Ho
letto l'intervento di Giovanni Pio Marenna, e
vorrei fare alcune riflessioni in merito.
Non c'è dubbio che mi lascia sempre molto
perplesso sentir parlare di contenimento dei
costi quando si parla dei servizi pubblici, e
ancor più se si tratta di sanità.
Più corretto sarebbe parlare di eliminazione
degli sprechi, che certamente vanno a detrimento
della qualità del servizio offerto.
Io
non voglio addentrarmi in disquisizioni sulla
presenza o meno di sprechi, nel caso della
struttura in questione, perché non ho gli
elementi per farlo e quindi direi sicuramente
delle inesattezze.
Però un episodio accaduto la scorsa settimana mi
ha indotto a farmi delle domande.
Mia moglie si è recata presso l'ospedale di
Cerreto per prenotare una mammografia
prescrittale dal medico, ma la risposta è stata
che non c'era più posto per il mese di
settembre; mia moglie ha chiesto allora di
prenotarla per il mese di ottobre, ma le è stato
detto che avrebbe dovuto tornare ai primi del
mese, però sarebbe stato molto difficile
riuscire a prendere la prenotazione, in quanto
presso quella struttura su fanno solo quattro,
dico QUATTRO, mammografie alla settimana.
E
qui mi sono posto la domanda: come servizio
pubblico, pagato dalle tasse, mi serve avere un
reparto che riesce a fare solo quattro
mammografie alla settimana, pur avendo gli
stessi macchinari, con gli stessi costi, di un
qualsiasi laboratorio?
Se
poi tale disservizio, perché tale è, è dovuto a
macchinari obsoleti o a personale insufficiente
allora stiamo parlando del sesso degli angeli,
perché in tal caso staremmo chiudendo il nulla.
Mi
potrebbe obiettare che l'ospedale non fa solo
mammografie; è vero, ma come ho detto prima non
mi piace parlare di quello che non so, e quindi
ho riportato solo un episodio di cui sono
personalmente a conoscenza, ma che è comunque
indicativo della situazione della sanità
pubblica.
Questo senza nulla togliere alla
professionalità, e spesso anche all'abnegazione
dei singoli.
In
conclusione il discorso, secondo me, dovrebbe
essere più generale, e non riguardare solo
quello che ci interessa sotto casa, come spesso
purtroppo accade, e ritengo quindi che forse
bisognerebbe riconsegnare la tessera sanitaria,
prima del certificato elettorale, ma in entrambi
i casi non avremmo risolto il problema.
Io
mi terrò invece il mio certificato, e invito
tutti a farlo; evitiamo però di scrivere sulla
scheda elettorale il nome dell'amico, o del
parente, solo perché ci possono fare qualche
piccolo favore; altrimenti continueremo a pagare
con i grossi disservizi.
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