Comitati Civici di San Salvatore Telesino e
Guardia Sanframondi contro la costruzione di
un’Inceneritore a San Salvatore Telesino
Repubblica su inceneritore:
lunga serie di bugie
di giornalista non informato
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San Salvatore
Telesino 27.05.2009
(a.corbo@repubblica.it)
Gentile signor
Corbo,
Lei ha pubblicato
su Repubblica, oggi 27 maggio, un articolo che
contiene una lunga serie di inesattezze, bugie e
commenti personali fuorvianti, per la verità,
dell’intera vicenda Vocem a San Salvatore
Telesino.
Ai cittadini a cui
la questione sta a cuore, e che si sono
impegnati strenuamente per capirla e risolverla
a costo di enormi sacrifici personali, fa una
certa impressione leggere un articolo scritto
con toni saccenti e arroganti, da giornalista
abituato a svelare ignoti segreti a poveri
ignari lettori.
Ci dispiace per
lei, ma molti lettori del nostro territorio sono
molto più informati di Lei e non possono che
rilevare la superficialità e l’approssimazione
della sua ricostruzione che, a tratti, sembra
del tutto in mala fede.
A cominciare
dall’affermazione che la centrale di San
Salvatore sia simile a quella di Pignataro e che
la società ABM, essendo pubblica, non sia
implicata in affari e scandali, con questo
spiegando il ritardo del suo avvio. Come se
fosse naturale che una società, di qualsivoglia
natura, debba necessariamente aggirare i vari
controlli per procedere celermente.
Un giornalista
bravo come lei non si è chiesto come mai una
società del nord venga ad investire nel
dimenticato sud, e con un progetto che di certo
non è di centrale a biomassa? Che, forse,
qualche cosa di poco chiaro debba essersi
verificato, se i cittadini hanno saputo del
progetto ABM- VOCEM anni dopo l’accordo preso
in segreto dai politici e dalla società? Non si
è chiesto cosa fosse la VOCEM?
Un “progetto
trasparente” non cammina sotto le acque torbide
della sola politica ma viene presentato a tutti
i cittadini nel rispetto della democrazia, della
partecipazione, della legge di Aarhus e di
Alborg.
I cittadini sono
tutti comproprietari del territorio e decidono
del suo ‘uso’ sostenibile.
Un “progetto
trasparente”non caratterizza il proprio iter
amministrativo con le solite raccomandazioni
politiche passando per Nardone, Zarro e
Fornasari, Bassolino e infine Letta e Bertolaso.
Prima di
pubblicare un articolo, crediamo che un
giornalista dovrebbe quantomeno verificare la
veridicità di alcune affermazioni, sue o di
altri. La verità andrebbe sempre rispettata,
soprattutto quando è chiaramente documentata da
atti ufficiali. La invitiamo a rivedere con più
precisione alcune notizie, che le diamo in
maniera necessariamente succinta. A Lei
verificare da che parte è la verità.
“Luigi” ( in
realtà, Giuseppe ) Creta era sindaco del paese
nel 2004 e il signor Cicchiello era l’assessore
all’ambiente ed alle attività produttive.
Insieme essi hanno
firmato tutta la corrispondenza con la Vocem,
hanno programmato molteplici incontri con i loro
tecnici, hanno parlato, senza mai definirla, di
una ‘convenzione’ per il ristoro dall’impianto.
Essi però non hanno mai avuto il coraggio
democratico, civile, politico di ufficializzare
un impianto che è invasivo e deleterio per le
persone e per il territorio oltre che
chiaramente antieconomico.
Tutto ciò è
avvenuto prevalentemente in privato, con accordi
loro personali con la Vocem, definiti dalla
stessa “ponti d’oro”, ma di cui ancora
aspettiamo chiarimenti. Cosa avrebbero ricevuto
in cambio, personalmente, dalla Vocem, forse non
lo sapremo mai.
Cicchiello usa in
modo disinvolto il termine “trasparenza”, ma i
suoi rapporti con la Vocem risultano essere
stati molto ambigui, mai chiariti, fino ad
essere costretto a dare le dimissioni.
Dice di essere
stato minacciato e malmenato? Ha ricevuto botte?
Il suo carattere melodrammatico è noto in paese,
anche se, normalmente, si nasconde dietro lunghe
e gravi malattie da cui guarisce misteriosamente
nei periodi elettorali ( potere catartico della
politica?).
A lui era
intestata la mail dell’ingegner Ardizzone e,
successivamente, a lui ed al Presidente Nardone
la lettera della dottoressa Bruna Valli. Il
signor Cicchiello avrebbe dovuto intercedere con
il presidente Nardone per “armonizzare” il PEA
con un impianto CDR.
Sempre lui, lo
scorso febbraio, ha scritto chiare minacce su un
manifesto-lenzuolo, tediando tutti ma senza
nulla rivelare. Noi, però, siamo pazienti.
Non ci
appassionano, nel suo articolo, nemmeno le
promesse bergamasche ( fatte sempre solo in
privato a Nardone e Cicchiello) dei 100 posti di
lavoro. Non ne offre tanti nemmeno il
megaimpianto di Acerra! Né c’è alcuna
convenzione riguardo la “ corrente gratuita a
strutture pubbliche e a famiglie meno abbienti”
ma, piuttosto è “scritto” di 32 operai locali
perché gli impiegati e i dirigenti devono essere
obbligatoriamente bergamaschi.
Non si parla di
una industria produttiva e necessaria sul
territorio ma di colonizzazione del territorio.
L’energia prodotta
è tutta trasportata a Bergamo sulla rete GSE.
Soprattutto non è
“ scritto” che si bruceranno scarti lignei o “
legno puro in condizioni di assoluta sicurezza
ambientale” ma è “scritto” che è un impianto
dedicato a bruciare “rifiuti speciali”
classificati come tali da specifici codici CER,
e, oltretutto, a Bergamo Bettoni ha dichiarato
con disinvoltura che l’utilità “ sociale”
dell’impianto riguarda l’aiuto che darà alla
Campania contribuendo allo smaltimento dei
rifiuti tal quale, CDR insomma.
Il suo articolo
riporta con troppa leggerezza solo le “balle”
che tutti i documenti ufficiali e le delibere
invece negano con chiarezza.
Lo stesso
Cicchiello, prima di dimettersi, scrisse una
altrettanto lunga e tediosa lettera alle
province di Bergamo e di Benevento diffidandole
a continuare nel loro intento ambiguo ed
equivoco.
Perché non ci
racconta adesso i veri motivi delle sue
dimissioni? Non riusciva a trovare un accordo
ragionevole per sé e per “Luigi” Creta?
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