15 agosto 2009

Guardia, proposta Unesco? Rilassiamoci…!

segnalazione di Giovanni Lombardi


 

Questo è un periodo di stasi, di rilassatezza …Godiamolo fino in fondo.

A settembre come comunicato organizzeremo un tavolo, fisico o virtuale non importa, intorno al quale tutti quelli che vorranno esprimere la propria opinione, discutere e confrontarsi con pacatezza e spirito costruttivo potranno farlo. Penso principalmente alle persone che con il loro contributo rendono ancora possibile il rinnovarsi ogni sette anni dei riti di penitenza, e mi riferisco ai comitati rionali, non da meno la rappresentanza ecclesiastica e istituzionale e infine a tutte le persone che a vario titolo si sentono coinvolte.

Sarà quello il momento in cui si deciderà se proseguire o meno con l’iter procedurale per l’inserimento dei Riti settennali di Penitenza in Onore dell’Assunta nell’elenco del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. Una cosa è certa, se si deciderà di attuare l’idea, allora in quella stessa riunione si dovrà costituire un ‘organismo’ che avrà il compito di alimentare e portare a termine il tutto. Il nostro contributo, come associazione , si esaurisce in quella sede e in quella fase, e, solo se richiesto, saremo di nuovo disponibili a dare il nostro supporto sia materiale sia d’idee.

Buon ferragosto.

 

Associazione I coraggiosi

Il presidente

Mario Plenzick

 


 

da

La Rabbia e l'Orgoglio  - 11 agosto 2009 - Raffaele Pengue

Chiunque - amico o nemico, alleato o avversario (se proprio si vuol dare una connotazione politica), di destra di centro o di sinistra, di sotto di sopra e di lato, odiatore o fan sfegatato di Berlusconi -, a questo punto dovrebbe riconoscermi se non altro un minimo senso di sensibilità e un forte senso di appartenenza.

Appartenenza a una comunità che, purtroppo, dal punto di vista Storico, Culturale e delle Tradizioni (e non solo) si va cancellando, memorie incluse; dove nelle nuove generazioni l'appartenenza allude ormai solo ad una vaga provenienza, un vecchio parentado; una comunità dove l'unica via d'uscita coincide con la via di fuga individuale: dove l'appartenenza della classe dirigente si manifesta soltanto coprendo i motivi di vergogna sotto una coltre di pochi centimetri d'asfalto. So bene che a qualcuno non piacerà quello che sto per dire e credetemi, litigare sempre non è bello e ne sono anche stufo! Ma quando ho litigato l'ho sempre fatto per la Verità e per migliorare le cose in questa "disgraziata" comunità alla quale sono strettamente legato: e non solo per legami originari (concetti che affronto in un prossimo libro dedicato a Guardia e al quale vi rimando).

Non più di qualche settimana addietro ho posto ai miei concittadini una questione, ho sollevato dei dubbi, ho sviluppato una mia analisi e dato giudizi su ciò che è nel DNA di ogni guardiese autentico: i Riti Settennali di Penitenza in onore dell'Assunta in programma da qui ad un anno. Un tema vasto che tocca appunto la Ragione, la Religione, la Fede, la Cultura e le Tradizioni di Guardia e che certamente merita di essere affrontato a più voci, un tema per niente facile, ma, oggi, di grande attualità. L'argomento era posto in questi termini: alcuni cittadini, legittimamente attenti a qualunque circostanza intesa a trasfigurare la prossima "Festa dell'Assunta", come semplicemente e amorevolmente viene definita dai guardiesi, indubbiamente locale e localistica, antica, intima, hanno il timore di una sua eccessiva spettacolarizzazione. Punto.

Ma perché questa domanda. Il pretesto è stato quello di aver appreso, riguardo ai Riti, di un progetto in fase avanzata di realizzazione, che va proprio nella direzione opposta. Un progetto partorito già nella scorsa edizione e che oggi si concretizza a Benevento - con l'assenso dell'Amministrazione Comunale di Guardia - nelle stanze della Rocca dei Rettori. Un progetto ideato da una ben definita "lobby" politica "istituzionale" assolutamente bipartisan. Un progetto inteso a far sì che i Riti del 2010, nelle intenzioni dei promotori e avvalendosi della collaborazione di "esperti del settore" (imprese e associazioni della Vulgata Giusta) divengano dal punto di vista mediatico un "evento" di portata globale nel nome di un dio chiamato business. Tutto qua. Un progetto, ovviamente, per alcuni (loro), assolutamente legittimo.

In seguito, premesso di aver molto apprezzato l'intervento di Carlo Labagnara apparso sul Sannio Quotidiano alcuni giorni fa nel quale si sottolinea una volta di più la forza e l'originalità del messaggio morale che traspare dai Riti di Guardia, ovvero il tema del dono e del valore della fede, nonostante un timido accenno di polemica, più che altro una levata di scudi di circostanza, un maldestro tentativo di "rigirare la frittata" da parte di chi (a ragione) si è sentito chiamato direttamente in causa, non ho voluto essere precipitoso, ho atteso pazientemente commenti (pochi, in verità), chiarimenti (o quantomeno una parvenza di smentita) e interpretazioni e sono stato riservato.

Ne parlo solo ora dopo che la poderosa macchina da guerra "culturale provinciale" si è messa in moto; dopo che si è rotta la "consegna" del silenzio (magari interrotto da attestazioni di stima e di approvazione private, quando nessuno vede e nessuno sente) e dopo aver letto un paio di testimonianze sui siti internet e aver appreso il "desiderio" della ben nota associazione de' "icoraggiosi" che, in questo agosto distratto e godurioso, è uscita finalmente allo scoperto agitando addirittura un tema di portata mondiale, ovvero la necessità di far inserire i "nostri" Riti nell'elenco del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dell'Unesco.

Siamo all'assurdo! Costoro dimenticano qualcosa di estremamente importante. I Riti Settennali di Penitenza in onore dell'Assunta attengono alla sfera del personale, dei significati, riguardano la Ragione, la Religione, riguardano la Fede, la Tradizione dei guardiesi, vanno amati e difesi come si amano e si difendono le proprie origini, è gratitudine verso chi ci ha preceduto: riguardano la Comunità Guardiese. Invece, nella proposta de' "icoraggiosi" essi vengono percepiti non come occasione di riflessione, ma come opportunità meramente materiale per lanciare o collocare sul mercato (considerata la radicata e immutabile incapacità del governo locale) un bene naturale e culturale come Guardia. Ma caliamoci nel concreto. Pensate davvero che sarà possibile, ad un paese come il nostro che, non avendo la sua principale risorsa nei beni artistici e culturali, non avendo alcuna struttura ricettiva, tutelare e valorizzare tutto questo patrimonio fatto esclusivamente di Ragione, di Religione, di Fede, di Cultura e di Tradizioni soltanto inserendolo in un elenco? Ma poi. Siete convinti che tutto ciò risponda al "desiderio" della comunità?

No, la Storia, la Cultura, le Tradizioni di Guardia, se permettete, non sono Cosa Vostra, Signori. Voi che rivestite funzioni "istituzionali". Vi accuso di delitto culturale, come accade appunto alle associazioni di stampo mafioso. Vi accuso di appropriazione indebita dell'ultimo brandello di identità culturale, di unità nella Fede e nella Tradizione, di concittadinanza che ancora ci lega. Voi, Signori, nuovi barbari della civilizzazione, "nemici interni della comunità", fomentatori della nuova guerra civile scagliata contro ciò che resta della tradizione culturale e civile guardiese, dopo averne ucciso il tessuto socio-economico volete uccidere anche la sua Storia, la sua Cultura, le sue Tradizioni, volete uccidere anche l'ultimo brandello di orgoglio di appartenenza; e lo fate nell'unico modo, incruento e vigliacco di cui siete capaci, e non per le nobili ragioni che certo addurrete né tantomeno per amore della comunità, per passione civile, per fede, ma per una sola miserabile ragione: egoismo. Volete semplicemente farvi i fatti vostri. Voi, Signori, non adorate la Storia, la Cultura, le Tradizioni di Guardia adorate un divinità idolatra che si chiama fatti miei. Divinità venuta dal profondo egoismo della nostra epoca, ma che a Guardia si è impiantata sull'antico individualismo di chi ha sempre pensato solo a sé e ai suoi porci comodi. E crolli pure il mondo.


 

"Solo Rabbia" - 12 agosto 2009 - Giovanni Lombardi

 

Penso di dover dare qualche chiarimento a Raffaele Pengue che attacca scompostamente la proposta di discussione per inserimento nell'elenco del patrimonio immateriale dell'Unesco dei riti settennali. Lo faccio in modo semplice, breve e, mi auguro, chiaro per chi ci legge.
La proposta è partita dal sito www.ritisettennali.info autogestito e autofinanziato da chi scrive. La sezione blog è stata creata con l'intento di alimentare costruttivamente la discussione sull'argomento.

Questa proposta partiva da poche considerazioni:

Il patrimonio architettonico legato ai riti è in parte compromesso e in stato di abbandono... San Rocco, l'Annunziata, San Leonardo, il centro storico, il convento di San Francesco...;
I riti, incontrano, sempre più frequentemente, elementi di difficoltà organizzativa.
Il percorso che accoglie lo sviluppo processionale è abbandonato a se stesso, con prospettive di un degrado progressivo;

Queste difficoltà odierne, potrebbero portale nel giro di pochi anni alla scomparsa dei nostri riti. Da qui la proposta di ragionare su da farsi per tentare di risolvere e impedire tale possibilità.

Se questo significa essere ‘nemici interni della comunità ... fomentatori della nuova guerra civile scagliata contro ciò che resta della tradizione culturale e civile guardiese'. E ancora ... ‘voler uccidere anche la sua Storia, la sua Cultura, le sue Tradizioni, insieme anche all'ultimo brandello di orgoglio di appartenenza'... lo lascio giudicare alla sensibilità e alla intelligenza di chi legge.

L'associazione de ‘icoraggiosi', da me sollecitata, ha inteso, insieme ad altri cittadini, contribuire al dibattito con una propria iniziativa spiegata e resa pubblica.

In alternativa a queste semplici considerazioni quale è la tua proposta? ... Vorrei vederti scrivere, una volta, senza livore!

 


 

Raffaele Pengue: Lettera aperta a Giovanni Lombardi - 12 agosto 2009

Caro Giovanni, senz'altro Ti scrivo senza livore alcuno: chi mi conosce sa che il sostantivo non fa parte del mio bagaglio razionale e culturale. Comunque, touché. È vero. La mia è Rabbia. Ma non solo, è anche avvilimento, sconforto.

L'Orgoglio a questo punto lo lascio aspirare a Te, all'Associazione alla quale sei legato e all'Amministrazione di questo Comune di cui siete un solo album ed una sola famiglia.

L'Orgoglio lo lascio aspirare alla "lobby" provinciale bipartisan affetta da tanoressia, la quale, molto probabilmente, attraverso un sistema di finanziamento schermato da operazioni culturali e turistiche di facciata, si appresta a mettere il cappello sull'intera operazione "Riti Settennali del 2010". Un'operazione, una sorta di "Asso Pigliatutto", come potrebbe essere ribattezzata questa loro "opa" lanciata sulla prossima manifestazione guardiese, funzionale anche ad un altro abominevole progetto: l'abbraccio tra Business, Politica e Tradizioni.

L'Orgoglio lo lascio aspirare al Sindaco "sotto ricatto" Ciarleglio, incapace di sottrarsi a questo "sciagurato" progetto. L'Orgoglio lo lascio aspirare all'ipocrisia dei moralisti mutevoli, trasformisti e voltagabbana dell'ultima ora che predicano bene ma razzolano male e che tengono sotto scacco questa comunità. L'Orgoglio lo lascio aspirare a chi non è libero da bavagli; a chi pur consapevole di tutto ciò è incapace di denunciare questo "golpe" alla sua comunità.

L'Orgoglio lo lascio aspirare alla impalpabile voce dell'opposizione di questa comunità. L'Orgoglio lo lascio aspirare a quanti sperano (ingenuamente e, permettimi, pretestuosamente) in un "aiutino" universale per risolvere gli endemici problemi di Guardia e del suo patrimonio storico, artistico e ambientale.

L'Orgoglio lo lascio aspirare agli "unti dal Signore", ovvero coloro che in questa comunità, a tutti i livelli, hanno l'onere e l'onore di governare, e che, invece di salire e scendere le scale di Palazzo Santa Lucia a Napoli, oppure, che so, varcare il portone di via del Collegio Romano a Roma con un congruo numero di idee e progetti per la loro comunità al seguito, continuano impunemente a farsi i "fatti loro" o indugiano davanti la Casa Comunale, quasi temendo che qualcuno o qualcosa gliela possa sottrarre.

Infine, mi chiedi qual è la mia proposta in merito alle Tue considerazioni? Semplice! In questo paese, se veramente si vuole, se veramente si vuole aspirare l'Orgoglio di appartenenza, se reagiamo tutti insieme a questa girandola di anomalie con le quali oggi si coltiva il malaffare e la bassa politica - i veri nemici interni della comunità, " i fomentatori della nuova guerra civile scagliata contro ciò che resta della tradizione culturale e civile guardiese" -, è ancora possibile costruire qualcosa di importante. E questo lo si può fare soltanto liberiamoci dalla gabbia mentale in cui tutti, chi più chi meno, siamo imprigionati.

 

 

 
 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it