24 luglio 2009

Guardia, tutela e salvaguardia dei Riti

Giovanni Lombardi


 

Patrimonio Culturale Immateriale. Tutela e salvaguardia dei Riti settennali di Guardia Sanframondi

Se ne discute in rete su www.ritisettennali.info  nella sezione Blog del sito.

  

 

La complessa macchina organizzativa messa in piedi ogni sette anni dai comitati rionali insieme ad evidenti e non più trascurabili problemi legati alla tenuta statica del patrimonio artistico, religioso ed architettonico  (pensiamo alla Chiese de Riti) o più in generale quello che gli anglosassoni chiamano ‘location’, impongono una discussione ampia e serena sia per tutelare e salvaguardare una delle manifestazioni religiose più particolari, originali e discusse del pianeta, sia per conservare la sua ‘ambientazione’.

Non sfugge alla proposta e alla discussione, la difficoltà di applicare, alla  manifestazione guardiese, un’azione di tutela in tutto analoga a quella praticata per i beni archeologici, architettonici e storico - artistico e, dunque è necessario creare un modello pertinente al bene stesso, Come abbiamo visto nel post precedente il 17 ottobre 2003, dopo che nel 1999 il Comitato Esecutivo aveva lanciato il programma dei “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità” (Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity) la Conferenza Generale dell'UNESCO, nel corso della sua 32° sessione, ha approvato a Parigi la "Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale". Nella convenzione, nell'articolo 2,  viene fornita questa definizione di Patrimonio culturale immateriale:

“Si intendono per “patrimonio culturale immateriale” pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana"

La definizione di questo patrimonio culturale immateriale si manifesta attraverso cinque ambiti dell’attività umana:

  • tradizioni e espressioni orali, incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile;

  • arti dello spettacolo;

  • pratiche sociali, riti e feste;

  • conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo;

  • artigianato tradizionale.

Per ciascuno dei vari ambiti delle tradizioni orali e immateriali, l’Unesco propone programmi specifici di salvaguardia, incoraggia i Paesi Membri ad adottare appropriate misure legali, tecniche, amministrative e finanziarie affinché si istituiscano dei dipartimenti per la documentazione del loro patrimonio culturale immateriale e affinché quest’ultimo venga reso più accessibile. L’UNESCO incoraggia a rivitalizzare il patrimonio immateriale, incoraggiando altresì gli enti pubblici, le associazioni non governative e le comunità locali a identificare, a salvaguardare e a promuovere tale patrimonio.

Determinante in tali programmi è quindi il coinvolgimento costante delle persone e degli studiosi che conoscono le tradizioni meritevoli di salvaguardia, le quali vanno aiutate, anche finanziariamente, attraverso budget straordinari messi a disposizione dai paesi membri dell’Unesco, volti a tramandare le proprie arti e i propri mestieri all'avvenire. La Convenzione è entrata in vigore il 20 Aprile 2006. L'Italia ha concluso il 13 settembre 2007 l’iter parlamentare della legge di ratifica della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, l'atto di ratifica è stato depositato all'Unesco il 30/10/2007. Grazie a questa ratifica anche l’Italia potrà ora partecipare all’Assemblea Generale degli Stati Membri ed alle elezioni del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, il cui incontro, svoltosi a Tokio (3 -7 settembre 2007), ha stabilito che le prime iscrizioni sulla Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, nonché su quella del patrimonio immateriale che necessita di salvaguardia urgente, avranno luogo a settembre del 2009.
Per vedere lo stato delle adesioni da parte dei stati partner area Unesco:
Stati aderenti

 

Ci si chiede, a questo punto, come sia possibile immaginare di  salvaguardare i patrimoni immateriali, per loro natura sfuggenti, inafferrabili, volatili, effimeri, soprattutto quando sono associati a pratiche, simboli, immaginari delle comunità locali. Dove intervenire e soprattutto con quali modalità?  Chi è in grado di riconoscere questo patrimonio sul territorio? Chi è  in grado di  progettare e applicare forme di salvaguardia e di valorizzazione per tipologie di beni mutevoli e inafferrabili, che sfuggono a qualsiasi classificazione? Chi è in grado di dialogare con l’UNESCO in modo serio sul tema del patrimonio intangibile italiano?

 

Intorno a questi quesiti si discute on line immaginando e proponendo  la costituzione di una Fondazione o di un Organismo  ‘Ritisettennali’  che tuteli con ogni possibile mezzo una tra le manifestazioni religiose più particolari, originali e discusse al mondo .

 

 
 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it