Il centro antico
di Guardia continua a far discutere.
Bene, devo dare
atto a Raffaele Pengue di
aver cambiato idea, quanto parla di centro
storico, di Unesco e... di riti. Nel suo ultimo
comunicato comincia ad individuare una
proposta per il recupero del centro storico
sulla quale vale bene la pena di ragionare
insieme e costruttivamente.
La sua è una
proposta, se pur mutuata da una iniziativa
pugliese, concepita per offrire agli ospiti
l’esperienza di vita di un centro antico, nel
nostro caso del centro storico di Guardia,
potendo contare su tutti i servizi alberghieri,
cioè su accoglienza, assistenza, ristorazione,
spazi e servizi comuni per gli ospiti,
alloggiando in case e camere che distano non
oltre 200 metri dal cuore dell’albergo diffuso:
lo stabile nel quale sono situati la reception,
gli ambienti comuni, l’area ristoro.
Ma l’albergo diffuso è anche un modello di
sviluppo del territorio che non crea impatto
ambientale. Per dare vita ad un albergo diffuso
infatti, non è necessario costruire niente, dato
che ci si limita a recuperare o a ristrutturare
l’esistente. Inoltre un albergo diffuso funge da
presidio sociale e anima i centri storici
stimolando iniziative e coinvolgendo i
produttori locali considerati come componente
chiave dell’offerta. Un albergo diffuso infatti,
grazie all’autenticità della proposta, alla
vicinanza delle strutture che lo compongono, e
alla presenza di una comunità di residenti
riesce a proporre più che un soggiorno, uno
stile di vita. Per
questo un albergo diffuso NON può nascere in
borghi abbandonati. Ecco perché intravedo un
limite … Siamo ancora in tempo?
Giovanni
Lombardi
|