sola:

“Gli ospedali pubblici non si chiudono oppure usciamo dalla maggioranza!”

Questo sarebbe stato un atto di “pratica comunista” e non, come è successo nella realtà, subordinandosi alle posizioni della maggioranza in Regione Campania. Poi si può parlare anche del sesso degli angeli ma la realtà è questa ed è incontrovertibile.

Nel nostro comunicato è stato espresso un concetto che, evidentemente, non è stato colto o non si è voluto cogliere.

E' stato spiegato ai cittadini che ciò che diventerà l'oramai “ex” Ospedale di Cerreto Sannita, era già stato scritto il 28 novembre 2008 nella L.R. 16/2008 a pagina 40 e che le iniziative messe in atto dall'amministrazione comunale di Cerreto, su sollecitazione del Comitato Civico, non avevano prodotto nessuna variazione al progetto di chiusura dell'ospedale (se ci sono diteci quali sono). E' stato inspiegabile, quindi,  il comunicato del segretario provinciale del PRC Giuseppe Addabbo e quello del segretario cittadino del PRC Giuseppe Baldino, quando, in data 30/6/2009  affermano che “ si  accoglie con soddisfazione la decisione della Giunta Regionale della Campania di realizzare una struttura all'interno dell'Ospedale "Maria delle Grazie" di Cerreto Sannita con 12 posti letto.” I 12 posti letto per l'Hospice, erano già previsti nel lontano  novembre 2008 come erano già previste tutte quelle poche cose che rimarranno a Cerreto Sannita ed elencate dal sindaco Pasquale Santagata, e fatte passare come “richieste in subordine”.

Sulla salute e sulla vita della gente non si fanno “richieste in subordine” né si mistifica la realtà, ci sono le carte che parlano.

La richiesta deve essere una sola:

”l'Ospedale Civile di Cerreto c'è e deve rimanere così com'è, a qualsiasi costo!”

Comunque, tanto per rinfrescare un po' la memoria alla dirigenza di rifondazione di Cerreto Sannita è bene ricordare uno stralcio di un loro intervento pubblicato il 16 giugno 2007 sul  Sannio Quotidiano:” ....Sulla questione, prosegue il comunicato, è necessario osservare con rammarico lo scarso impegno del sindaco di Cerreto Sannita, Antonio Barbieri (allora deputato in parlamento, ndr), che  non si è mosso adeguatamente per difendere la struttura. Del resto la volontà del primo cittadino è quella di privilegiare la sanità privata e le strutture sanitarie  alternative dell'Ospedale come il tanto decantato Hospice in località Madonna della Libera che, tra l'ltro, non sembra rientrare nei programmi regionali.”

Ora, pare, che  il rappresentante di Rifondazione Comunista in consiglio comunale risulti essere compagno di banco  dell'ex deputato ed ex sindaco  Antonio Barbieri. Questione risolta?

E' appena il caso di ricordare a “lorsignori” di Rifondazione Comunista che per perseguire un'ideale e praticarlo non si ha bisogno di “riferimenti politici”  né di partiti ne di altro. C'è bisogno di ideali, dignità e coerenza!

I Riferimenti politici, quando non si hanno idee, servono  ma per perseguire gli interessi di parte e, spesso, personali.

I Comunisti, quelli veri, hanno in testa un “altro mondo possibile” che, evidentemente, non coincide con quello che voi perseguite e sostenete e cioè sostenere questo sistema della politica clientelare che ha distrutto  Cerreto.

Giuseppe Fappiano, comunista!

 

     

 Valle Telesina


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