intervento riferito a: Cerreto ospedale, vicini alla fine?

 

 

12 settembre 2009
Cerreto ospedale, vicini alla fine? - Riflessioni
Luciano Frittelli

 

 

Ho letto l'intervento di Giovanni Pio Marenna, e vorrei fare alcune riflessioni in merito.

Non c'è dubbio che mi lascia sempre molto perplesso sentir parlare di contenimento dei costi quando si parla dei servizi pubblici, e ancor più se si tratta di sanità.

Più corretto sarebbe parlare di eliminazione degli sprechi, che certamente vanno a detrimento della qualità del servizio offerto.

Io non voglio addentrarmi in disquisizioni sulla presenza o meno di sprechi, nel caso della struttura in questione, perché non ho gli elementi per farlo e quindi direi sicuramente delle inesattezze.

Però un episodio accaduto la scorsa settimana mi ha indotto a farmi delle domande.

Mia moglie si è recata presso l'ospedale di Cerreto per prenotare una mammografia prescrittale dal medico, ma la risposta è stata che non c'era più posto per il mese di settembre; mia moglie ha chiesto allora di prenotarla per il mese di ottobre, ma le è stato detto che avrebbe dovuto tornare ai primi del mese, però sarebbe stato molto difficile riuscire a prendere la prenotazione, in quanto presso quella struttura su fanno solo quattro, dico QUATTRO, mammografie alla settimana.

E qui mi sono posto la domanda: come servizio pubblico, pagato dalle tasse, mi serve avere un reparto che riesce a fare solo quattro mammografie alla settimana, pur avendo gli stessi macchinari, con gli stessi costi, di un qualsiasi laboratorio?

Se poi tale disservizio, perché tale è, è dovuto a macchinari obsoleti o a personale insufficiente allora stiamo parlando del sesso degli angeli, perché in tal caso staremmo chiudendo il nulla.

Mi potrebbe obiettare che l'ospedale non fa solo mammografie; è vero, ma come ho detto prima non mi piace parlare di quello che non so, e quindi ho riportato solo un episodio di cui sono personalmente a conoscenza, ma che è comunque indicativo della situazione della sanità pubblica.

Questo senza nulla togliere alla professionalità, e spesso anche all'abnegazione dei singoli.

In conclusione il discorso, secondo me, dovrebbe essere più generale, e non riguardare solo quello che ci interessa sotto casa, come spesso purtroppo accade, e ritengo quindi che forse bisognerebbe riconsegnare la tessera sanitaria, prima del certificato elettorale, ma in entrambi i casi non avremmo risolto il problema.

Io mi terrò invece il mio certificato, e invito tutti a farlo; evitiamo però di scrivere sulla scheda elettorale il nome dell'amico, o del parente, solo perché ci possono fare qualche piccolo favore; altrimenti continueremo a pagare con i grossi disservizi.

 

 

 

     

 Valle Telesina


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