Comitati Civici di San Salvatore Telesino e
Guardia Sanframondi
contro la costruzione dell’Inceneritore
a San Salvatore Telesino
Pubblicità
ingannevole
Cari concittadini,
questa
“mostra-evento” organizzata da ABM-Vocem a
Telese Terme, tardiva iniziativa
auto-promozionale, realizzata a pochi giorni
dalla conferenza decisionale del 23 luglio
prossimo, ma portata avanti sin dal 2004
è relativa ad un progetto di
inceneritore di rifiuti
così come da Loro stessi definito, da realizzare
in Contrada San Mennitto a San Salvatore
Telesino, a ridosso dei confini con i comuni di
Amorosi e Puglianello, in piena zona agricola (e
non “in zona industriale”) nei pressi dello
svincolo fra la superstrada Caianello-Benevento
e la fondovalle Isclero.
Questa vicenda, che ormai stiamo seguendo da due
anni, è densa di particolari inquietanti, a
cominciare proprio dal silenzio che l’ha sempre
avvolta per volontà dei politici che se ne sono
occupati.
La società proponente, Vo.cem. Srl (società
fondata nel Casertano con soli 10 mila euro di
capitale sociale, poi acquisita dalla ABM di
Bergamo), solo dopo oltre 5 anni dall’avvio del
procedimento, e solo a ridosso della possibile
conclusione dello stesso, nonostante la decisa
opposizione di tutte le amministrazioni locali
interessate, decide di avviare una campagna di
imbonimento nei confronti dei cittadini, con la
quale cercherà di convincerci che l’impianto ci
porterà occupazione, guadagni, prosperità e
benessere, senza nessuna conseguenza per la
nostra salute.
Tuttavia, la
stessa Vocem dichiara nel progetto l’emissione
di inquinanti di vario tipo, e riconosce
che potrebbero avere effetti significativi
sull’ambiente, pur sostenendo che non sarebbero
superati i limiti di legge di ogni sostanza.
Dimentica però le possibili conseguenze
dell’azione combinata di più inquinanti, non
parla di
nano polveri,
peraltro non filtrabili e monitorabili; non dice
che le
nano particelle
entrano nelle cellule di tutti gli esseri
viventi e …; non evidenzia che la
diossina
entra con immediatezza nella catena alimentare,
e che ce la ritroveremmo nel nostro cibo e nelle
nostre cellule
non esistono limiti ammessi di
diossina,
è vietata e basta, in quanto si
tratta
di una sostanza che si deposita
nei tessuti
senza mai essere smaltita,
ed è cancerogena
Dicono di voler realizzare un impianto per la
produzione di energia utilizzando BIOMASSE, ma
hanno presentato una richiesta di autorizzazione
ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs.
152/2006, che parla di SMALTIMENTO DEI
RIFIUTI.
Come sosteniamo da anni:
si tratta quindi di un inganno!
Il progetto Vocem ben spiega che
la tecnica adottata è relativa agli impianti di
incenerimento dei rifiuti, oltre che di
biomasse, poiché le griglie di combustione e il
sistema adottato consentono di poter adattare
gli impianti, secondo le necessità e le esigenze
dei gestori, a diversi tipi di “combustibili”.
D’altra parte, da più fonti, ivi incluse alcune
note della stessa Vocem, oltre che nelle
dichiarazioni di vari esponenti politici
nazionali, si rileva la volontà di poter
utilizzare l’impianto per bruciare CDR e
fronteggiare situazioni di emergenza nello
smaltimento dei rifiuti.
Insomma, sia l’analisi dei documenti disponibili
che lo studio del progetto tecnico, dimostrano
che l’iter seguito è totalmente ambiguo e che
potrebbe - se autorizzato - rappresentare, con
abile gioco burocratico, un inceneritore di
rifiuti.
Peraltro, i valori di emissione e l’attività che
emergono dagli elaborati, ancora prima di
considerare la qualità del combustibile
impiegato, sono di per sé elevatissimi, ed in
grado di rappresentare
un pericolo gravissimo per la
salute
dei cittadini e per il territorio
Grande rilievo viene dato alla possibilità per
questo tipo di impianto di acquisire i “certificati
verdi” per la produzione di energie
rinnovabili o “assimilate” tali.
Abbiamo già chiesto
che, se davvero vogliono realizzare un
impianto a biomasse, ritirino la domanda
fatta ai sensi dell’articolo 208 del D. Lgs.
152/2006 e la ripresentino ai sensi del
D.Lgs 387/2003 (autorizzazione unica per
impianti di produzione di energia da fonti
rinnovabili, nel rispetto dell’ambiente, del
paesaggio e del patrimonio
storico-artistico),
naturalmente non prima di
averla discussa con le istituzioni
interessate e con i cittadini!
Ricordiamo a tutti gli abitanti
della Valle telesina, che l’impatto
dell’impianto ABM-Vocem riguarderà un territorio
molto vasto, ben oltre quello del comune di San
Salvatore Telesino, che anzi, per effetto delle
correnti potrebbe in realtà subire un
inquinamento inferiore a quello dei comuni
circostanti.
L’inceneritore è il simbolo dell’assurdità di un
modello di sviluppo che in nome del profitto di
pochi sacrifica il bene comune ed il futuro di
tutti.
Non crediamo alle promesse che i cittadini
residenti pagherebbero meno soldi per energia e
calore, e, del resto, nessuno di Noi
accetterebbe un impianto nocivo vicino casa, ed
il
crollo totale del valore dei
propri immobili, per uno sconto irrisorio in
bolletta.
Che valore avranno i nostri
ortaggi, il nostro vino doc, i nostri formaggi,
i nostri salumi, le carni dei nostri allevatori
se prodotti all’ombra di un INCENERITORE di
rifiuti?
La Ditta afferma che vi sarebbe un attento
controllo sulle emissioni: è cronaca italiana di
pochi mesi fa il sequestro delle linee di
incenerimento di Colleferro a causa della
immissione illecita di rifiuti tossici, e altri
sequestri di linee di incenerimento per
omissioni sui controlli alle emissioni
(materiale bruciato quando i controlli vengono
sospesi, controlli fatti con tecnologia
malfunzionante, enorme incremento di sarcomi e
linfomi segnalato nelle vicinanze degli impianti
di incenerimento, sono cose che si leggono con
regolarità sui giornali, a danno ormai fatto, e
che ci preoccupano non poco).
Invitiamo quindi tutti i
cittadini
a non dar credito
alle chiacchiere della Vocem,
e a seguire l’attività di
informazione, protesta e controllo portata
avanti dai comitati, in rappresentanza di una
comunità che pretende il rispetto del principio
di precauzione e della difesa degli interessi
della collettività, contro un impianto nocivo e
che non può assolutamente rientrare, per le sue
ambiguità, nel novero degli impianti per la
produzione di energia da fonti rinnovabili.
Chiediamo a tutti gli Enti
interessati democrazia partecipata che,
coinvolgendo cittadini, imprenditori, artigiani,
operatori del turismo, associazioni e soggetti
attivi di ogni genere, progetti il reale
sviluppo eco-sostenibile e le attività
ecologiche necessarie al nostro territorio,
dall’uso di energia realmente pulita alla
raccolta differenziata dei rifiuti e la filiera
del riciclaggio ottimizzata, concreta, certa.
A Telese Terme, 17.07.2009, ore 18.00
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