Sappiamo perfettamente che la
fascia tricolore a volte può essere trapunta di
spine. Almeno ad ascoltare i lamenti dei sindaci
di tutta Italia. I tagli ai fondi, il
federalismo da attuare in fretta, i comuni da
non dimenticare tra una sovvenzione regionale e
una provinciale. Ogni giorno il canto del cigno
di un’amministrazione. Ogni giorno, però,
risponde il silenzio operoso di chi invece si
ingegna in progetti intelligenti e “fa le cose”
senza lamentarsi.
Gente che si impegna, racimola
gli euro dalle pieghe della spesa al grido di
“meno notti bianche e più notti in bianco” a
studiare soluzioni ai problemi. Gente concreta
dal nord e dal sud, gente che ci mette faccia,
tempo, impegno e perfino soldi propri. Perché
nel pantano della recessione, in mezzo al
caravanserraglio di sindaci sbattuti in prima
pagina per intrallazzi e porcherie, tra
furbacchioni che presentano certificati medici
ad hoc e si inchiodano alla poltrona, una pagina
la meritano anche loro. Che fanno solo quello
per cui sono stati votati. Aiutano i loro
cittadini a vivere meglio.
Esattamente il contrario di
quanto accade da alcuni anni a questa parte a
Guardia Sanframondi.
Da tempo
incombe su Guardia Sanframondi, a causa proprio
di una questione di scarsa moralità politica e
della mancanza di una guida, una figura forte,
carismatica e di una classe dirigente dotata di
visioni globali e di
strategie di largo respiro, l’ombra lunga di un
declino progressivo. Un declino politico,
morale, economico e sociale. Eppure basterebbe
poco, senza rubare in chiesa per trovare i
soldi. Non moltiplicandoli, non stampandoli
clandestinamente. Ma lavorando in sinergia con i
rappresentanti eletti nelle istituzioni, con le
forze sociali ed economiche pur presenti nella
comunità e poi programmando con intelligenza.
Ma non è solo la crisi della
politica, la crisi economica, la mancanza di
prospettive che più spaventa nel futuro di
Guardia. E nemmeno le fosche previsioni che da
più parti si ripetono magari come forme di
scaramanzia. Quello che spaventa è la netta
percezione di vivere in una comunità ammosciata,
un paese melanconico che ha perso la prospettiva
del futuro, che non sa reagire, che si lascia
disfare con spirito di abbandono, che non fa più
sogni pubblici e civili, figuriamoci politici.
Una comunità incapace di
reagire di fronte all’immoralità politica della
sua classe dirigente di centrosinistra. Guidata
da chi - autorevole rappresentante di quel
partito, il Partito democratico, che oggi è
sorprendentemente coinvolto in giochi
pericolosi, da un capo all’altro dell’Italia,
dopo aver sventolato per lustri la bandiera
della “questione morale” - ha già dato modo in
passato di non essere in grado di amministrare
la comunità “come una famiglia”, che non ha la
capacità di reagire agli umori della gente e
che, invece di alzarsi ogni mattina e bazzicare
per vie e piazze, per vedere gente, ascoltare,
fare cose, prendendo la temperatura ai suoi
cittadini, si preoccupa di tenere ben salde
entrambe le poltrone sulle quali è comodamente
seduto. Insofferente, tra l’altro, all’ondata di
sdegno sollevata dagli ultimi scandali
nell’opinione pubblica.
Lo scrivente può dirsi con la
coscienza a posto: l’incompatibilità
imbarazzante del doppio status del sindaco di
Guardia Sanframondi, cioè di massimo
rappresentante della comunità con la carica che
a tutt’oggi riveste nel Gal Titerno (ruolo
inconciliabile, in quanto l’ente è partecipato
dallo stesso Comune) è di chiara evidenza.
Pertanto, in attesa che il
sindaco abbia perlomeno un sussulto di dignità e
abbatta il muro del silenzio dietro il quale si
è trincerato, un silenzio che non giova, che non
aiuta a capire, che autorizza a pensare come
minimo a un serio imbarazzo, a una mera
strategia di attesa, e considerato che a
tutt’oggi il suggerimento di affrontare e
tentare di risolvere la questione non è stato
accolto positivamente, è caduto nel vuoto (nel
silenzio assordante e complice
dell’Amministrazione comunale e dei gruppi
consiliari di opposizione), non rimane altro da
fare che segnalare la questione di “moralità
politica” agli organi competenti e sollecitare i
provvedimenti del caso.
Guardia Sanframondi, 10
gennaio 2009
Raffaele Pengue
Presidente del
Circolo della Libertà “A. Parente”
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