Patrimonio Culturale Immateriale. Tutela e
salvaguardia dei Riti settennali di Guardia
Sanframondi.
Se ne discute in rete su www.ritisettennali.info
nella sezione Blog del sito.
La complessa macchina
organizzativa messa in piedi ogni sette anni
dai comitati rionali insieme ad evidenti e
non più trascurabili problemi legati alla
tenuta statica del patrimonio artistico,
religioso ed architettonico (pensiamo
alla Chiese de Riti)
o più in generale
quello che gli anglosassoni chiamano ‘location’,
impongono una discussione ampia e serena sia
per tutelare e salvaguardare una delle
manifestazioni religiose più particolari,
originali e discusse del pianeta, sia per
conservare la sua ‘ambientazione’.
Non sfugge alla
proposta e alla discussione, la difficoltà
di applicare, alla manifestazione
guardiese, un’azione di tutela in tutto
analoga a quella praticata per i beni
archeologici, architettonici e storico -
artistico e, dunque è necessario creare un
modello pertinente al bene stesso, Come
abbiamo visto nel post precedente il 17
ottobre 2003, dopo che nel 1999 il Comitato
Esecutivo aveva lanciato il programma dei
“Capolavori del patrimonio orale e
immateriale dell’umanità” (Masterpieces
of the Oral and Intangible Heritage of
Humanity)
la Conferenza Generale dell'UNESCO, nel
corso della sua 32° sessione, ha approvato a
Parigi la "Convenzione per la Salvaguardia
del Patrimonio Culturale Immateriale". Nella
convenzione, nell'articolo 2, viene fornita
questa definizione di Patrimonio culturale
immateriale:
“Si intendono
per “patrimonio culturale immateriale”
pratiche, rappresentazioni, espressioni,
conoscenze e i saperi – così come gli
strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli
spazi culturali associati ad essi – che le
comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli
individui riconoscono come facenti parte del
loro patrimonio culturale. Tale patrimonio
culturale intangibile, trasmesso di
generazione in generazione, è costantemente
ricreato dalle comunità e dai gruppi
interessati in conformità al loro ambiente,
alla loro interazione con la natura e alla
loro storia, e fornisce loro un senso di
identità e continuità, promuovendo così il
rispetto per la diversità culturale e la
creatività umana"
La definizione
di questo patrimonio culturale immateriale
si manifesta attraverso cinque ambiti
dell’attività umana:
-
tradizioni e espressioni orali, incluso
il linguaggio, intesi come veicolo del
patrimonio culturale intangibile;
-
arti dello spettacolo;
-
pratiche sociali, riti e feste;
-
conoscenza e pratiche concernenti la
natura e l’universo;
-
artigianato tradizionale.
Per ciascuno
dei vari ambiti delle tradizioni orali e
immateriali, l’Unesco propone programmi
specifici di salvaguardia, incoraggia i
Paesi Membri ad adottare appropriate misure
legali, tecniche, amministrative e
finanziarie affinché si istituiscano dei
dipartimenti per la documentazione del loro
patrimonio culturale immateriale e affinché
quest’ultimo venga reso più accessibile.
L’UNESCO incoraggia a rivitalizzare il
patrimonio immateriale, incoraggiando
altresì gli enti pubblici, le associazioni
non governative e le comunità locali a
identificare, a salvaguardare e a promuovere
tale patrimonio.
Determinante in tali
programmi è quindi il coinvolgimento
costante delle persone e degli studiosi che
conoscono le tradizioni meritevoli di
salvaguardia, le quali vanno aiutate, anche
finanziariamente, attraverso budget
straordinari messi a disposizione dai paesi
membri dell’Unesco, volti a tramandare le
proprie arti e i propri mestieri
all'avvenire. La Convenzione è entrata in
vigore il 20 Aprile 2006. L'Italia ha
concluso il 13 settembre 2007 l’iter
parlamentare della legge di ratifica della
Convenzione per la salvaguardia del
patrimonio culturale immateriale, l'atto di
ratifica è stato depositato all'Unesco il
30/10/2007. Grazie a questa ratifica anche
l’Italia potrà ora partecipare all’Assemblea
Generale degli Stati Membri ed alle elezioni
del Comitato intergovernativo per la
salvaguardia del patrimonio culturale
immateriale, il cui incontro, svoltosi a
Tokio (3 -7 settembre 2007), ha stabilito
che le prime iscrizioni sulla Lista
rappresentativa del patrimonio culturale
immateriale dell’UNESCO, nonché su quella
del patrimonio immateriale che necessita di
salvaguardia urgente,
avranno luogo a
settembre del 2009.
Per vedere lo stato delle adesioni da parte
dei stati partner area Unesco:
Stati aderenti
Ci si chiede, a questo punto, come sia
possibile immaginare di salvaguardare i
patrimoni immateriali, per loro natura
sfuggenti, inafferrabili, volatili,
effimeri, soprattutto quando sono associati
a pratiche, simboli, immaginari delle
comunità locali. Dove intervenire e
soprattutto con quali modalità? Chi è in
grado di riconoscere questo patrimonio sul
territorio? Chi è in grado di progettare e
applicare forme di salvaguardia e di
valorizzazione per tipologie di beni
mutevoli e inafferrabili, che sfuggono a
qualsiasi classificazione? Chi è in grado di
dialogare con l’UNESCO in modo serio sul
tema del patrimonio
intangibile italiano?
Intorno a
questi quesiti si discute on line immaginando
e proponendo la costituzione di una
Fondazione o di un
Organismo ‘Ritisettennali’ che tuteli con
ogni possibile mezzo una tra le
manifestazioni religiose più particolari,
originali e discusse al mondo .
|