Comunicato stampa del 21-07-09 delle Imprese
della Valle Telesina
Danni legati alla prevista realizzazione
di
un termovalorizzatore nella Valle Telesina
Il
20 luglio 2009 si sono riunite numerose aziende
della Valle Telesina per sottoscrivere una
lettera indirizzata al Sindaco del comune di S.
Salvatore Telesino, preside Pasquale Izzo.
In
questa comunicazione le aziende hanno portato a
conoscenza del Sindaco i danni immediati che
causerà loro la costruzione di un
termovalorizzatore nel suo comune.
Nella lettera sono stati considerati i danni
per le diverse macro categorie e precisamente:
per il settore di produzione alimentare, quello
manifatturiero, quello agricolo e zootecnico e
quello turistico alberghiero.
Le
imprese hanno chiarito che i danni da loro
paventati sono solo quelli immediati che
scaturiscono da un prima valutazione del
progetto della Vocem.
Le aziende che producono alimentari nel
comune di S. Salvatore hanno informato che i
loro clienti, ossia le grandi catene di
distribuzione nazionali e internazionali,
chiedono, oltre al certificato ISO 9000, anche
una certificazione nella quale deve essere
specificato se producono in prossimità di
aziende inquinanti e di stoccaggio di qualsiasi
tipo di rifiuto.
Queste aziende, quindi, fanno notare al Sindaco
che se dovesse realizzarsi l’impianto della
Vocem, loro non potranno più né ottenere il
certificato ISO 9000 (anche questo richiede la
lontananza da fonti di inquinamento e di
stoccaggio di qualsiasi tipo di rifiuto), né
presentare le certificazioni richieste dalla
grande distribuzione.
E’
evidente che la costruzione del
termovalorizzatore nelle loro vicinanze
comporterà per loro molto probabilmente una
significativa riduzione dell’attività se non
addirittura la sua totale cessazione.
È
da notare che il terreno acquistato dalla Vocem
per la costruzione dell’impianto si trova nella
stessa strada in cui sorge la maggior parte
delle aziende alimentari di S. Salvatore
Telesino.
Le aziende manifatturiere, invece,
puntano la loro attenzione sul fatto che questo
impianto per poter funzionare, da quanto
rilevato dall’esame dei documenti presentati
dalla ditta Vocem allo stesso Comune, avrà
bisogno di ingenti quantità di combustibile
(calcolato in un valore pari a circa 30 camion
al giorno), di acqua (calcolata in un valore di
circa 10.800 MC al giorno) e di altri
combustibili da bruciare, questo significherà un
aggravio notevole sulle già carenti o
inesistenti infrastrutture della zona.
Quelle agricole e zootecniche fanno
notare che nella zona ci sono già problemi di
carenza d’acqua per l’agricoltura e si chiedono
come potranno sopravvivere se la Vocem con un
impianto funzionante 24h continue utilizzerà una
tale portata d’acqua. Soprattutto, però,
richiamano l’attenzione del Sindaco sul fatto
che inevitabilmente saranno colpite da un calo
di vendite. Come già è accaduto per altre
aziende presenti nelle vicinanze di discariche o
termovalorizzatori, si vedranno rifiutare i loro
prodotti agricoli e zootecnici.
Chiedono al Sindaco e a tutte le amministrazioni
locali come sarà possibile impedire che i
prodotti tipici del Sannio, quali 2 vini IGP e
ben 6 DOC, la mozzarella e il caciocavallo
silano DOP, gli oli, il latte, la frutta, gli
ortaggi vengano abbinati al nuovo
termovalorizzatore.
Il
consumatore finale non acquisterà o comunque
ridurrà notevolmente l’acquisto dei prodotti
agricoli e zootecnici della zona. Per molti di
loro significherà, in un momento già critico
dell’economia, la cessazione totale
dell’attività.
Puntualizzano con fermezza che la Valle Telesina
è a vocazione agricola e zootecnica, con
numerose aziende del settore; basti pensare che
solo nei comuni di S. Salvatore, Faicchio,
Puglianello e Amorosi, ci sono oltre 150
aziende, che impiegano un minimo di 3 addetti,
che producono latte di alta qualità per la
produzione della mozzarella e del caciocavallo
DOP.
Le aziende turistiche e alberghiere,
invece, richiamano l’attenzione del Sindaco sul
fatto che il turismo della zona è quello di una
clientela che oltre le cure termali, cerca il
verde, il contatto con la natura, i prodotti
genuini e locali. È facile dedurre che nessuno
di questi verrà più a trascorre momenti di relax
o gite fuori porta o cure termali o a visitare
le numerose sagre di prodotti tipici, in una
valle che ha un impianto di termovalorizzazione
come quello che vuole costruire la Vocem.
Concludono facendo notare che se si costruirà
questo impianto loro saranno costretti a ridurre
le loro attività se non anche a cessarle, con
danno occupazionale per tutta la Valle.
Le
imprese sono la fonte di guadagno di ogni
comunità e se saranno costrette a
ridimensionarsi se non a chiudere, questo
significherà un notevole impoverimento economico
per tutti i comuni interessati sia in termini di
perdita di posti di lavoro, che possiamo stimare
di qualche centinaio, che di gettito fiscale per
gli enti e quindi per la comunità.
Quello che preoccupa tutti è che, in un periodo
già difficile a causa di una crisi
internazionale, per le imprese alimentari,
agricole e zootecniche sarà difficile se non
impossibile sopravvivere ad un’inevitabile
mancanza di vendite.
Loro pongono infatti una domanda a tutti: chi
comprerà i prodotti coltivati, il vino o il
latte e il formaggio prodotti in una zona vicina
ad un termovalorizzatore?
La
risposta determina la loro giusta paura che se
si dovesse realizzare l’impianto della Vocem
loro saranno costretti a cessare l’attività.
Chiedono, quindi, al Sindaco di farsi portavoce
presso gli altri Comuni ed Enti delle loro
fondate preoccupazioni e di chiarire che chi
vorrà questo impianto dovrà essere considerato
responsabile dei danni che arrecherà alle
imprese locali e di conseguenza all’intera
comunità. Ricordano, inoltre, che sono stati
proprio i Comuni e gli Enti, in precedenza, ad
autorizzare le loro attività imprenditoriali e
chiedono, quindi, che oggi mantengano
quell’impegno che si sono assunti nel concedere
le autorizzazioni.
Le
imprese, inoltre, dichiarano che se dovesse
accadere quanto paventato loro si costituiranno
in un’unica parte civile contro tutti i
responsabili.
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