22 luglio 2009
Inceneritore, ho fatto un brutto sogno
Fulvio Del Deo

 

 

 

Era una sera d'inverno, di uno di quegli inverni freddi e umidi. Ero in macchina fermo al semaforo rosso dell'incrocio del cimitero di San Salvatore Telesino. C'era la nebbia. Scatta il verde e parto, in direzione Faicchio. La nebbia si fa più fitta. Un passo oltre il distributore di metano, l'auto si spegne e non vuol più saperne di ripartire. Sfruttando la forza d'inerzia, accosto a destra e scendo, diretto all'officina che ho da poco superato.

 

Non appena metto il naso fuori dall'abitacolo, mi accorgo che quella che credevo nebbia non è affatto nebbia, ma fumo denso e untuoso. Smog.

 

Tossisco: «Ma che diavolo è!?»

 

Abbagliato dalle luci del distributore di metano che adesso ho di fronte a due passi, non riconosco l'uomo che mi si pianta davanti con una ristata satanica.

 

«Ah ah, poveri illusi!! Ah ah ah !!»

 

«Ué ma chi sei!?», ma lui continua a ridere. Mentre il fumo si fa ancora più denso, nero... e l'aria diventa irrespirabile.

 

«Sono Archimede Pitagorico, illustre inventore di Paperopoli...»

 

Intanto dietro di lui, ben illuminati dai neon, vedo comparire una schiera di zombie, ognuno dei quali ricorda vagamente l'uno o l'altro personaggio politico che in passato s'era battuto in nostra difesa.

 

Sono tutti vestiti uguali, tutti ugualmente grassi e con la stessa calvizie.

 

Ne riconosco uno che un tempo pensavo fosse un amico: «Ehi, mi riconosci?». Mi risponde con un mezzo grugnito.

 

«Che cos'è 'sto fumo che rende irrespirabile l'aria?», gli chiedo.

 

A questo punto, sembra rianimarsi, si schiarisce la voce e mi risponde a menadito: «No, non è fumo. Questa è solo nebbiolina invernale, ma l'aria si respira benissimo. Se tu tossisci, forse vuol dire che hai bisogno di un dottore. Conosco un ottimo pneumologo che fa studio proprio qui a San Salvatore. Se vuoi ti ci accompagno...»

 

«Ma laggiù stanno bruciando qualcosa che puzza di morte!», gli faccio io allarmato indicando un bagliore che si vede di lontano.

 

«Ma che dici? Laggiù è tutto normale, è tutto sotto controllo. La qualità dell'aria è tenuta costantemente sotto osservazione ed è analizzata in tempo reale. Puoi leggere i valori dei tassi di inquinamento su quel pannello.»

 

Mi giro e vedo un pannello coi display che segnano tutti 8.

 

«Ma è fuori servizio!», osservo.

 

«Sì va be'. Come la fai difficile, come la storia delle analisi dell'acqua che non ci sono nel sito GESESA ma sai benissimo che le fanno ogni giorno... Non ti preoccupare, è tutto a posto. Fidati di me, ho appena provveduto ad avvertire i tecnici circa il problema che hai segnalato. Ho parlato con il Sindaco che è stato molto disponibile a cercare di risolvere la situazione. Spero davvero che il cammino sia quello giusto, ma sono del resto consapevole che il giudizio spetterà ai fatti. Solo tra qualche settimana ci sarà materiale su cui incominciare a ragionare. Per il resto, i temi ambientali sono terreno di coltura di continue emergenze: rifiuti, inquinamento delle varie matrici, dissesto idrogeologico. Lo sforzo che sto cercando di fare è questo: coniugare le risposte alle continue emergenze con la visuale programmatica, senza perdere il senno. E' uno sforzo immane...»

 

Continuerebbe all'infinito, ma io lo interrompo: «Sì, va bene... però l'aria puzza di strano, non lo senti? Sembra plastica bruciata, solvente e non so che altro...»

 

«Be', se a te piace fare solo polemiche come al solito, io no ho altro da dirti. Credi forse che il tuo comportamento qualunquista, disfattista e populista serva a qualcosa? Noi facciamo il massimo per il benessere dei cittadini, ma certo non disponiamo della bacchetta magica!»

 

Mi sveglio avvilito.

 

Fulvio Del Deo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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