11 gennaio 2009
Guardia, la “questione morale” del sindaco Ciarleglio
Raffaele Pengue

 

 

Sappiamo perfettamente che la fascia tricolore a volte può essere trapunta di spine. Almeno ad ascoltare i lamenti dei sindaci di tutta Italia. I tagli ai fondi, il federalismo da attuare in fretta, i comuni da non dimenticare tra una sovvenzione regionale e una provinciale. Ogni giorno il canto del cigno di un’amministrazione. Ogni giorno, però, risponde il silenzio operoso di chi invece si ingegna in progetti intelligenti e “fa le cose” senza lamentarsi.

Gente che si impegna, racimola gli euro dalle pieghe della spesa al grido di “meno notti bianche e più notti in bianco” a studiare soluzioni ai problemi. Gente concreta dal nord e dal sud, gente che ci mette faccia, tempo, impegno e perfino soldi propri. Perché nel pantano della recessione, in mezzo al caravanserraglio di sindaci sbattuti in prima pagina per intrallazzi e porcherie, tra furbacchioni che presentano certificati medici ad hoc e si inchiodano alla poltrona, una pagina la meritano anche loro. Che fanno solo quello per cui sono stati votati. Aiutano i loro cittadini a vivere meglio.

Esattamente il contrario di quanto accade da alcuni anni a questa parte a Guardia Sanframondi.

Da tempo incombe su Guardia Sanframondi, a causa proprio di una questione di scarsa moralità politica e della mancanza di una guida, una figura forte, carismatica e di una classe dirigente dotata di  visioni globali e di strategie di largo respiro, l’ombra lunga di un declino progressivo. Un declino politico, morale, economico e sociale. Eppure basterebbe poco, senza rubare in chiesa per trovare i soldi. Non moltiplicandoli, non stampandoli clandestinamente. Ma lavorando in sinergia con i rappresentanti eletti nelle istituzioni, con le forze sociali ed economiche pur presenti nella comunità e poi programmando con intelligenza.

Ma non è solo la crisi della politica, la crisi economica, la mancanza di prospettive che più spaventa nel futuro di Guardia. E nemmeno le fosche previsioni che da più parti si ripetono magari come forme di scaramanzia. Quello che spaventa è la netta percezione di vivere in una comunità ammosciata, un paese melanconico che ha perso la prospettiva del futuro, che non sa reagire, che si lascia disfare con spirito di abbandono, che non fa più sogni pubblici e civili, figuriamoci politici.

Una comunità incapace di reagire di fronte all’immoralità politica della sua classe dirigente di centrosinistra. Guidata da chi - autorevole rappresentante di quel partito, il Partito democratico, che oggi è sorprendentemente coinvolto in giochi pericolosi, da un capo all’altro dell’Italia, dopo aver sventolato per lustri la bandiera della “questione morale” - ha già dato modo in passato di non essere in grado di amministrare la comunità “come una famiglia”, che non ha la capacità di reagire agli umori della gente e che, invece di alzarsi ogni mattina e bazzicare per vie e piazze, per vedere gente, ascoltare, fare cose, prendendo la temperatura ai suoi cittadini, si preoccupa di tenere ben salde entrambe le poltrone sulle quali è comodamente seduto. Insofferente, tra l’altro, all’ondata di sdegno sollevata dagli ultimi scandali nell’opinione pubblica.

Lo scrivente può dirsi con la coscienza a posto: l’incompatibilità imbarazzante del doppio status del sindaco di Guardia Sanframondi, cioè di massimo rappresentante della comunità con la carica che a tutt’oggi riveste nel Gal Titerno (ruolo inconciliabile, in quanto l’ente è partecipato dallo stesso Comune) è di chiara evidenza.

Pertanto, in attesa che il sindaco abbia perlomeno un sussulto di dignità e abbatta il muro del silenzio dietro il quale si è trincerato, un silenzio che non giova, che non aiuta a capire, che autorizza a pensare come minimo a un serio imbarazzo, a una mera strategia di attesa, e considerato che a tutt’oggi il suggerimento di affrontare e tentare di risolvere la questione non è stato accolto positivamente, è caduto nel vuoto (nel silenzio assordante e complice dell’Amministrazione comunale e dei gruppi consiliari di opposizione), non rimane altro da fare che segnalare la questione di “moralità politica” agli organi competenti e sollecitare i provvedimenti del caso.

Guardia Sanframondi, 10 gennaio 2009

 

Raffaele Pengue

Presidente del Circolo della Libertà “A. Parente”

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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