28 maggio 2009

Repubblica su inceneritore: inesattezze e bugie

Maria Pia Cutillo - Maria Mucci

 

 

 

 

Comitati Civici di  San Salvatore Telesino e Guardia Sanframondi   contro la costruzione di un’Inceneritore a San Salvatore Telesino

 

Repubblica su inceneritore:

lunga serie di bugie

di giornalista non informato

 

 

San Salvatore Telesino 27.05.2009

(a.corbo@repubblica.it)

Gentile signor Corbo,

Lei ha pubblicato su Repubblica, oggi 27 maggio, un articolo che contiene una lunga serie di inesattezze, bugie e commenti personali fuorvianti, per la verità, dell’intera vicenda Vocem a San Salvatore Telesino.

Ai cittadini a cui la questione sta a cuore, e che si sono impegnati strenuamente per capirla e risolverla a costo di enormi sacrifici personali, fa una certa impressione leggere un articolo scritto con toni saccenti e arroganti, da giornalista abituato a svelare ignoti segreti a poveri ignari lettori.

Ci dispiace per lei, ma molti lettori del nostro territorio sono molto più informati di Lei e non possono che rilevare la superficialità e l’approssimazione della sua ricostruzione che, a tratti, sembra del tutto in mala fede.

A cominciare dall’affermazione che la centrale di San Salvatore sia simile a quella di Pignataro e che la società ABM, essendo pubblica, non sia implicata  in affari e scandali, con questo spiegando il ritardo del suo avvio. Come se fosse naturale che una società, di qualsivoglia natura, debba necessariamente aggirare i vari controlli per procedere celermente.

Un giornalista bravo come lei non si è chiesto come mai una società del nord venga ad investire nel dimenticato sud, e con un progetto che di certo non è di centrale a biomassa? Che, forse, qualche cosa di poco chiaro debba essersi verificato, se i cittadini hanno saputo del progetto ABM- VOCEM  anni dopo l’accordo  preso in segreto dai politici e dalla società? Non si è chiesto cosa fosse la VOCEM?

Un  “progetto trasparente” non cammina sotto le acque torbide della sola politica ma viene presentato a tutti i cittadini nel rispetto della democrazia, della partecipazione, della legge di Aarhus e di Alborg.

I cittadini sono tutti comproprietari del territorio e decidono del suo ‘uso’ sostenibile.

Un “progetto trasparente”non caratterizza il proprio iter amministrativo con le solite raccomandazioni politiche passando per Nardone, Zarro e Fornasari, Bassolino e infine Letta e Bertolaso.

Prima di pubblicare un articolo, crediamo che un giornalista dovrebbe quantomeno verificare la veridicità di alcune affermazioni, sue o di altri. La verità andrebbe sempre rispettata, soprattutto quando è chiaramente documentata da atti ufficiali. La invitiamo a rivedere con più precisione alcune notizie, che le diamo in maniera necessariamente succinta. A Lei verificare da che parte è la verità.

“Luigi”  ( in realtà, Giuseppe ) Creta era sindaco del paese nel 2004 e il signor Cicchiello era l’assessore all’ambiente ed alle attività produttive.

Insieme essi hanno firmato tutta la corrispondenza con la Vocem, hanno programmato molteplici incontri con i loro tecnici, hanno parlato, senza mai definirla, di una ‘convenzione’ per il ristoro dall’impianto. Essi però non hanno mai avuto il coraggio democratico, civile, politico di ufficializzare un impianto che è invasivo e deleterio per le persone e per il territorio oltre che chiaramente antieconomico.

Tutto ciò è avvenuto prevalentemente in privato, con accordi loro personali con la Vocem, definiti dalla stessa “ponti d’oro”, ma di cui ancora aspettiamo chiarimenti. Cosa avrebbero ricevuto in cambio, personalmente, dalla Vocem, forse non lo sapremo mai.

Cicchiello usa in modo disinvolto il termine “trasparenza”, ma i suoi rapporti con la Vocem risultano essere stati molto ambigui, mai chiariti, fino ad essere costretto a dare le dimissioni.

Dice di essere stato minacciato e malmenato? Ha ricevuto botte? Il suo carattere melodrammatico è noto in paese, anche se, normalmente, si nasconde dietro lunghe e gravi malattie da cui guarisce misteriosamente nei periodi elettorali ( potere catartico della politica?).

A lui era intestata la mail dell’ingegner Ardizzone e, successivamente, a lui ed al Presidente Nardone la lettera della dottoressa Bruna Valli. Il signor Cicchiello avrebbe dovuto intercedere con il presidente Nardone per “armonizzare” il PEA con un impianto CDR.

Sempre lui, lo scorso febbraio, ha scritto chiare minacce su un manifesto-lenzuolo, tediando tutti ma senza nulla rivelare. Noi, però, siamo pazienti.

Non ci appassionano, nel suo articolo, nemmeno le promesse bergamasche ( fatte sempre solo in privato a Nardone e Cicchiello) dei 100 posti di lavoro. Non  ne offre tanti nemmeno il megaimpianto di Acerra! Né c’è alcuna convenzione riguardo la “ corrente gratuita a strutture pubbliche e a famiglie meno abbienti” ma, piuttosto è “scritto” di 32 operai locali perché gli impiegati e i dirigenti devono essere obbligatoriamente bergamaschi.

Non si parla di una industria produttiva e necessaria sul territorio ma di colonizzazione del territorio.

L’energia prodotta è tutta trasportata a Bergamo sulla rete GSE.

Soprattutto non è “ scritto” che si bruceranno scarti lignei o “ legno puro in condizioni di assoluta sicurezza ambientale” ma è “scritto” che è un impianto dedicato a bruciare “rifiuti speciali” classificati come tali da specifici codici CER, e, oltretutto, a Bergamo Bettoni ha dichiarato con disinvoltura che l’utilità “ sociale” dell’impianto riguarda l’aiuto che darà alla Campania contribuendo allo smaltimento dei rifiuti tal quale, CDR insomma.

Il suo articolo riporta con troppa leggerezza solo le “balle” che tutti i documenti ufficiali e le delibere invece negano con chiarezza.

Lo stesso Cicchiello, prima di dimettersi, scrisse una altrettanto lunga e tediosa lettera alle province di Bergamo e di Benevento diffidandole a continuare nel loro intento ambiguo ed equivoco.

Perché non ci racconta adesso i veri motivi delle sue dimissioni? Non riusciva a trovare un accordo ragionevole per sé e per “Luigi” Creta?

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     

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Per intervenire: invia@vivitelese.it