In
seguito ad una mia diffida del 3 dicembre, nella
quale invitavo il comune a provvedere al
rilascio di copia dei verbali di tutte le gare
d'appalto svolte dal 14 giugno 2004 ad oggi
(dopo che la mia richiesta del 23 ottobre scorso
era stata inevasa, essendo trascorsi 41 giorni
senza che la documentazione in questione fosse
stata rilasciata), il responsabile dell'Ufficio
Tecnico Letizio Napoletano mi rispondeva che la
richiesta era molto generica e che dovrei
prendere visione degli atti per specificare in
modo dettagliato i documenti di cui intendo
ricevere copia.
Ebbene, siamo di fronte all’inverosimile. Si
tratta di una questione di comprensione della
lingua italiana. La richiesta non è affatto
generica, ma chiarissima.
Ho chiesto copia dei verbali
di tutte le gare d'appalto espletate dal 3°
Settore Ufficio Tecnico
(che lui dirige) dal 14 giugno 2004 ad
oggi.
“Di tutte” significa che ho chiesto la copia di
ogni singolo verbale degli ultimi 5 anni. Credo
che non si possa essere più chiari di così. Poi
se si è voluta trovare una scusa per non darmi
la documentazione richiesta, con un palese
atteggiamento ostruzionistico del mio mandato
consiliare, in violazione della legge, è un
altro discorso. A pensar male...
Pertanto non c’è nulla da specificare. La
richiesta a suo tempo presentata, quindi, è
valida e legittima. A tal proposito ricordo che,
qualora gli atti richiesti non verranno
immediatamente rilasciati, provvederanno le
autorità competenti a stabilire l'ordine
corretto delle cose.
Posso capire che ci voglia un po' di tempo per
fotocopiare i verbali di tutte le gare d'appalto
degli ultimi cinque anni. Tuttavia, se solo per
la risposta del responsabile ho dovuto attendere
un mese e mezzo, si profilano all'orizzonte le
calende greche o addirittura, di questo passo,
la documentazione richiesta potrebbe anche non
arrivare prima che termini la consiliatura.
Giovanni Pio Marenna, consigliere comunale
del gruppo consiliare di minoranza “Da sempre
per Cerreto”
Oltre alle due mozioni (quella di ritirare
l'emendamento che prevede la possibilità di
vendita dei beni confiscati alle mafie e quella
di abrogare l’obbligo di identificazione degli
utenti, contribuendo così a promuovere la
diffusione della rete senza fili per tutti), nel
Consiglio Comunale di lunedì 21 dicembre si
discuterà anche di un'altra proposta del gruppo
di minoranza “Da sempre per Cerreto”. I
consiglieri di minoranza chiedono di riconoscere
il servizio idrico integrato nel territorio del
Comune di Cerreto Sannita (BN) come servizio
pubblico locale privo di rilevanza economica.
Questa proposta si è resa necessaria dopo il
recente art. 15 del D.L. 135/2009, che ha
modificato l'art. 23 bis sulla gestione del
servizio idrico integrato in Italia, muovendo
passi ancor più decisi verso la privatizzazione
dei servizi idrici e degli altri servizi
pubblici, prevedendo l'affidamento della
gestione dei servizi pubblici a rilevanza
economica a favore di imprenditori o di società
in qualunque forma costituite, individuati
mediante procedure competitive ad evidenza
pubblica o, in alternativa, a società a
partecipazione mista pubblica e privata con
capitale privato non inferiore al 40% e la
cessazione degli affidamenti “in house” a
società totalmente pubbliche, controllate dai
comuni ( in essere alla data del 22 agosto 2008)
alla data del 31 dicembre 2011.
Il
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, una
rete associativa cui aderiscono più di ottanta
organizzazioni nazionali e più di mille comitati
territoriali, accomunati dalla consapevolezza
dell’importanza dell’acqua come bene comune e
diritto umano universale e dalla necessità di
una sua salvaguardia per l’ambiente e per le
future generazioni, sottopone all'attenzione
della cittadinanza e della società civile alcune
proposte volte alla riappropriazione sociale del
bene acqua e alla promozione, attraverso gli
Enti Locali, di una gestione pubblica e
partecipativa dei servizi idrici.
Per tutti questi motivi il gruppo
consiliare “Da sempre per Cerreto” ritiene che
il Consiglio Comunale debba esprimere il suo più
totale e assoluto dissenso a questa possibilità
e che:
1)
riconosca, con una delibera del Consiglio
Comunale, il servizio idrico integrato come un
servizio pubblico locale privo di rilevanza
economica e si impegni ad inserire questo
principio nel proprio Statuto Comunale, in
quanto servizio pubblico essenziale, per
garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari
dignità umana a tutti i cittadini, la cui
gestione va quindi attuata attraverso un Ente di
Diritto pubblico;
2)
intraprenda tutte le azioni opportune al fine di
contrastare i provvedimenti previsti dall’art.
23bis L. 133/2008, come modificato dall’art. 15
D.L 135/2009, che condurranno alla messa a gara
della gestione del servizio idrico integrato ed
alla consegna dell’acqua ai privati entro il
2011.
Dopo quella sui beni confiscati alla mafia, di
ritirare cioè l'emendamento che prevede all'art.
2 (comma 18-sexiesvicies) l’introduzione
della possibilità di vendita dei beni confiscati
alle mafie e che verrebbe a compromettere in
maniera rilevante l’impianto legislativo di
contrasto alla mafia, il capogruppo consiliare
di “Da sempre per Cerreto” Roberto Stanziano, a
nome dell'intero gruppo consiliare di minoranza,
ha presentato una seconda mozione per il
prossimo Consiglio Comunale. Si tratta di una
richiesta al Parlamento e al Governo di non
prorogare, in vista della nuova scadenza del 31
dicembre, l’efficacia delle disposizioni del
decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la
previsione relativa all’obbligo di
identificazione degli utenti contribuendo così a
promuovere la diffusione della rete senza fili
per tutti. Il 31 dicembre 2009 sono in scadenza
alcune disposizioni del cosiddetto Decreto
Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del
terrorismo internazionale”) che assoggettano la
concessione dell’accesso a Internet nei pubblici
esercizi a una serie di obblighi quali la
richiesta di una speciale licenza al questore.
Lo stesso Decreto, inoltre, obbliga i gestori di
tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso
a Internet all’identificazione degli utenti
tramite documento d’identità. Queste norme
furono introdotte per decreto pochi giorni dopo
gli attentati terroristici di Londra del luglio
2005, senza alcuna analisi d’impatto
economico-sociale e senza discussione pubblica.
Doveva essere provvisoria, ed è infatti già
scaduta due volte (fine 2007 e fine 2008) ma è
stata due volte prorogata. Si tratta di norme
che non hanno alcun corrispettivo in nessun
Paese democratico; nemmeno il Patriot Act USA,
approvato dopo l’11 settembre 2001, prevede
l’identificazione di chi si connette a Internet
da una postazione pubblica.
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