26 marzo 2009

Guardia, domanda: dove vai? Risposta: porto pesci

Raffaele Garofano - segnalazione di Giovanni Lombardi
 

Pubblicato da icoraggiosi

lunedì 23 marzo 2009

 

Bisogna assolutamente chiarire le questioni poste dal recente manifesto UDEUR.

 

Non perché ci sia una sorta di disagio nel vedere impiegata tanto maldestramente una ironia da persone a tanto non qualificate, ma perché c’è “una questione politica di fondo”. Un manifesto impegnato per dar risposta ad un cittadino che probabilmente, stufo di passare per un contafrottole, peraltro da parte di chi contafrottole lo è per davvero, ha ritenuto di esprimere il suo punto di vista, come persona che ha partecipato a tutte le tarantelle che si sono volute ballare per redigere i cosiddetti documenti, mi sembra francamente sprecato. Il fatto è che non si è voluta perdere l’occasione anche per gettare quel tanto di fango su di me (sport praticato ormai a destra e a manca) che consentisse di ritirare rapidamente una mano vigliacca. Andiamo per ordine.

 

Intanto nessuno giochi d’azzardo pensando che il “famoso documento” non esista o che chi lo detiene non lo tiri fuori. Esiste ed è stato firmato, alla presenza del segretario dell’Udeur, del presidente della Margherita, del rappresentante di Liberi di Cambiare, del rappresentante del Nuovo PSI e del sindaco uscente, dal candidato sindaco, dal segretario DS, da Vincenzo Falato e da Giuseppe Falato in qualità di garante delle verbalizzazioni. Una osservazione: ma con quale cinismo si è messa una persona, il candidato sindaco, in una tale trappola se i presenti già avevano in mente di non riconoscere questo impegno? Perché non dirlo in quel momento? La risposta è semplicissima: tutto sarebbe dipeso dall’esito delle elezioni. E’ dalla verifica a posteriori, quella comoda, che scaturiscono le corpose richieste dell’Udeur. Né io ho impedito che fossero per loro esaudite.

 

Tanto è vero che su invito del sindaco e richiesta del mio partito, ho accettato la delega al bilancio, personale e altro. Il mio partito, dimostrando un grande senso di responsabilità, ha rinunciato alla condizione posta per la partecipazione alla competizione elettorale. Storia vecchia e chiusa. In secondo luogo nessuno faccia il furbo. Le domande poste in ordine di tempo sono due, anche se il loro ordine per importanza si è invertito o, addirittura, si sono fuse. Se il segretario nazionale dell’Udeur ha fatto una scelta che contraddice il quadro politico locale, c’è bisogno di un chiarimento o no?

 

Se c’è una riorganizzazione delle deleghe, da me sollecitata in uno scritto pubblico del giugno 2008 che aveva come incipit “l’azione dell’Amministrazione è pigra”, c’è bisogno di darne una spiegazione politica o no? Si deve redigere un documento, questa volta pubblico, in cui si danno le ragioni politiche di una ripartenza, si individuano gli obiettivi da raggiungere e i metodi che si intendono adottare, o no? Sia chiaro che queste sono richieste ineludibili e nessuno si illuda di annacquarle con delegazioni, comitati o sedicenti rappresentanti.

 

La questione si risolve all’interno della Amministrazione o non si risolve. Impegni fasulli per altri non ne assume più nessuno: questo è l’insegnamento che viene dal “famoso documento”. Non, quindi, come io ho proposto di gestire i lavori pubblici quando ne ero assessore. Non sono “custode della trasparenza e della legalità” come ironicamente si esprime l’estensore del detto manifesto. Sono solo uno che definisce ladro chi ruba e colluso l’amministratore che gozzoviglia con l’impresa , secondo il buon senso comune nazionale. La mia azione era tutta rivolta a preservare tutti da simili, possibili eventualità in funzione della salvaguardia della risorse della comunità.

 

Anche nelle nuove funzioni che sono stato chiamato a svolgere ho applicato la stessa metodologia. Che è innanzi tutto di proposte da realizzare previa discussione e condivisione come l’anagrafe scolastica, per la delega alla edilizia scolastica; il progetto per la gestione del verde approvato dal consiglio, per la delega al verde pubblico; la aerofotogrammetria, disponibile, ed il WebGis, operativo a giorni, per la delega all’urbanistica; la proposta per la redistribuzione degli spazi ed il riassetto del personale, in corso di faticosa attuazione, per la delega al personale; la redazione critica del bilancio con l’indicazione degli obiettivi per i diversi servizi, che dovrebbero stimolare e motivare il personale, insieme con il progetto per la valutazione oggettiva del patrimonio comunale, per la delega al bilancio.

 

Non sarebbe male se, invece di passare il tempo a chiedere sempre e sempre di più in omaggio ad una sconsiderata visibilità e una improbabile pari dignità, abiti che a volte nascondono solo voglia di potere per il potere, si lavorasse in favore di questa nostra comunità. Al mio presidente,Mario Plenzik, rivolgo una esortazione: continua il buon lavoro della nostra associazione e leggi in questo scritto tutte le ragioni che ci impongono di restare ad onta di ogni avverso parere. La mia solidarietà, naturalmente, a Carlo Falato.

 

Raffaele Garofano

 


 
 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it