20 dicembre 2009
Cerreto, attività intensa dell'opposizione
Giovanni Pio Marenna

 

 

In seguito ad una mia diffida del 3 dicembre, nella quale invitavo il comune a provvedere al rilascio di copia dei verbali di tutte le gare d'appalto svolte dal 14 giugno 2004 ad oggi (dopo che la mia richiesta del 23 ottobre scorso era stata inevasa, essendo trascorsi 41 giorni senza che la documentazione in questione fosse stata rilasciata), il responsabile dell'Ufficio Tecnico Letizio Napoletano mi rispondeva che la richiesta era molto generica e che dovrei prendere visione degli atti per specificare in modo dettagliato i documenti di cui intendo ricevere copia.

Ebbene, siamo di fronte all’inverosimile. Si tratta di una questione di comprensione della lingua italiana. La richiesta non è affatto generica, ma chiarissima.

Ho chiesto copia dei verbali di tutte le gare d'appalto espletate dal 3° Settore Ufficio Tecnico (che lui dirige) dal 14 giugno 2004 ad oggi.

“Di tutte” significa che ho chiesto la copia di ogni singolo verbale degli ultimi 5 anni. Credo che non si possa essere più chiari di così. Poi se si è voluta trovare una scusa per non darmi la documentazione richiesta, con un palese atteggiamento ostruzionistico del mio mandato consiliare, in violazione della legge, è un altro discorso. A pensar male...

Pertanto non c’è nulla da specificare. La richiesta a suo tempo presentata, quindi, è valida e legittima. A tal proposito ricordo che, qualora gli atti richiesti non verranno immediatamente rilasciati, provvederanno le autorità competenti a stabilire l'ordine corretto delle cose.

Posso capire che ci voglia un po' di tempo per fotocopiare i verbali di tutte le gare d'appalto degli ultimi cinque anni. Tuttavia, se solo per la risposta del responsabile ho dovuto attendere un mese e mezzo, si profilano all'orizzonte le calende greche o addirittura, di questo passo, la documentazione richiesta potrebbe anche non arrivare prima che termini la consiliatura.

 

Giovanni Pio Marenna, consigliere comunale

del gruppo consiliare di minoranza “Da sempre per Cerreto”

 


 

Oltre alle due mozioni (quella di ritirare l'emendamento che prevede la possibilità di vendita dei beni confiscati alle mafie e quella di abrogare l’obbligo di identificazione degli utenti, contribuendo così a promuovere la diffusione della rete senza fili per tutti), nel Consiglio Comunale di lunedì 21 dicembre si discuterà anche di un'altra proposta del gruppo di minoranza “Da sempre per Cerreto”. I consiglieri di minoranza chiedono di riconoscere il servizio idrico integrato  nel territorio del Comune di Cerreto Sannita (BN) come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. Questa proposta si è resa necessaria dopo il recente art. 15 del D.L. 135/2009, che ha modificato l'art. 23 bis sulla gestione del servizio idrico integrato in Italia, muovendo passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici, prevedendo l'affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite, individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40% e la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni ( in essere alla data del 22 agosto 2008) alla data del 31 dicembre 2011.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, una rete associativa cui aderiscono più di ottanta organizzazioni nazionali e più di mille comitati territoriali, accomunati dalla consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e dalla necessità di una sua salvaguardia per l’ambiente e per le future generazioni, sottopone all'attenzione della cittadinanza e della società civile alcune proposte volte alla riappropriazione sociale del bene acqua e alla promozione, attraverso gli Enti Locali, di una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici.

            Per tutti questi motivi il gruppo consiliare “Da sempre per Cerreto” ritiene che il Consiglio Comunale debba esprimere il suo più totale e assoluto dissenso a questa possibilità e che:

 

1) riconosca, con una delibera del Consiglio Comunale, il servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e si impegni ad inserire questo principio nel proprio Statuto Comunale, in quanto servizio pubblico essenziale, per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va quindi attuata attraverso un Ente di Diritto pubblico;

2) intraprenda tutte le azioni opportune al fine di contrastare i provvedimenti previsti dall’art. 23bis L. 133/2008, come modificato dall’art. 15 D.L 135/2009, che condurranno alla messa a gara della gestione del servizio idrico integrato ed alla consegna dell’acqua ai privati entro il 2011.

 


 

 

Dopo quella sui beni confiscati alla mafia, di ritirare cioè l'emendamento che prevede all'art. 2 (comma 18-sexiesvicies) l’introduzione della possibilità di vendita dei beni confiscati alle mafie e che verrebbe a compromettere in maniera rilevante l’impianto legislativo di contrasto alla mafia, il capogruppo consiliare di “Da sempre per Cerreto” Roberto Stanziano, a nome dell'intero gruppo consiliare di minoranza, ha presentato una seconda mozione per il prossimo Consiglio Comunale. Si tratta di una richiesta al Parlamento e al Governo di non prorogare, in vista della nuova scadenza del 31 dicembre, l’efficacia delle disposizioni del decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la previsione relativa all’obbligo di identificazione degli utenti contribuendo così a promuovere la diffusione della rete senza fili per tutti. Il 31 dicembre 2009 sono in scadenza alcune disposizioni del cosiddetto Decreto Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”) che assoggettano la concessione dell’accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore. Lo stesso Decreto, inoltre, obbliga i gestori di tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso a Internet all’identificazione degli utenti tramite documento d’identità. Queste norme furono introdotte per decreto pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, senza alcuna analisi d’impatto economico-sociale e senza discussione pubblica. Doveva essere provvisoria, ed è infatti già scaduta due volte (fine 2007 e fine 2008) ma è stata due volte prorogata. Si tratta di norme che non hanno alcun corrispettivo in nessun Paese democratico; nemmeno il Patriot Act USA, approvato dopo l’11 settembre 2001, prevede l’identificazione di chi si connette a Internet da una postazione pubblica.

 

 

     

 Valle Telesina


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