avente lo scopo
di tutelare l’interesse primario del diritto
alla salute
delle comunità
interessate.
Sede legale: Via
Nicotera, 24
82032 CERRETO
SANNITA – BN –
Tel. / Fax 0824
861141 cell.+39 3290835638
e-mail:
cerretochiude_no@yahoo.it
Oggi
3 settembre, a partire dalle ore
16, davanti alle Terme di Telese, in
occasione dell’arrivo del Ministro del Welfare, Maurizio
Sacconi, alla Festa dell’Udeur, ci sarà il sit
– in di protesta del Comitato.
La dimostrazione servirà a provare la valenza della nostra
battaglia contro la chiusura del presidio
sanitario di Cerreto, dinanzi alle telecamere
e dinanzi all’autorevole Ministro del governo
Berlusconi.
La battaglia del Comitato Civico, è l’occasione
di lotta contro la sciagurata
ipotesi di azzeramento dell’Ospedale di Cerreto,
risorsa pubblica sanitaria ed unico pronto
soccorso della zona.
Chiediamo a
tutti coloro che hanno la possibilità, di
partecipare, perché sarà
l’occasione per consegnare al Ministro
Sacconi un documento sulle peculiarità
del nostro territorio in
campo sanitario e per difendere le ragioni della
maggioranza dei cittadini delle nostre zone che non vogliono
la chiusura del plesso assistenziale.
Cerreto Sannita,
li 2 settembre 2009
Per il Comitato
(Giuseppina Iannotti)
ULTIME DALL'OSPEDALE di CERRETO SANNITA: Una
paziente, con un problema ortopedico e necessità
di intervento chirurgico, operata con urgenza
(l'intervento è riuscito), non ha potuto
usufruire del reparto Rianimazione ed è stata
spostata di oltre 200km. A Cerreto tale reparto,
costato si dice 1 miliardo e 800 delle vecchie
lire, non è mai entrato in attività (causa
mancato collaudo condizionatore) sebbene fosse
funzionante.
Per il comitato civico la Presidente Giuseppina
Iannotti.
allegato estratto
da un insieme di documenti che oggi
abbiamo consegnato al Ministro Sacconi.
Egregio Ministro Sacconi,
questo Comitato intende porre alla sua
attenzione gli effetti della determinazione
della legge Regionale N° 16 del 28 novembre
2008, nella parte che prevede la trasformazione
del Presidio Ospedaliero di Cerreto Sannita, la
quale però smantella di fatto i reparti di
Pronto Soccorso, Medicina con annessa
Cardiologia, Chirurgia, Ortopedia, facendo
seguito ai già demoliti reparti di Ostetricia e
Ginecologia nonché Pediatria. Tale
trasformazione è, appunto, la causa fondante
della preoccupazione dei cittadini dei Comuni di
Cerreto Sannita, Guardia Sanframondi, San
Lorenzello, Cusano Mutri, Pietraroja, Faicchio,
Castelvenere, Telese Terme, San Salvatore
Telesino, Amorosi, Puglianello, San Lorenzo
Maggiore, San Lupo e quanti altri fino ad ora
afferenti il nosocomio di Cerreto.
La
chiusura, ipotesi nefasta, di fatto sarebbe
causa di gravi danni per la tutela della salute
degli abitanti del vasto territorio che fanno
riferimento al suddetto ospedale. Essi
resterebbero infatti privi dell’unico Presidio
Ospedaliero pubblico, la cui esistenza, tanto
spesso, è stata determinante permettendo la
prevalenza della vita sulla morte.
La legge regionale 16 del 28 nov. 2008, così
come formulata, non tiene conto che queste terre
sono abitate da persone e non da numeri. Per
tante di queste persone è difficile raggiungere
in tempi brevi un soccorso adeguato alle
necessità, stante la complessità geografica del
territorio. I 60.000 abitanti che costituiscono
(numero più, numero meno) il bacino di utenza
del nostro Presidio Ospedaliero, equivalgono
purtroppo, in termini numerici alla popolazione
di un quartiere di Napoli.
Nel costituendo nuovo Ospedale a
Sant’Agata dei Goti, confluirebbero 112 posti
letto e circa 220 unità del personale sanitario
dell’Ospedale di Cerreto Sannita, nonché 36
posti p.l. ed il personale sanitario del
vecchio Ospedale “San Giovanni” di
Sant’Agata, attualmente chiuso.
Lo
spirito delle legge regionale già citata, è
quello di razionalizzare e riqualificare
la sanità e di realizzare, in primis, un
risparmio di spesa, da ottenere, tra
l’altro, con il raggiungimento di un
numero minimo di 120 posti letto, per ciascun
Presidio Ospedaliero.
Per quello che riguarda tale
risparmio (?),
noi abbiamo fatto un po’ di conti: sarebbe stato
meno costoso, a nostro avviso, integrare i posti
letto di Cerreto Sannita (ne mancherebbero solo
8); viceversa, per realizzare una nuova
struttura da 120 posti letto a Sant’Agata
dei Goti non sono bastati circa 65 Miliardi
delle vecchie Lire; abbiamo anche
considerato che la zona è già vicina a
grossi centri di tutela sanitaria (Maddaloni e
Caserta).
Nella tavola 3-pag. 40 della L.R. n° 16 del 28
novembre 2008 notiamo che nel nuovo Presidio
Ospedaliero di Sant’Agata non compare traccia né
dei servizi di Ostetricia, Ginecologia e
Pediatria, né del Reparto di Rianimazione
(predisposto e pronto a funzionare nel P.O. di
Cerreto Sannita). Sempre dalla tav. 3
rileviamo che il nuovo Ospedale di Sant’Agata
dei Goti viene caratterizzato come I livello
della rete dell’emergenza, ovvero assicurerà il
primo soccorso ed una diagnostica di base,
attività già presenti nel P.O. di Cerreto
Sannita.
Evidente che non esistendo nel completando
Ospedale di Sant’Agata dei Goti i succitati
servizi, 60.000 utenti andrebbero a confluire o
negli ospedali di Benevento (40Km), già con
situazioni problematiche, o verso Caserta
(50Km). Allora perché tanti cambiamenti?
Mai questo Comitato ha inteso difendere
interessi di campanile, ma come è possibile che
si possa ignorare il diritto alla salute delle
comunità di Cerreto Sannita, Guardia
Sanframondi, San Lorenzello, Cusano Mutri,
Pietraroja, Faicchio, Castelvenere, Telese
Terme, San Salvatore Telesino, Amorosi,
Puglianello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo e
quanti altri da 38 anni afferenti il nosocomio
di Cerreto? Noi non abbiamo altro, già ci hanno
privato dei reparti di Pediatria, Ostetricia e
Ginecologia, che neppure le tre cliniche
convenzionate di Telese Terme offrono. La
comunità di Sant’Agata può dirigersi in tempi
brevissimi a Caserta o a Maddaloni. Ma dove
andremmo noi quando la catastrofe si abbatterà
sul nostro capo, ossia appena l’Ospedale di
Cerreto verrà, armi e bagagli, trasferito a
Sant’Agata? E’ di questi giorni il ricovero nel
Presidio Ospedaliero di Cerreto Sannita di
malati provenienti dal Pronto Soccorso del
Civile di Benevento e portati qui perché da loro
non c’era posto. Il Civile di Benevento sarà il
riferimento delle nostre popolazioni una volta
chiuso Cerreto.
Non ultimo per importanza va sottolineato che la
nostra battaglia non è certo una crociata contro
i Cittadini del Territorio di Sant’Agata, i
quali hanno ogni diritto a tutelarsi, ma certo
le nostre popolazioni non vanno trattate come
figlie di un Dio Minore.
Quello che ci concederebbe la Legge è troppo
poco. Ben vengano l’assistenza agli anziani
(anche se abbiamo già operanti nel territorio
Case di Riposo) e i 12 posti letto per i malati
terminali. Le altre forze attive, e
particolarmente gli agricoltori che hanno
aziende a conduzione familiare bisognosi di
utenze il più vicino possibile (è previsto anche
dalle norme CEE) dove andranno a curarsi?
Per concludere, l’Ospedale di Cerreto Sannita è
situato in posizione strategica, al centro, più
o meno geometrico di una vasta zona (Comunità
Montana del Titerno) verso il quale affluiscono
i comuni già elencati. Basta consultare i
registri di Pronto Soccorso e dei Ricoveri Acuti
di questi ultimi giorni, per verificare quanto
sia indispensabile per il territorio, la
presenza del Nosocomio.
Ignorare tale necessità, dismettere questo P.O.
e traslocarlo in una zona oggettivamente già
asservite da altre strutture di eccellenza, è
una scelta che ci risulta incomprensibile,
irrazionale e non rispondente alle reali
esigenze del nostro territorio.
Importantissimo a nostro avviso, e chi di dovere
dovrebbe farsene una volta per tutte carico, è
la riflessione su quanto pubblico denaro è stato
SBORSATO ed a quale scopo:
1)
Reparto di Rianimazione presso il P.O. di
Cerreto Sannita, acquistato da anni, (circa
quattro anni) collaudato, aria condizionata
tenuta in funzione PER ANNI nel Reparto, senza
che esso sia mai entrato in funzione. (Pare sia
costato circa 1 miliardo e 800 milioni di lire;
2)
Presidio Ospedaliero sito in Sant’Agata de’ Goti
non fornirebbe specialistiche diverse da quelle
esistenti attualmente a Cerreto (mancano
Oculistica, Otorinolaringoiatria, Ostetricia,
Ginecologia ,Pediatria), eppure finora, a quanto
dicono i giornali è già costato almeno 65
miliardi;
3)
Nel
Comune di Telese Terme lo stato è convenzionato
con tre cliniche, ma nessuna offre i servizi su
menzionati e mancanti nel P.O. di Cerreto
Sannita. Il Pubblico ed il Privato possono
coesistere, ma a condizione che siano
complementari.
Le
nostre proposte sono:
1)
La
salvaguardia integrale del P.O. di Cerreto
Sannita, il potenziamento e l’ammodernamento
dello stesso esso costituendo l’unico Ospedale
pubblico di una zona così vasta;
2)
Attivazione del Reparto di Rianimazione presente
nel Presidio Ospedaliero di Cerreto Sannita,
costato tanto, all’avanguardia per tecnologia ed
inutilizzabile altrove, data la delicatezza
delle strumentazioni;
3)
Ispezione e verifica ministeriale su tutta la
situazione;
4)
Nell’ottica del rientro dal disavanzo, ricerca
tecnica e politica di valide soluzioni
alternative a quanto deciso dalla L.R. numero 16
del 28 novembre 2008, nella parte relativa alla
dismissione del P.O. di Cerreto Sannita, che
potrebbero essere individuate nell’area dell’
Alta Specializzazione e Ricerca.
Alleghiamo documentazione con particolare
riferimento alle carte geografiche della zona,
buona parte delle firme dei sostenitori del
Comitato e copia pergamena attestante l’ impegno
delle autorità locali.
Certi della sua attenzione,le porgiamo distinti
saluti.
03/09/2009
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