Comitato civico di San Salvatore Telesino
contro l’inceneritore
“Per quanto voi
vi crediate assolti siete per sempre coinvolti!”
Governare un territorio significa soddisfare gli
interessi comuni di coloro che vi abitano, far
funzionare i servizi sociali (scuole, ospedali,
strade, etc), permettere l’accesso alle
informazioni, far funzionare i trasporti, le
attività produttive, vuol dire salvaguardare
l’ambiente e gli abitanti dall’ inquinamento e
dalle calamità naturali, e proteggere la
popolazione dalla criminalità. Governare
significa emanare leggi che siano valide per
tutti e farle rispettare.
Tra gli enti locali, il Comune è l’ente più
vicino alla popolazione, è amministrato da un
Consiglio Comunale e da una giunta che
dovrebbero occuparsi di seguire da vicino tutti
quegli interessi, bisogni e doveri di ogni
cittadino.
Noi cittadini, per contro, siamo chiamati a
vigilare sulle nostre amministrazioni e a non
firmare deleghe in bianco al momento delle
elezioni in attesa delle successive: il nostro
diritto-dovere di partecipazione alla democrazia
si esercita giorno per giorno e non solo una
volta ogni cinque anni.
Che le vicende di questi ultimi mesi ci siano di
insegnamento anche per le future attività di
apparente “normale” amministrazione!
San Salvatore Telesino, 4 ottobre 2007
Il
27 settembre 2004 il signor Salvatore Vozza,
titolare della Vocem Cementificio di Casagiove
(CE), con capitale sociale di 10.000 euro,
(… ma perché gli danno un
finanziamento di oltre 12 milioni di euro?)
invia una richiesta al Comune di S. Salvatore
Telesino in cui s’informa sulla disponibilità di
un appezzamento di terreno, tra i 20.000 mq e i
30.000 mq per la costruzione di una Centrale per
la produzione di energia elettrica alimentata da
BIOMASSE di circa 10 MW.
La
risposta del Comune di San Salvatore, in un
documento ormai abbastanza conosciuto in paese,
con protocollo n.10999, alquanto conciso e
persino approssimativo, dichiara la massima
disponibilità del Comune ad accogliere tale
richiesta.
Qualche mese dopo, a febbraio 2005, la ABM,
multiutility della Provincia di Bergamo, compra
dal Vozza il 95 % della Società, rilevando anche
il finanziamento già da questi ottenuto
(finanziamento pubblico del Ministero delle
Attività Produttive) per il progetto che
dovrebbe essere realizzato nel nostro paese.
Nel frattempo, tra l’Amministrazione provinciale
di Bergamo e quella di Benevento sono stati
instaurati stretti rapporti di collaborazione.
Tutto dovrebbe essere spiegato in un Protocollo
d’intesa tra le due Province. Ma, mentre sul
sito web della provincia di Bergamo appare
chiaramente la dichiarazione di questi rapporti,
e il Protocollo risulta a febbraio 2005, per la
Provincia di Benevento a questa data risultano
solo dei contatti tra la Provincia stessa,
rappresentata dall’ on.le Zarro, incaricato dal
Presidente Nardone, e la ditta ABM / Vocem, al
fine di organizzare gli incontri per una prima
presentazione informale del progetto ai soggetti
interessati (ASL, Arpac, Assessorato ambiente
prov. Benevento e Comune di San Salvatore).
Il
Protocollo d’intesa tra le due Province viene
annunciato ufficialmente dalla provincia di
Benevento solo il 12 giugno 2006, con il
comunicato stampa 1659.
Nell’accordo
tra le due Province il Presidente Nardone
inserisce anche i servizi del Marsec, gioiellino
tecnologico della Provincia di Benevento, che
per certi aspetti si intreccerà con la
costruzione dell’INCENERITORE di S. Salvatore
T., e condizionerà in maniera non ancora del
tutto chiara l’intera vicenda.
Comunque, dal febbraio 2005, i rapporti
epistolari tra il Comune di San Salvatore T. e
la Vocem/ABM saranno fitti e apparentemente
basati su un accordo in cui il Sindaco di S.
Salvatore T., l’assessore all’ambiente Vincenzo
Cicchiello, il presidente della Provincia
Nardone, non hanno nulla da contestare.
Infatti fino a maggio 2005 tutto scorre veloce
tra le parti, ma, il 16 dello stesso mese, la
dott.ssa Valli, amministratore delegato
dell’ABM, scrive al Presidente Nardone
pregandolo di “armonizzare ed integrare” il
progetto Vocem all’interno dei piani provinciali
di smaltimento dei rifiuti e di produzione di
energia, visto che la VOCEM SRL vorrebbe
bruciare CDR nel termovalorizzatore per
incrementare la produzione di energia: «l’impianto
VoCem, come attualmente dimensionato e
progettato, potrebbe essere alimentato
integrando il materiale organico a matrice
vegetale con il quantitativo di Cdr prodotto in
provincia di Benevento». E chiede consigli
sulla procedura da seguire: «
Riteniamo di estrema importanza un Suo cortese
pronunciamento circa la tipologia di impianto da
utilizzare per la realizzanda Centrale nel sito
di Benevento».
Il
23 di maggio 2005, l’ingegnere Ardizzone della
ABM-Vocem, con una e-mail, avverte l’assessore
Cicchiello della lettera inviata al Presidente
Nardone, e gli chiede di concordare o ridefinire
questa parte del progetto con il Presidente
stesso.
L’assessore Cicchiello risponde
il 31 maggio con tono forte e anche piuttosto
irritato. Dalle sue parole sembra che
l’intenzione di bruciare anche CDR non faccia
parte degli accordi precedenti:
«sulla
progettualità della centrale elettrica a
BIOMASSE […] vado a rilevare che non risultano
da Voi assunte iniziative coerenti e conformi
alle finalità e modalità di detta energia
elettrica (alimentata a biomasse) […] non può
non rilevarsi come la realizzazione di tale
impianto […] debba necessariamente e
correttamente conseguire prioritariamente
l’esame favorevole della comunità sansalvatorese,
come rappresentata dai suoi consiglieri
comunali, per qualificarsi opera di preminente
“interesse pubblico”, a vantaggio della
collettività medesima […] comunque
risultano espunti in entrambe le note
l’impegno/gli impegni assunti rispetto alle
modalità di utilizzo convenute in più incontri
con la Vocem ABM a realizzare la centrale
termica per la produzione di energia elettrica
alimentata da BIOMASSE con l’utilizzo degli
scarti non trattati della lavorazione del
legname, ad esclusione dei rifiuti da Cdr e
di eventuale impianto di TERMOVALORIZZAZIONE sul
territorio comunale (punti n. 1 e 2 del vs. prot.
1765...).
[…] Questa Amministrazione,
pertanto nel confermare la già manifestata
volontà di realizzare nell’ambito del territorio
comunale tale insediamento produttivo NON
inquinante per la produzione di energia
elettrica da BIOMASSE […] invita codesta
spett.le VOCEM ABM a promuovere un tavolo
allargato di intesa interistituzionale con le
province di Benevento e di Bergamo, perché,
anche se in via di attuazione dell’intervenuto
Protocollo d’Intesa fra i soggetti sovracomunali
citati e nell’ambito degli strumenti
pianificatori di settore, la centrale elettrica
possa conseguire preventivamente e
prioritariamente la più ampia condivisione. In
tal senso, si diffidano le amministrazioni
provinciali in indirizzo dall’assumere decisioni
e interventi in via sostitutiva dell’Ente
locale, con avocazione delle competenze sulla
materia, essendo il Comune di San Salvatore il
primo soggetto istituzionale qualificato alla
rappresentanza, tutela e valorizzazione degli
interessi della comunità locale.»
Malgrado il linguaggio burocratico, è
assolutamente chiaro che l’assessore Cicchiello
non accetta il cambiamento di programma della
ABM / Vocem che ha deciso di bruciare anche Cdr
e non più solo prodotti vegetali. Ma la cosa più
importante della lettera di Cicchiello è il
richiamo alla necessità o obbligo di «conseguire
prioritariamente l’esame favorevole della
comunità sansalvatorese, come rappresentata dai
suoi consiglieri comunali, per qualificarsi
opera di preminente “interesse pubblico”, a
vantaggio della collettività medesima». Per
la prima volta, nell’intera vicenda ci si
riferisce alla necessità di informare la
popolazione ed ottenerne il consenso e si mette
in dubbio la buonafede dell’azienda a bruciare
“solo biomasse”.
Nonostante i primi segnali di opposizione la
Vocem prosegue a ritmo serrato nel suo iter
amministrativo: a luglio 2005 scrive diverse
volte al Comune di San Salvatore Telesino,
all’Ass. Cicchiello, al Presidente della
Provincia Nardone, al Presidente della Provincia
di Bergamo Bettoni per confermare l’interesse
della Vocem a realizzare la Centrale a San
Salvatore Telesino, per rassicurare che essa
userà solo Biomasse vegetali, per
chiedere al Comune tutti i documenti di cui ha
bisogno per presentare in tempo la domanda di
autorizzazione alla Regione, insistendo
sull’urgenza dell’invio di tale documentazione
per l’estrema importanza ai fini del
finanziamento.
Ma del 22 luglio 2005 è anche la prima delle due
dichiarazioni giurate dell’architetto Visalli:
in essa si parla di una autorizzazione di
impianto per il trattamento di rifiuti speciali,
mentre la seconda, del 28 novembre dello stesso
anno sarà: «relativo ad
un impianto alimentato con scarti legnosi e
vegetali ed altri materiali assimilabili a
fonti rinnovabili mediante termoconversione
con recupero di energia elettrica».
Il
29 luglio del 2005 la VOCEM srl presenta alla
Regione la domanda di autorizzazione per la
realizzazione e l’esercizio dell’impianto «ex
artt. 27 e 28 del Dlgs 22/97», meglio conosciuto
come Decreto Ronchi («Attuazione delle
direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui
rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e
sui rifiuti di imballaggio»). A questo
punto si comincia a delineare più chiaramente il
vero scopo dell’impianto: bruciare, o meglio,
incenerire rifiuti e non, o non solo, le
cosiddette biomasse.
Agli atti del Comune di San Salvatore Telesino,
esiste una relazione datata 5 settembre 2005,
della VOCEM relativa al “Procedimento di
Valutazione di Impatto Ambientale di una
Centrale elettrica alimentata da Biomasse a
matrice vegetale”. In essa sono spiegate le
ambigue motivazioni per cui la VOCEM preferisce
chiedere autorizzazioni ai sensi degli artt. 27
e 28 del D.lgs. 22/97 in quanto:
«[…(sono)…] tali materiali di scarto di cicli
produttivi nel campo agricolo, forestale, o
distributivo e/o di trasformazione, sempre
rientranti nella categoria delle biomasse a
matrice vegetale. Tali materiali (anche se non
pericolosi e del tutto assimilabili al legno
vergine) sono classificati dalla legge come
rifiuti e quindi sono soggetti alla esigente
normativa prevista dal Dlgs 22/97….[…] Lo stesso
impianto è dotato delle più avanzate centraline
di monitoraggio […] comprendendo anche il
controllo per mezzo del sistema di monitoraggio
satellitare della Provincia di Benevento (MARS),
il cui accordo con la Provincia di Bergamo è in
via di definizione». Il MARSEC, fiore
all’occhiello dell’Amministrazione provinciale a
guida Nardone, fa così la sua comparsa tra gli
attori della vicenda inceneritore a San
Salvatore Telesino.
Nonostante le prime difficoltà, la trattativa
continua: il 9 settembre 2005 il Comune di San
Salvatore Telesino scrive a Berta, presidente
della VOCEM, precisando che «i fondi censiti
nel comune ai mappali n.57-59, 204-205, 284-288,
481-483 del foglio 23 […] rientrano nelle aeree
disponibili per l’impianto a biomasse».
E,
sempre nei primi giorni di settembre del 2005,
c’è anche un importate incontro tra i tecnici
della Vocem e gran parte del Consiglio comunale
di San Salvatore.
Sappiamo, dai racconti di alcuni dei presenti
(l’architetto Visalli, consulente della Vocem,
l’avvocato Fabio Romano, allora consigliere di
minoranza), che i consiglieri quel giorno erano
12, di cui 4 di minoranza, che tutti i
consiglieri sapevano in precedenza di cosa si
trattava, e che si erano preparati all’incontro
con domande appropriate da presentare
all’architetto Visalli, che illustrò il Progetto
in modo piuttosto dettagliato usando una
presentazione in “power point”.
Perché nessuno dei presenti chiese un Consiglio
Comunale sull’ argomento, magari aperto alla
cittadinanza? Perchè non furono affissi
manifesti o suonati i tamburi “a raccolta” ? Che
forse l’argomento non meritava l’attenzione dei
cittadini?
Di
sicuro, molte persone lessero il progetto in
sintesi inviato nel settembre 2005 al Comune.
Inutile aggiungere che, a nostro avviso, alcuni
di loro non capirono affatto la gravità di tale
riunione. Siamo più che sicuri che la maggior
parte continuò a meditarci sopra, ma tutti
preferirono non sollevare pubblicamente il
problema.
Il
problema è che coloro che venivano lasciati
all’oscuro di tutto erano i cittadini, coloro
cioè che avrebbero dovuto decidere della loro
salute, del loro ambiente, di cosa accettare sul
proprio territorio.
Nessuno dovrebbe sottovalutare le situazioni in
cui il popolo deve essere davvero il vero
sovrano: un sindaco, degli amministratori, pur
se votati democraticamente, in certi momenti
così decisivi dovrebbero comunicare cosa sta
succedendo e prendere insieme ai cittadini la
decisione.
Il
17 novembre 2005 la Vocem, sollecitata
dall’Assessorato Regionale all’Ambiente, chiede
di poter presentare in Consiglio Comunale a San
Salvatore Telesino lo Studio di Impatto
Ambientale inviato a settembre in Regione, onde
ricevere il parere di competenza necessario ad
ottenere l’autorizzazione relativa. Con la
stessa nota, la Vocem chiedeva di discutere in
Consiglio Comunale la convenzione con il Comune
(la relativa bozza sarà successivamente inviata
al Comune nel febbraio del 2006, e prevede
determinati vantaggi economici, quali: una
cospicua cifra una tantum da determinare,
agevolazioni sulle tariffe di consumo energia
elettrica alle industrie ed ai cittadini, 32
posti di lavoro etc., ma anche gravi adempimenti
a carico del comune).
Il
Comune aveva comunque già risposto il 28
novembre 2005, sollecitando la Vocem a fornire i
chiarimenti già richiesti nel corso degli
incontri avuti con i consiglieri di maggioranza
e di minoranza.
Queste due note della Vocem e del Comune di
S.S.T. sono importanti, perché evidenziano che
questa Ditta, pur avendo tutte le
autorizzazioni, ha comunque bisogno del consenso
della popolazione. Di contro, l’amministrazione
comunale non era disponibile a promuovere un
incontro pubblico tra la Vocem e i cittadini
prima di ricevere i chiarimenti richiesti, e
prima che il progetto fosse stato esaminato dai
propri tecnici. In ogni caso si impedì ancora
che la cittadinanza venisse informata su quello
che stava avvenendo.
Intanto, il 29 novembre 2005, la Vocem ottempera
all’obbligo di pubblicità con avviso pubblicato
sul Sole 24 Ore della richiesta di pronuncia di
Compatibilità Ambientale e la richiesta di
autorizzazione alla costruzione, ancora una
volta, in base agli artt. 27 e 28 Dlgs
22/97(Decreto Ronchi).
Il 30 novembre 2005, Berta, presidente
del CDA della ABM-Vocem, facendo riferimento
alla lettera del Comune del 28 novembre, si
riserva di inviare a breve i chiarimenti
richiesti sul Progetto e ripropone una
Conferenza stampa per presentare il progetto
stesso e lo Studio di impatto ambientale da loro
elaborato: «[…] momento
di utile confronto per l'assunzione del parere
di competenza del Comune (delibera consiliare),
come previsto dalle procedure regionali
attivate.
In
effetti il 5 dicembre 2005 la VOCEM srl, sempre
in riferimento alla lettera del Comune di S.
Salvatore Telesino del 28 novembre dello stesso
anno, invia al Comune una nota esplicativa, che
però è del tutto insoddisfacente, sull’
inquinamento atmosferico e sul consumo d’ acqua
causati dall’ impianto.
A
febbraio 2006 la Vocem scrive al Comune di S.
Salvatore T. per chiedere spiegazioni per il
lungo silenzio intercorso, rappresenta di essere
a conoscenza del fatto che a gennaio l’assessore
Cicchiello, con cui avevano contatti, si è
dimesso, e trasmettono una bozza di convenzione
da stipulare con il Comune per regolamentare
contrattualmente i rispettivi obblighi.
Ancora, con tale nota, la Vocem insiste sulla
necessità di informare la popolazione, e
ri-propone l’organizzazione di una Conferenza
stampa per illustrare pubblicamente il progetto.
Alla Regione, nel frattempo, stanno valutando la
documentazione, e la pratica diventa oggetto di
attenzione da parte del Settore Ecologia di
Benevento, dato che, per la tipologia
dell’impianto (Centrale a Biomasse), avrebbe
dovuto seguire la procedura di richiesta di
autorizzazioni al Settore delle Attività
Produttive, anziché a quello dell’Ambiente
Settore Ecologia.
In
realtà, la Vocem aveva correttamente presentato
la richiesta di autorizzazione al Settore
Ecologia, in quanto intendeva costruire un
inceneritore di rifiuti, anche se limitatamente
ad alcune tipologie di materiali (individuati
con appositi codici europei noti come CER), ma
con la possibilità di aggiungerne altri in
seguito.
Vale la pena sottolineare che con
l’autorizzazione richiesta, è possibile, in
seguito, con l’impianto pienamente funzionante,
ottenere l’autorizzazione per bruciare anche
altri tipi di rifiuti (CDR), e ciò senza creare
particolari clamori o allarmismi.
A
questo punto è naturale chiedersi perché
l’assessore Cicchiello si è dimesso. Infatti
tutto è reso ancora più inquietante dal fatto
che lo stesso Cicchiello non ha ritenuto a
tutt’oggi di chiarire ai cittadini di San
Salvatore la sua posizione, nonostante le gravi
accuse dirette e personali ricevute ed il grande
clamore suscitato dalla vicenda.
In
ogni caso il Comune di S. Salvatore Telesino non
dà seguito alla richiesta della Vocem e solo con
nota del 5 aprile 2006 scrive alla Regione
Campania, Assessorato regionale all'Ambiente -
Settore Centrale Tutela dell'Ambiente, e alla
Provincia di Benevento - Assessorato
all'Ambiente,inviando osservazioni e
perplessità.
Il
26 aprile 2006, il Settore Ecologia della
Regione facendo riferimento a due precedenti
note, che purtroppo non è stato possibile
reperire, sollecita il Comune di San Salvatore
Telesino ad esprimere «in maniera
inequivocabile (favorevole o sfavorevole)»
il parere obbligatorio relativo
all’Autorizzazione regionale sulle emissioni in
atmosfera richiesto dalla VOCEM.
Il
Comune risponde con nota dell’8 maggio 2006 alla
suddetta richiesta del Settore Ambiente, sia
Regionale che Provinciale, riaffermando il
proprio parere negativo, adducendo come
motivazione i rischi di impoverimento delle
falde acquifere e di contaminazione da acque
reflue, l’inquinamento che sarebbe provocato dal
trasporto della materia prima, le immissioni in
atmosfera. Il Comune evidenzia e avanza il
sospetto che il combustibile di supporto
necessario al funzionamento dell’impianto possa
essere fornito da “ecoballe”, e sottolinea
inoltre la posizione poco baricentrica del
nostro Comune rispetto all’approvvigionamento di
biomasse vergini.
Il
16 giugno 2006 il Comune di San Salvatore
risponde inoltre alla provincia di Benevento
sulla richiesta di parere di autorizzazione per
la ricerca di acque sotterranee per usi
industriali, e precisa ancora una volta che non
ci sono i presupposti per autorizzare questo
impianto.
Questo tipo di obiezioni comunque, pur se
ripetute di lì in poi in varie occasioni,
mancano della determinazione che sarebbe stata
necessaria se realmente ci si voleva opporre a
tale progetto.
Se
l’amministrazione di questo Comune avesse
informato sin dall’inizio la cittadinanza, che
si sarebbe fermamente opposta al progetto, i
risultati sarebbero stati diversi. Con il
coinvolgimento della popolazione si sarebbero
potuti trovare gli strumenti giuridici ed
amministrativi piu’ efficaci per opporsi in
tempo utile alle autorizzazioni che poi si sono
puntualmente susseguite. Invece tutta
l’amministrazione ha mantenuto il massimo
riserbo su tale faccenda, e tuttavia è
incredibile come tutti i consiglieri, sia di
maggioranza che di minoranza, e tutti gli altri
soggetti politici ed economici che comunque sono
stati coinvolti, siano riusciti a mantenere così
a lungo questo inquietante segreto!.
Il
2 ottobre 2006, purtroppo, il dott. Luigi Nocera
della Regione Campania emana il Decreto
Assessorile contenente il proprio parere
favorevole sullo Studio di Impatto Ambientale.
In esso è contenuto … «l’adeguamento alle
normative sulla tutela dell’atmosfera che
andranno in vigore (es. Piano Regionale della
qualità dell’Area)»… e non ottenuto
all’Audizione dei Comitati in Regione, il 5
settembre 2007, anche se tanti appartenenti ai
Comitati se ne sono vantati.
Il
19 dicembre 2006 il Settore Ecologia della
Regione Campania di Benevento invita i Comuni di
San Salvatore Telesino, Puglianello ed Amorosi
ad un Tavolo tecnico per il 17 gennaio 2007
insieme all’ASL, alla Vocem ed all’ARPAC, per
approfondire le problematiche dell’approvazione
del progetto:
“D.lgs. 152/06 – Ditta Vocem srl. Richiesta di
approvazione ed autorizzazione alla
realizzazione, ex art. 27 Dlgs 22/97 e s.m.i. e
dall’esercizio ex art 28 e s.m.i. (Legge Ronchi)
delle operazioni di smaltimento con recupero
energetico a mezzo di un impianto di
valorizzazione energetica attraverso
ciclotermico in forno a griglia di rifiuti non
pericolosi a matrice prevalentemente lignea
quali biomasse residuali di natura vegetale
assimilabili a fonti rinnovabili in località San
Salvatore Telesino (BN)”.
L’oggetto della riunione, come si vede, è
inequivocabile. Ė da questo momento, il 19
dicembre 2006, che i Comuni limitrofi hanno ben
chiaro che a San Salvatore Telesino si vuole
costruire un Inceneritore. Il 17 gennaio 2007,
al Settore Ecologia di Benevento per il Tavolo
tecnico sono presenti il Sindaco Creta di San
Salvatore Telesino, il Sindaco di Puglianello,
Bartone (attualmente vice-sindaco) con un suo
tecnico. Manca il Sindaco di Amorosi che
comunque sapeva per che cosa era stato invitato.
Il
Sindaco Creta esprime parere contrario alla
localizzazione dell’impianto: «non per
bocciare in primis l’iniziativa» e motiva il
diniego «sostenendo che lo stesso espresso
positivamente poteva comportare, per la natura
della materia da trattare ripercussioni
politiche molto gravi per la sua coalizione»
(Verbale del Tavolo tecnico)…
Bartone dichiara che non essendo stato informato
prima, dovrà studiare il progetto e ringrazia
per essere stato coinvolto. Gli viene consegnato
il Progetto dalla Vocem su cd-rom. Ha informato
il suo successore Pacelli di questo
procedimento?
Il
Comune di Amorosi richiederà ufficialmente il
progetto alla Regione solo il 16 aprile 2007 e
il Sindaco Della Morte manderà un suo tecnico
alla Conferenza dei servizi il 25 giugno 2007,
il quale dichiarerà che il Comune è stato
informato solo il 19 dello stesso mese del
Progetto di Inceneritore, ed esprimerà comunque
parere negativo.
Possiamo quindi affermare che anche i Comuni
limitrofi erano a conoscenza di questo progetto,
il Sindaco Bartone aveva anche avuto modo di
studiarlo da gennaio, mentre quello di Amorosi
lasciò passare ben 4 mesi, prima di fare
pressione per ottenerne anche lui una copia.
Quale dunque è stato il motivo che ha ritardato
di 6 mesi le loro dichiarazioni di sorpresa e di
forte opposizione?
Oltre a permettere una campagna elettorale senza
scossoni sia a San Salvatore Telesino che a
Puglianello, sorge il dubbio che motivi diversi
dagli interessi dei loro concittadini, li
abbiano convinti al silenzio fino alla
Conferenza dei Servizi di giugno.
I
documenti esaminati ci dimostrano ancora una
volta che, fin quando è possibile, qualsiasi
amministrazione preferisce nascondere le proprie
manovre ai cittadini gestendo da sola il loro
presente e il loro futuro, e operando senza
alcun rispetto per la nostra terra, la nostra
dignità, la nostra salute.
La
Carta delle città
europee per
uno sviluppo durevole e sostenibile di Aalborg
e la Convenzione di Århus sull’accesso alle
informazioni, la partecipazione del pubblico ai
processi decisionali e l’accesso alla giustizia
in materia ambientale, stanno diventando un
patrimonio culturale sempre più diffuso fra i
cittadini europei, che non sono più disposti a
delegare, soprattutto su salute e territorio.
E
in applicazione di tali principii, se ci fossimo
già costituiti come comitato civico (e lo
saremmo stati sicuramente, se avessimo
conosciuto il pericolo che ci minacciava),
avremmo potuto partecipare alla Conferenza dei
Servizi, e avremmo portato il nostro dissenso in
quella sede, con il peso, l’autorevolezza e il
diritto di chi rappresentava il dissenso di
un’intera comunità.
Invece il 25 giugno 2007 si è svolta la
Conferenza dei Servizi, e solo per l’assenza di
molti degli enti invitati, per il ritardo nella
consegna del progetto ai soggetti coinvolti da
parte della VOCEM e per alcune carenze
documentali questa non si è conclusa con una
decisione positiva per la realizzazione
dell’inceneritore a San Salvatore Telesino.
Il
Sindaco di Amorosi non vi ha partecipato
personalmente ma ha inviato un suo tecnico che,
dicendo di “aver ricevuto il progetto solo il
19/06/2007” esprime il parere negativo; il
sindaco di Puglianello non ha partecipato ma ha
delegato il suo vicesindaco Bartone, che del
resto era il sindaco di Puglianello nel 2006, e
che ha espresso parere negativo per ovvi dubbi
su tale autorizzazione, il sindaco Creta ha
espresso parere negativo, pur ammettendo che
inizialmente era stato favorevole all’impianto,
perchè all’ interno della maggioranza consiliare
si era evidenziato un certo dissenso ed inoltre
erano aumentati i dubbi relativi ai materiali
che sarebbero stati bruciati nell’ impianto.
Finalmente, il 6 luglio 2007, veniva convocato a
San Salvatore Telesino un Consiglio Comunale
aperto al pubblico. Evento rarissimo nel nostro
paese, dove la cittadinanza non viene mai
convocata ad esprimere i propri pareri ed i
propri bisogni, e dove immancabilmente, dopo le
pressanti richieste di voti, ovvii o sofferti, è
abbandonata al silenzio o al massimo al
pettegolezzo di piazza.
La
discussione che ne scaturì fu ovviamente accesa,
e, tra le scuse e i nascondimenti, prendemmo
atto, ancora una volta, che per capire bisognava
letteralmente “scavare” in questa storia, perché
in quasi 4 anni tutti avevano preferito tacere
piuttosto che, semplicemente, coinvolgere gli
abitanti di questa terra nel prendere una
decisione che li riguardava direttamente.
Tra gennaio 2006 e gennaio 2007 vennero
pubblicati alcuni articoli su giornali locali e
on-line in cui si parlava, più o meno
specificamente, della Centrale a BIOMASSE da
costruire a San Salvatore Telesino. A distanza
di tempo, adesso, ci sembra di capire che molte
persone sapevano ma, o perché siamo stati
abituati a non occuparci della cosa pubblica, o
perché gli interessi in gioco erano troppi,
siamo arrivati alle scorse elezioni
amministrative senza che la questione sia mai
stata posta come uno degli elementi da valutare
per il voto da dare ad una delle due liste in
campo.
Sappiamo che la lista di maggioranza ha girato
per le case rassicurando i pochi che chiedevano
chiarimenti, che mai sarebbe stato costruito un
inceneritore a San Salvatore Telesino. Nemmeno
oggi, a distanza di mesi, e dopo tutto quello
che è successo, possiamo essere assolutamente
certi di questa conclusione. Chi dava loro tanta
sicurezza?
Per quanto riguarda la minoranza consiliare,
abbiamo molte domande e perplessità sul suo
operato. L’attuale capogruppo di minoranza, nel
Consiglio comunale aperto del 6 luglio 2007, ha
dimostrato, col suo intervento, di essere
puntualmente informato su tutto l’iter del
progetto Vocem e sui carteggi intercorsi tra i
vari soggetti coinvolti nel periodo compreso fra
il 2004 e il 2007.
E
del resto, già nell’articolo comparso su
“Minerva” nel dicembre 2006, anticipava, fra
l’altro, che si trattava di un inceneritore e
non di un impianto a biomasse. A questo punto
non si possono non porre alcune domande: perché
questo problema non è stato mai sollevato ed
utilizzato come “cavallo di battaglia” nella
campagna elettorale del 2007? Perchè tante
parole sono state spese per un problema di
presunto danno erariale relativo alla vendita di
un terreno ai confini con il Comune di Telese,
che, al confronto, era meno rilevante per i
cittadini? Perché, ancora fino all’audizione in
Regione del 5 settembre 2007, si è lasciato che
si continuasse a discutere solo e sempre di
biomasse, se già nel dicembre 2006 era chiaro
che si trattava di un inceneritore?
Con il suo intervento nel Consiglio comunale
aperto del 6 luglio 2007, il capogruppo Bove
accusa anche se stesso: avrebbe non “potuto” ma
“dovuto” mobilitare i politici, le istituzioni,
le associazioni, e chiedere, sbattendo i pugni
sul tavolo, consigli comunali aperti, dibattiti
e consulenze. Chi glielo ha impedito? Si parla
di articoli sui giornali: dove? quando? Minerva
non è certo accessibile quanto “il Sannio”, o
“il Mattino”, o “Vivitelese”. Ha preferito anche
lui, come Creta, chiudersi nel mutismo e
nascondersi dietro la stessa foglia di fico.
Ovviamente in paese gli interessi economici e
politici collegati a questo progetto sono tanti:
ci saranno ditte di costruzione che lavoreranno
per qualche anno, importanti e remunerativi
incarichi a tecnici, un indotto notevole che
porterà soldi e prosperità laddove non si è
fatto nulla per crearlo in modo diverso.
Ai
cittadini “normali”, se qualcosa arriverà,
servirà per pagare un bravo oncologo.
Il
10 aprile 2007, su Vivitelese, usciva un
articolo dell’Eco di Bergamo in cui si parlava
dei problemi che la Vocem stava incontrando per
la realizzazione dell’impianto a biomasse di San
Salvatore Telesino.
Il
silenzio più totale ha accolto anche tale
articolo. Adesso sappiamo che il giornalista di
Bergamo si era recato di persona a Benevento,
era passato per San Salvatore, aveva incontrato
Nardone, Creta e Bove. Egli aveva ben compreso
il contesto politico provinciale in cui la
faccenda si inseriva ed evolveva: le decisioni
di Nardone dovevano essere concretizzate a tutti
i costi. Il gruppo di lavoro tra le due Province
è costituito, tra l’altro, dall’onorevole
Giovanni Zarro ex deputato della Margherita
stretto collaboratore di Nardone e per Bergamo
dall’onorevole Giuseppe Fornasari, consigliere
dell’ABM e vecchio amico e compagno di partito (DC)
di Zarro. Sono loro, infatti, i principali
organizzatori degli incontri Vocem-ABM e
Provincia di Benevento, come si legge in una
nota del 5 maggio 2005 della stessa Vocem.
Il
dott. Bove, nel suo intervento al Consiglio
comunale aperto del 6 luglio 2007 dice: «in
realtà quello che avevano intenzione di
realizzare i signori bergamaschi era noto a
tutti. E soprattutto era noto negli ambienti
politici provinciali, dove i criteri, gli
accordi, le modalità di attuazione sono state
definite nei minimi particolari». Se ciò è
vero, davvero non si comprende perché nessuno
dei partiti, a maggior ragione quelli della
maggioranza che sostiene Nardone, abbia mai
ritenuto necessario nemmeno informare i propri
referenti locali.
In
particolare, l’Udeur, in quanto partito di
riferimento di quasi tutti i sindaci dei paesi
interessati, doveva assolutamente sapere, e
tuttavia non ha detto una parola, né adesso
prende alcuna posizione politica ufficiale.
La
nostra salute, i nostri figli, la nostra terra
sono stati venduti. Perché permettiamo tutto
questo?
Da
quando si parla dell’Inceneritore, in paese c’è
una piccola guerra civile. Facce scure,
mormorii, pochi discorsi chiari, però anche
poche occasioni pubbliche per parlarsi
apertamente, anche urlando: il che a volte è
meglio di questa finzione di vivere civile.
A
novembre 2006 la Regione autorizza l’impianto a
bruciare rifiuti. Per 45 giorni si poteva fare
ricorso al TAR contro tale autorizzazione, ma il
Sindaco non l’ha fatto.
Anche i consiglieri di minoranza sapevano
evidentemente di cosa si trattasse e tuttavia
nemmeno loro sono ricorsi al TAR.
Queste responsabilità, sebbene politiche,
saranno pagate prima di tutto con la nostra
salute.
Gli accordi politici dei partiti, e gli accordi
politici interni ad una amministrazione, hanno
sempre fatto pagare un caro prezzo ai cittadini,
ma in questo caso i nostri amministratori si
sono comportati anche con arroganza e disprezzo,
soprattutto per la nostra dignità e per la
nostra salute.
L’impressione che se ne ricava è che il vero
inganno di questa storia lunga tre anni, sia
proprio questo: gli interessi di bottega hanno
pilotato i nostri amministratori, li hanno
zittiti e convinti a lasciar passare un progetto
di inceneritore orribile e devastante per noi e
per questa terra.
Gli amministratori di San Salvatore, Amorosi,
Puglianello, piuttosto che dimostrare di
essersi sbagliati, di essere stati “ingannati”
come noi, ADESSO devono dimostrare di voler
lottare veramente con noi e fare tutto il
possibile per impedire la costruzione
dell’inceneritore!
Ė
il momento dell’azione, ormai è troppo tardi per
temporeggiare, ed evitare di prendere posizione
contro la Regione.
NON VOGLIAMO GLI INCENERITORI E VOGLIAMO CHE I
NOSTRI AMMINISTRATORI RISPETTINO IL NOSTRO
VOLERE!
Ultima precisazione.
Questa storia esce solo adesso per un
motivo ben preciso: dal Consiglio comunale del 6
luglio
tutti erano d’accordo sul sorvolare sulle
responsabilità di coloro che avevano permesso
l’autorizzazione di un Inceneritore nel nostro
territorio, e
tutti
significa Amministratori, Comitati,
Responsabili di partito.
La
frase più ripetuta nelle Assemblee di questi
mesi è stata: «bisogna essere uniti in questa
lotta contro l’Inceneritore anche se prima
qualcuno lo ha voluto».
Questa finzione non ha ottenuto, però, i
risultati che speravamo, anzi, dietro questa
finzione ormai si nascondono un po’ tutti.
Come Comitato civico pensiamo, invece, che la
lotta debba ripartire seriamente solo da verità
che solo adesso possiamo anche documentare. Non
si può fondare questa lotta su menzogne e
fraintendimenti. Ovviamente, a differenza di
tante accuse mosse anonimamente o sussurrate
nelle piazze, noi abbiamo dovuto ottenere prima
l’accesso ad atti ufficiali e poi mettere per
iscritto quello che abbiamo trovato.
E
la storia non è stata ancora svelata
completamente...
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