Segnaliamo questa iniziativa del
Coordinamento regionale rifiuti
di cui i nostri comitati fanno
parte.
Maria Pia Cutillo e Maria Mucci
Esposto del CO.RE.Ri.
sull'inceneritore di Acerra
Brucia rifiuti non a norma,
probabilmente anche quelli speciali pericolosi
(che molto spesso sono stati abusivamente
"infilati", con la compiacenza di chi doveva
controllare, nelle oramai famose ecoballe
campane); non ha nessuna delle autorizzazioni
previste dalla normativa comunitaria (né l'AIA,
l'Autorizzazione integrata ambientale, concessa
"legislativamente" in deroga, senza consultare
la popolazione interessata, né una vera e
propria VIA, Valutazione d'Impatto Ambientale);
funziona da quasi tre mesi in "esercizio
provvisorio" senza scadenza e senza collaudo e
senza tutti i necessari sistemi di monitoraggio
dei fumi; produce ceneri pericolose che al
momento non sappiamo dove vengano smaltite.
D'altro canto gli unici dati
disponibili sulle concentrazioni di inquinanti
nell'aria, rilevate nei primi due mesi di
funzionamento dell'inceneritore dalle centraline
ARPAC di Acerra e San Felice a Cancello, dicono
che su 60 giorni di funzionamento (teorici,
visto che diversi sono stati in questi mesi i
giorni di fermo dell'impianto) ci sono stati ben
17 sforamenti.
Comitati e associazioni
ambientaliste campane già da anni denunciano
l'inadeguatezza e la pericolosità dell'impianto
di Acerra, ma oggi, dopo meno di tre mesi dalla
farsesca inaugurazione in pompa magna, il dato è
lampante.
Per questo il CO.RE.Ri (Coordinamento
Regionale Rifiuti della Campania),
dopo il ricorso straordinario al Capo dello
Stato contro le ordinanze che, in deroga al
parere VIA del 2005, hanno illegittimamente
autorizzato la combustione di qualsiasi tipo di
rifiuto, in luogo del CDR, ha deciso di
rivolgersi anche alla magistratura penale
affinché faccia luce, una volta per tutte, sulle
responsabilità di chi ostinatamente ha voluto la
realizzazione di quell'impianto, nonostante
sapesse che era del tutto incompatibile con la
realtà del territorio acerrano, sproporzionato,
obsoleto, pericoloso per la salute della
popolazione; questo al solo scopo di lucrare
parassitariamente sui finanziamenti pubblici
CIP6, concessi nel 1992 dal governo italiano, in
violazione della normativa europea, a chi
dovrebbe produrre energia bruciando rifiuti,
generando di fatto una distorsione del libero
mercato che ha penalizzato il riciclo dei
rifiuti e ha boicottato la raccolta
differenziata.
Stamattina, dunque, tramite lo
Studio legale Adinolfi di Caserta, punto di
riferimento ormai irrinunciabile in Campania per
le azioni giudiziarie a difesa dell'ambiente, è
stato depositato presso
la Procura
della Repubblica di Napoli l'esposto che diversi
cittadini campani hanno sottoscritto a nome del
CO.RE.Ri.
Ci aspettiamo che la magistratura
napoletana tutta, lasciando da parte le
preoccupazioni sull'impatto “politico”
dell'emergenza rifiuti, sappia trovare la
serenità necessaria per accertare le
responsabilità fino ai più alti livelli di
governo disponendo, nel frattempo, il sequestro
preventivo dell'impianto.
CO.RE.Ri. - Coordinamento
Regionale Rifiuti della Campania
Sito: www.rifiuticampania.org
Email: contatti@rifiuticampania.org
Tel: 334-6224313
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